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venerdì 16 novembre 2012

Diario di un Festival: DAY 7 - IL FESTIVAL DELLO SPISCIO E WALTER HILL


Ormai è certo: questo è il Festival dello spiscio.
Per chi non è avvezzo al dialetto romano triviale e colorito, "pisciare" significa, oltre al classico atto della minzione, anche "dare una sola", "dare buca", ovvero "dare una fregatura", "evitare", "ignorare".

Da che questo doveva essere il miglior Festival di Roma di sempre, con i nuovi film di Tarantino e Baz Luhrmann, con Hugh Jackman, Jude Law e Bill Murray, piano piano si è trasformato nel Festival a cui tutti hanno dato buca: prima Luhrmann, poi Tarantino, poi Hugh Jackman e persino gli ospiti dati per certi come Jude Law e oggi, Bill Murray.
Una catastrofe.

Interprete di A glimpse inside the mind of Charlie Swan III, film di Roman Coppola - figlio di Francis, fratello di Sofia e cugino di Jason Shwartzman e Nicholas Cage - con protagonista Charlie Sheen, Bill Murray avrebbe dovuto essere presente alla conferenza stampa di presentazione del film, coronando il mio sogno di vedere dal vivo Peter Venkman, invece ha dato buca all'ultimo momento.
E ti pareva.


WALTER HILL

L'unico leone della giornata è stato quindi Walter Hill, regista di film d'azione cult come I guerrieri della notte, Driver l'imprendibile, I guerrieri della palude silenziosa, 48 ore e Danko, che ha tenuto la seconda masterclass con il pubblico dopo quella di Paul Verhoeven. Hill, regista solido e vecchio stampo, rigoroso e maestro nel costruire le scene d'azione, ha commentato i suoi film, ha risposto alle domande del pubblico e presentato il suo ultimo film, Bullet to the head, con protagonisti Sylvester Stallone e Jason Momoa.
Un incontro interessante, che ha dimostrato ancora una volta come questa sia la vera arma vincente del Festival di Roma: gli incontri con i grandi registi.


Walter Hill


A domani con l'ultima giornata di concorso.

giovedì 15 novembre 2012

Diario di un Festival - DAY 6 - STALLONE, STALLONE E ANCORA STALLONE


Finalmente arrivò.
Il giorno che ha dato un senso a questa settima edizione del Festival di Roma.
Il giorno in cui la folla è finalmente andata in delirio.
Il giorno di Stallone.

Unica vera grande star internazionale giunta a solcare il tappeto rosso dell'Auditorium Parco della Musica, Sylvester Stallone si è dimostrato un vero e proprio mattatore: lampadatissimo, siliconato a più non posso, fasciato da un completo grigio a righe con camicia rosa da vero pimp del Festival, con risata storta e parlantina sciolta, lui, l'unico inimitabile Sly ha portato un po' di polvere di stelle a Roma.
Ed è tutto dire.

Sylvester Stallone

Pieno di entusiasmo e di piacioneria da star, Stallone ha dimostrato, durante la conferenza stampa di Bullet to the head, nuovo esplosivo film di Walter Hill, la vera differenza che c'è tra gente di cinema e star mondiali: tutti sono andati in visibilio, tutti volevano un pezzetto del mitico Rambo-Rocky-Barney Ross.
Compresa la sottoscritta.
Dopo una conferenza-spettacolo in cui ha parlato della sua rivalità con Schwarzenneger, di come si mantiene in forma (si ammazza di palestra n.d.r.) e di come in casa sia l'unico maschio, insieme al cane castrato, in un mare di mogli, figlie e domestiche.
Testosterone a mille.

Incredibilmente, scalciando e scalpitando in un mare di giornalisti assatanati, sono riuscita a farmi autografare il cofanetto di Rambo, ed anche qui Sly si è dimostrato all'altezza della sua leggenda: la mia penna non scriveva e, dopo averla praticamente spuntata, ha inciso la sua firma sul mio cofanetto.
Cioè!

il senso del Festival di Roma 2012


Ma non era finita: già dal primo pomeriggio orde di fan di tutte le età hanno cominciato a prendere d'assalto il tappeto rosso.
Ragazzi con guantoni, invasati con striscioni, ragazzini, signori e signore anziane, ragazze con poster e cofanetti, tutti volevano incontrare Sly.
Peccato che, dopo ben 20 minuti di ritardo, Stallone abbia semplicemente salutato tutti, senza fare né foto né autografi. Nel frattempo la gente è stata presa da isteria collettiva, con persone che saltavano da tutte le parti, urlavano, correvano, chiamavano la mamma.
Puro delirio.
E nel delirio ho scoperto che ci sono molti più fan di Rocky che di Rambo: perché?!


NON SOLO STALLONE

Anche se questo è stato senza dubbio l'apice del Festival, non è stata solo la giornata di Stallone.

MICHAL SKOLIMOWSKI

Il regista polacco Michal Skolimowski, figlio di Jerzy Skolimowski, ha presentato il film Ixjana, scritto e diretto con il fratello Josef. Arrivato con un muso lungo terribile alla conferenza stampa, il regista si è dimostrato scostante, infastidito e si è rifiutato di usare le cuffie per la traduzione, con un certo disgusto. Un personaggio di un'antipatia incredibile.

Michal Skolimowski

Solo dopo ho scoperto che il regista è venuto da solo al festival perché il fratello Josef è morto pochi mesi fa. Michal ha quindi sfilato sul tappeto rosso con la foto di Josef.
Ecco il perché di quell'atteggiamento.
Tutti ci siamo sentiti un po' cattivi quando l'abbiamo scoperto.

Michal Skolimowski sul red carpet con la foto del fratello Josef



MATTHEW MODINE

Matthew Modine, che avevo già incontrato il secondo giorno all'inaugurazione della mostra fotografica Full Metal Diary, ha tenuto la conferenza stampa del documentario Full Metal Joker e si è dimostrato veramente una persona di spessore: impegnato politicamente, Modine non ha paura di dire quello che pensa e parla costantemente della sua campagna personale contro ogni guerra. Elegante, calmo e logorroico, Modine incanta con le sue parole oneste e piene di cultura. Peccato che ad ascoltarlo ci fosse nemmeno un decimo dei giornalisti venuti per sentire Stallone.

Matthew Modine



E LA CHIAMANO ESTATE


Poteva mancare anche la nota trash della giornata?
Tra le numerose conferenze stampa di oggi si è svolta anche quella di E la chiamano estate, film diretto da Paolo Franchi con Isabella Ferrari (e le sue parti intime) protagonista(e).
Critica in delirio. Ma non in senso buono.
Il film di Franchi è talmente imbarazzante che durante la proiezione sono volati insulti, risate isteriche, schiamazzi vari, cori da stadio, epiteti non molto lusinghieri nei confronti della Ferrari, gente che malediceva Franchi e tutti i suoi avi. Una cosa mai vista.
In conferenza stampa non è andata meglio: diversi giornalisti hanno detto apertamente a Franchi che il suo film è orribile, causando l'ira del regista che ha esortato ad andarsene tutti quelli cui il film non è piaciuto.
Schegge di follia.


E questo è tutto anche per oggi.
A domani con Bill Murray e Walter Hill.
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