sabato 28 novembre 2009

Citazione cinematografica n. 88

"Il guaio è che non riesci a liberarti di quel pizzico di onestà che c'è in te."

da: Piccolo grande uomo

Dustin Hoffman


Titolo originale: Little Big Man
Regia: Arthur Penn
Anno: 1970
Cast: Dustin Hoffman, Faye Dunaway, Richard Mulligan, Chief Dan George, Martin Balsam

giovedì 26 novembre 2009

La dura verità

Uomini e donne ragionano con parti anatomiche differenti. Siamo sicuri?


Gli uomini, si sa, ragionano con i pantaloni. Amano le bambolone tutte curve che ridono alle loro battute, anche quando sono pessime, e che non hanno la mania del controllo.

Per questo Abby (Katerine Heigl), produttrice di uno show tv, non riesce da tempo a trovare un fidanzato: impegnatissima nel suo lavoro, intelligente, indipendente ed emancipata è il tipo di donna cha fa scappare gli uomini. A rincarare la dose arriva Mike (Gerard Butler), uno sboccato e irriverente conduttore tv che non ha paura di dire come stanno le cose: nella sua rubrica “La dura verità” afferma che nonostante l'evoluzione non siamo tanto diversi dai nostri antenati cavernicoli quando si tratta di relazioni uomo-donna. Costretta a lavorare gomito a gomito con quello che è l'esatto opposto del suo ideale di uomo, Abby, a malincuore, dovrà ricorrere al suo aiuto per conquistare il suo nuovo e perfettissimo vicino di casa.


Katerine Heigl e Gerard Butler


Il regista di La rivincita delle bionde e 21, Robert Luketic, torna dietro la macchina da presa con una commedia brillante fatta di luoghi comuni da ribaltare e dialoghi intelligenti.

In questo nuovo film ad essere analizzata è la proverbiale ed epica “lotta fra i sessi”: questa volta però la prospettiva è diversa, perchè il personaggio femminile e quello maschile sono presentati allo stesso livello, senza prevaricarsi, confrontandosi ad armi pari e perorando ciascuno la propria causa. Un'ottica originale rispetto a tutte le commedie simili dove ad essere predominante è il punto di vista della donna o dell'uomo. Ed è questo il punto di forza della pellicola: finalmente un confronto-scontro interessante, dove si accende l'interesse sull'argomento e lo spettatore è chiamato a schierarsi e a confrontarsi con le proprie esperienze attraverso quelle dei personaggi.

Interpreti perfetti per Abby e Mike sono la nuova fidanzatina d'America Katerine Heigl, sempre più in ascesa a Hollywood e candidata ufficiale allo scettro di nuova Julia Roberts, e la faccia da schiaffi più irresistibile degli ultimi anni, il re Leonida di 300, lo scozzese purissimo Gerard Butler.

Grazie alla simpatia e al talento comico dei due attori le gag di cui il film è composto sono rese alla perfezione e alla fine non si sa se parteggiare per l'uno o per l'altra.

Man mano che la vicenda scorre sotto i nostri occhi capiamo che certi pregiudizi sono destinati a cadere di fronte alla complessità dei sentimenti, alle infinite sfumature di grigi che compongono la storia e le esperienze delle persone.


Gerard Butler


La pellicola scorre facilmente e con piacere, anche se non evita un happy ending scontato e scivolate in troppa melassa, Giustificama in fondo si tratta pur sempre di una commedia romantica in puro stile americano, quindi niente sorprese.

Siete pronti a vedere il fim con qualcuno dell'altro sesso e a discuterne appassionatamente?


La citazione:

"- Mike: Tu sei la classica donna che nei vestiti ricerca comodità e praticità.

- Abby: Cos' hanno che non va comodità e praticità?

- Mike: Che nessuno vuole scoparsele!"

Voto: ♥♥ 1/2

Uscita italiana: 27 novembre 2009

Pubblicato su Supergacinema.it

Superga Cinema On Air - 26/11/2009 12° puntata: Twilight saga


Oggi, su Radio Imago, ore 17:25, a Superga Cinema On Air parleremo della saga di Twilight: fenomeno per ragazzine o serie di culto?

Non mancate e diteci come la pensate in diretta sul nostro facebook o mandateci una mail all'indirizzo: radio@supergacinema.it


sabato 21 novembre 2009

Superga Cinema On Air - Decima puntata: Romanzo Criminale, il file audio


Il 12 novembre, nel nostro piccolo, se semo pijati Roma!

Per riascoltare la puntata dedicata al libro di De Cataldo, al film di Placido e alla serie tv Romanzo Criminale, cliccate sul link in basso.

Superga Cinema On Air - Romanzo Criminale.

Superga Cinema On Air - Nona Puntata: Across the Universe, il file audio


Ecco finalmente il file audio della mitica puntata dedicata ai Beatles e al caleidoscopico film di Julie Taymor. Per acoltarla cliccate sul link in basso. All you need is love!

Superga Cinema On Air: Across the Universe.

venerdì 20 novembre 2009

Citazione cinematografica n. 87

Freddo: Che dice Ciro?
Libano: Dice che stanno tutti al Full 80. Cencio, Bernardino Scafa, el Teribile, e il Napoletano. Mancava solo Gemito.
Dandi: Ma come, Gemito è il cane da guardia del Teribile, non se stacca mai da lui.
Libano: Nun se staccava: m' 'o so già comprato lui. Comunque non ce stanno a capì più un cazzo: se chiedono che fine amo fatto, che ce volemo fà coi soldi del barone...
Dandi: Gli stanno a zompà tutti i parametri.
Libano: Pe' forza... Se sò scordati dan'do vengono, quelli. Sò diventati animali da cortile.
Freddo: Invece noi semo bestie feroci.
Libano: Stanotte se ne accorgono. Tanto che ce pò succede.
Freddo: E... che vuoi che ce succeda? Al massimo c'ammazzano, ah Libano.
Libano: Semo già morti mille volte noi. Al minorile, tutte le volte che abbiamo dovuto dì sì sì, "sì signore", a chi c'ha trattato come 'e merde: non se pò ammazzà n'omo du' volte.
Freddo: T'a'appoggio.
Dandi: Io t'o'spingo.

da: Romanzo Criminale

Kim Rossi Stewart, Claudio Santamaria, Pierfrancesco Favino

Titolo originale: Id.
Regia: Michele Placido
Anno: 2005
Cast: Pierfrancesco Favino, Kim Rossi Stewart, Claudio Santamaria, Stefano Accorsi, Anna Mouglalis, Riccardo Scamarcio, Jasmine Trinca

martedì 17 novembre 2009

New Moon

Il triangolo sì.


Edward e Bella. Il vampiro e l'umana. Eros e Thanatos.

In questo inarrestabile fenomeno cult del nuovo millennio non è difficile vedere una nuova e rimodernizzata versione del classico dei classici, della storia d'amore per eccellenza: Romeo e Giulietta. Per la gioia di milioni di fans i giovani amanti dalla pelle di luna sono tornati.

La storia riprende da dove l'avevamo lasciata: Bella ed Edward, metabolizzato il fatto che lui sia un vampiro, ormai fanno coppia fissa con l'approvazione delle famiglie.

Ma come in ogni idillio da fiaba che si rispetti, un'ombra di tragedia travolge gli innamorati: il giorno del suo diciottesimo compleanno, Bella si taglia un dito e il richiamo del sangue è troppo forte per Jasper, fratello di Edward, ultimo arrivato nella famiglia di vampiri e ancora incapace di controllare il demone che si cela dietro la sua incantevole faccia d'angelo.

Il danno è fatto: anche se la tragedia viene evitata, terrorizzato da quello che sarebbe potuto accadere, Edward decide di sparire e di abbandonare Bella per il suo bene.


Kirsten Stewart e Robert Pattinson

Per la ragazza sono mesi durissimi, fino a quando non si riavvicina al suo piccolo amico d'infanzia, Jacob. Ricordate l'aspetto che il timido Jacob aveva nel primo film? Dimenticatelo, perchè adesso il ragazzino è decisamente cresciuto in tutte e tre le dimensioni: fisico possente e statuario, Jacob è cresciuto a vista d'occhio, ed è sempre innamorato di Bella. Riuscirà il solare e caloroso Jacob a far dimenticare l'ombroso e freddo Edward a Bella?

Per il secondo capitolo della saga creata da Stephenie Meyer i mezzi a disposizione sono decisamente più imponenti rispetto al primo film: budget triplicato, effetti speciali più raffinati, costumi più curati, locations sofisticate e nuovi illustri attori a disposizione. Nonostante questo, la pellicola soffre dello stesso senso di staticità che si può riscontrare nel primo film: la prima parte è lunga e lenta, nella seconda, dove ci dovrebbe essere la vera azione, tutto invece si risolve troppo in fretta. Se da un lato si capisce l'esigenza di dialoghi lunghi e spesso ripetitivi, fatti di insicurezze da adolescenti e dichiarazioni d'amore da favola, visto che il film è rivolto essenzialmente ad un pubblico di giovanissimi ancora inesperti, dall'altro è imperdonabile che, in un film dove i protagonisti sono vampiri e lupi mannari, vengano mozzate le gambe all'azione e all'avventura.

La parte più interessante è sicuramente quella dei Volturi: antichissimo clan di vampiri che vive in Italia, i Volturi sono capeggiati da Aro, uno spettacolare Michael Sheen, che nei pochi minuti a disposizione cambia voce, accento e postura, infondendo vero spessore e credibilità al suo personaggio e dando una lezione di stile e recitazione a tutti i giovanissimi protagonisti. A tutti tranne che al prodigio vivente Dakota Fanning: la bambina dagli occhioni blu è cresciuta e non ha perso la sua abilità, con un solo sguardo incenerisce tutti gli altri.


Taylor Lautner

Insomma, il materiale di partenza potenzialmente è esplosivo: combattimenti, sangue, tragedia, suspence e terrore avrebbero potuto tranquillamente mescolarsi alla storia d'amore per creare un film d'intrattenimento avvincente e divertente. Invece si è deciso di continuare a puntare esclusivamente sulla storia d'amore e sull'abbagliante bellezza dei protagonisti.

Sintomo questo, di come oggi, nonostante le immagini drammatiche e allarmanti che ci bombardano ogni giorno e dei reality shows che uccidono la fantasia, i ragazzi vogliano continuare a sognare un amore eterno e assoluto e che ciò, vista la desolante realtà, sia loro possibile solo attraverso storie di creature magiche. D'altronde, quale ragazza non vorrebbe essere al centro di un triangolo amoroso del genere?


La citazione: "Quindi ora stai con una più grande: fico!"

Voto: ♥♥1/2

Uscita italiana: 18 novembre 2009

Pubblicato su Mpnews.it

venerdì 13 novembre 2009

Citazione cinematografica n. 86

"Ho un cervello per gli affari e un corpo per il peccato: ci trovate qualcosa da ridire?"


da: Una donna in carriera


Melanie Griffith


Titolo: Working Girl
Regia: Mike Nichols
Anno: 1988
Cast: Melanie Griffith, Harrison Ford, Sigourney Weaver, Alec Baldwin, Joan Cusack

giovedì 12 novembre 2009

Segreti di famiglia - Tetro



Avete presente la trilogia del Padrino? Sì? Bene, scordatevela.
Qui siamo decisamente dalle parti di Apocalypse Now e Un'altra giovinezza: in Segreti di famiglia – Tetro c'è il Coppola più sperimentale, quello che osa avventurarsi in frontiere poco esplorate dai cineasti contemporanei.
Il nuovo film del mitico padre di Don Vito Corleone è la sua prima sceneggiatura interamente originale da 30 anni a questa parte, e si vede.
L'argomento non potrebbe essere più autobiografico: Tetro, scrittore tormentato, è il figlio di un famoso direttore d'orchestra - il padre di Coppola era un buon musicista - che non riesce a sopportare il successo paterno, principalmente perchè questo viene sempre prima di lui.
Alle angosce di Tetro si aggiungono quelle di Bennie, suo fratello, venuto a cercarlo dopo dieci anni dalla partenza del maggiore dal nido familiare e aspirante artista a sua volta (ricordiamo che nella famiglia di Coppola ci sono vari artisti tra cui la figlia Sophia, regista anche lei, e il nipote Nicholas Cage, attore).

Vincent Gallo

Rivalità tra parenti artisti, una grande famiglia con il dramma nel sangue e una lunga riflessione sull'arte e i suoi vari aspetti: la creatività, la sofferenza, il successo, l'angoscia che il successo crea e la voglia di un'arte più pura, meno contaminata da logiche di guadagno e indirizzata verso il gusto della ricerca, dell'arte per l'arte.
Oltre ai forti temi trattati anche lo stile colpisce: un coraggioso e bellissimo bianco e nero per cominciare, poi la scelta di un protagonista in contro tendenza rispetto al canone classico di star hollywoodiana: a vestire i panni tormentati di Tetro è lo spigoloso e luciferino Vincent Gallo, volto particolare e sguardo penetrante. Nota a parte per la grandissima Carmen Maura, musa di Almodovar e splendida attrice. Ma non solo: costumi curatissimi che riflettono i sentimenti e l'evoluzione dei personaggi, musica d'atmosfera composta per l'occasione da Osvaldo Golijov e sorprendenti incursioni nel mondo della lirica e del balletto classico, con coreografie originali create da Ana Maria Stekelman.
Un'opera d'arte a tutto tondo, che riflette su vari linguaggi espressivi, raffinata e colta, forse non per tutti, ma che rivela la grande voglia di sperimentare e di libertà artistica di un regista che, assaporato il successo della Hollywood di serie A, forse vuole intraprendere un percorso più autoriale e personale.
Un film difficile ma sicuramente interessante.

La citazione: "Ormai non mi importa più della tua opinione"

Voto: ♥♥♥

Uscita italiana: 20 novembre 2009

Pubblicato su Cinema4stelle.it

Gli abbracci spezzati

Pedro Almodovar realizza il suo 81/2 insieme all' inseparabile Penelope Cruz


Arriva un momento nella carriera di ogni artista in cui si riflette sul significato dell'arte, la propria e in quanto concetto astratto.

Picasso ha avuto vari periodi, Thomas Mann ci ha scritto un romanzo e Fellini ha realizzato 8 ½.

Anche per Almodovar è arrivato il momento dei bilanci, delle riflessioni, della maturità.

Dopo due Oscar e un numero infinito di premi, Almodovar nella sua ultima fatica riflette su ciò che ama di più: il cinema. Mateo Blanco è un regista che ha perso la vista e che da quel momento si fa chiamare Harry Cane: attraverso il flusso discontinuo e dolente dei suoi ricordi apprendiamo come 14 anni prima è diventato cieco e qual è la storia celata nel suo ultimo film “Ragazze e valige”.

Penelope Cruz

Coloratissimo, pieno di citazioni e autocitazioni (la pellicola di Mateo si rifà chiaramente al geniale Donne sull'orlo di una crisi di nervi), tacchi a spillo, donne un pò vittime un pò puttane, passioni al limite della follia, ossessioni, carnalità: Almodovar non abbandona il suo stile inconfondibile ma allo stesso tempo perde sia l'ironia sia la drammaticità delle sue grandi opere.

La vicenda narrata infatti diventa presto un puzzle discontinuo e secondario, il vero protagonista è il processo creativo in sè: il regista fa della sua vita un'opera d'arte, vita che spesso supera la finzione.

Penelope Cruz

L'arte che imita la vita che imita l'arte: il personaggio di Lena - la sempre intensa e bravissima Penelope Cruz, ormai trasformata in vera icona pop dal regista che più di tutti ha saputo valorizzarla – vorrebbe diventare attrice ma il dramma della sua vita è molto più avvincente e triste del suo alterego di celluloide. Un film sulla necessità di fare cinema non per uno scopo preciso, ma per un fine che è rappresentato dalla pellicola stessa. “I film bisogna finirli anche ad occhi chiusi, non importa come” questo dice Mateo-Almodovar alla fine della storia: la necessità di raccontare, di creare artifici per l'amore dell'arte e delle storie.

Un argomento non nuovo certamente e che spesso sfugge di mano al regista spagnolo, che abbandonando l'ironia spesso appesantisce la pellicola, ma siamo comunque di fronte ad un'opera realizzata da un grande artista della macchina da presa che, nonostante i suoi difetti, rimane un lavoro interessante e da non perdere.


La citazione: "I film bisogna finirli anche ad occhi chiusi, non importa come"

Voto: ♥♥♥

Uscita italiana: 13 novembre 2009

Pubblicato su MPnews.it

Planet 51


In un pianeta lontano creature verdi vivono pacificamente tra loro in quella che sembra una città anni '50 della provincia americana.

Staccionate bianche, il ragazzo che consegna i giornali, il barbecue della domenica.

A sconvolgere il tranquillo equilibrio del Pianeta 51 è un mostro dotato di una strana tuta e con un gigantesco occhio solo: un astronauta americano.

Gli autori di Shrek tornano con una storia che ribalta il punto di vista dei classici film di fantascienza: e se fossimo noi gli alieni?

Questa l'idea su cui si basa la pellicola diretta da Jorge Blanco che non perde l'occasione di riempire il film di citazioni: il cane degli abitanti di Planet 51 è un piccolo alien, la città in stile anni '50 sembra quella di Ritorno al futuro (anche alcune canzoni del film cult di Zemekis sono udibili), c'è l'ormai leggendario insieme di accordi del “Così parlò Zarathustra” di Strauss di kubrickiana memoria e così via.


L'idea in sè non è male, ma la storia si arena presto nella direzione più facile.

L'astronauta Chuk Baker fa amicizia con Lem, un adolescente verde e in piena crisi ormonale, complessato e innamorato della vicina di casa, verde anche lei, Neera.

La strana coppia si aiuta a vicenda in un trionfo di politically correct e buoni sentimenti.

Purtroppo per chi decide di realizzare film di animazione il livello da raggiungere si è alzato enormemente grazie ai signori che dirigono la Pixar: dopo capolavori assoluti come Ratatoille, Wall-e e il recente Up, non basta un alieno dalla faccia simpatica e qualche citazione cinefila per fare una buona pellicola. Almeno non una che possa piacere alle persone dai dieci anni in su.

Planet 51 è carino e spesso divertente, presenta anche un'interessante ricerca di stile apprezzabile grazie ai numerosi oggetti dal design futuristico e allo stesso tempo classico visibili nella pellicola, ma per battere la Pixar ci vuole ben altro.


La citazione: "Sei sicuro di non essere brutto?!"

Voto: ♥♥1/2

Uscita italiana: 20 novembre 2009

Pubblicato su MPnews.it

mercoledì 11 novembre 2009

Superga Cinema On Air - Decima Puntata 12/11/2009: Romanzo Criminale


Domani, ore 17:30, su Radio Imago, la decima puntata di Superga Cinema On Air.

Puntata criminale!

Parleremo di Romanzo Crimale: sia il film di Michele Placido, e la sua colonna sonora, sia la serie tv di Stefano Sollima.

PIAMOSE ROMA!

www.radioimago.net
www.supergacinemaonair.com

venerdì 6 novembre 2009

Cinema on the road

Il viaggio è la metafora per eccellenza della vita umana: tra l'inizio e la fine serie impreviste e sorprendenti di eventi formano la vita di un uomo e danno senso alla sua esistenza.

Kirsten Stuart e Emile Hirsh in Into the wild


Zaino in spalla, motori rombanti e senso di libertà.

Fuga da qualcosa o da se stessi, ricerca di un senso più profondo delle cose, nostalgia per la famiglia che aspetta.

Fin dagli albori della civiltà, l'uomo ha fortemente sentito dentro di sé l'importanza del viaggio: non un semplice spostarsi da un punto A ad una meta B, ma un insieme di eventi, di imprevisti, di incontri, di scoperte che formano una persona e la collocano nel grande disegno dell'universo.

Che si tratti di viaggio per terra, mare o nello spazio, che sia in compagnia o da soli, il viaggio diventa metafora della vita stessa dell'uomo e la strada una compagna a volte amica a volte ostile.

Il più grande racconto a tema viaggio è senz'altro l'Odissea di Omero: nell'antichità, quando il mondo era ancora parzialmente sconosciuto, viaggiare simboleggiava l'ignoto, l'avventura, il coraggio, il desiderio di sapere. E così moltissimi sono i racconti di viaggi avventurosi arrivati fino a noi: l'Odissea, l'Eneide, Gli Argonauti, Beowulf. Il viaggio diventa poi lo spunto per riflessioni ancora più ampie, come il rapporto con il divino, il libero arbitrio e la natura dell'uomo come nella Divina Commedia, la Gerusalemme Liberata, il Candido, La ricerca del tempo perduto e l'Ulisse.

James Dean in Giovenù bruciata

Nell'ottocento, le scoperte scientifiche e il progresso hanno portato al desiderio di scoprire cosa nasconde lo spazio, se c'è altra vita intelligente oltre a noi, se le stelle sono solo ghiaccio e polvere o qualcosa di più. Così è nata la Fantascienza, grazie ai viaggi sotto i mari e dalla terra alla luna di Jules Verne o a quelli nel tempo di Herbert George Wells.

In America, a cavallo tra la prima e la seconda metà del Novecento, dopo gli orrori della Seconda Guerra Mondiale, anche i figli di quel “nuovo mondo” cominciano a interrogarsi e a cercare di descrivere il proprio tempo, un tempo moderno e inquieto, contestano le imposizioni sociali della vita borghese, non vogliono conformarsi al pensiero comune e vedono nell'asfalto della strada il simbolo del proprio presente. Con On the road, manifesto della Beat generation, Jack Kerouac ha dato vita a un filone fondamentale della cultura contemporanea, ripreso da altri autori, dal cinema, dai cantanti e dai fumetti.

Il cinema, immagini in movimento, forse meglio di altre forme artistiche può descrivere il senso del viaggio e della scoperta di sé.

Christopher Lloyd e Michael J. Fox in Ritorno al futuro


L' avventura del viaggio


Il viaggio al cinema è sinonimo di avventura: il protagonista si trova catapultato in situazioni spesso assurde, incontra personaggi singolari e deve affrontare numerose prove. L'industria cinematografica ha tradotto in immagini le pagine di romanzi di successo a volte superando l'impatto della carta stampata. Walt Disney con capolavori come Pinocchio e Alice nel paese delle meraviglie ha reso la magia delle storie con cui siamo cresciuti, aggiungendo un po' di zucchero qua e là ma mantenendo il senso del viaggio di formazione alla base della storia originale. Romanzi come Moby Dick e Il giro nel mondo in ottanta giorni hanno dato un volto di carne ai loro carismatici protagonisti grazie all'energico capitano Nemo di Gregory Peck e al gioviale David Niven nei panni di Phileas Fogg.

Spielberg grazie al suo personalissimo Peter Pan che deve tornare all'Isola che non c'è ci ha regalato un viaggio nei nostri ricordi d'infanzia: in Hook Robin Williams è un ex ragazzo volante che ha lasciato la calzamaglia per la toga di avvocato e a fare la parte del leone è lo straordinario Capitan Uncino di Dustin Hoffman. Con E.T. invece ci ha fatto commuovere con il viaggio spaziale di un extraterrestre molto umano.


Mark Hamill, Carrie Fisher e Harrison Ford in Star Wars


Al cinema il viaggio è un terreno così fertile da fornire materiale per intere saghe: le mitiche trilogie di Ritorno al futuro, Indiana Jones e la serie di Guerre Stellari sono diventate fenomeno di costume, con personaggi e frasi ormai cult: chi non ha mai sognato di indossare cappello e frusta e partire all'avventura o di avere come amico il folle dottor Brown o il saggio Obi -Wan? Negli anni ottanta pellicole come I Goonies, La storia fantastica e La storia infinita hanno entusiasmato un'intera generazione e nel duemila Peter Jackson ha riportato in auge il Fantasy grazie alla trilogia del Signore degli Anelli, tratta dall'omonimo romanzo di J. R. R. Tolkien. Anche le avventure di pirati di salgariana memoria sono tornate di moda, grazie all'irresistibile capitano Jack Sparrow impersonato dal poliedrico Johnny Depp nella trilogia Pirati dei Caraibi.


Dennis Hopper, Peter Fonda e Jack Nicholson in Easy Rider


Compagni di strada


Motori rombanti, rock'n'roll, battutacce, droghe di ogni tipo, sudore e giubbotti di pelle: questi i punti cardine di Easy Rider, il film “on the road” per eccellenza. Pellicola del '69 scritta, diretta e interpretata da Dennis Hopper - nel cast anche i grandissimi Peter Fonda e Jack Nicholson - è l'equivalente cinematografico del libro di Keruac. Il film, considerato il capostipite della New Hollywood insieme a Il Laureato e Gangster Story, è la storia di Billy e Wyatt che tra cocaina, marijuana e LSD, viaggiano verso New Orleans a bordo dei loro luccicanti chopper. Un film che ha saputo cogliere il sentire di una generazione, a metà tra la cultura hippy e la ribellione di Gioventù bruciata.

Non solo i duri si mettono al volante: in Thelma & Louise di Ridley Scott, i premi Oscar Susan Sarandon e Geena Davies sono due donne esasperate dal continuo atteggiamento maschilista a cui sono sottoposte che decidono di partire per un viaggio in auto. Durante il percorso però tutta l'arroganza e la violenza degli uomini si ripresenta nelle forme più varie e subdole. Messe alle strette dalle circostanze, le due diventano delle criminali costrette a fuggire verso il Messico. La scena finale al Gran Canion è una delle più celebri del cinema contemporaneo e il film è un importante manifesto della violenza fisica e psicologica sulle donne.


Susan Sarandon e Geena Davies in Thelma & Louise


Anche nel film di Terrence Malick La rabbia giovane una coppia si dà alla fuga: in un viaggio attraverso l'America segnato da delitti e ferocia, la bellissima e sconfinata natura del Montana sta a guardare silenziosamente la gelida follia omicida di Kit Carruthers, interpretato da Martin Sheen e accompagnato nel suo viaggio da una giovanissima Sissy Spacek. Un film in cui i giovani sono ribelli e omicidi senza una causa: il distacco emotivo è il loro tratto distintivo. Un ritratto inquietante della cultura giovanile, qui presentata allo sbando e priva di coscienza.

In Italia il re dei road movie è il capolavoro di Dino Risi Il sorpasso: uno straordinario Vittorio Gassman interpreta i difetti dell'italiano medio invadente, chiaccherone, sbruffone, superficiale, un po' ladro e arraffone, ma allo stesso tempo vitale e generoso. Un ritratto impietoso e duro della società italiana, immortale nel suo splendido bianco e nero e nell'assordante clacson suonato dal vitellone Bruno.


Martin Sheen in La rabbia Giovane


Viaggio alla scoperta di se stessi


Il viaggio oltre ad essere un evento tangibile tramite i chilometri di strada percorsi, è anche e soprattutto un viaggio alla scoperta di se stessi. Conoscere persone, visitare nuovi posti, ci mette sempre a confronto con noi stessi e con le nostre esperienze personali. In Into the Wild di Sean Penn un giovane fresco di laurea brucia tutti i suoi risparmi e parte da solo verso l'Alaska. Durante il viaggio conosce un'umanità varia e interessante, che pian piano, insieme alla natura selvaggia e bellissima, lo porta a una maturazione personale e ad una nuova consapevolezza.

Così come accade in Balla coi Lupi a John Dunbar, soldato che durante la Guerra di Secessione preferisce lo stile di vita dei nativi americani al prepotente modello americano. Il film diretto e interpretato da Kevin Costner ha dei momenti altissimi di riflessione e introspezione, spesso sublimati in immagini quasi liriche. Nel suo diario Dunbar annota ogni momento del suo viaggio e scrive frasi come: “Stavo pensando che di tutte le piste di questa vita, la più importante è quella che conduce all'essere umano”.


Jean-Louis Trintignant e Vittorio Gassmann in Il sorpasso


Sempre di viaggio interiore parla Bergman nei suoi film più famosi: in Il settimo sigillo un cavaliere torna dalle crociate e si trova faccia a faccia con la morte, che in più momenti lo sfida a scacchi. Bergman mette in scena un dramma in cui vari tipi di esseri umani affrontano la morte e la paura di essa: il viaggio del cavaliere è la metafora della lotta dell'uomo contro la paura del nulla e dell'ignoto, del suo rapporto con il divino e con la propria coscienza. In Il posto delle fragole invece, un vecchio professore deve andare a ritirare un premio e durante il suo viaggio incontra dei giovani: Bergman ci porta per mano nella rievocazione dei ricordi di un uomo che si trova alla fine della vita e che si confronta col suo vissuto e con le nuove generazioni che rimarranno dopo di lui.


Max Von Sydow in Il settimo sigillo


Infine, il viaggio dentro il subconscio umano più spettacolare e allo stesso tempo profondo è quello dell'astronauta Bowman di 2001 Odissea nello spazio di Stanley Kubrick: il regista arriva all'essenza della natura umana tramite un viaggio nello spazio. Paradossalmente allontanandosi dalla realtà terrestre e umana, il film delinea con maggior forza quelle che sono le caratteristiche dell'uomo. L'evoluzione, l'istinto, la tecnologia, avere delle emozioni ed essere capaci di superare i limiti imposti dalla natura: da Omero a Kubrick l'uomo è descritto come un essere che ha dentro di sé la necessità di perdersi per ritrovarsi, di viaggiare per poter tornare a casa e riappacificarsi con il senso di irrequietezza che lo accompagna dalla sua genesi, da quando ha impugnato un osso per affermare la sua personalità.


Keir Dullea in 2001 Odissea nello spazio


Non solo rombi di motori quindi: il cinema “on the road” è un punto fondamentale e imprescindibile della cultura contemporanea.

Citazione cinematografica n. 85

"Che io mi ricordi, ho sempre voluto fare il gangster. Per me fare il gangster è sempre stato meglio che fare il presidente degli Stati Uniti. Quando cominciai a bazzicare alla stazione dei taxi e a fare dei lavoretti dopo la scuola ho sentito che volevo essere dei loro. Fu là che capii che cosa significa far parte di un "gruppo". Per me significava essere qualcuno in un quartiere pieno di gente che non era nessuno. "Loro" non erano mica come tutti gli altri, "loro" facevano quello che volevano, e nessuno chiamava mai la polizia. I ragazzi arrivavano in Cadillac e me le lasciavano parcheggiare. Giorno per giorno imparavo come si campava a sbafo, un dollaro qua un dollaro là. Vivevo come in un sogno".

da: Quei bravi ragazzi

Ray Liotta, Robert De Niro e Joe Pesci
Titolo originale: Goodfellas
Regia: Martin Scorsese
Anno: 1990
Cast: Robert De Niro, Ray Liotta, Joe Pesci, Lorraine Bracco, Paul Sorvino

mercoledì 4 novembre 2009

Superga Cinema On Air - Nona Puntata 5/11/2009: Across The Universe


Colori al massimo, luci psichedeliche, trip onirici e la musica dei Beatles: ebbene sì, la nona puntata di Superga Cinema On Air sarà dedicata al magico film di Julie Taymor Across the Universe.

Uno dei più bei musical contemporanei, una storia d'amore, musica leggendaria: imperdibile!

Sempre il giovedì pomeriggio alle 17:30, sempre su www.radioimago.net!

NON MANCATE!!!

martedì 3 novembre 2009

Scarpe da Festival

E pure quest'anno, anche se con un pò di ritardo, ecco il mega-post album fotografico sulle scarpe che hanno solcato il red carpet alla quarta edizione del Festival del film di Roma. Un punto di vista particolare, terra terra, ma che comunque fa colore (soprattutto in alcuni casi!).
Perchè è inutile negarlo: dalle scarpe si capiscono molte cose!

Per esempio: guardate la foto dei fratelli Coen. Incredibile ma vero, sono coordinati pure nelle scarpe e persino nella posizione delle gambe! Segno di una sintonia tale che secondo me questi vanno pure al bagno insieme...

Oppure: ho scoperto con mia grande sorpresa che la divina Meryl è umana. L'unico difetto che le si può attribuire infatti è l'assenza totale di gusto nel vestire. Per non parlare delle scarpe!

O anche: che Gilliam sia un pazzo furioso, ammaliato dall'eccesso, dal colore e dal kitsch lo si può vedere non solo dai suoi film ma anche dalle scarpe. Anche se bastava guardare la camicia hawaiana con cui si è presentato...

E ancora: per gli inglesi lo stile è un concetto relativo. La rossa Lily - faccia d'alieno - Cole, modella da anni, con tutta quell'aria di glamour che ha respirato negli ambienti dell'alta moda avrebbe dovuto acquisire una certa eleganza e gusto nel vestire. Invece si è presentata con degli orrendi stivaletti con borchie e pelo... Decisamente bocciata!

Quando la scarpa ti tradisce: la super-snob radical-chic Valeria Bruni Tedeschi, da brava figlia dell'alta borghesia che però vuole fare l'artista, si è presentata come un clichè vivente. Capelli scompigliati e trucco acqua e sapone della serie: sono venuta così come sono scesa dal letto perchè io sono un'artista, maglioncino sgualcito e jeans strappati. E poi ai piedi delle super-scarpe da diva. Ma a chi la vuole dare a bere?!

E poi quelli che vogliono fare i ggggiòvani: Silvio Muccino in Converse nere "Perchè io sono Muccino quello ggggiòvane!". E quelli che se ne fregano della moda: Diritti, Reitman, Calopresti e Panatta.

Nel complesso quest'anno, incredibile ma vero, mi sono piaciute molto di più le scarpe degli uomini. Anche perchè alcune scarpe delle signore erano veramente oscene! Su tutte quelle di Paz Vega e quelle della Cole.

Ho adorato i mocassini con i gommini sulla suola di Ivory, le sneakers coloratissime e matte di Diuric e Gilliam e le scarpe da rapper-pappone di Bright (se pensate che ha solo 16 anni!).
Diciamo che queste avevano molta personalità, mentre le donne si sono affidate quasi tutte a scarpe esagerate ma non nel modo giusto. Troppe zeppe, troppe borchie, poco gusto.

Si dice che il diavolo sta nei dettagli, forse è vero, forse no, ma se anche il dottor House fa le diagnosi guardando le scarpe forse un fondo di verità c'è. E a giudicare da certe scarpe che si vedono in giro forse uno zampino demoniaco c'è davvero!


Danis Tanovic


Christopher Lee



Paz Vega



Branko Diuric



Maria Grazia Cucinotta



Valeria Solarino



Isabella Ragonese



Gianna Nannini



James Ivory



Alexandra Maria Lara



George Clooney e Jason Reitman



Silvio Muccino



Carolina Crescentini



Terry Gilliam



Lily Cole



Cedric Kahn



Valeria Bruni Tedeschi



Giorgio Diritti



Maya Sansa e Alba Rohrwacher



Meryl Streep



Joel e Ethan Coen



Michael Stuhlbarg



Mimmo Calopresti



Paolo Villaggio



Adriano Panatta



Charlie Bewley



Jamie Campbell Bower



Cameron Bright

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