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venerdì 8 agosto 2014

Top10 – cult tv anni ’90

Nat Geo ha realizzato la mini-serie “Anni ’90: L’ultimo fantastico decennio?” in cui 120 ospiti noti, tra cui Monica Lewinsky, Tony Blair e Courtney Love, raccontano il decennio attraverso i loro occhi: celebriamo anche noi i ’90 con la top ten dei programmi televisivi italiani cult 


Negli anni ’90 tutti i bambini giocavano con il Game Boy, il SuperNintendo, la prima Playstation, il Crystalball e il Tamagotchi, alle feste ci si sfidava a Twister, il Calippo furoreggiava in spiaggia e le ragazzine collezionavano, inspiegabilmente, ciucci di plastica; in campo musicale le boy band mietevano successi grazie a Take That e Backstreet Boys, le Spice Girls inneggiavano al “girl power”, mentre a Seattle nasceva il grunge grazie a Nirvana e Pearl Jam e in Inghilterra Oasis e Blur si sfidavano per il titolo di re del brit pop; in campo sportivo in Italia si giocavano i mondiali di calcio, vinti (come ora) dalla Germania, e Michael Jordan portava al trionfo per tre anni di fila i Chicago Bulls

Al cinema Quentin Tarantino entrava nell’olimpo dei registi di culto grazie al suo “Pulp Fiction” e James Cameron firmava l’ultimo grande classico del cinema americano con il suo “Titanic, rendendo una star il giovane Leonardo DiCaprio; in televisione David Lynch cambiava per sempre il modo di fare serie tv grazie a “Twin Peaks, i bagnini di “Baywatch” rendevano di moda il costume intero, Mulder e Skully inquietavano il pubblico con i loro “X-Files, i ragazzi di “Beverly Hills 90210” facevano sognare milioni di studenti e i Simpson portavano le loro battute politicamente scorrette in tv. 

Sono stati anche gli anni della morte di Lady D., della clonazione della pecora Dolly, dell’avvento di internet e Google, del cellulare, delle supermodelle, di Mani pulite e dell’unificazione di Berlino

A parlare di questo decennio così complesso e ricco di avvenimenti arriva ora la mini-serie di National GeographicAnni ’90: L’ultimo fantastico decennio?, in cui 120 personaggi noti, tra cui Monica Lewinsky, Tony Blair e Courtney Love, parlano del periodo storico attraverso la loro esperienza personale, accompagnati dalla voce narrante dell’attore Rob Lowe. Le mini-serie in tre puntate da 2 ore ciascuna è stata presentata su Nat Geo lo scorso 6 luglio in America. 

Celebriamo anche noi i ’90 con una top ten dedicata ai programmi televisivi italiani cult. 



10 LA ZINGARA (1996 - 2002) 



Spin-off del programma Luna Park, La zingara ha reso nota Cloris Broschi, interprete di una cartomante che invitava i concorrenti a scegliere tra 7 carte e a rispondere a degli indovinelli. Il gioco terminava quando veniva trovata la carta della Luna Nera. Ideato da Pippo Baudo e andato in onda su Ra1, l'edizione che ha avuto più successo è stata quella condotta da Paolo Bonolis. 


9 BIM BUM BAM (1981 - 2002) 



Programma per ragazzi andato in onda su Italia1 e Canale5, negli anni '90 Bim Bum Bam ha trasmesso tutti cartoni più famosi del decennio, come Sailor Moon, Power Rangers e Che fine ha fatto Carmen Sandiego?. Tra i vari conduttori c'era anche Paolo Bonolis agli esordi. Simbolo del programma è il pupazzo Uan. Altri programmi simili dell'epoca sono stati Solletico e L'Albero Azzurro. 


8 GIOCHI SENZA FRONTIERE (1965 - 1999) 



Trasmissione prodotta dall'Unione Europea di Radiodiffusione, Giochi Senza Frontiere ha avuto una seconda edizione, andata in onda tra il 1988 e il 1999, dal grande successo: ogni estate tutti i bambini sognavano davanti alla tv di poter rappresentare l'Italia in giochi e sfide bizzarre, di giocare il jolly e di vincere il fil rouge. 


7 LA RUOTA DELLA FORTUNA (1987 - 2009) 



Programma nato nel 1987 su Odeon Tv, La ruota della fortuna è stato reso celebre da Mike Bongiorno, che lo ha condotto per 14 anni su Canale5 e poi Rete4, nei primi anni '90. Nel quiz, il più longevo della tv italiana, i concorrenti dovevano girare una ruota e aggiudicarsi così una somma, che avrebbero poi vinto indovinando la frase nascosta sul tabellone. A girare le lettere del tabellone era una valletta, la più popolare delle quali è stata Paola Barale.  

6 STRANAMORE (1994 - 2009) 



A metà anni '90 il furgoncino di Stranamore, programma condotto da Alberto Castagna su Canale5, era diventato il simbolo delle storie d'amore tormentate: tramite lo show coppie in crisi cercavano infatti di ritrovare l'intesa perduta. Vallette dello show sono state Francesca Rettondini, Serena Autieri e Emanuela Folliero, mentre tra gli inviati c'erano Alessia Mancinie Paolo Brosio. 


5 PIPPO CHENNEDY SHOW (1997) 



Negli anni '90 i fratelli Guzzanti, con a Serena Dandini, sono stati i re della satira politica italiana: insieme hanno realizzato i programmi Avanzi, Tunnel e Pippo Chennedy Show, creato da Serena Dandini, Sabina Guzzanti e Neri Marcoré e andato in onda su Rai2, in cui venivano presentati diversi personaggi e sketch. Numeri storici dello show sono stati l'imitazione di Gianfranco Funari di Corrado e quella di Valeria Marini e Rocco Buttiglione di Sabina, oltre ai personaggi originali Quelo e Gianni Livore. 


4 MAI DIRE GOL (1990 - 2001) 



Il programma, ideato e commentato dalla Gialappa's Band, ha decretato il successo del trio comico, che in seguito ha applicato il format a diversi altri show, creando le trasmissioni Mai dire Mike e Mai dire Grande Fratello. In ogni puntata dello show, andato in onda su Italia1, il trio commentava errori e figuracce commessi da calciatori alternati da sketch comici in cui si sono succeduti moltissimi talenti del panorama italiano, tra cui: Teo Teocoli, Gene Gnocchi, Antonio Albanese, Aldo, Giovanni e Giacomo, Luciana Littizzetto, Maurizio Crozza e Paolo Bisio. 


3 KARAOKE (1992 - 1995) 



Andato in onda nei primi anni '90 su Italia1, il programma ha lanciato la moda del karaoke in Italia e soprattutto rivelato il talento di Rosario Fiorello, oggi uno dei più apprezzati presentatori televisivi. Con codino e cappotti dai colori sgargianti, Fiorello andava in giro per le piazze italiane a far cantare la gente, macinando ascolti a tempo di musica. Tra i vari partecipanti allo show si sono visti gli allora sconosciuti Elisa, Tiziano Ferro, Laura Chiatti e Camila Raznovich. 


2 CARRAMBA! CHE SORPRESA (1995 - 2002) 



Carramba! Che sorpreesa segnò il ritorno di Raffaella Carrà in Italia dopo anni di televisione spagnola e diventò ben presto un fenomeno di costume: il neologismo "carrambata" è diventato di uso comune, la sigla "Tanti Auguri" è ancora oggi un tormentone e il successo dello show lo ha portato a essere abbinato alla Lotteria Italia. Nel programma, andato in onda su Rai1, persone che non si vedevano da anni hanno potuto riabbracciarsi grazie alla Raffaella nazionale. 


1 NON È LA RAI (1991 - 1995) 



Il programma, creato da Gianni Boncompagni e andato in onda nella prima metà degli anni '90 su Italia1, è stato il fenomeno di costume del decennio: presentato da un allora 15enne Ambra Angiolini, lo show era basato su giochi, canzoni, balli e sketch interpretati da ragazze giovanissime tra cui figurano molte delle attrici e showgirl più note di oggi. Oltre ad Ambra, stella del programma premiata con un Telegatto, hanno cominciato la loro carriera con Non è la RAI anche Claudia Gerini, Sabrina Impacciatore, Laura Freddi, Romina Mondello, Alessia Merz, Alessia Mancini, Nicole Grimaudo, Miriana Trevisan e Antonella Mosetti. All'epoca furono messi in commercio diversi gadget ispirati allo show, come quaderni e figurine, e pubblicati diversi dischi interpretati dalle protagoniste.


Pubblicato su TvZap.

sabato 26 luglio 2014

Braccialetti Rossi: “La forza dell’amicizia dà coraggio”

I protagonisti della fiction “Braccialetti Rossi”, dopo aver visitato il reparto pediatrico dell’ospedale di Salerno, hanno incontrato il pubblico del Giffoni Film Festival, che li ha accolti come grandi divi, e hanno anticipato grandi novità per la seconda stagione 




Ricevere più applausi del divo Richard Gere era difficile ma i ragazzi protagonisti di “Braccialetti Rossi” sono riusciti nell’impresa: accolti come delle star, i giovani attori sono stati sorpresi da tanto successo, ma hanno mantenuto i piedi per terra: prima di incontrare il pubblico del Giffoni Film Festival il gruppo è infatti andato a trovare i pazienti del reparto pediatrico dell’ospedale di Salerno: “Stamattina siamo andati tutti insieme al reparto pediatrico dell’ospedale di Salerno, alcuni ragazzi erano molto gravi ma sono stati felici di vederci: è stata un’emozione fortissima” ha detto Aurora Ruffini interprete di Cris, che ha continuato: “Abbiamo ricevuto tantissimi messaggi da ragazzi di qualsiasi età, da bambini di 7 anni a donne e uomini di 30, ma voglio ricordarne uno in particolare: un ragazzo malato ci ha ringraziato perché con l’aiuto della serie a scuola per la prima volta è stato visto come normale, si è sentito accettato, ci ha ringraziato di questa normalità che gli avevamo regalato”. 

Non solo messaggi di ringraziamenti: Mirko Trovato, interprete di Davide, ha raccontato un curioso aneddoto: “Un giorno mi è arrivato a casa con il corriere un mobiletto strano: un uomo di 60 anni mi aveva regalato un grande uovo di Pasqua!”. Il riscontro con il pubblico è stato molto forte, la storia di questi ragazzi malati che si incontrano in ospedale e diventano amici ha commosso ogni tipo di spettatore e i ragazzi sono contenti del loro lavoro: “Molte persone che vivono la malattia ogni giorno hanno trovato la forza di lottare e andare avanti grazie alla fiction: hanno visto in noi qualcosa che li ha spinti a trovare uno stimolo. La cosa bella è che li abbiamo raccontati come dei ragazzi normali: che si innamorano, che diventano amici. Sono malati ma sono ragazzi come tutti gli altri” ha detto Brando Pacitto, interprete di Vale. 

Non solo i protagonisti sono fieri del risultato finale: anche Eleonora Andreatta, direttore di Rai Fiction, ha lodato “Braccialetti Rossi”: “La cosa che mi ha colpito è che una volta visto si ha la sensazione che sia un prodotto necessario: è una cosa importante, gli adolescenti e i ragazzi di oggi potranno portarsi nel loro percorso di crescita una storia importante come questa. All’estero ci hanno fatto i complimenti ma ci guardavano anche con scetticismo perché pensavano fosse un prodotto difficile. Inoltre per la prima volta su Rai1 si porta un gruppo di ragazzi sconosciuti e che interpretano dei malati. Il pubblico più giovane è quello che ha accolto con più calore il progetto e questa è una cosa bellissima”. 

Per i fan della serie ci sono inoltre buone notizie: ci sarà sia una seconda che una terza stagione, entrambe composte da quattro episodi ciascuna. Le riprese della seconda stagione partiranno ad agosto e gli autori ci tengono a puntare tutto sulla sceneggiatura, che sarà poi tradotta in immagini sempre dal regista Giacomo Campiotti. Abbiamo incontrato dunque i protagonisti di “Braccialetti Rossi”, che ci hanno dato una notizia che farà molto piacere ai fan della serie e in particolare del personaggio di Davide. 


Qui al Giffoni siete stati accolti con grande calore: vi aspettavate questo successo? Siete stati applauditi più di Richard Gere. 

Carmine Bruschini: “No, ma siamo sempre molto emozionati”. 

Aurora Ruffini: “Non ce lo aspettavamo, soprattutto dopo così tanto tempo dalla fine della fiction: vedere così tanti ragazzi ora che siamo a luglio e la fiction è finita a marzo e trovarli ancora così entusiasti è fantastico”. 

Nella fiction siete un gruppo molto unito: anche sul set è stato così? Siete diventati amici? 

Mirko Trovato: “Assolutamente si!” 

Brando Pacitto: “No in realtà ci odiamo!” 

C.B.: “Abbiamo fatto un grande lavoro e sul set c’era un bel clima” 

Stamattina siete andati al reparto pediatrico dell’ospedale di Salerno: sentite la responsabilità dell’importanza che ha avuto il progetto? 

B.P.: “Questo è stato l’aspetto più bello: le persone che vivono nella realtà la malattia hanno reagito in modo positivo a Braccialetti Rossi, sono stati coinvolti e a loro volta ci hanno coinvolto nella loro esperienza” 

Luigi Piscicelli: “Il bello è che adesso si sentono forse valorizzati e rappresentati” 

A.R.: “Una cosa che mi fa sorridere è che ora ricevo delle foto di persone che subiscono un’operazione e mi mandano la loro foto scrivendomi “adesso ho un braccialetto rosso anche io! Evviva i braccialetti rossi!”. Abbiamo dato loro un pensiero positivo” 

Per la seconda stagione potete anticiparci qualcosa? 

B.P.: “Davide ci sarà!” 

M.T.: “Sì ci sarò! Scrivetelo anche sui muri: Davide vive!”


Pubblicato su TvZap.

mercoledì 2 ottobre 2013

"Altri tempi" riapre le case chiuse: era il 1958, la Merlin cambiò l'Italia

La miniserie di RaiUno, che ha aperto la settima edizione del Roma Fiction Fest, racconta il dramma della prostituzione attraverso gli occhi di una professionista del sesso, Maddalena, interpretata da Vittoria Puccini 



Nel 1958 fu approvata la legge, formulata dalla senatrice Lina Merlin e che ancora oggi porta il suo nome, che ha portato alla chiusura delle case di tolleranza. La lotta della senatrice Merlin per far approvare la legge è durata più di dieci anni e ha duramente diviso l'opinione pubblica italiana: fatti noti, che però non raccontano come hanno vissuto l'abolizione delle case chiuse le dirette interessate. La miniserie in due puntate Altri tempi, prodotta da Rai Fiction e girata da Marco Turco, racconta proprio questo attraverso gli occhi della prostituta Maddalena, interpretata da Vittoria Puccini. Svela com'era la vita nelle case tolleranza e cosa ha comportato la loro chiusura nella vita delle professioniste del piacere. 

Nella mini-serie Vittoria Puccini interpreta una ragazza violentata in giovanissima età e abbandonata da tutti che, per mantenere la figlia nata dalla violenza, è costretta a fare la prostituta prima in case chiuse di basso livello e poi in un locale di classe, dove diventa una delle professioniste più richieste. La Puccini, convincente in questo ruolo drammatico, dà umanità al suo personaggio, che si chiama simbolicamente Maddalena, nome della più famosa peccatrice, e racconta con intensità il lato umano della legge Merlin. Nel cast figurano anche Stefania Rocca, nel ruolo di Duchessa, la prostituta che insegna tutti i trucchi del mestiere a Maddalena, e Francesco Scianna

La miniserie, composta da due puntate da 100 minuti l'una, ha aperto la settima edizione del Roma Fiction Fest, dove è stata presentata in anteprima. Al gala d'apertura sono intervenuti il regista Marco Turco e i protagonisti, diverse personalità dello spettacolo italiano, come Lino Banfi, Paola Cortellesi e Renato Balestra, e alcuni degli ospiti internazionali del Festival, come Dean Norris, protagonista di serie culto come "Breaking Bad" e "Under the Dome",e le attrici di "Devious Maids", Roselyn Sanchez e Edy Ganem, nuova serie di Marc Cherry, autore di "Desperate Housewives". 

"Altri tempi", che è stata girata interamente a Torino, andrà in onda su Rai Uno in prima serata questo autunno.


Pubblicato su Repubblica.it 

martedì 1 ottobre 2013

Pif al Roma Fiction Fest: L’arte contemporanea è una fede

Pif ha presentato al Roma Fiction Fest la puntata de “Il Testimone” dedicata all’arte contemporanea e ne ha parlato con il pubblico insieme al critico d’arte Francesco Bonami, rivelando anche qualche anticipazione sulla prossima stagione del programma e sul suo film “La mafia uccide solo d’estate”



Nel 1917 Marcel Duchamp espose un orinatoio facendolo diventare un’opera d’arte: per molti questo è l’inizio dell’arte contemporanea. Con il passare degli anni però le provocazioni sono diventate sempre più grandi, gli artisti si sono trasformati in celebrità e l’arte in una macchina per fare soldi: tutto giustificato dalla bellezza e dal sacro fuoco? Oppure molti artisti sono in realtà degli abili venditori di fumo? 

Pierfrancesco Diliberto, in arte Pif, è partito proprio da queste domande per realizzare una puntata del programma di MTVIl Testimone”, in cui si interroga sul mondo dell’arte contemporanea e sull’approccio del pubblico alle opere, un tema che, come ha ammesso, lo ha incuriosito: “In passato ho fatto servizi sul cinema porno e sul rap, mondi con cui non ho niente a che fare, così come l’arte contemporanea: mi sembrava un altro ambito che non capisco bene, di cui non afferro il senso, per questo ci ho fatto una puntata, per capire meglio questo mondo”. 

Ad accompagnare Pif in questo viaggio tra i barattoli di Manzoni e videoinstallazioni è il critico d’arte Francesco Bonami, autore del libro “Lo potevo fare anche io. Perché l’arte contemporanea è davvero arte” ed ex direttore della Biennale di Venezia, che ha risposto alle domande del conduttore con ironia: “L’arte contemporanea è un mondo di persone insicure perché non siamo molto seguiti. Quindi quando qualcuno come Pif chiede di farci delle interviste ci caschiamo. Il 90% delle cose che lui ha fatto vedere io non le metterei in mostra. Guardando alcuni personaggi che Pif ha intervistato mi sono venuti dei dubbi sul mondo dell’arte contemporanea: ha fatto vedere un lato assurdo di questo ambiente. Inoltre Pif dimostra che questi artisti sono dei geni ma paradossalmente anche degli idioti perché poi quando rispondono alle sue domande sulle opere non sanno che dire”. 

Nel corso dell’incontro con il pubblico, Pif e Bonami hanno cercato di affrontare il concetto, che spesso sorge spontaneo in chi guarda un’opera contemporanea, del “questo lo posso fare anche io”: “Facendo questo programma ho capito che bisogna rapportarsi all’arte contemporanea senza pregiudizi e cercando di far attivare solo la parte emotiva del nostro cervello. Bisogna cercare di capire che sentimenti ci ispira e comunica un’opera” ha detto in modo diplomatico Pif; più severo invece Bonami: “Molta dell’arte contemporanea è effettivamente una bufala: ci sono certe cose che sono ridicole. Ancora più ridicolo però è che si trova qualcuno disposto a spendere 40mila dollari per un gommone gonfiato da una fisarmonica. Il problema non è il fatto che il gallerista o l’artista prendano tutti questi soldi per un’opera del genere, ma che si ostinino a voler dire e a cercare di convincerci che quella cosa sia sublime. Alla fine l’arte è una fede: c’è chi finanzia partiti politici, chi il calcio, chi l’arte. Perché è uno scandalo se uno ha 4 milioni di dollari e li vuole spendere in arte? L’arte però deve tornare a raccontare delle cose e non essere così auto-referenziale. Questo non è più possibile visto che ormai non è più un mondo frequentato dai soliti quattro gatti ma, grazie ai mezzi contemporanei, è diventata molto più accessibile ”. 

Interrogato poi sulla puntata di “Il Testimone” dedicata a Roberto Saviano, Pif ha rivelato di essere commosso dal successo che continua a ottenere quell’episodio: “Sono colpito dal fatto che questa puntata venga trasmessa nelle scuole, anche in quelle del nord. La mafia è un argomento che mi sta molto a cuore, ho girato anche un film su questo, “La mafia uccide solo d’estate”, che uscirà il prossimo 28 novembre, e al di fuori della Sicilia è una cosa difficile da capire: i suoi meccanismi sono molto più subdoli di come ci si immagina. La storia di Roberto Saviano è una storia che mi ha colpito: è una persona sensibile che quando viene attaccata cade in depressione e raccontare la sua esperienza è stato un modo di parlare di un problema simile al mio, che sono di Palermo, senza che mi appartenesse completamente perché in realtà era la sua storia”. 

Pif ha inoltre rivelato alcuni dei temi su cui si focalizzerà la prossima stagione di “Il Testimone”: “Per le prossime puntate vedremo un episodio in cui seguo un cacciatore di foche in Groelandia. Una cosa che mi ha anche fatto discutere con la mia famiglia: i miei mi volevano a un battesimo in Sicilia e invece io sono andato lì. Hanno pensato tutti che fosse una scusa. E’ stato interessante perché ho visto l’altro lato della caccia alle foche: lì in Groelandia uccidere una foca è come uccidere un maiale. Il problema con le foche è che sono carine quindi fa più impressione. E’ una cosa un po’ ipocrita: anche da noi non è che i maiali non soffrono quando li uccidiamo. Poi vedremo anche delle puntate ambientate a Dubai, Los Angeles, Messico e sul Calcio Fiorentino: una cosa pazzesca”.


Pubblicato su TvZap.

mercoledì 25 settembre 2013

EMMY 2013: I VINCITORI, I NUMERI, I VESTITI


E anche gli Emmy 2013 sono passati.
Presentati ancora una volta dal gargantuesco Neil Patrick Harris.
Neil ci ha abituati a standard altissimi e quest'anno ha deciso di essere generoso: niente esibizioni musicali per il discorso d'apertura, ma una carrellata dei più recenti presentatori. Sul palco lo hanno infatti raggiunto Jimmy Kimmel, Jane Lynch, Jimmy Fallon e Conan O'Brian.




Spettacolare l'intervento di Kevin Spacey: la classe non ha prezzo.




Il momento cult è stato però quando Tina Fey e Amy Poehler, con tanto di occhiali 3D e pop corn, hanno detto a Harris: "Take your pants off!".




Nel corso della serata ci sono stati parecchi tributi, su tutti quelli per i recentemente scomparsi James Gandolfini e Cory Monteith.

Harris ce l'ha messa tutta per non indossare le scarpette da ballo ed essere un presentatore serio, poi però per fortuna il suo numero musicale è arrivato: The Number in the Middle of the Show!




Con tanto di intervento del mitico Nathan Fillion (con cui Harris ha girato il fantastico Dr. Horrible singalong blog di quel genio di Joss Whedon) e di Sarah Silverman.





Anche se il pezzo forte della serata è stata l'esibizione dei coreografi televisivi, che hanno una categoria di premi tutta loro, ma non si erano mai esibiti sul palco degli Emmy.
Il numero che hanno preparato è sensazionale: una rivisitazione a passo di danza dei migliori show televisivi. Nell'ordine sono rappresentati: Mad Men, Game of Thrones, American Horror Story (geniale!),  Boardwalk Empire, Breaking Bad e The Big Bang Theory. Capolavoro.













Veniamo dunque ai premiati: come Miglior Serie Drama non poteva non vincere Breaking Bad. 5 stagioni sublimi, che sono cresciute di anno in anno, aumentando in qualità di scrittura, recitazione e coinvolgimento in maniera esponenziale. Laddove molte altre serie si perdono per strada, Breaking Bad è migliorata col tempo come il buon vino. Un capolavoro che ha segnato la storia della televisione (e dita incrociate per il gran finale la prossima settimana).




Come Miglior Serie Comedy ha invece vinto, ancora una volta e inspiegabilmente, Modern Family. Celebratissima in America, questa serie non mi ha mai convinto: ma davvero fa ridere? Davvero è scritta e recitata in maniera così eccelsa? Mah.

Come Miglior Mini Serie o Film tv ha stra-vinto, ma era un successo annunciato, Behind the Candelabra di Steven Soderbergh che è stato anche premiato come Miglior Regista e ha portato fortuna anche a Michael Douglas premiato come attore.



Arriviamo dunque ai Migliori Attori in una serie Drama:

come Attore Protagonista ha vinto Jeff Daniels per The Newsroom che ha vinto quasi a sorpresa visto che nella rosa dei candidati la lotta vera era tra Kevin Spacey in House of Cards (immenso!) e Bryan Cranston in Breaking Bad (ancora più immenso), e quelli rimasti fuori dai giochi sono #nientepopodimenoche Jon Hamm per Mad Men e Damien Lewis per Homeland. C'è da dire che comunque Daniel nei panni di Will McAvoy fa faville e che Cranston per la sua interpretazione era già stato premiato, quindi non mi sento di condannare questa scelta. Chissà come l'ha presa invece Francis Underwood.



La Migliore Attrice Protagonista è invece, senza sorprese, ancora una volta Claire Danes per Homeland: una garanzia. Anche perché, ci dispiace per le altre signore nominate, non c'era gara.




I Migliori Attori Non Protagonisti sono stati invece la strepitosa Anna Gunn per Breaking Bad, l'evoluzione del personaggio di Skyler è incredibile, e Bobby Cannavale per Boardwalk Empire: meritatissimi, anche se personalmente la statuetta per il Miglior Attore Non Protagonista l'avrei data a Mandy Patinkin e al suo magnifico Saul.






Sul fronte Migliori Attori in una serie Comedy invece:

come Miglior Attore protagonista ri-stravince Jim Parsons per The Big Bang Theory, Sheldon Cooper ormai ha conquistato il mondo, mentre la Migliore Attrice è Julia Louis-Dreyfus per Veep.
I Migliori Non Protagonisti sono Tony Hale per VeepMerritt Wever per Nurse Jackie.






La "ciccia seria" è stata questa, tra le altre cose da segnalare la vittoria di David Fincher per la regia di House of Cards e South Park come Miglior Serie Animata (altro che il fantasma dei Simpson o quei dementi dei Griffin, Cartman e soci regnano da anni) per tutto il resto vi rimando all'elenco completo dei vincitori a fine post.

Dopo la "ciccia seria", veniamo dunque alla "ciccia grossa": i vestiti.
Dai ogni volta facciamo così: commentiamo lo show, i premi, i vincitori ma alla fine lo sappiamo bene che vogliamo assegnare i titoli più importanti, ovvero quello delle attrici meglio e peggio vestite.

Sotto a chi tocca.

Parliamo subito dei particolari degni di nota: quest'anno in molte hanno optato per il taglio corto. Quella che ci ha guadagnato molto secondo me è Elisabeth Moss: il taglio corto biondo la fa risaltare di più, mentre in vece non sono sicurissima che stia bene a Claire Danes, che però è quella che ha sfoggiato l'accessorio migliore di tutte, ovvero il marito Hugh Dancy.


Elisabeth Moss


Hugh Dancy e Claire Danes


Veniamo ora al "momento tenerezza" e al "momento WTF?!":

per il momento tenerezza vince sicuramente Morena Beccarin sul tappeto rosso con il pancione, mentre il WTF?! è sempre assicurato con Kelly Osbourne. Ma perché la invitano a tutte queste cerimonie?! Perché?! Ha fatto qualcosa nella vita oltre a dimagrire?! Con quei capelli poi.

Morena Beccarin

Kelly Osbourne


Se ci fosse un premio per la simpatia lo darei sicuramente ad Alyson Hanningan che sul tappeto rosso degli Emmy ha anche dichiarato che sarà quella che si commuoverà più di tutti per la fine di How I met your mother: cucciola!


Alyson Hanningan


Che rassegna sarebbe inoltre senza una sana "boob war"?
Ormai da anni le regine incontrastate di questa lotta sono Sofia Vergara e Christina Hendricks: una guerra all'ultima coppa.

Sofia Vergara


Christina Hendricks


Veniamo ora all'angolo nero: ecco le PEGGIO VESTITE AGLI EMMY 2013.
Sono dolori.

Vera Farmiga sembra uscita dritta dritta da un episodio della Famiglia Addams: ma che è sto sacco della spazzatura?! Orribile.

Vera Farmiga

Non è da meno Lena Dunham che risponde con un vestito dalla fantasia discutibile.

Lena Dunham

Anche la solitamente ben vestita e prezzemolina del red carpet Heidi Klum ha sfoggiato un abito che lascia perplessi: questo vestito-collare ortopedico non ci ha convinto.

Heidi Klum


Da dimenticare anche l'abito di Kaley Cuoco: non ci siamo!

Kaley Cuoco


Ma la Emmy 2013 worst dressed non può che essere Zosia Mamet con un vestito che non si capisce bene nemmeno cosa sia. Inguardabile.


Zosia Mamet


E veniamo ora all'angolo della bellezza.

Anche se il vestito non mi ha convinto al 100%, Kerry Washington fa sempre la sua porca figura sul red carpet.

Kerry Washington


Bella anche Zooey Deschanel, che anche se in un abito insipido, è sempre adorabile.
Da notare la scarpa: avrà almeno 20 cm di tacco!
Poi dici come barano sull'altezza nel mondo del cinema: basta alzare gli strascichi e il trucco è svelato.

Zooey Deschanel


Stupenda Jessica Lange: la 60enne più bella della storia.

Jessica Lange


Veniamo ora alle mie cotte personali.
Per queste donne ho veramente un debole.
Lena Heady è bellissima e inoltre un'ottima attrice e la trovo anche simpatica: persino quando interpreta Cercei Lannister la trovo adorabile. Le perdono pure quel vestito.

Lena Heady


E poi la stupenda January Jones: anche se sarò impopolare, adoravo la sua Betty in Mad Men, un personaggio scritto divinamente in cui lei era semplicemente perfetta.
January è meravigliosa, piena di grazie e eleganza nei linementi e nel fisico, cosa che però non si rispecchia nella scelta di vestiti. Non l'ho mai vista su un tappeto rosso con un bel vestito. O è consigliata malissimo o non ha veramente gusto nel vestire. Però anche con questo vestito-asciugamano la trovo adorabile.


January Jones


E concludiamo quindi con la Emmy 2013 Best Dressed: Rose Byrne!
Inspiegabilmente poco valorizzata per quanto è brava e bella, la Rose è senza dubbio quella che ha fatto la figura migliore sul red carpet degli Emmy 2013. E' vero che la concorrenza scarseggiava, un vestito veramente bello non s'è visto, ma lei con un abito dal taglio allo stesso tempo originale e semplice ha vinto. Anche perché il colore del vestito ha puntato l'attenzione sul suo bellissimo viso. E brava Rose!

Rose Byrne

And that's all falks!
Ai prossimi Emmy.




EMMY 2013 TUTTI I VINCITORI

MIGLIOR SERIE DRAMA 
Breaking  Bad (AMC)

MIGLIOR SERIE COMEDY 
Modern Family (ABC)

MIGLIOR MINI SERIE O FILM TV 
Behind the Candelabra (HBO)

MIGLIOR ATTORE PROTAGONISTA IN UNA SERIE DRAMA 
Jeff Daniels per The Newsroom (HBO)

MIGLIOR ATTRICE PROTAGONISTA IN UNA SERIE DRAMA 
Claire Danes per Homeland (Showtime)

MIGLIOR ATTORE NON PROTAGONISTA IN UNA SERIE DRAMA
Bobby Cannavale per Boardwalk Empire (HBO)

MIGLIOR ATTRICE NON PROTAGONISTA IN UNA SERIE DRAMA 
Anna Gunn per Breaking Bad (AMC)

MIGLIOR REGIA IN UNA SERIE DRAMA 
House of Cards - David Fincher ("Chapter 1") (Netflix)

MIGLIOR SCENEGGIATURA IN UNA SERIE DRAMA 
Homeland: Caccia alla spia - Henry Bromell ("Q and A") (Showtime)

MIGLIOR ATTORE PROTAGONISTA IN UNA SERIE COMEDY
Jim Parsons per The Big Bang Theory (CBS)

MIGLIOR ATTRICE PROTAGONISTA IN UNA SERIE COMEDY 
Julia Louis-Dreyfus per Veep (HBO)

MIGLIOR ATTORE NON PROTAGONISTA IN UNA SERIE COMEDY 
Tony Hale per Veep (HBO)

MIGLIOR ATTRICE NON PROTAGONISTA IN UNA SERIE COMEDY 
Merritt Wever per Nurse Jackie (Showtime)

MIGLIOR REGIA IN UNA SERIE COMEDY
Modern Family - Gail Mancuso ("Arrested") (ABC)

MIGLIOR SCENEGGIATURA IN UNA SERIE COMEDY 
30 Rock - Tina Fey, Tracey Wigfield ("Last Lunch") (NBC)

MIGLIOR ATTORE PROTAGONISTA IN UNA MINI SERIE O FILM TV
Michael Douglas per Behind the Candelabra (HBO)

MIGLIOR ATTRICE PROTAGONISTA IN UNA MINI SERIE O FILM TV
Laura Linney per The Big C: Hereafter (Showtime)

MIGLIOR ATTORE NON PROTAGONISTA IN UNA MINI SERIE O FILM TV 
James Cromwell per American Horror Story (FX)

MIGLIOR ATTRICE NON PROTAGONISTA IN UNA MINI SERIE O FILM TV 
Ellen Burstyn per Political Animals (USA Network)

MIGLIOR REGIA IN UNA MINI SERIE O FILM TV 
Behind the Candelabra - Steven Soderbergh (HBO)

MIGLIOR SCENEGGIATURA IN UNA MINI SERIE O FILM TV 
The Hour - Abi Morgan (BBC)

MIGLIOR ATTORE GUEST STAR IN UNA SERIE DRAMA 
Dan Bucatinsky per Scandal (ABC)

MIGLIOR ATTRICE GUEST STAR IN UNA SERIE DRAMA  
Carrie Preston per The Good Wife (CBS)

MIGLIOR ATTORE GUEST STAR IN UNA SERIE COMEDY  
Bob Newhart per The Big Bang Theory (CBS)

MIGLIOR ATTRICE GUEST STAR IN UNA SERIE COMEDY  
Melissa Leo per Louie (FX)

MIGLIOR SERIE ANIMATA 
South Park (Comedy Central)

MIGLIOR VARIETA' 
The Colbert Report (Comedy Central)

MIGLIOR REALITY SHOW 
The Voice (NBC)
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