giovedì 19 settembre 2013

Diari di Venezia70 PARTE 1: "Adoro Venezia quando sogna pecore blu e porci rossi"



Dieci giorni fa si concludeva la mia prima Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia.
A qualche giorno di distanza mi sono finalmente decisa a raccontare la mia esperienza per la gioia (?!) dei lettori di questo blog da qualche tempo un po' trascurato.
C'è tanto da dire e spero di ricordarmi tutto.

Andiamo con ordine.
Se sognate di andare alla Biennale di Venezia da quando eravate piccoli ma la cosa vi spaventa perché è il più antico e, insieme a Cannes, prestigioso (in teoria) festival di cinema del mondo, non abbiate paura: chiedete un accredito. Ottenere l'accredito non è così difficile: certo vi sbatteranno nell'elenco giallo (se vi dice bene) o, più probabile, in quello verde (malissimo), ma comunque potrete andarci. 

Ah l'accredito!
Questa tesserina maledetta il cui colore deciderà il vostro destino in quei 10 fatidici giorni.
Per mia fortuna avevo alle spalle una testata nota che mi ha consentito di avere un accredito blu alla prima botta (non mi odiate) il che ha parecchio facilitato le cose. 



Per chi non è mai stato a Venezia la cosa sembrerà bislacca, ma, è incredibile, in quei giorni il festival si trasforma in una vera e propria società a se stante, in cui ci sono caste ben precise, e il colore che porti in petto può fare la differenza tra vedere un film o fare file lunghissime per poi magari rimanere fuori dalla sala. 
Bisognerebbe fare uno studio sui meccanismi psicologici che scattano durante il festival: la camminata di chi entra con il rosso e le espressioni fameliche di chi ha il giallo sono indescrivibili. C'è tutta la storia dell'umanità negli sguardi ai due lati delle transenne che separano le file. 

La gerarchia è così:

- VERDE (cultural): chi sei te? C'hai dato i soldi ma mo' sta bono e non rompe
- GIALLO (media): ah, voi fa er giornalista te?! Aahahahahhah!
- BLU (periodicals): sei ok, ma non ci crede troppo
- ROSSO (daily): prego, mi passi pure addosso con le scarpe quando entra in sala
- ROSSO (professional): quando entra vuole pure una fetta di culo?

Non sono battute.
È effettivamente così (magari dette con accento veneto che mi è a tratti incomprensibile).
Ho visto scene apocalittiche, cose che voi umani non potreste immaginare.
All'entrata del film Night Moves stavo pure per essere linciata dalla fila dei gialli che mi hanno urlato contro frasi del tipo "De chi sei amica tu?!", "Noi scriviamo esattamente come te!", "A morte!" perché sono riuscita a entrare e loro no: questo festival crea odio e caste come nemmeno nell'India coloniale. 

Detto questo, il Lido (almeno per me) è stato una mezza delusione.
Dalla cartina sembrava Manhattan e invece è un rettangolino maleodorante di terra pieno di casette che vivono solo in funzione del festival del cinema. Seriamente: ma questi cosa fanno i restanti 350 giorni dell'anno?! Penso che ci sia un tasso di follia altissimo al Lido di Venezia e la prova è che alcuni residenti hanno decorato così case e giardini:

Non si legge ma sul portone c'è un cartello con la scritta "Pig House"


Tra un po' spunta fuori Jack Torrance


Creepy.

Se vogliamo parlare poi del sostentamento anche lì sono dolori: mediamente il cibo è di scarsa qualità e si paga carissimo. Il miglior piatto che ho mangiato sono stati gli spaghetti al nero di seppia, che pare qui siano tipici, e la pasta con le vongole veraci (che però i veneti chiamano in un altro modo che inizia per "C" che ora non mi ricordo). Assolutamente da provare invece lo Spritz: costa poco, in media 2,50 - 3 euro, e lo sanno fare da dio: in più qui si usa servirlo con una grossa e succosa oliva verde. Una goduria.

Spaghetti al nero di seppia


Spritz con l'oliva!

Un grande mistero del Lido di Venezia è che non ci sono cestini per l'immondizia
Provate a liberarvi di una bottiglietta di plastica vuota: potreste portarvela dietro per ore!

Altra incognita: questi fiori.
Qualcuno sa a che pianta appartengono?

Chiamate il Chi l'ha visto botanico. O la dottoressa Ellie Sattler


Un vantaggio al Lido però c'è: si arriva facilmente al palazzo del cinema e ci si può arrivare a piedi. Al massimo in bici. Punto fondamentale: per stare al festival bisogna prendere assolutamente casa al Lido. I traghetti fanno troppi scherzi, tipo saltare arbitrariamente alcune fermate: la follia pura.

Arriviamo dunque al palazzo del casinò: altra delusione.
Da piccola quando vedevo le immagini in tv mi sembrava enorme, bellissimo, maestoso: invece è un palazzetto abbastanza piccolo che se non avesse le decorazioni con su il logo "Venezia 70" sembrerebbe uno stabilimento balneare. Per non parlare del red carpet!
Un rettangolino con qualche piccolo gradino: una miseria.
E' vero che sono abituata male perché l'Auditorium Parco della Musica di Roma dove si tiene il festival del cinema ha un red carpet lunghissimo e imponente, però cavolo, mi aspettavo qualcosa di meglio.
(Questo non mi ha impedito però di fare foto farlocche in giro per il festival).
La Sala Grande invece dentro recupera esteticamente, ma, rispetto sempre alla sala Santa Cecilia dell'Auditorium di Roma, non sembra affatto così "grande".

Il red carpet



Proiezione di Sacro GRA in Sala Grande

Altro shock: il celeberrimo hotel Excelsior è una pacchianata micidiale.
Da fuori sembra un'attrazione kitsch di Disneyland!
Non ci potevo credere! 
Il molo di arrivo all'hotel, quello che in anni di riprese ci hanno fatto sognare mentre dive come Brigitte Bardot ci posavano sopra i loro divini piedi, è minuscolo.
Per fortuna poi l'Excelsior all'interno si riprende: la vista sul mare è bella e suggestiva.

Interni dell'Hotel Excelsior



Passiamo ora alle cose positive: i drink gratis dello spazio Disaronno e i meravigliosi cornetti al cioccolato dello spazio Maserati.
Non sto facendo pubblicità, ma, dopo 3 ore di film tedesco che mi ha fatto passare la voglia di vivere, i drink gratis dello spazio Disaronno mi hanno tirato un po' su.

L'unica reazione possibile a The Police Officer's Wife

Purtroppo però anche qui c'è la fregatura: i drink gratis sono durati solo i primi 2 giorni, poi ogni sera c'erano feste a inviti, che, se hai ottomila film da vedere e recensire, devi per forza saltare o lasciare a metà. Inoltre gli ospiti medi erano del calibro di Mal e cantanti di simil vigore: ma anche no. E poi: ma a voi piace il Disaronno? A me insomma. Il drink migliore era il Sour, con il limone che copriva il dolce del Disaronno. Di quelli ne ho bevuti davvero tanti.

spazio Disaronno a Venezia70

E veniamo alla mitologica terrazza Maserati.
Situata all'interno dell'Excelsior, entrarci è una sfida.
Bisogna chiedere il pass i primi giorni ma trovare la mail giusta a cui chiederla è una caccia al tesoro. Tutti negheranno che tu abbia fatto le cose per bene e i due altissimi bodyguard posti a guardia dell'ingresso come Scilla e Cariddi cercheranno sempre di rimandare il tuo ingresso pronunciando la frase di rito "provi domani verso mezzogiorno". Conquistato il pass le cose non cambiano molto: ottenere accrediti per le interviste è una lotta, ma alla fine ci si riesce.
Una volta che si entra però, sembra il Valhalla: cornetti buonissimi (soprattutto quelli con le gocce di cioccolato), biscotti, succhi di frutta, caffé e cappuccini gratis serviti a bordo piscina. A completare il quadro delle bellissime auto posizionate ad arte nel giardino intorno all'acqua. 

Terrazza Maserati a Venezia 70


E veniamo invece alla vera sorpresa di Venezia 70: la sala stampa.
Per chi ha passato diversi anni a scrivere in quello sgabuzzino senza finestre che era la press room del festival di Roma (e che per fortuna ora è stato abbandonato) la sala stampa di Venezia sembra un sogno: spaziosa, luminosa, con caffé e cappuccini offerti gratis a ogni ora da belle ragazze sempre sorridenti. Meraviglioso.

area wi-fi sala stampa Venezia 70

Un sentito grazie alle ragazze che hanno preparato caffé e cappuccini ogni giorno


Tra le belle cose poi non si può non citare i meravigliosi cuscini-giganti dell'area ristoro (roba che se avessi un loft da arredare me ne comprerei subito uno) e il "muro del pianto", dove gli spettatori hanno espresso i loro commenti sui film. 
Qui di seguito i miei preferiti:













Piccole delusioni personali a parte, forse perché le aspettative erano troppo alte, il festival di Venezia ha comunque il suo perché ed è sicuramente un'esperienza da fare almeno una volta nella vita se si è appassionati di cinema. 
Se uno vuole incontrare attori e registi può farlo facilmente perché gli spazi sono piccoli e di hotel ce n'è uno solo. Quindi se siete cacciatori di autografi e foto questo è il vostro regno.
Poi si incontra tanta gente, si fa amicizia, ci si diverte, soprattutto si vede e parla di cinema per dieci giorni come se non ci fosse altro al mondo. 
Di contro sarebbe bello se fosse un festival dal respiro più ampio, in sostanza il mio disappunto principale sta nella constatazione che sembra tutto un po' "provinciale". 

Per i film e il concorso dovrete attendere la seconda parte dei miei personali "diari di Venezia", e lì sì che saranno dolori.

Comunque, e in questo veramente la Biennale è unica, la cosa più bella del festival è proprio Venezia (e adesso chi è la campanilista?!): anche se i film possono deludere, la città resta sempre uno spettacolo. Come diceva un dottore molto più figo di me "Adoro Venezia!".









9 commenti:

  1. Complimenti Valentina!
    E' la prima volta che vieni a Venezia e hai già capito tutto! Ma non ne dubitavo assolutamente... :) Hai inquadrato perfettamente la situazione e questo 'manuale di sopravvivenza veneziana' sarà davvero utile per i neofiti!

    Hai perfettamente ragione: il Lido è un posto triste, inospitale, anonimo, assolutamente inadeguato ad ospitare il più antico festival del mondo. Infatti è per questo che io sconsiglio sempre a tutti di venirci, a meno di non essere cinefili doc e pronti a vere e proprie abbuffate di film. Perchè? Semplice: perchè se non vieni a vedere i film, al Lido c'è davvero poco da fare! Non siamo certo in Costa Azzurra, o nel centro della modernissima Berlino, o sulle amene rive del Lago Maggiore... il Lido è una striscia di terra lunga e stretta con due strade parallele, una spiaggia alquanto triste e un palazzo del cinema che dimostra tutti i suoi 70 anni di vita. E se esci da quelle poche centinaia di metri dove si svolge la Mostra trovi il nulla più assoluto. Certo, la prima volta che ci vieni è comunque bello, ma quando (come il sottoscritto) ormai ti sei fatto un'esperienza più che decennale non puoi fare altro che scoprirne le magagne: prezzi assurdi, cibo immangiabile (a meno di non conoscere qualche posticino defilato e fare un bel po' di strada a piedi o in bici), bagni chimici a rischio salmonella, spostamenti difficilissimi (concordo, non si può che alloggiare al Lido per godersi almeno un po' la rassegna). Per non parlare di quell'autentica vergogna che è il cratere di amianto (detto familiarmente 'base luna') che si estende proprio accanto al red carpet. E chissà per quanti anni ce lo dovremo ancora sorbire!

    Non sono lamentele di un cinefilo ormai stufo: credo che la crescente perdita di 'appeal' della Mostra del Cinema rispetto agli altri festival internazionali (Toronto in primis) dipenda in parte anche da questo: una location del genere non è certo appetibile, e non si può sfruttare commercialmente.

    Io mi domando e dico (da anni): come dici tu, Venezia è la città più bella, incredibile, affascinante della terra (non offenderti: Roma è eterna, ma Venezia è unica). Perchè non sfruttare questo patrimonio? Perchè non proiettare i film, ad esempio, in piazza San Marco. Almeno quelli più commerciali e fuori concorso... come a Locarno. Vuoi mettere uno scenario al mondo più suggestivo? Perchè non riqualificare la zona dell'arsenale e costruirci un nuovo palazzo del cinema, concentrando lì le proiezioni ufficiali? Lo so cosa mi risponderai... che questi tempi di crisi non sono certo i più adatti per opere di questo tipo. Sono d'accordo. Ma in Italia non si è MAI investito sulla cultura, nemmeno quando erano tempi di vacche grasse. E comunque credo che spostare la Mostra nel centro di Venezia avrebbe un ritorno d'immagine e commerciale straordinario! Basterebbe avere solo un po' di coraggio e senso imprenditoriale...

    Capitolo accrediti: qui non sono del tutto d'accordo con te. Io sono oltre dieci anni che vengo a Venezia con la mia tesserina 'verde' e ho sempre visto tutto. Oltretutto, con la crisi che c'è e i prezzi assurdi delle proiezioni (45 euro per entrare in sala grande!) adesso è davvero facile entrare in sala per qualsiasi film, perfino quelli delle 19 (teoricamente solo per il pubblico pagante, in pratica con la sala piena per almeno la metà di accreditati, fatti entrare dalla porta di servizio per non farla apparire semivuota). Ormai la priorità è rimasta solo per le proiezioni-stampa (ma anche lì sono riuscito quasi sempre a entrare senza problemi) e, alle brutte, ci sono sempre le 'mitiche' proiezioni mattutine al palabiennale per recuperare i film. insomma, io tutta questo senso di inferiorità per gli accrediti 'verdi' non l'ho notato: tanto è vero che ti fanno entrare anche in sala stampa! E oltretutto costano poco (60 euro... non tutti hanno la fortuna di farselo pagare dal datore di lavoro :) )

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    1. Ciao Sauro!
      Eh si il Lido mi ha deluso, e in effetti ho tralsciato tutta la storia del "buco": rimedierò nella seconda puntata. :)
      Il fatto che in Italia non si investi in cultura non è una novità e anzi ormai si fa di tutto pur di rimanere a galla: l'esempio lampate è aver invitato al festival gente come Marco Carta pur di far parlare un po' di più della Mostra. La tristezza.
      Sul fatto di spostare il festival a Venezia centro non so se sia fattibile: non conosco le modalità e poi la comodità di avere l'Excelsior a due passi per far spostare registi e attori non è da sottovalutare.

      Per quanto riguarda gli accrediti in realtà forse ti è andata bene quest'anno che c'era meno gente, ma con il verde non si possono vedere le anteprime stampa, non si possono seguire le conferenze stampa e in genere non si può andare in sala stampa (hanno aperto l'ingresso ai verdi solo gli ultimi giorni). La differenza di colore comunque si sente molto tra gli accrediti stampa: più volte ho visto i gialli rimanere fuori da conferenze e proiezioni.

      Ultima cosa: Venezia è resa unica al mondo per il fatto di trovarsi sull'acqua, è vero, ma come bellezza, maestosità e grandezza Roma e Parigi non le vede nemmeno col binocolo! :D

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  2. Chiudo dicendo, comunque, che con quanto ho scritto non voglio certo dissuadere gli appassionati a starsene a casa: in fin dei conti il bello dei festival è quello che hai scritto tu, ovvero incontrare gente, condividere opinioni, tirare tardi a parlare di cinema e, effettivamente, per dieci giorni sei davvero 'scollegato' dal mondo e respiri solo aria di film. Aria più che buona, nonostante tutto!
    D'altronde, se ci vengo da così tanto tempo un motivo ci sarà, no? :)

    Un abbraccio carissima, e perdonami se ho scritto così tanto! Ma non mi faccio mai sentire troppo qui sopra... :)

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    1. Si alla fine, per chi ama il cinema, i festival hanno sempre fascino: sei in mezzo a gente come te che capisce la tua passione e puoi concederti il lusso di vedere 4/5 film al giorno e magari incontrare pure qualcuno dei tuoi miti personali! Sono esperienze belle.
      Poi si conoscono tante persone: anche noi ci siamo finalmente visti! :)

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  3. Da ex abitante universitaria di Venezia, sì, il Lido sprofonda nella desolazione più totale senza il festival. Si anima giusto un po' al Redentore con festicciole sulla spiaggia, ma niente di più, purtroppo.
    La casa decorata con i maiali, pensa te, è lo studio di un dentista appassionato dell'animale che vanta una collezione spropositata di oggetti porcellosi tanto da finire intervistato in un tg nazionale tempo fa.
    Il fiore è la Passiflora, una delle mie piante preferite che cerco invano di coltivare a casa...

    Messe da parte queste risposte, concordo anch'io con Kelvin. Con il mio non tanto misero pass verde mi sono vista tutti i film in concorso più altri random, magari non in anteprima stampa, ma spesso e volentieri in sala grande con registi e attori. Male non mi è andata, ed era la prima edizione anche per me :)

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    1. MA GRANDISSSIMAAAAAAAAA!!!!!!!!!!!
      Mi hai levato un sacco di curiosità! :))))

      Per l'accredito allora mi sa che vi dice meglio a voi che ai gialli! :D

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  4. Best report ever sul festival di Venezia!!!
    Il muro del pianto è geniale (e le "recensioni" esilaranti), bisognerebbe allestirne uno in ogni cinema!

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    1. AHAHHAHAHA grazie!
      Di commenti dissacranti alla fine ce n'erano tantissimi!
      Alcuni davvero geniali.

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  5. Questo evento è sempre sorprendente, con pezzi accattivanti e d'arte originali. Meraviglioso reportage fotografico, complimenti!

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