domenica 30 agosto 2009

Una notte da leoni


Ebbene si lo ammetto.

Anche io mi sono ammazzata dalle risate!

Me ne vergogno quasi...ma è stato più forte di me!

Erano dai tempi di quel capolavoro di Zoolander (sì per la sottoscritta è un capolavoro e non ammetto repliche) che una commedia demenziale americana non mi faceva ridere così (anche se dalla regia mi dicono di vedere 2 single a nozze che pare meriti).

Anche se non tocca le vette di Derek e soci, questo The Hangover è una vera chicca estiva, perfetto per andare a cazzeggiare con gli amici, magari imbottiti di birra, e farsi quattro risate (purtroppo io non ero imbottita di birra ma ho riso lo stesso).

L'assunto è intrigante: quattro amici vanno a Las Vegas per l'addio al celibato di uno di loro, ma dopo i primi bicchierini c'è uno stacco inaspettato che ci porta direttamente alla mattina dopo. Nessuno ricorda l'accaduto, il futuro sposo è sparito, la stanza d'albergo è distrutta e per il bagno gira una tigre enorme. Il resto della pellicola è un susseguirsi di scenette assurde ed estremamente divertenti alla ricerca della verità: che cazzarola è successo la notte scorsa?!


Ed Helms, Bradley Cooper e Zach Galifianakis


Certi momenti sono spettacolari: il bambino con gli occhiali è un mito, tutta la scena alla stazione di polizia, quella finale alla Rain Man, il cinese - oddio il cinese!!! (“Panzòne!”..aahhahahah!)- e l'entrata a effetto di Mike Tyson. Ma soprattutto c'è LUI: Alan “Fat Jesus” Garner è il mio nuovo mito personale, un grande, fantastico, idiota, demente, pazzo...UN GENIO! Voglio un amico uguale: vi immaginate le risate ogni volta?! Lui da solo potrebbe reggere tutto il film, con quegli occhiali, quel barbone, quel borsello che: “Non è una borsa è un satchel, ce l'ha anche Indiana Jones!”, quel discorso fenomenale sul tetto...Che personaggio!

Insomma sarà pure una notte da coglioni, ma ci si diverte alla grande.

La vera genialata comunque è lo stratagemma delle foto: non alzatevi subito ai titoli di coda come fa il 70% dei burini che becco al cinema, prima di tutto perchè potreste disturbare i cinefili come me che se non vedono i titoli di coda fino ai ringraziamenti per cani, comuni e mazzi vari sbroccano, poi perchè il film praticamente è tutto nel finale.

E un'ultima cosa: ma la gallina?! La gallina che ci faceva lì?! Lo voglio sapere!!!!!!!!!!


La citazione: "Io mi ritengo un tipo un po' solitario… diciamo che tendo a definirmi un branco con un lupo solo!"

Voto: ♥♥♥

venerdì 28 agosto 2009

Citazione cinematografica n. 77

"Grace: Se c'è una città senza la quale il mondo starebbe meglio è questa qui.
Gangster: Sì?
Padre: Uccidi tutti e brucia la città.
Grace: Ah...
Padre: Cosa c'è? C'è altro tesoro?
Grace: C'è una famiglia con dei bambini. Uccidi i figli prima e fà che la madre guardi. Dille che ti fermerai se riuscirà a trattenere le lacrime. Questo glielo devo."

da: Dogville


Nicole Kidman

Titolo originale: Id.
Regia: Lars von Trier
Anno: 2003
Cast: Nicole Kidman, Paul Bettany, Lauren Bacall, Patricia Clarkson, Jeremy Davies, Ben Gazzarra, Chloe Sevigny, Stellan Skarsgard, James Caan

giovedì 27 agosto 2009

Regime

Tutte le sei reti televisive principali italiane hanno deciso di non mandare in onda il trailer del documentario Videocracy, di Erik Gandini, che sarà trasmesso all'imminente Festival di Venezia e uscirà nelle sale italiane il prossimo 4 settembre.

Da Mediaset era facile aspettarselo, ma che addirittura la Rai, che prevede spot per il cinema e la sua diffusione, rifiuti di mandare in onda il trailer perchè: "Si tratta di un film politico che attacca il governo" è una cosa indecente.

Invito tutti quelli che ne hanno la possibilità di diffondere il trailer in rete il più possibile.

Perchè in un paese libero è inammissibile che accada una cosa del genere!




venerdì 21 agosto 2009

Citazione cinematografica n. 76

"Amare è soffrire. Se non si vuol soffrire non si deve amare. Però allora si soffre di non amare, pertanto amare è soffrire, non amare è soffrire e soffrire è soffrire. Essere felici è amare, allora essere felici è soffrire, ma soffrire ci rende infelici, pertanto per essere infelici si deve amare o amare e soffrire o soffrire per troppa felicità... io spero che tu stia prendendo appunti..."

da: Amore e Guerra

Diane Keaton

Titolo originale: Love and Death
Regia: Woody Allen
Anno: 1975
Cast: Woody Allen, Diane Keaton, Georges Adet, Frank Adu, Edmond Ardisson

martedì 18 agosto 2009

Approfondimento cinema: Nicole Kidman

L'ultima grande diva dello schermo


Pelle di porcellana, occhi blu, espressione imbronciata e fisico da indossatrice: Nicole Kidman è una creatura talmente bella ed eterea da sembrare di un altro pianeta.

Alta e slanciata, ad una prima impressione fredda e distaccata, l'australiana più famosa del mondo ha lavorato duro per arrivare nell'Olimpo del cinema.


I primi passi


Nata nelle Hawaii da una colta famiglia borghese - il padre è un professore impegnato nella ricerca sul cancro e la madre infermiera - e trasferitasi a quattro anni in Australia, la giovanissima Nicole aveva il sogno di diventare una ballerina classica. Da adolescente però scopre la recitazione e si chiude nel mondo fantastico del teatro, sfuggendo dai suoi coetanei che vedendola così alta e pallida la prendono in giro chiamandola “la cicogna”.

Nel teatro la Kidman trova la sua vera dimensione: si iscrive allora al Philip Street Theater, dove conosce Jane Campion, futura regista. La Campion la incoraggia a tentare la strada del cinema ed è così che a 16 anni Nicole Kidman debutta sul grande schermo in Bush Christmas.

Nicole viene così ingaggiata in diverse produzioni australiane e prende parte a diverse serie televisive. Per seguire la sua carriera abbandona la scuola, salvo poi interrompere il suo lavoro di attrice quando alla madre viene diagnosticato un tumore al seno.

Quando la madre si rimette, Nicole può tornare a lavorare, e tra le altre cose, gira un film italiano dal titolo Un'australiana a Roma.


Una giovanissima Nicole Kidman agli esordi in La banda delle BMX


L'ingresso a Hollywood


Creatasi una certa fama in madre patria, la Kidman viene finalmente notata da agenti americani e nel 1989, a 22 anni, fa il suo esordio a Hollywood al fianco di Sam Neill nel claustrofobico Ore 10: calma piatta. Nel film di Phylip Noice la Kidman è una giovane donna sequestrata su una barca: nonostante la giovane età, l'attrice australiana si fa notare per la sua grande intensità, delineando un personaggio che ricorda le eroine di Hitchcock.

La grande notorietà arriva l'anno successivo: nel '90 gira Giorni di Tuono di Tony Scott al fianco della più popolare star americana dell'epoca, Tom Cruise. Con Cruise sono scintille non solo sullo schermo: i due si sposano la vigilia di Natale dello stesso anno.

Il grande ritorno mediatico dell'unione con Cruise da una parte la rende famosissima, dall'altra sembra offuscare il suo grande talento, perchè ora viene vista soltanto come “la signora Cruise”.

I due adottano due bambini, Isabella e Connor, e non riescono ad evitare fastidiosi pettegolezzi sul loro presunto falso matrimonio.

Nel frattempo però la Kidman continua a lavorare a pieno ritmo: nel '91 recita al fianco dell'immenso Dustin Hoffman in Billy Bathgate, dove si concede anche il lusso di un nudo integrale; nel '92 è di nuovo al fianco di Cruise in Cuori ribelli di Ron Howard, storia d'amore epica sullo sfondo della conquista del west; nel '93 è una perfida manipolatrice in Malice – il sospetto e la moglie di Michael Kiton in My life.


Nicole Kidman e Tom Cruise in Giorni di tono di Tony Scott


Il successo


E' nel '95 però che arriva la svolta: dopo essersi confermata una delle bellezze più ammirate di Hollywood in Batman Forever, Gus Van Sant le dà la possibilità di dimostrare tutto il suo poliedrico e prezioso talento in Da morire. La sua interpretazione della cinica e determinata Suzanne, considerata una delle migliori della storia del cinema, fa breccia nella diffidenza della critica e assurge la Kidman all'Olimpo delle attrici che contano, tanto che viene premiata con il Golden Globe.

Nel '96 riconferma il suo potenziale drammatico nella strepitosa interpretazione di Isabel Harcher nel film di Jane Campion - nel frattempo diventata una regista di successo - Ritratto di signora. Quella con la Campion è una collaborazione fortunata, che la rende credibile come intensa attrice drammatica, infatti l'immersione dell'attrice in questo ruolo è tale che per due settimane dopo la fine delle riprese deve riposarsi per esaurimento nervoso.

Dopo i successi commerciali The Peacemaker, al fianco di George Clooney, e Amori & incantesimi con Sandra Bullock, arriva l'occasione della vita: Stanley Kubrick la vuole nel suo ultimo film Eyes Wide Shut. Il più grande regista di tutti i tempi riconosce nella Kidman un talento raro, una capacità di analisi psicologica fuori dal comune e una grazia quasi innaturale, tanto da consigliarle di “coltivare e proteggere il suo talento”.

Nel film del maestro Kubrick la Kidman recita per la terza volta al fianco del marito Tom Cruise, surclassandolo di diverse lunghezze. La sua interpretazione di Alice, donna misteriosa e ambigua, intrappolata tra sogno e realtà, è talmente viva e potente da togliere dubbi anche al più acerrimo detrattore: Nicole è una grandissima attrice.


Nicole Kidman in Eyes wide shut di Stanley Kubrick


La consacrazione


Ma è il 2001 l'anno della consacrazione: in questo anno la Kidman recita in tre ruoli fondamentali della sua carriera: in Birthday Girl è una ragazza russa che raggira un timido inglese, ruolo per cui ha imparato il russo; in The Others si cimenta con l'horror dando un'interpretazione perfetta della madre paranoica e bigotta; in Moulin Rouge! Di Baz Luhrmann raggiunge l'apice artistico ed estetico. Nel caleidoscopico e dirompente film di Luhrmann, che fa tornare di moda il musical, la Kidman è Satine, prima ballerina del Moulin Rouge, coinvolta in una struggente storia d'amore con il poeta Christian, impersonato da Ewan McGregor. In questo film la Kidman balla, canta e recita al suo massimo, facendo scoprire al mondo anche notevoli doti canore e splendendo di una bellezza perfetta sullo schermo.

La Kidman vince per la sua splendida Satine il Golden Globe e arriva anche la nomination Oscar, ma il premio le è letteralmente scippato da Halle Berry.

L'anno dopo però arriva la rivincita: nel film di Stephen Daldry, The Hours, l'attrice è Virginia Woolf, ruolo per il quale si fa imbruttire e impara a scrivere con la mano destra, essendo mancina, con cui viene di nuovo candidata all'Oscar.

Il dorato zio Oscar arriva, per ricoprire di gloria sempiterna questa ricercata ed elegante attrice.

Disposta a rinunciare al suo salario da grande star se il ruolo la conquista, la Kidman va nella vecchia Europa per girare Dogville, con il regista danese Lars Von Trier.

La sua Grace, all'inizio spaesata e innocente e alla fine spietata, è una delle sue interpretazioni migliori, sofferta e allo stesso tempo sadica.

Questo però è anche il periodo in cui il suo matrimonio con Tom Cruise finisce, dopo dieci lunghi anni. In seguito la Kidman ha una relazione con il cantante Lenny Kravitz e nel 2006 si sposa con il cantante country Keith Urban da cui ha una figlia, Sunday Rose.


Nicole Kidman in Moulin Rouge! di Baz Luhrmann


I film più recenti


Raggiunta la vetta del mondo, Nicole Kidman si può permettere il lusso di poter alternare film d'autore, blockbuster e piccole produzioni indipendenti con disnvoltura: in La macchia umana, tratto dal libro di Philip Roth, recita con Anthony Hopkins, in Birth dà scandalo per una presunta scena di pedofilia, in Ritorno a Cold Mountain di Minghella vive un'intensa storia d'amore con Jude Law, in La donna perfetta di Frank Oz è una manager nevrotica irresistibile e in The Interpreter, ultimo film di Sidney Pollack, divide la scena con Sean Penn.

Negli ultimi anni però non sono mancati i passi falsi: primo fra tutti, il tremendo errore di ricorrere alla chirurgia plastica, che ha snaturato i delicati lineamenti dell'attrice e diminuito la formidabile mobilità del suo viso, e alcuni film sbagliati come Vita da strega, The invasion e La bussola d'oro.

Il miglior ruolo della Kidman negli ultimi anni è la Margot di Il matrimonio di mia sorella, nel film di Noah Baumbach, rimasto inedito in Italia, dove l'attrice torna a recitare per sottrazione, dando al suo personaggio il mistero e il fascino che da sempre sono il suo marchio di fabbrica.

Nell'ultimo anno è tornata a lavorare con Baz Luhrmann nell'epico e mastodontico Australia, storia d'amore e di magia sulla sanguigna terra dei canguri, in cui amoreggia con il sexy Hugh Jackman.

Nicole Kidman in Il matrimonio di mia sorella di Noah Baumbach


Altri progetti


Non solo film: dopo aver rivelato le sue doti canore in Moulin Rouge!, la Kidman ha preso parte ad una canzone del cantante inglese Robbie Williams, Something Stupid, e cantato anche in Happy Feet e nel nuovo musical di Rob Marshall, Nine, che vedremo l'anno prossimo.

Vista anche la sua bellezza, in molti l'hanno voluta come testimonial: Balenciaga, Schweppes, Sky e Chanel l'hanno scelta come volto delle loro campagne pubblicitarie.

In particolare grazie allo spot per il profumo Chanel n.5, girato dal fedele Luhrmann con abiti disegnati da Karl Lagherfield, la Kidman è entrata nel guinness dei primati come attrice più pagata per uno spot, avendo incassato la vertiginosa cifra di 12 milioni di dollari per 3 minuti di girato!

Bella, intelligente, elegante, sempre perfetta e artista sensibile e completa, Nicole Kidman ha l'allure e il fascino delle dive immortali di Hollywood, forse l'unica che oggi può unire al grande talento una bellezza sofisticata e classica.

E' lei l'unica vera diva del cinema contemporaneo.


Nicole Kidman nello spot di Chanel n.5 girato da Baz Luhrmann


Pubblicato su MPnews.it

venerdì 14 agosto 2009

Citazione cinematografica n. 75

"Ora non combatto più per niente, meno che per me. Mi interessa solo una cosa: me stesso."

da: Casablanca

Humphrey Bogart

Titolo originale: Id.
Regia: Michael Curtiz
Anno: 1942
Cast: Humphrey Bogart, Ingrid Bergman, Paul Henreid, Dooley Wilson


lunedì 10 agosto 2009

G.I. Joe - La nascita dei Cobra


Dopo l'enorme successo di Transformers era impossibile per Hollywood non seguire il filone d'oro di famosi giocattoli resi vivi sul grande schermo. Così dopo le Tartarughe Ninja, i Power Rangers e i già citati Transformers, arrivano al cinema anche i militari della serie G.I. Joe.

Nati negli anni '60 come risposta maschia alla platinata Barbie, i G.I. Joe hanno ben presto ottenuto un grande successo tanto da meritarsi una seconda vita tramite serie di fumetti e cartoni.

Nel 2009 arriva anche la consacrazione della celluloide: ripescati i personaggi più riusciti, modernizzati gli accessori e scritta una storia ambientata in un futuro non troppo lontano, la squadra degli G.I. Joe è la risposta in carne e ossa ai Transformers.

I Joes

Duke (Channing Tatum), incaricato di proteggere una devastante arma di nuova generazione, si trova invischiato insieme all'amico Ripcord (Marlon Wayans) nella lotta tra i soldati scelti G.I. Joe e i terroristi internazionali capitanati dalla bella e quanto mai letale Baronessa (Sienna Miller).

Duke mette le sue grandi potenzialità al servizio della squadra e nel farlo deve fare i conti con i fantasmi del passato.

La trama è piuttosto esile è vero, ma il ritmo della pellicola e la sua spettacolarità sono molto allettanti: questo al cinema è decisamente l'anno della fantascienza e dopo i bellissimi Watchmen, Star Trek e Terminator Salvation, G.I. Joe compie egregiamente il suo sporco lavoro, regalando due ore di adrenalina pura. Alcune sequenze lasciano senza fiato, su tutte quella ambientata a Parigi.

Vera risorsa della pellicola sono inoltre i personaggi: contrariamente a quanto si potesse pensare, gli sceneggiatori si sono dati da fare per caratterizzare e rendere accattivanti dei semplici pupazzi di plastica. Ogni personaggio viene approfondito con diversi flashback e reso riconoscibile da tic, accessori o battute. I protagonisti sono tutti più o meno connessi tra loro e ognuno ha un conto in sospeso da risolvere.


Sienna Miller

Su tutti spicca il personaggio della Baronessa interpretato dalla splendida Sienna Miller: oltre che per le curve pericolose incorniciate da una peccaminosa e aderentissima tutina di pelle, la Baronessa si fa notare per la sua anima selvaggia contrapposta a una grazia quasi fragile ed eterea, ma allo stesso tempo crudele e violenta. Era da tanto che non si vedeva una super-cattiva al cinema.

Ottimo tutto il cast: oltre ai volti giovani di Sienna Miller, Channing Tatum, Rachel Nichols e Byung-hun Lee, troviamo star affermate come Dennis Quaid e Marlon Wayans, che offre i momenti più divertenti del film. I fan di Lost riconosceranno inoltre il mitico Mr. Eko, ovvero Adewale Akinnuoye-Agbaje, e Saïd Taghmaoui, visto nella quinta stagione della serie.

Channing Tatum

A dirigere c'è Stephen Sommers che, dopo la serie della Mummia – il cui protagonista Brendan Fraser compare in un piccolo cameo – e il blockbuster vampiresco Van Helsing, si cimenta di nuovo con l'azione e questa volta migliora sicuramente in ritmo e vivacità, realizzando un film di pura azione ad alto tasso di spettacolarità e divertimento.

Consigliato agli amanti del genere e non, perché è bello andare al cinema anche per mangiare pop-corn e divertirsi senza pensieri con pellicole d'intrattenimento ben realizzate come questa.


La citazione: "The Baroness: It has only just begun..."

Voto: ♥♥1/2

Uscita italiana: 11 settembre 2009

Pubblicato su Cineforme.it


La voglio!!!

Devo assolutamente procurarmi una tutina di pelle nera come quella di Sienna Miller in G.I. Joe - La nascita dei Cobra!

venerdì 7 agosto 2009

Citazione cinematografica n. 74

"Mai fidarsi dei trapezisti... Ti mollano all'ultimo momento."

da: Il favoloso mondo di Amelie

Audrey Tautou



Titolo originale: Le fabuleux destin d'Amélie Poulain
Regia: Jean-Pierre Jeunet
Anno: 2001
Cast: Audrey Tautou, Mathieu Kassovitz, Serge Merlin, Jamel Debbouze

mercoledì 5 agosto 2009

Il matrimonio di mia sorella

Nicole Kidman e i parenti serpenti

Può un film con protagonista Nicole Kidman affiancata da attori come John Turturro e Jack Black non venire distribuito in Italia?

A quanto pare si.

Misteri del folle mondo della distribuzione italiana.

La pellicola in questione è Il matrimonio di mia sorella, diretto da Noah Baumbach - lo stesso regista dell'acclamato Il calamaro e la balena - e uscito nel nostro paese solo recentemente in dvd.

Il regista di New York torna a parlare di quello che conosce meglio: la famiglia.

Per farlo si affida a due attrici di prima categoria: Nicole Kidman, nel ruolo della protagonista, Margot, una scrittrice di successo, e di Jennifer Jason Leigh, che nella vita reale è sua moglie.

Margot è dunque una famosa scrittrice, con alle spalle un matrimonio fallito, un figlio adolescente e un amante. Quando la sorella Pauline decide di sposarsi, Margot va a trovarla dopo anni nella loro casa d'infanzia per conoscere il futuro cognato Malcom (Jack Black).

Incapace di non sentenziare su tutto e tutti, Margot porta scompiglio nella vita dei futuri coniugi: giudicando Malcom un fallito e un incapace, cerca di convincere Pauline a non sposarlo e per farlo ricorre perfino a meschinità e bugie, il tutto sotto gli occhi attoniti del figlio Claude.


Nicole Kidman


La famiglia secondo Baumbach è la fonte principale di angosce e complessi che ognuno di noi si porta dietro: nel film il giovane Claude si trova compresso tra un padre assente e una madre troppo ingombrante, dalla quale non riesce a staccarsi e da cui allo stesso tempo vorrebbe rendersi autonomo. La saccente e colta Margot, a sua volta, da un lato vorrebbe la felicità del figlio e della sorella e dall'altro cova l'inconfessabile desiderio che i due non realizzino i loro sogni, perchè questo sottolineerebbe la sua infelicità. Pauline al contrario è la sorella cresciuta con il complesso di Margot, da un lato l'ha idealizzata e dall'altro la invidia, è quella che non è riuscita a staccarsi dal nido familiare, che vive ancora tra gli oggetti dei genitori nella casa in cui è cresciuta.

In questo clima teso si aggiunge l'incombente e primitiva ostilità dei vicini, visti quasi come creature misteriose, a simboleggiare la distanza che c'è tra il mondo esterno e il nucleo familiare.


Jennifer Jason Leigh e Jack Black


Baumbach descrive tutto questo in modo garbato e lucido, non cedendo a facili drammatizzazioni e dosando dialoghi e situazioni. Tutto nel film sembra accadere senza una particolare ragione, piccoli e, apparentemente, insignificanti dettagli si succedono l'un l'altro ricostruendo l'atmosfera di realismo e intimità che si respira nei film di Bergman e Rohmer.

In più il regista può contare su un grandissimo cast: la Kidman offre la migliore interpretazione degli ultimi anni, rendendo la sua Margot frustrata, nevrotica, prepotente, saccente e ironica, costruendo così un personaggio a tutto tondo; Jennifer Jason Leigh è la spalla ideale per l'attrice australiana, la sua Pauline è fragile e insicura e Jack Black, qui in uno dei suoi pochi ruoli drammatici, dimostra di essere un attore completo e si ritaglia con molta grazia e mastria un posto tra queste due splendide attrici. Da notare anche il cammeo, seppur brevissimo, di John Turturro.

Un film intelligente, colto, ben calibrato, ben scritto, assolutamente da recuperare e che rielabora il cinema intimista europeo secondo il gusto della produzione indipendente americana.


La citazione:

"- Mamma sei fatta?

- Solo un pò...

- Non mi piace."


Voto: ♥♥♥♥

Pubblicato su MPnews.it

lunedì 3 agosto 2009

Inglourious Basterds – Bastardi senza gloria


Tarantino: genio o paraculo?
Negli ultimi giorni mi sono trovata a dover discutere di questo.
I detrattori di Quentin gli imputano di essere nient'altro che un vile copione, di razziare da film altrui e di non avere nulla di innovativo.
Secondo me Quentin è un grande perchè è un po' genio e un po' paraculo: è vero, prende spunto da diversi autori, da Leone, dal cinema orientale, dai film di serie b, ma riesce a rielaborare il tutto creando un mix che è allo stesso tempo cinefilo e attuale.
Un po' come i giapponesi: copiano, ma migliorano sempre tutto.

Bastardi senza gloria è una pellicola fondamentale nella carriera del regista americano perchè segue la cifra stilistica riconoscibilissima di Tarantino grazie a vari elementi – la suddivisione in capitoli come in Kill Bill (i titoli sono nello stesso carattere!), la musica epica da film western, le scene pulp, le battute fulminanti, i personaggi super-caratterizzati - ma allo stesso tempo se ne discosta, costruendo una storia più matura e complessa.

Christoph Walz

Siamo alla vigilia della Seconda Guerra Mondiale. La Francia è occupata dai nazisti. Il colonnello Landa perlustra il territorio alla ricerca di ebrei da deportare.
1944: Shosanna, una ragazza ebrea la cui famiglia è stata sterminata, medita la sua vendetta.
Nel frattempo, un gruppo di ebrei americani chiamati “I bastardi” svolge la sua piccola guerra personale andando a caccia di nazisti. A capo della banda c'è Aldo Raine, un Brad Pitt con sguaiato accento del Tennessee e desideroso di avere tra le mani gli scalpi dei suoi nemici.

Solo Tarantino poteva riuscirci: in Bastardi senza gloria la Seconda Guerra Mondiale diventa un modo per raccontare la frontiera e la lotta in stile vecchio west, dove questa volta i cowboys sono i nazisti e i bastardi i pellerossa.

A metà tra film di guerra, citazione cinefila e parodia, la pellicola è un vero piacere per gli occhi: Tarantino costruisce delle scene spettacolari, di grande maestria, in cui è palpabile tutto il suo grande amore per il cinema. Vero capolavoro il primo capitolo della storia.

Melanie Laurent

Fantastici i personaggi: Tarantino si riconferma abilissimo nel costruire personaggi memorabili, in grado di rimanere impressi anche se hanno pochissime scene. A farla da padrone è il terribile colonnello Landa interpretato superbamente da Christoph Walz: una vera scoperta.
Divertente il personaggio di Brad Pitt e fantastica tutta la banda dei Basterds: su tutti il laconico Stilglitz e il mitico “The Jewish Bear”.
Da menzionare anche i bellissimi personaggi femminili per una volta non piatte figurine di contorno ma personaggi mossi da forti passioni e splendidamente interpretati dalle biondissime Melanie Laurent e Diane Kruger. Tarantino è uno dei pochissimi autori a costruire donne memorabili, accattivanti e a tutto tondo. Non a caso molte delle eroine di celluloide più riuscite degli ultimi anni sono proprio le protagoniste dei suoi film.

Da vedere rigorosamente in lingua originale perchè nel film si parlano la bellezza di quattro lingue – compresa l'italiano in uno dei momenti più divertenti del film – e la differenza tra i vari accenti è molto importante ai fini della storia. Col doppiaggio sicuramente la pellicola perderà molto del suo fascino.

E ora andiamo a procurarci un bel po' di scalpi!


La citazione: "Each and every man under my command owes me one hundred Nazi scalps... and I want my scalps!"

Voto: ♥♥♥♥♥

Uscita italiana: 2 ottobre 2009

sabato 1 agosto 2009

Il mistero della pietra magica


Dopo averci regalato, con Planet Terror, un capolavoro horror, gore, splatter ironico ed inquietante, Rodriguez torna dietro la macchina da presa con un'opera talmente diversa dalla precedente da rasentare la schizofrenia. Abbandonati zombies assassini e pustole ulcerose, Rodriguez si concentra sulla storia di un gruppo di ragazzini che ormai hanno perso il contatto con la realtà e non conoscono giochi che non siano quelli virtuali.

A Black Falls infatti tutti sono costantemente collegati al Black Box, un cubo nero che può svolgere i compiti più disparati, dal normale cellulare al wolki tolkie. La Black Box è un'invenzione di Mr. Black (James Spader), che controlla tutta la città. Mentre i loro genitori sono impegnati a farsi la guerra tra nuove proposte di marketing e progetti per Mr. Black, Loogie, Lug, Laser, Toe, Nose e Helvetica trovano una pietra magica dai colori arcobaleno in grado di esaudire i desideri.


Leo Howard, Trevor Gagnon e Rebel Rodriguez


I ragazzi così, abbandonati videogiochi e console, si ritrovano catapultati in un'avventura surreale, in cui prendono vita caccole giganti e i coccodrilli imparano a camminare sulle zampe posteriori.

I veri guai però cominciano quando gli adulti si impadroniscono della pietra e cominciano a desiderare cose che mettono a repentaglio la vita di tutti.

Diviso in più capitoli non necessariamente in ordine cronologico - come l'illustre amico Tarantino ha insegnato - il film è una favola moderna per bambini, in cui alla freddezza dei videogiochi si contrappone il gusto ormai in via di estinzione per i giochi fatti all'aria aperta, in cui il contatto con gli amici è fisico e coinvolgente.

Il contrasto tra la scura e squadrata Black Box e la rotonda, levigata e coloratissima pietra magica - oltre a sembrare uno spot Microsoft contro Apple – sottolinea la differenza tra l'infanzia vissuta a contatto con gli altri e con l'ambiente esterno di chi oggi è grande e quella che vivono invece i bambini nati negli anni 2000, dove a otto anni hanno già cellulare, computer e diverse console per videogiochi.


Jake Short, Trevor Gagnon, Jimmy Bennett, Kat Dennings e William H. Macy

Rodriguez scrive, dirige, compone la musica, controlla gli effetti speciali e la fotografia: il regista texano è un bambinone che adora stare dietro la macchina da presa e sia che utilizzi il fumetto come in Sin City, l'horror come in Planet Terror e Dal tramonto all'alba, o che parli di bambini come in Spy Kids, il filo che accomuna tutta la sua opera è il divertimento.

Il film, considerato nel suo contesto - si tratta di una pellicola destinata esclusivamente ai bambini -, compie egregiamente il suo sporco lavoro.

Anche se, pur senza videogiochi, cellulari ed effetti speciali, i Goonies restano tutta un'altra cosa.



La citazione: "Dobbiamo stare attenti a cosa desideriamo!"

Uscita italiana: 21 agosto 2009

Voto: ♥♥1/2

Pubblicato su Cinema4stelle.it
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