sabato 29 novembre 2008

venerdì 28 novembre 2008

Strafumati



Judd Apatow, Seth Rogen e Evan Goldberg grazie all’aver diretto, prodotto, interpretato e scritto insieme pellicole comiche come “40 anni vergine”, “Sexbad – Tre menti sopra il pelo” e “Molto incinta” si stanno delineando come gli eredi della “Frat Pack” di Ben Stiller e soci.
Con questi hanno anche collaborato a qualche pellicola e ne condividono lo spirito fortemente demenziale e pieno di comicità fisica.
Con questo “Strafumati” (in originale “Pineapple Express”) la banda della risata pecoreccia aggiunge un elemento di novità alla sua opera: di fatto, “Strafumati” è un action-movie, con tanto di sparatorie sanguinolente, inseguimenti in auto e brutali combattimenti a mani nude.
Dale Danton (Seth Rogen) compra erba dal suo spacciatore di fiducia Saul Silver (un sorprendente James Franco), che gli procura la pregiata e rara marijuana Pienapple Express (ecco il perché del titolo originale). Dale assiste ad un omicidio compiuto in casa del più potente spacciatore di droga della città ad opera di una poliziotta corrotta e, in preda all’agitazione, lascia inavvertitamente sulla scena del crimine un mozzicone contenente l’inconfondibile droga.
Gli scagnozzi dello spacciatore sono presto sulle sue tracce e su quelle di Saul e i due si vedono costretti ad una sincopata e quanto mai improbabile fuga.


Seth Rogen e James Franco


Il film procede così tra una serie di gag ad alto contenuto adrenalinico, piene di sangue e proiettili, botte e parolacce da bettola di periferia, il tutto condito da un umorismo trucido e fracassone che in più momenti strappa grasse risate.
A lungo andare però il film perde la freschezza dell’incipit e si riduce a una serie di siparietti forzati e a volte tirati troppo per le lunge: le quasi due ore di film affossano la comicità e forse tagliare qualche scena avrebbe sicuramente giovato alla godibilità della pellicola.
Non mancano scene ben riuscite – su tutte quella dell’inseguimento sulle auto della polizia – e lo stralunato James Franco, in un ruolo così lontano dallo stereotipo del giovane bello e vincente a cui ci ha abituato, è una piacevole sorpresa. Ma nonostante lo sforzo di rendere ancora più ironico lo stile pulp delle pellicole di Tarantino e Rodriguez l’alchimia tra tutti questi generi non è perfettamente riuscita.
Vedremo cosa si inventeranno la prossima volta.

La citazione: "Dovevi vederlo! Ci abbiamo decorato il vetro con il suo cervello!"

Voto:
♥♥

Pubblicato su Cinema4stelle.

Citazione cinematografica n. 39

"Ricordi l’estate scorsa quando eravamo a Cape Code?
Ti ricordi una sera in sala da pranzo c’era un giovane ufficiale di marina seduto al tavolo vicino al nostro insieme ad altri due ufficiali?
Un cameriere gli portò un biglietto, lui lo lesse e andò via.
Niente, non ti ricordi niente?
Bene.
Io l’avevo già visto la mattina nella hall dell’albergo.
Credo che fosse arrivato in quel momento, camminava dietro al ragazzo che gli portava le valige, verso l’ascensore.
Lui, lui mi ha guardato mentre passava: così, di sfuggita. Solo un’occhiata.
Ebbene, io non riuscivo più a muovermi.
Quel pomeriggio Elena andava al cinema con le sue amichette e tu e io facemmo l’amore. Poi facemmo tanti progetti per il nostro futuro e parlammo molto a lungo di Elena. Ma io non pensavo che a lui. Continuamente. Non riuscivo a togliermelo dalla mente. Ero sicura che se lui mi avesse voluta, mi dicevo anche soltanto per una notte, sarei stata pronta a mandare all’aria ogni cosa: a sacrificare te, Elena e il mio fottutissimo avvenire. Tutto quanto.
E la cosa strana è che nello stesso tempo tu mi eri più caro che mai e in quel momento il mio amore per te era un amore tenero ma triste.
Io… io non dormii quella notte e la mattina mi alzai in preda al panico: non sapevo se avevo più paura che fosse andato via o se temevo di più che fosse ancora lì.
Ma poi, a cena, mi resi conto che era partito.
E solo allora mi sentii sollevata"

da: Eyes Wide Shut


Nicole Kidman

Titolo originale: id.
Regia: Stanley Kubrick
Anno: 1999
Cast: Tom Cruise, Nicole Kidman, Sydney Pollack, Todd Field, Leelee Sobieski

sabato 22 novembre 2008

Twilight



Cambiare città, andare a vivere col padre che non vede da tanto tempo, incontrare nuovi compagni di classe e abituarsi al clima sempre piovoso di Forks provenendo dalla soleggiata California: Bella (Kirsten Stewart) deve affrontare in un colpo solo tutto questo e a diciassette anni non è facile.
Fino a quando non trova un buon motivo per restare: gli occhi misteriosi e magnetici di Edward Cullen (Robert Pattinson).
C’è solo un problema: il ragazzo la evita come la peste.
Bella è sempre più attratta da Edward e non riesce a capire lo strano comportamento del ragazzo e della sua famiglia fino a quando il suo vicino di casa Jacob (Taylor Lautner) le racconta la leggenda della famiglia Cullen: sono dei vampiri che hanno deciso di nutrirsi soltanto di sangue animale.
Bella scopre che in realtà non sono solo favole: Edward la salva da un incidente mortale dimostrando che è realmente un vampiro.
Il ragazzo inoltre la evita non perché la disprezzi ma perché è così attratto da lei da aver paura del suo stesso istinto che potrebbe portarlo a morderla.
I due intraprendono così una tormentata storia d’amore, fino a quando James (Cam Gigandet), un vampiro che si nutre di sangue umano, decide che vuole a tutti i costi il sangue di Bella.

Kirsten Stewart e Robert Pattinson

Il romanzo di Stephanie Meyer in pochissimi anni è diventato un fenomeno mondiale: grazie alla saga di Harry Potter e a film come il Signore degli Anelli, il genere fantasy è tornato in voga - e non soltanto tra i giovanissimi – tanto da fare di questo romanzo che tratta di amori tra vampiri e adolescenti un successo già annunciato. Inevitabile quindi il passaggio su celluloide.
La prima parte della pellicola in cui Bella cerca di scoprire la verità su Edward e il racconto di questa irresistibile attrazione sul filo della morte tra i due è affascinante e intrigante - merito soprattutto del grande fascino dei giovani protagonisti -, ma quando il film prende la piega dell’azione la storia non funziona più: la regia confusa di Catherine Hardwike sciupa tutta la tensione costruita seguendo la psicologia dei personaggi in scene d’azione sconclusionate e poco efficaci.
Paradossalmente è proprio quando si dovrebbero vedere i vampiri che il film perde mordente.

Robert Pattinson

Numerosi gli ammiccamenti al cinema giovanile: la partita di baseball della famiglia Cullen ricorda tanto le partite di Quidditch di Harry Potter e i problemi adolescenziali della protagonista rendono la pellicola una sorta di serie tv a metà tra Dawson’s Creek e Buffy l’ammazzavampiri.
Il film risente forse di un budget troppo ridotto per un prodotto dall’impatto pubblicitario così imponente e sfrutta malamente i pochi effetti speciali a sua disposizione non stupendo praticamente mai lo spettatore.
Ma il punto forte della pellicola non è il lato horror della storia: il fulcro è proprio questo amore impossibile e irresistibile, che deve scontrarsi con forze più grandi dei protagonisti e che porta inevitabilmente alla sofferenza. L’amore per Edward, un ragazzo bellissimo destinato a rimanere giovane in eterno, simboleggia le passioni che travolgono il cuore e la mente di tutti gli adolescenti, che in quegli anni vivono tutto in maniera assoluta e passionale.
Un tema che non può non far sospirare milioni di giovani ragazze e che rende il film destinato soprattutto a loro.

La citazione:
"Potresti comportarti da umano? Sai com'è ho dei vicini!"

Voto: ♥♥1/2

Pubblicato su Cineforme.

venerdì 21 novembre 2008

Citazione cinematografica n.38

"Sean: Birra e figa, io non chiedo altro. Dobbiamo solo trovarci una Puffetta per uno.
Ronald:
Una Puffetta?

Sean:
Sì, una che te la dia... Qui a Middlesex se la tengono stretta. Ci vuole una bella biondina che allarghi le gambe ai tuoi ordini... Come fa Puffetta!

Donnie:
Puffetta non scopa.

Sean:
È una cazzata. Puffetta si scopa tutti i Puffi: il Grande Puffo l'ha creata apposta! Stavano sempre a canna dritta gli altri Puffi!

Ronald: Noo, tutti tranne Vanitoso, che è omosessuale.
Sean:
D'accordo, sai che ti dico? Lei se li scopa mentre Vanitoso guarda, contento?

Ronald:
Mmh... Sì, ma Grande Puffo? Anche lui si butta nel mucchio, o...?

Sean:
Noo, lui sai che fa? Riprende le ammucchiate, poi in privato le rivede e si ammazza di seghe!

Donnie:
Prima di tutto, a creare Puffetta non è stato Grande Puffo, ma Gargamella. L'ha mandata dai Puffi come sua spia perché aveva intenzione di distruggere il villaggio, ma la "contagiosa bontà" della loro vita l'ha trasformata per sempre! Quanto all'ammucchiata stratosferica tra loro è...È irrealizzabile! I Puffi sono asessuati, non hanno neanche un organo riproduttivo sotto quei pantaloncini bianchi! Per questo è così illogico essere uno dei Puffi, perché...Che cazzo vivi a fare, se non hai il pisello?!

Ronald:
Che palle, Donnie, perché devi essere sempre il più intelligente?!"


da:
Donnie Darko


Jake Gyllenhaal


Titolo originale: Id.
Regia: Richard Kelly
Anno: 2001
Cast: Jake Gyllenhaal, Maggie Gyllenhaal, Patrick Swayze, Drew Barrymore, Noha Wyle, Jena Malone, James Duval

giovedì 20 novembre 2008

Twilight - Mica sceme le vampire...

Ancora non si possono pubblicare recensioni del film su internet - ebbene sì, c'è l'embargo fino alla mezzanotte di stasera - ma il film io l'ho già visto e, anche se non posso esprimere pareri, una considerazione va fatta: ammazza che orgia de fighi!

Mica sceme 'ste vampire (ovviamente strafighe anche loro)!
Sono entrata in sala pensando che il più figo fosse Robert Pattinson (Edward) e sono uscita che non sapevo quale mi fosse piaciuto di più...

E' vero, ho passato da qualche anno l'età da "teen-ager" e mi dovrei vergognare, ma una carrellata di foto questo cast se la merita tutta!

E qui sorge la domanda da un milione di euro: chi è il più figo?!

Per la recensione del film - e per toni un pò più seri- a domani...


Robert Pattinson - Edward Cullen



Peter Facinelli - Dr. Carlisle Cullen



Jackson Rathbone - Jasper Cullen



Taylor Lautner - Jacob Black



Kellan Lutz - Emmet Cullen



Cam Gigandet - James



Edi Gathegi - Laurent


mercoledì 19 novembre 2008

Un buon non compleanno a te!

La prima foto (a quanto pare FAKE) di Johnny Depp da Cappellaio Matto nel film di Tim Burton su "Alice nel paese delle meraviglie"

Johnny Depp

domenica 16 novembre 2008

Max Payne

Il videogioco che ha appassionato una generazione diventa un film



Nel 2001 il videogioco “Max Payne” divenne un caso mondiale: un’intera generazione di ragazzini si appassionò alla vicenda di questo poliziotto la cui famiglia è stata trucidata e che cerca vendetta. A rendere speciale “Max Payne” è l’impostazione cinematografica del gioco, mai vista prima di allora, con la visuale in prima persona del personaggio e gli intervalli tra un livello e l’altro che sembrano dei piccoli film.
Impossibile non trasportare un prodotto del genere sullo schermo.
A fare il passo dal virtuale alla celluloide ci ha pensato il regista John Moore e il Max Payne in carne e ossa è, il sempre più lanciato, Mark Wahlberg.

Mark Wahlberg e Mila Kunis

Purtroppo per i fan più accaniti il film introduce degli elementi che si distaccano dall’originale: Max è sempre in cerca degli assassini che hanno ucciso sua moglie e sua figlia, ma la pista da seguire lo porta sulle tracce di strane creature alate dall’aria demoniaca che danno un’aria gotica e paranormale alla pellicola.
L’elemento ultraterreno diventa così disturbante per il procedere della storia, che perde quel fascino noir che possiede il videogioco.
Wahlberg ce la mette tutta per incarnare il ruolo del poliziotto ferito e disilluso, così disperatamente alla ricerca della verità da diventare quasi folle, ma il contesto non lo aiuta: nonostante il grande uso di effetti speciali, l’azione è ridotta al minimo e quando c’è non è coinvolgente come quella del videogioco. Paradossalmente il film si ispira più a uno look da fumetto, prendendo a piene mani dai film tratti dai lavori di Frank Miller (“Sin City” su tutti), e trascura elementi come il bullet-time (l’effetto delle pallottole rallentate lanciato da “Matrix”), che nel videogioco era predominante, e i sogni del protagonista, sostituiti da allucinazioni apocalittiche.

Mila Kunis e Mark Wahlberg

Ne esce un’atmosfera a metà tra il fumetto e il paranormale, con delle forzature che rendono legnoso il procedere della pellicola, non riuscendo a coinvolgere totalmente lo spettatore.
Peccato perché il materiale di partenza era buono: sarebbe stato meglio affidarsi di più al videogioco e puntare sulla psicologia del personaggio che non voler strafare a tutti i costi grazie ad elementi dark.
Se siete degli appassionati irriducibili, restate fino alla fine dei titoli di coda: ci sono le basi per un “Max Payne 2”.
La citazione: "Io non credo nel paradiso. Credo nel dolore. Credo nella paura. Credo nella morte"

Voto: ♥1/2

Uscita italiana: 28 novembre 2008

Pubblicato su Meltin' Pot.

Conferenza stampa Max Payne

Mark Wahlber parla di “Max Payne” e delle sue ambizioni da regista alla stampa romana

Un Mark Wahlberg elegantissimo, con tanto di giacca e cravatta, ed estremamente gentile – ha versato da bere all’interprete, ce lo vedete Tom Cruise fare una cosa del genere? – ha parlato del suo personaggio “Max Payne” e dei suoi progetti da regista.

Mark Wahlberg (foto di Valentina Ariete)

Per l’attore di Boston è stato un lavoro complesso calarsi nel ruolo di un personaggio tratto da un videogioco visto che non ama il genere: “Per fortuna ho letto la sceneggiatura prima di sapere che fosse tratta da un videogioco!” dice alla stampa e continua: “Ero preoccupato perché i videogiochi che conosco sono quelli come Packman! Ma il personaggio è dark e intenso e mi ha interessato molto. Avendo una bellissima famiglia mi sono potuto immedesimare in lui”.
Alla domanda su come il cinema possa distinguersi dai videogiochi e rendersi più appetibile per il pubblico ha risposto: “Questa è una domanda per George Lucas e Steven Spielberg! A me non piacciono i videogiochi e non voglio che i miei figli stiano tutto il tempo a giocare. A volte sono estremamente violenti e quindi pericolosi. A me piace molto di più il cinema”.
L’attore ha spiegato che voleva assolutamente interpretare il personaggio soprattutto per dare sfogo alla sua fisicità: “Dopo aver lavorato per Shyamalan in “E venne il giorno”, dove ho dovuto osservare piante tutto il tempo, volevo qualcosa di più fisico. Shyamalan mi ha sconsigliato di farlo, perché secondo lui sono il nuovo Tom Hanks, ma è folle: tutti vogliono tenere in mano una pistola!”.
L’attore ha poi parlato delle sue ambizioni da regista: “Sicuramente voglio dirigere un film. Ho cercato di imparare il più possibile dai grandi registi con cui ho lavorato e qualche tempo fa mi sentivo quasi pronto ma poi ho lavorato con Peter Jackson e ho capito che devo studiare molto di più”.

Mark Wahlberg (foto di Valentina Ariete)

Alla domanda con quale dei grandi registi con cui ha lavorato si sia trovato meglio l’attore ha risposto diplomaticamente: “Sono tutti diversi: Shyamalan è una specie di dittatore cattivo che non ti consente di esprimere opinioni. Scorsese mi ha dato invece completa libertà, Peter Jackson spesso scrive quattro-cinque pagine di dialogo nuovo ogni mattina, ma poi crea un’atmosfera così serena che tutto va bene, Tim Burton strappa varie pagine del copione dicendo che non servono… Sono tutti grandissimi registi che mi hanno dato tanto, già lavorare con loro è una grande ricompensa! Imparare da loro è un dono”.
Wahlberg ha anche parlato della sua attività di produttore, soprattutto di serie tv, dicendo che: “Spero possiate vedere la nuova serie di Entourage perché è fantastica!” e di come ultimamente ad Hollywood ci sia più creatività nelle sceneggiature delle serie tv che non in quelle per il grande schermo: “A volte mi arrivando delle sceneggiature così stupende per la tv che vorrei farne un film!”.
Wahlberg ha parlato anche dei suoi progetti futuri: il nuovo film di Darren Aronofsky sul pugilato, in stand-by da due anni, potrebbe finalmente vedere la luce con Daniel Craig al posto di Brad Pitt e Wahlberg ha commentato così: “Spero si arrivi presto a una soluzione perché mi sono stufato di alzarmi alle cinque di mattina per allenarmi!”.
L’attore è entusiasta invece del nuovo progetto di Scorsese, una miniserie per la tv prodotta dalla HBO, che sarà girata a maggio e sarà sugli schermi americani l’anno prossimo: “Ambientazione anni ’20, gangster e Atlantic City: Martin non sta più nella pelle!”.

Pubblicato su Meltin' Pot.

sabato 15 novembre 2008

Citazione cinematografica n. 37

"Uno che sbatte 10.000 dollari in una sputacchiera mi rende nervoso!"

da: La lancia che uccide

Katy Curado e Richard Wagner


Titolo originale: Broken Lance
Regia: Edward Dmytryk
Anno: 1954
Cast: Spencer Tracy, Robert Wagner, Richard Widmark, Hugh O'Brian, Earl Holliman, Katy Curado

giovedì 13 novembre 2008

Auguri Gerard!

Auguri al mio amore cinematografico!


Quando mi chiedono qual è l'attore che più mi piace dal punto di vista estetico, dal 2001 a questa parte ho solo una risposta: Gerard Butler.
E puntualmente mi sento rispondere: Gerard CHI?!

A quel punto ultimamente posso dire: Leonida e tutti rispondono: "Aaaah quello di 300!".
Ma il mio amore per lui è molto più antico.
Risale al 2001, anno in cui vidi - non ricordo nemmeno più perchè - "Dracula's Legacy": un filmaccio horror veramente di serie B (nel cui cast figura l'allora sconosciuto dottor Foreman nel ruolo di un vampiro...) ma che ha il pregio di avermi fatto scoprire questo splendido attore scozzese.



Il buon Gerard infatti non è il solito fustaccio ossigenato, palestrato (categoria che attualmenre mi fa orrore) e senza pensieri, ma ha una vicenda familiare complessa: padre che lo abbandona, madre single che tira a campare difficilmente, padre che si ripresenta solo in punto di morte.
Inoltre comincia a recitare tardi: a 26 anni, dopo una laurea in giurisprudenza e senza precedenti esprerienze alle spalle, debutta nella versione teatrale di "Trainspotting" nel ruolo di Renton.
In pochi anni è diventato un attore di discreto successo, grazie a "Il Fantasma dell'Opera", in cui canta con una voce roca ed incredibilmente sexy, e soprattutto a "300".

Ultimamente l'ho adorato in "Rocknrolla", il nuovo film di Guy Ritchie - assolutamente da non perdere - in cui è molto simpatico e divertente.
Spero che finalmente riesca a fare il grande salto di qualità ottenendo un ruolo che lo valorizzi, magari con un regista importante.



Insomma: è versatile, sa cantare, ha carisma, durante la lavorazione di un film ha salvato un bambino che stava annegando...una persona ammirevole.

E in più ha il sorriso più bello che ci sia adesso al cinema: imperfetto ed irresistibilmente ironico, sensuale ma da uomo un pò rude...insomma un mix fantastico.
E come se non bastasse ha anche degli occhi stupendi, non è leccato, ha un'aria estremamente ironica, ha una barbetta di 2-3 giorni che mi fa impazzire, la pancetta alcolica...Insomma: GERRY TI AMOOOOO!!!!
Se passi a Roma fammi un fischio!

Ah e tanti auguri!!!!!!




sabato 8 novembre 2008

Changeling



Il regista dagli occhi di ghiaccio l’ha fatto di nuovo.
Dopo “Mystic River”, la consacrazione “Million Dollar Baby” e i film gemelli “Flags of our fathers” e “Lettere da Iwo Jima” Eastwood ha realizzato l’ennesimo capolavoro.
Ancora una volta colpisce lo spettatore dritto allo stomaco, pietrificandolo con una storia terribile e allo stesso tempo importante.
Los Angeles 1928: una madre sola, Christine Collins (Angelina Jolie), va al lavoro per degli straordinari e al suo ritorno il figlio Walter di otto anni è scomparso.
Dopo cinque mesi la polizia ritrova suo figlio.
Ma c’è un problema: quel bambino non è Walter.
Incapace di ammettere l’errore, il capo della polizia J.J. Jones (Jeffrey Donovan) fa rinchiudere Christine in manicomio, additandola come mentalmente instabile e socialmente pericolosa.
Da qui comincia l’odissea della donna costretta a lottare contro tutto e tutti con l’unico scopo di ritrovare suo figlio.

Angelina Jolie

Ancora una volta Eastwood scava negli angoli più bui dell’animo umano, portando sullo schermo alcune delle paure più forti della società americana e non solo.
“Changeling” è un film sulla responsabilità: quella dei genitori, dei figli, della legge, della medicina, della Chiesa, dell’uomo comune.
E’ un film sull’amore più forte che esista: quello di una madre per il proprio figlio.
E’ un film su una delle qualità più ammirevoli del popolo americano: quella di non arrendersi e demoralizzarsi mai, neanche di fronte all’evidenza, e di lottare fino all’ultimo per ottenere la verità e la giustizia.
E soprattutto è un film in cui viene affrontato un argomento di cui difficilmente si parla: il maschilismo. Eastwood mette in luce come spesso donne e bambini vengano trattati da esseri inferiori mentalmente e fisicamente, le prime perché ritenute emotivamente instabili e i secondi perché non ancora cresciuti. Per far ciò il regista orchestra una vicenda complessa - tratta da un fatto di cronaca - composta da più storie che si intrecciano e costruendo un magnifico personaggio, splendidamente interpretato da un’Angelina Jolie da Oscar.
La sua Christine, da sotto quei cappellini tipicamente anni venti e con quelle labbra rosso fuoco pronte a gridare e a ribellarsi contro l’indifferenza e l’ottusità di un grigio mondo maschile che non fa altro che mortificarla, è l’anima e il cuore pulsante della pellicola, madre e donna che diventa il simbolo di tutte le donne e le madri.

Jeffrey Donovan

Suddiviso in più momenti che comprendono un arco temporale di diversi anni, il film è perfettamente equilibrato in ogni sua parte, senza facili patetismi e retorica, girato con lo stile asciutto e per questo molto più efficace che ormai contraddistingue la regia di Eastwood.
Bellissima la fotografia e la cura dell’ambientazione, efficace e discreta la colonna sonora, ancora una volta composta dallo stesso regista, e ottimo il resto del cast. John Malkovich è perfetto nel ruolo del pastore e Jeffrey Donovan interpreta un capo della polizia così ostinato nella sua crudeltà da diventare fisicamente repellente, candidandosi al titolo di uno dei “cattivi” meglio riusciti degli ultimi anni. Un film duro, quasi spietato, ma che lascia un segno profondo.
Se ne avete la forza, lasciatevi trascinare “in quel posto tra il nulla e l’addio” che solo Clint Eastwood sa raccontare così.


La citazione:
"- Adesso ho una cosa che prima non avevo.
- Che cosa?
- La speranza"

Voto: ♥♥♥♥♥

Uscita italiana: 14 novembre 2008

Pubblicato su Meltin' Pot.

venerdì 7 novembre 2008

Citazione cinematografica n. 36

"Eccomi là, circondato dalla mia famiglia e dai cosiddetti amici. Non mi ero mai sentito così solo. Mai in tutta la vita."

da: Trainspotting

Ewan McGregor


Titolo originale: Id.
Regia: Danny Boyle
Anno: 1996
Cast: Ewan McGregor, Ewen Bremner, Johnny Lee Miller, Robert Carlyle, Kevin McKidd, Kelly MacDonald, Peter Mullan

martedì 4 novembre 2008

Festival Internazionale del Film di Roma - Feticismo da Festival



Il Festival di Roma ormai è finito da qualche giorno, i premi sono stati assegnati così:

- Premio Alice nella città under 12: "Magique!"
- Premio Alice nella città over 12: "Summer" di Kenneth Gleenan


- Menzione Speciale per: "A corte do Norte" di Joao Botelho
- Menzione Speciale per: “Aide-toi et le ciel t’aidera” di Francois Dupeyron

- Miglior Interprete Maschile: Bohdan Stupka per "With a worm hart"
- Miglior Interprete Femminile: Donatella Finocchiaro per "I Galantuomini"

- Marco Aurelio al Miglior Film scelto dalla critica: "Opium War" Siddiq Barmaq
- Marco Aurelio al Miglior Film scelto dal pubblico: “Resolution 819” di Giacomo Battiato

- Marco Aurelio alla carriera: Gina Lollobrigida


C'è stato però tutto un "sottofestival" di cui nessuno fino ad ora ha parlato.
Una sfilata particolare è stata compiuta da tutti gli attori e i registi che sono intervenuti in questa terza edizione del Festival di Roma: quella delle SCARPE!

Ecco qui l'altra passerella del Festival di Roma (tutte le foto sono di Valentina Ariete):


Al Pacino



Maria Sole Tognazzi



Pierfrancesco Favino



Xenia Rappoport



Carmen Consoli



Christian De Sica



Brando De Sica



Aurelio De Laurentiis



Rachael Blacke



Viggo Mortensen e Ed Harris



Desiree Noferini e Nadir Caselli (Un gioco da ragazze)



Chiara Chiti e Chiara Paoli (Un gioco da ragazze)



Michele Placido



Barbora Bobulova



Alina Nadelea



Ana Caterina Morariu



Elio Germano



Michele Riondino e Maria Jurado



Chiara Caselli



Romina Carrisi jr



Jessica Biel



Robert Pattinson e Kirsten Stewart




A voi giudicare chi è il migliore.
Il peggiore è sicuramente De Laurentiis che con scarpe da ginnastica e calzino bianco ha veramente toccato il minimo storico per un Festival del Cinema...

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