martedì 30 aprile 2013

Iron Man 3



Da quando nel 2008 Iron Man ha fatto il suo esordio sul grande schermo, i Marvel Studios hanno avuto la certezza di aver trovato la gallina dalle uova d'oro. Grazie ad un film ben sceneggiato e pieno di ritmo, e soprattutto ad un oltremodo carismatico Robert Downey jr., i supereroi Marvel hanno conquistato il cuore di milioni di fan e riempito le sale cinematografiche con sempre maggiore entusiasmo. Fin dalle origini il più trascinante dei Vendicatori sul grande schermo, contrariamente a quanto accade nei fumetti, Iron Man è il supereroe più amato dal grande pubblico e ha rilanciato la carriera di un attore che, proprio come il Tony Stark che interpreta, si era un po' perso per colpa di droghe, alcool e vita sregolata. Non stupisce dunque che il terzo capitolo delle avventure di Iron Man fosse atteso con una voglia quasi spasmodica. 

Costretto a fare i conti con un secondo capitolo non proprio brillante, passato alla storia come il film cui "Iron Man si urina nell'armatura" per usare un'espressione il più elegante possibile, e con il JossWhendiano The Avengers, Iron Man 3 ha l'arduo compito di consacrate il suo protagonista e di prepararlo alla seconda avventura con i colleghi Vendicatori. Il nome del regista e sceneggiatore chiamato per questo ruolo delicato faceva sicuramente ben sperare: Shane Black, che magari ai più non dice molto, è infatti la mente folle e gagliarda dietro i primi due Arma Letale, L'ultimo boyscout, Last action hero e Kiss kiss bang bang, film in cui il protagonista è proprio Downey jr. Sulla carta un'accoppiata vincente.

Ma ci sono molti ma.
Con il rilancio del personaggio, made in DC Comics, di Batman by Christopher Nolan, cominciato nel 2005 con Batman Begins, la Marvel si è sentita chiamata in causa e ha risposto al "fuoco nemico" gettando in campo i suoi cavalli di razza: oltre ad Iron Man, Thor, Capitan America e Hulk. Una cosa accomuna tutti i film Marvel: la sempre più umorale e crassa comicità. Come il Batman di Nolan è serio ed epico, tanto allegri e spensierati sono i personaggi Marvel: una scelta che sembra quasi di campo per differenziare i due schieramenti, non a caso l'imminente Man of Steel, nuovo film dedicato a Superman, altro personaggio DC, sembra seguire la linea più drammatica tracciata dai Batman.

Sarà un caso?
Nel frattempo comunque la scelta si è rivelata molto redditizia visto che i Vendicatori sono riusciti ad appassionare trasversalmente adulti e bambini, uomini e donne, giovani e meno giovani, appassionati di fumetti e non. 
I puristi del genere però non sembrano gradire: l'alto tasso di comicità spesso di basso livello toglie forza al supereroe, che a volte diventa quasi una macchietta.
Dove sta la verità?

Iron Man 3 sembra togliere ogni dubbio: successivo ai fatti di The Avengers, il film è ambientato nel periodo natalizio, comincia con la canzone degli Eiffel 65 Blue (Da ba dee) e presenta una scena clou in cui a farla da padrone sono battute su feci e gas intesitnali.
Natale, Eiffel 65, peti: non è forse un mix che ricorda i cinepanettoni nostrani?

E questa è solo una faccia della medaglia.
In questo terzo capitolo troviamo un Tony Stark in preda all'insonnia e alle crisi di panico, ancora sconvolto dall'esperienza estrema vissuta a New York insieme ai Vendicatori.
Un episodio talmente sconvolgente da indurlo a produrre decine e decine di nuove armature, a creare un dispositivo che gli permette di chiamare la sua armatura da qualsiasi luogo si trovi e a trascurare la storica fidanzata Pepper (Gwyneth Paltrow). Quando all'orizzonte spunta il terribile Mandarino (Ben Kingsley), terrorista intenzionato a sferrare un attacco mortale all'America, Tony deve mettere da parte le sue paturnie e difendere il suo paese e le persone che ama.

Cosa che in realtà non succede.
Come detto a gran voce nel capitolo precedente, Tony Stark E' Iron Man, ma nella sua versione cinematografica non è tanto l'armatura super-tecnologica a fare l'eroe, quanto chi la indossa. Iron Man 3 è infatti un Tony Stark 3: il superego dell'attore si fonde con il personaggio, che è il vero protagonista della storia. Non a caso le armature vengono duplicate a decine, si frammentano in tanti pezzi e vengono indossate da più personaggi: Iron Man diventa una figura spezzettata e di sfondo mentre il vero centro, sempre più grande e ingombrante, è l'uomo, il genio, il playboy, sempre e solo lui, Tony Stark.
Una scelta che potrebbe essere interessante (anche nello Spider Man di Sam Raimi si è puntato molto sul lato umano del supereroe con risultati strabilianti), se non fosse che la parte umana di Iron Man diventa quasi macchietta di se stessa, sempre con l'ansia da prestazione per la battuta più pungente e ironica.

Non solo battute: il film tocca anche temi importanti come la riflessione sull'ossessione americana della lotta al terrorismo, sulla produzione di armi e sul ruolo dei media, che vengono però smorzati da un patriottismo forse troppo tronfio e da una parte centrale in cui Tony Stark collabora con un bambino, mossa strategica per far impazzire milioni di piccoli fan (per i più invasati c'è un'altra scena ad hoc che vede coinvolti un tatuaggio e un taglio di capelli).

Nel complesso ci si diverte, l'azione c'è e le scene spettacolari anche, ma rimane il dubbio che, premendo un po' di più sul tasto dell'epica e meno su quello della comicità, Iron Man avrebbe potuto essere un personaggio molto più complesso e affascinante. 
Robert Downey jr. ormai il personaggio l'ha cucito su se stesso, qui è sempre più gigione e sornione, il pubblico ama ogni sua mossa, quindi questo è il pacchetto che dobbiamo aspettarci. 

Nell'attesa di vedere cosa ci riserveranno Thor 2, Capitan America 2 e The Avengers 2, noi, a naso, per la gioia della DC, non vediamo l'ora che esca Man of Steel, diretto da Zack Snyder e con lo zampino di Nolan: per quanto riguarda le versioni cinematografiche, sappiamo da che parte stare.


Robert Downey Jr.


La citazione: "Tu non sai chi sono. Non mi vedrai mai arrivare"

Hearting/Cuorometro: ♥♥♥


Titolo italiano: Iron Man 3
Titolo originale: Iron Man 3
Regia: Shane Black
Anno: 2013
Cast: Robert Downey Jr., Gwyneth Paltrow, Don Cheadle, Guy Pearce, Rebecca Hall, Ben Kingsley
Durata: 130 minuti
Colore: colore
Genere: Azione
Sceneggiatura: Shane Black e Drew Pearce
Fotografia: John Toll
Musiche: Brian Tyler
Paese di produzione: USA
Casa di produzione: Paramount Pictures, Marvel Studios
Distribuzione italiana: The Walt Disney Company Italia

lunedì 29 aprile 2013

Les Revenants: vivi e morti convivono al ritmo dei Mogwai

La serie francese prodotta da Canal+ e tratta dall'omonimo film di Robin Campillo del 2004, ricorda le suggestioni di “Twin Peaks” e presenta un mondo oscuro e misterioso in cui vivi e morti convivono al tempo della musica dei Mogwai 



Non fatevi ingannare dal titolo: anche se si parla di “ritornati” o “risorti”, non siamo di fronte alla versione francese di “The Walking Dead”; l’ispirazione di “Les Revenants”, serie prodotta da Canal+, è semmai, oltre all’omonimo film del 2004 diretto da Robin Campillo da cui è tratta, la meno sanguinolenta e più suggestiva “Twin Peaks” di David Lynch. Come nella serie culto di Lynch, siamo in una piccola cittadina fra le montagne, la cui economia dipende da un lago che produce energia elettrica, in cui tutti si conoscono e il centro della vita mondana è un piccolo bar: “The Lake Pub”, per l’appunto. 

La vita degli abitanti scorre tranquilla e anonima fino a quando, all’improvviso, alcune persone morte da tempo ricompaiono dal nulla. E’ il caso di Camille (Yara Pilartz), adolescente morta in un incidente d’auto quattro anni prima, che torna dai genitori e dalla sorella gemella Léna (Jenna Thiam), ormai più grande di lei, e di Simon (Pierre Perrier), musicista scomparso il giorno delle sue nozze, che ritrova la compagna Adéle (Clotilde Hesme) invecchiata di dieci anni e in procinto di sposarsi con un altro uomo. “I ritornati” non sanno cosa è successo loro, hanno lo stesso aspetto di quando sono morti, non riescono a dormire e hanno sempre fame: non si sa come abbiano fatto a tornare e perché, ma con il loro arrivo cominciano a manifestarsi strani fenomeni come improvvisi black out, l’abbassamento del livello d’acqua del lago e strane ferite sulla pelle degli abitanti. 

Creata da Fabrice Gobert,“Les Revenants” affronta in maniera originale la morte: vivi e morti qui convivono in senso letterale, ed è una situazione singolare in cui i vivi sono costretti a rielaborare il lutto e a cambiare l’approccio alla vita, mentre i morti devono adattarsi a un mondo che senza di loro, nel bene e nel male, è andato avanti. In otto episodi, dedicati ognuno all’approfondimento di un personaggio, la serie riesce a creare un mondo che si avvicina molto alle atmosfere dell’opera di Lynch, con i suoi tempi dilatati, l’uso sapiente degli spazi e l’abile passaggio dal registro drammatico a quello horror. Con i suoi silenzi, i colori freddi e una incombente oscurità, “Les Revenants” ha un fascino quasi ipnotico, anche grazie alla colonna sonora creata appositamente dai Mogwai, gruppo post-rock scozzese. 

“Les Revenants” in patria è stata accolta trionfalmente, vincendo il Globe de Crystal 2013 per la miglior serie televisiva. Il successo in Francia è stato tale da convincere i produttori a ordinare una seconda stagione da 10 episodi, che sarà trasmessa a partire da febbraio 2014, e da spingere Paul Abbott, il creatore di “Shameless” e “Hit & Miss”, a proporre la realizzazione di un remake in lingua inglese intitolato “They Come Back”.


Pubblicato su TvZap.

venerdì 26 aprile 2013

Citazione Cinematografica n. 258

"Come si fa a fidarsi di uno che porta insieme cinta e bretelle... di uno che non si fida nemmeno dei suoi pantaloni?"

da: C'era una volta il West

Henry Fonda


Titolo originale: C'era una volta il West
Titolo italiano: C'era una volta il West
Regia: Sergio Leone
Anno: 1968
Cast: Charles Bronson, Henry Fonda, Claudia Cardinale, Jason Robards, Gabriele Ferzetti, Paolo Stoppa
Durata: 165 minuti versione internazionale, 175 director's cut
Colore: colore
Genere: Western
Sceneggiatura: Sergio Leone, Sergio Donati
Fotografia: Tonino Delli Colli
Musiche: Ennio Morricone
Paese di produzione: Italia, USA
Casa di produzione: Paramount Pictures, Rafran Cinematografica
Distribuzione italiana: Euro International Films


mercoledì 24 aprile 2013

Videodrome n. 78

Garrett Hedlund



Titolo italiano: Tron: Legacy
Titolo originale: Tron: Legacy
Regia: Joseph Kosinski
Anno: 2010
Cast: Garrett Hedlund, Jeff Bridges, Olivia Wilde, Michael Sheen, Bruce Boxleitner
Durata: 127 min
Colore: colore
Genere: Fantascienza
Sceneggiatura: Edward Kitsis, Adam Horowitz
Fotografia: Claudio Miranda
Musiche: Daft Punk
Paese di produzione: USA
Casa di produzione: Walt Disney Pictures
Distribuzione italiana: Walt Disney Pictures

martedì 23 aprile 2013

Vikings, storia di Lodbrok, re guerriero

History si lancia nel mondo delle serie tv con "Vikings", affascinante ricostruzione delle vicende del leggendario re vichingo Lagnar Lodbrok,interpretato dall'ex modello Travis Fimmel, scritta da Michael Hirst, autore di "I Tudors". Gabriel Byrne è Earl Haraldson, l'avido governatore del villaggio di Lagnar, con cui il re guerriero entra subito in conflitto 



La vita del leggendario re e guerriero vichingo Lagnar Lodbrok debutta nel mondo delle serie tv, su History. Il canale, noto per i suoi documentari e per i programmi di approfondimento, dopo il successo della mini-serie Hartfields & McCoys con protagonista Kevin Costner, si è lanciato nella realizzazione della sua prima serie: Vikings, racconto della vita avvolta dal mistero di Ragnar Lodbrok, figura realmente esistita, contadino, guerriero e primo re di Svezia e Danimarca. Un prodotto che non disdice con le origini della rete ma che, grazie agli innumerevoli spunti e alla scrittura intelligente di Michael Hirst, già sceneggiatore di film come Elizabeth e della serie I Tudors, uno che di opere in costume se ne intende, riesce ad avvincere più di un documentario storico. 

Siamo nel 700 dopo Cristo in Scandinavia, Ragnar (Travis Fiemmel) è un contadino guerriero desideroso di scoprire nuove terre e di navigare verso l’inesplorato ovest per vedere cosa ha da offrire; per farlo si avvale dell’aiuto di suo fratello Rollo (Clive Standen), della moglie Lagertha (Katheryn Winnick), anche lei guerriera, e di Floki (Gustaf Skarsgard, figlio di Stellan e fratello di Alexander), geniale ingegnere che gli costruisce un nuovo tipo di barca. Entrato immediatamente in conflitto con Earl Haraldson (Gabriel Byrne), il governatore del suo villaggio, per le sue idee rivoluzionarie e il temperamento ambizioso, Ragnar si imbarca in una sfida che cambia la sua vita. 

Approfondita nell’analisi degli usi e tradizioni vichinghe, curata nelle ambientazioni, costumi e monili, Vikings non trascura l’aspetto narrativo, soprattutto per quanto riguarda la caratterizzazione dei personaggi ed in particolar modo del protagonista – interpretato con sorprendente abilità da Travis Fimmel, ex modello efebico qui quasi irriconoscibile -, descritto come una figura rivoluzionaria, lontana dallo stereotipo del barbaro nordico. Il Ragnar di Vikings è infatti un uomo che vuole cambiare il punto di vista e le ambizioni dei suoi contemporanei, desideroso di conoscenza, curioso di altre culture – esemplare in questo senso il rapporto che instaura con il prete cristiano Athelstan (George Blagden) -, coraggioso e pronto a sperimentare nuove tecniche. Privo di spettacolarizzazioni gratuite di sesso e violenza pur non essendone privo, molto realistico nella messa in scena dei combattimenti e dei rituali vichinghi, Vikings si conferma come una delle migliori sorprese del 2013 televisivo. La prima serie, composta da 9 episodi, è attualmente trasmessa in America, ed è di questi giorni la notizia della conferma di Vikings per una seconda stagione di 10 episodi.


Pubblicato su TvZap.

venerdì 19 aprile 2013

Da Arrow a Superman, la top ten che vola

Freccia Verde interpretato da Stephen Amell in “Arrow” è solo l’ultimo dei supereroi approdati al piccolo schermo: il rapporto tra supereroi e televisione è infatti molto antico, basti pensare che una delle prime versioni in live action di Superman risale alla serie anni ’50 “Adventures of Superman”, con George Reeves nei panni del protagonista. Sul piccolo schermo sono infatti passati quasi tutti i più importanti eroi dei fumetti, solo in seguito portati al cinema, come “Green Hornet”, “Batman” e “Hulk”, personaggi che hanno ritrovato grande popolarità in questo ultimo decennio grazie alle nuove versioni cinematografiche. Proprio grazie a questa nuova ondata di interesse i supereroi affollano ora gli schermi televisivi e cinematografici: l’uscita di “Iron Man 3” è imminente e Joss Whedon, regista di “The Avengers”, sta per realizzare “S.H.I.E.L.D.”, serie tv dedicata ai Vendicatori Marvel. Vediamo quindi quali sono le migliori serie televisive dedicate ai supereroi partendo dalla decima posizione, dove troviamo “Smallville”. 



10 SMALLVILLE (2001 – 2011) 
Nel bene e nel male, “Smallville”, serie dedicata alla giovinezza di Clark Kent, futuro Superman, ha segnato un’epoca, essendo uno dei primi prodotti che ha cavalcato l’onda del ritorno di interesse per i supereroi in live action. Durato per ben 10 anni, “Smallville” ha fatto del suo protagonista Tom Welling un idolo per gli adolescenti e ha contribuito ad aprire la strada, seppur con i suoi limiti, ad una versione più umana e introspettiva dei supereroi. 



9 ARROW (2012 – in corso) 
Il Freccia Verde interpretato da Stephen Amell è l’ultimo supereroe arrivato in televisione ma già ha conquistato una buona fetta di pubblico: seppur non dotato di superpoteri, tranne forse i suoi addominali d’acciaio, Freccia Verde sa lottare con grande abilità e le sue mirabolanti acrobazie hanno convinto gli spettatori. 



8 HEROES (2006 – 2010) 
In “Heroes” non c’è un solo supereroe ma addirittura un intero esercito di personaggi dai poteri strabilianti. Partita come vera e propria serie di culto per gli appassionati del genere, “Heroes” si è poi persa per strada rimanendo schiacciata dalla trama troppo ambiziosa confusa da salti temporali difficilmente conciliabili. Ha avuto però il merito di far emergere il talento di Zachary Quinto, ora Spock nella nuova saga cinematografica di “Star Trek”. 



7 ADVENTURES OF SUPERMAN (1952 – 1958) 
Prima storica versione in live action del personaggio di Superman, la serie con George Reeves era molto popolare all’epoca e ha aperto la strada ai film anni ’70 con Christopher Reeve e alle moderne versioni tv “Lois & Clark – Le nuove avventure di Superman” e “Smallville”. 



6 FLASH (1990 – 1991) 
Composto da una sola stagione da 22 episodi, “Flash” è in classifica per diversi motivi: è una delle poche opere dedicate al personaggio della DC Comics, le musiche e la sigla sono composte da Danny Elfman e il protagonista John Wesley Shipp ha avuto un gran coraggio ad indossare quel costume. Inspiegabile come sia diventato in seguito il papà di Dawson Leery (James Van Der Beek). 



5 MISFITS (2009 – 2013) 
La serie inglese con degli adolescenti terribili costretti a svolgere lavori per i servizi sociali che, grazie ad una tempesta misteriosa, acquistano dei poteri, è stata, almeno per le sue prime due stagioni, un gioiello di ironia e comicità nera. Con l’abbandono dei protagonisti più importanti si è persa per strada, ma i siparietti di Nathan (Robert Sheehan) e Simon (Iwan Rheon) sono ormai nella storia. 



4 WONDER WOMAN (1975 – 1979) 
La Wonder Woman interpretata da Lynda Carter è una vera e propria icona: l’attrice è talmente somigliante al personaggio dei fumetti da essere ormai identificata con la supereroina DC Comics; il costume che indossa nella serie tv è infatti il più imitato dai cosplayer. Sarà per questo che, nonostante se ne parli da anni, ancora non è stato realizzato un film dedicato a Wonder Woman: trovare un’attrice all’altezza non è impresa facile. 



3 L’INCREDIBILE HULK (1978 – 1982) 
L’Hulk di Ang Lee e quello interpretato da Edward Norton possono mettersi l’anima in pace: l’unico vero uomo verde è quello di Lou Ferrigno della popolare serie tv anni ’70. Il gigantesco culturista americano di origini siciliane, eterno rivale di Arnold Schwarzenegger, è infatti diventato una vera e propria icona, uno dei pochissimi a non aver bisogno di effetti speciali e computer grafica per diventare Hulk. 



2 BUFFY L’AMMAZZAVAMPIRI (1997 – 2003) 
Con la sua super forza e la missione di ammazavampiri, Buffy (Sarah Michelle Gellar) è una delle eroine più amate degli ultimi 20 anni di televisione e non solo. Personaggio moderno, ironico e perfettamente scritto, Buffy ha segnato l’immaginario collettivo ed è diventata una icona anni ’90. 



1 BATMAN (1966 – 1968) 
E’ innegabile: quando si pensa ai supereroi in tv la serie tv anni ’60 su Batman è la prima immagine che viene in mente. I costumi vistosamente pacchiani, le fantastiche scritte onomatopeiche, l’ironia demenziale, l’incredibile aplomb di Adam West (anche quando deve liberarsi di una bomba) e soprattutto la celebre sigla ne fanno un cult imprescindibile e vera icona pop.




Pubblicato su TvZap.

Hansel & Gretel - Cacciatori di streghe




Lo so cosa state pensando: basta.
Basta con questo sadico tentativo di Hollywood di uccidere, svilire e calpestare i nostri ricordi d'infanzia. Dopo aberrazioni come Beastly Cappuccetto Rosso Sangue, la scivolata di Tim Burton con Alice in Wonderland, la Biancaneve dove la regina malvagia si spalmava il guano in faccia per ringiovanire e quella in cui hanno provato a spacciarci Kirsten Stewart come più bella di Charlize Theron, che bisogno c'è di continuare a saccheggiare le favole e gli splendidi film Disney che tutti abbiamo amato quando eravamo piccoli?!
Mettetevi l'anima in pace perché sta per arrivare anche un Maleficent con Angelina Jolie nei panni di Malefica, la strega di La Bella Addormentata nel bosco, e si vocifera di una nuova versione di Cenerentola e della Sirenetta

Che dire poi del nuovo filone inaugurato da La leggenda del cacciatore di vampiri in cui Abrahm Lincoln impugna asce d'argento e ammazza vampiri come se piovesse?
Altra moda che ci lascia interdetti.

Figuriamoci quindi quando abbiamo saputo di un film in cui la classica fiaba dei fratelli Grimm sui piccoli e golosi Hansel e Gretel è stata imbottita di steroidi, farcita di mostri e gettata in pasto al pubblico con un look steampunk che ultimamente va tanto di moda.

I dubbi erano ragionevoli, ma, per una volta, sbagliati.

Partiamo con ordine.
Hansel e Gretel, persi i genitori in circostanze poco chiare, si rifugiano nel bosco e trovano una stupenda casa fatta di dolci: il vile trucco di una strega che li cattura (o la vendetta di una cake designer), li imprigiona ed è pronta a cucinarseli arrosto con le patate. Unendo le forze i due riescono ad uccidere la strega e a scappare. 
E fino a qui niente di nuovo. 

Altro che bambini: ma come fai a resistere?!


Il salto successivo fatto da Tommy Wirkola, regista e sceneggiatore, è presto detto: Hansel (Jeremy Renner) e Gretel (Gemma Harterton) ad ammazzare streghe c'hanno preso gusto, sono anche un po' incazzati per aver perso casa e genitori e quindi, diventati adulti, decidono di mettere su un business ammazza-megere. 

Tutto quello di sbagliato che pensate ci sia in questa pellicola c'é: ma funziona.
C'è l'inconsistenza della storia, l'aria un po' grezza dei personaggi, umorismo da bar e botte da orbi: però ci si diverte e non poco.
L'anacronismo di costumi e oggetti ha il vantaggio di creare una serie di gadget irresistibili: c'è un taser, fucili, mitragliatrici, tutta roba che non c'entra niente con l'epoca ma che carica il film di figaggine e lo rende un fantasy-western . Così come il fantastico costume in pelle di Gretel: lo voglio.
Poi basta con queste trame complicate, motivazioni segrete, twist azzardati del plot: qui è tutto semplice, si mena, si suda, si sanguina. 

La scelta del cast non poteva essere più azzeccata: Jeremy Renner è, ormai si sa, un vero e proprio tutto fare, riuscendo a passare con disinvoltura dalla nomination all'Oscar per The Hurt Locker all'arco di Occhio di Falco in The Avengers, Famke Jassen, che interpreta la perfida strega Muriel, è una fenice che riesce sempre a risorgere dalle sue ceneri (che battutone!) e a Peter Stormare, nel ruolo del solito rompi-balle che ci deve essere sempre in questi film, gli vogliamo bene a prescindere perché, anche se ve lo ricordate solo per il ruolo di John Abbruzzi in Prison Break, stava anche in Fargo, Il grande Lebowski (dico solo una cosa: nichilisti!), Il Mondo Perduto e Armageddon, ed è pure cantante, attore shakespeariano, regista teatrale e padrino di Gustaf Skarsgard, che è il fratello meno bono di Alexander ma come Floki in Vikings è un grande. 

E' tutto vero: John Abbruzzi è svedese e canta


In tutto ciò, la vera vincitrice morale del film è Gemma Arterton: la sua Gretel fiera, indipendente e manesca è la vera protagonista del film e in più occasioni mette in ombra il fratello. Tosta, sboccata e sempre pronta a combattere, con le sue meravigliose testate fa venire voglia di sposarla all'istante.

Gemma sposami! Oppure insegnami a dare quelle testate!


Tra botte, armi anacronistiche, un look curato (bella la caratterizzazione delle streghe), titoli di testa efficaci e trovate divertenti (come i disegni dei bambini scomparsi sulle bottiglie del latte al posto delle foto), la vera forza di Hansel & Gretel Cacciatori di streghe è, oltre a Gemma Arterton, l'ironia che pervade la pellicola. Conscio del suo essere un B-movie, il film non si prende mai sul serio e vince dove altri prima di lui hanno fallito: l'ironia è il segreto. Grazie al tono scherzoso e volutamente cazzone (citazioni a Matrix e altri film illustri si sprecano, così come la frecciatina a Twilight: il troll si chiama infatti Edward) il film diverte senza pretese e fila via che è una meraviglia, anche grazie ai 90 minuti di durata, lunghezza ideale per questo tipo di pellicola. 

Un guilty pleasure che fa onestamente e bene il suo dovere. 
Siete avvisati: se non vi leccate le dita godete solo a metà.

Dopo avermi vista come strega in questo film capite perché ho deciso di farmi operare da Christian Troy




La citazione: "Io sono Gretel e questo è mio fratello Hansel"

Hearting/Cuorometro: ♥♥♥

Uscita italiana: 1 maggio 2013


Titolo italiano: Hansel & Gretel - Cacciatori di streghe
Titolo originale: Hansel and Gretel: Witch Hunters
Regia: Tommy Wirkola
Anno: 2013
Cast: Gemma Arterton, Jeremy Renner, Famke Janssen, Peter Stormare, Thomas Mann, Zoe Bell
Durata: 88 minuti
Colore: colore
Genere: Fantasy
Sceneggiatura: Tommy Wirkola
Fotografia: Michael Bonvillain
Musiche: Atli Orvarsson
Paese di produzione: Germania, USA
Casa di produzione: Metro-Goldwyn-Mayer, Paramount Pictures
Distribuzione italiana: Universal Pictures

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