giovedì 5 settembre 2013

Sacro GRA








"Il Grande Raccordo Anulare che circonda la capitale": così cantava con ironia Corrado Guzzanti imitando Antonello Venditti, in un brano diventato molto famoso nella capitale qualche anno fa. Il Sacro GRA del titolo è infatti l'anello di asfalto che circonda Roma e divide il centro da una periferia spesso bistrattata e guardata da lontano con aria snob: il regista Gianfranco Rosi, che ha lavorato al progetto per due anni, andando sul campo in prima persona con un camper, ha voluto raccontare proprio quella periferia, cercando i suoi personaggi tra persone comuni ma dal vissuto talmente forte e singolare da risultare i protagonisti perfetti per un film.

Abbiamo così Francesco, ex principe che affitta il suo palazzo in zona Boccea per vari eventi e sogna una vita d'attore, cui si è avvicinato soltanto grazie ai fotoromanzi; Cesare l'anguillaro, uno degli ultimi pescatori di anguille del Tevere; Paolo, ex nobile torinese dalla folta e distinta barba, che per ragioni poco chiare vive in un monolocale di un palazzo alveare da cui però si riesce a vedere la cupola di San Pietro; Roberto, che fa il barelliere su un'ambulanza del 118 e Francesco, botanico che studia il terribile punteruolo rosso, flagello di ogni palma. Un' umanità varia e quanto mai colorata, talmente fuori dal convenzionale da risultare a volte quasi una caricatura forzata. 

Attraverso un digitale crudo, ma che riesce a catturare la luce calda e dorata che caratterizza Roma, Rosi cerca di raccontare una città attraverso i suoi abitanti, senza mostrarne quasi mai i luoghi e lasciando l'onere del racconto ai suoi protagonisti, che grazie ai loro volti, che rispecchiano perfettamente il loro vissuto, sono in grado di far intravedere un microcosmo spesso inaccessibile a un occhio distratto.
Con la cura di un entomologo, che infatti diviene il protagonista morale della pellicola, il regista scava nel quotidiano e porta sullo schermo un senso di morte e decadenza che permea una città stanca e dispersa ma allo stesso tempo ancora vitale e piena di aneddoti da raccontare.

Girato come un documentario, Sacro GRA dà l'impressione di non essere però del tutto genuino e spontaneo, come se i personaggi fossero stati estremizzati e forzati a mostrare al massimo le loro caratteristiche peculiari. Rosi compie un percorso opposto a quello compiuto da Paolo Sorrentino con il film La Grande Bellezza: dove Sorrentino mostrava un intellettuale alle prese con la vita a Roma, qui Rosi mostra persone modeste, dove il regista napoletano mostrava la bellezza immortale e imponente della città eterna, il regista nato ad Asmara si concentra sulla periferia. Percorsi speculari che arrivano però alla stessa metafora: Roma come riflesso di un paese pieno di storia e storie, ormai provato, asfittico e divorato dall'interno e destinato ad appassirsi come una palma attaccata dai parassiti se non si riuscirà a cambiare il modo di vedere le cose. 





La citazione: "Presenza di rumori: squittii di larve"

Hearting/Cuorometro: ♥♥

Uscita italiana: 26 settembre 2013


Titolo originale: Sacro GRA
Regia: Gianfranco Rosi
Anno: 2013
Cast: Roberto Giuliani, Francesco De Santis, Paolo Regis, Amelia Regis, Principe Filippo Pellegrini, Cesare Bergamini, Gaetano Finocchi, Patrizia Torselli, Daniel Ona
Colore: colore
Durata: 90 minuti
Genere: documentario
Sceneggiatura: Lizi Gelber, Nicolò Bassetti
Fotografia: Gianfranco Rosi
Montaggio: Jacopo Quadri
Paese di produzione: Italia, Francia
Casa di produzione: DocLab, Rai Cinema
Distribuzione italiana: Officine UBU

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