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lunedì 21 maggio 2012

Men In Black III


Pensare a Men In Black vuol dire fare un tuffo negli anni '90: passati gli eccessi degli '80, forti dell'enorme passo avanti della tecnologia, figli della cultura dell'immagine esplosa grazie a Mtv e simili, gli anni '90 hanno portato di nuovo in auge la fantascienza, il paranormale, le storie di mostri e alieni.
Sono gli anni di Twin Peaks, X-files, FriendsBuffy l'ammazzavampiri, dell'ascesa di David Lynch, Tim Burton e Quentin Tarantino, dei libri di Michael Crichton su Jurassic Park, dei fumetti di Sailor Moon, del grunge, dei Nirvana e dei Pearl Jam, del girl power, delle Nike supercolorate, del Game Boy.
Non è un caso quindi che i Man in Black siano vestiti come le iene di Tarantino e gli agenti di Matrix (cultura pop anni '90 all'ennesima potenza), abbiano il volto di Will "Il principe di Bel Air" Smith,  facciano battute su icone come Michael Jackson e siano in possesso di gadgets che sono stati tra i pionieri del feticismo tecnologico.

Men In Black è quindi diventato a sua volta negli un pezzo di cultura pop anni '90: ha dunque senso realizzare un terzo capitolo a 10 anni di distanza dal secondo film e a 15 dall'originale?
Bella domanda.
Certo è che tra tutti questi film tratti da fumetti, videogiochi e saghe letterarie per adolescenti, i Men In Black sembrano quasi vintage.

Ed è proprio il vintage la chiave di lettura del terzo capitolo sempre diretto da Barry Sonnenfeld: la sceneggiatura di Etan Cohen (non quel Coen, c'è un' acca che fa un mondo di differenza) punta infatti a ripresentare la saga alle nuove generazioni, che non hanno vissuto il fenomeno del primo capitolo, mettendo in primo piano i due protagonisti, l'agente J (Will Smith) e l'agente K (Tommy Lee Jones), approfondendo il loro rapporto e il loro passato,  catapultandoli però in un'altra epoca per il gusto di chi invece ha amato quei personaggi e vuole vederli in una nuova avventura.

Nel terzo episodio della saga MIB ritroviamo infatti J e K, sempre protagonisti di battibecchi infiniti a causa del loro carattere completamente opposto: imprevedibile ed espansivo il primo, serissimo e rigido il secondo.
A portare movimento nella loro consolidata routine ci pensa l'alieno Boris (Jemaine Clement), imprigionato 40 anni prima in una prigione costruita sulla luna dopo essere stato catturato proprio da K.
L'alieno trova il modo di tornare indietro nel tempo per impedire il suo arresto e vendicarsi di K, riscrivendo così la storia.
J, unico a ricordarsi dell'esistenza del partner, decide quindi di tornare a sua volta indietro nel tempo negli anni '60 per rimettere a posto le cose.

La trovata del salto temporale non è così originale è vero, ma i dialoghi ironici, la gigioneria di Smith, il rivedere oggetti cult come il neuralizzatore e l'inimitabile espressione impassibile di Tommy Lee Jones, ci riportano indietro di 15 anni, divertendo e regalando la sensazione di ritrovare degli amici che non si vedeva da tempo.
Ottimi nuovi acquisti della saga sono l'agente O di Emma Thompson, l'alieno Griffin interpretato da Michael Stuhlbarg, la versione giovane di K, interpretata alla perfezione dal sempre più bravo Josh Brolin e l'Andy Warhol di Bill Hader, che regala il momento più divertente del film.

Tecnologia, effetti speciali, abiti scuri, ironia, azione, creature mostruose, interior design sofisticato, cammei illustri tra i nuovi alieni monitorati, tra cui Lady Gaga, Tim Burton e Yao Ming: i Men in Black sono decisamente tornati, con un film che non è ai livelli del primo e per cui il 3D non è necessario, ma che è sicuramente migliore del secondo capitolo.

Tommy Lee Jones e Will Smith


La citazione: "Sto diventando vecchio per queste cose...posso immaginare come ti senti tu!"


Hearting/Cuorometro: ♥♥♥

Uscita italiana: 23 maggio 2012

Titolo originale: Men in Black III
Regia: Barry Sonnenfeld
Anno: 2012
Cast: Will Smith, Tommy Lee Jones, Josh Brolin, Jemaine Clement, Emma Thompson, Michael Stuhlbarg, Bill Hader

martedì 13 dicembre 2011

Jurassic Park 4 si farà

Il regista Steven Spielberg ha confermato il suo interesse nel realizzare un quarto capitolo della saga con i dinosauri.

Steven Spielberg

Al Comic-Con di quest'anno si vociferava di un possibile quarto capitolo della saga di Jurassic Park creata da Steven Spielberg nel 1993 a partire dal romanzo di Michael Crichton: quella voce ora è confermata da Spielberg in persona che ha dichiarato: "Non mi sono occupato di Jurassic Park 4 quest'anno perché sono stato molto impegnato sul set di War Horse e nel dirigere Tin Tin. Adesso mi sto occupando di Lincoln ma nella mia agenda c'è un quarto capitolo di Jurassic Park".

E' certo che il regista si è già incontrato più volte con lo sceneggiatore Mark Protosevich con cui cominciare a scrivere una sceneggiatura per il quarto capitolo della saga. 
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