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lunedì 2 febbraio 2015

“ITALIANO MEDIO”: VIDEOINTERVISTA A MACCIO CAPATONDA

Abbiamo incontrato il regista, sceneggiatore e attore Marcello Macchia, in arte Maccio Capatonda, all’esordio cinematografico con Italiano Medio, film ispirato al suo omonimo corto del 2012. Con lui anche Luigi Luciano ed Enrico Venti, ovvero Herbert Ballerina e Ivo Avido, compagni di set inseparabili fin dai tempi dei primi trailer satirici caricati su YouTube. 

Maccio Capatonda


Da quasi dieci anni la webstar più nota e famosa d’Italia, Maccio Capatonda, nome d’arte di Marcello Macchia, con la società di produzione Shortcut Productions, fondata insieme all’amico Enrico Venti, produttore esecutivo e attore dei suoi video con il soprannome di Ivo Avido, ha creato un suo stile riconoscibile e personale, anche grazie alla creazione di personaggi entrati nell’immaginario collettivo come Mariottide e Padre Maronno.

Appassionato bulimico di cinema e televisione, Macchia è ideatore, sceneggiatore, regista, attore e montatore dei suoi video: un talento a tutto tondo che non poteva non fare il grande salto dal web al cinema. Ampliando l’idea dell’omonimo corto del 2012, andato in onda nel corso della trasmissione Ma anche no, condotta da Antonello Piroso, Macchia ha realizzato il suo primo lungometraggio, Italiano Medio, che racconta la storia di Giulio Verme, idealista vegano che si batte per l’ambiente ma non è preso sul serio da nessuno, nemmeno dalla fidanzata Franca (Lavinia Longhi), ed è costretto a fare un lavoro insoddisfacente. Tutto cambia quando il suo amico Alfonzo (Luigi Luciano) gli fa provare una pasticca che abbassa l’utilizzo del suo cervello dal 20 al 2%, trasformandolo in un cafone senza morale che pensa solo ai reality show, ai videogiochi e a rimorchiare donne. Implacabile, caustico e cattivo, Italiano Medio è una commedia amara, che colpisce in faccia lo spettatore, grazie a personaggi estremizzati ma paurosamente verosimili. 

Abbiamo parlato del film con il regista, sceneggiatore e attore Marcello Macchia e con gli attori Enrico Venti, anche produttore esecutivo, e Luigi Luciano, noto con il soprannome di Herbert Ballerina.





Pubblicato su CIAK.

sabato 17 gennaio 2015

“ITALO”: VIDEOINTERVISTA A MARCO BOCCI E AL CAST

Abbiamo incontrato la regista Alessia Scarso e gli attori Marco Bocci, Elena Radonicich e Barbara Tabita, protagonisti di Italo, da questa settimana al cinema. Il film è ispirato alla storia vera di un meticcio divenuto un cittadino ufficiale di Scicli, città in provincia di Ragusa 


Pelo color miele, sguardo intelligente e una spiccata propensione a socializzare: Italo Barocco non è una persona, ma per gli abitanti di Scicli, città in provincia di Ragusa, è diventato ben presto un cittadino ufficiale. Comparso dal nulla in paese intorno al 2009, il cane si è fatto subito notare, partecipando alle funzioni religiose in Chiesa, accompagnando a casa le ragazze la sera tardi, facendo da guida ai turisti e guardando i film al cinema come uno spettatore qualsiasi. Adottato dal comune e ribattezzato Italo Barocco, in onore del barocco siciliano, il cane ha ora attirato l’attenzione del cinema. 

A trasformare la storia di Italo in un film è la regista siciliana Alessia Scarso, qui al suo esordio, che ha portato sullo schermo i colori caldi della sua terra, aiutata da un cast composto soprattutto da bambini, dal cane-attore Tomak, addestrato da Massimo Parla, e dagli interpreti Marco Bocci, amato dal pubblico soprattutto grazie al ruolo di Domenico Calcaterra in Squadra Antimafia – Palermo oggi, al suo primo ruolo da protagonista in un film, Barbara Tabita e Elena Radonicich. Bocci è Antonio Blanco, sindaco di Scicli rimasto vedovo, che deve affrontare in campagna elettorale la candidata Luisa Nigro (Tabita), vistosa nei modi e negli abiti, dovendo contemporaneamente gestire la malinconia del figlio Meno e la sua attrazione per la nuova insegnante della scuola elementare, Elena (Radonicich). 

Abbiamo parlato del film con la regista Alessia Scarso e con i protagonisti Marco Bocci, Barbara Tabita e Elena Radonicich.





Pubblicato su Ciak Magazine.

mercoledì 14 gennaio 2015

“HUNGRY HEARTS”: VIDEOINTERVISTA A SAVERIO COSTANZO E ALBA ROHRWACHER

Abbiamo incontrato il regista Saverio Costanzo e Alba Rohrwacher, protagonista del film Hungry Hearts, tratto dal romanzo Il bambino indaco di Marco Franzoso, che esce al cinema dal 15 gennaio già forte di due premi importanti: alla scorsa Mostra di Venezia sia Alba che il co-protagonista maschile Adam Driver hanno vinto la Coppa Volpi come migliori interpreti


Mina (Alba Rohrwacher) e Jude (Adam Driver) si incontrano a New York: protagonisti di un amore tenero e totalizzante, i due si sposano e hanno presto un figlio. Quello che doveva essere un lieto evento si trasforma ben presto in un incubo: Mina, vegana ossessionata dalla purezza e scettica verso la medicina tradizionale, crede che il suo bambino sia speciale e non vada contaminato con l’orrore della carne. La donna alimenta il piccolo solo con cibi di derivazione non animale, causandogli un ritardo nella crescita. Sconvolto dal cambiamento della moglie, Jude si trova nella difficile situazione di dover scegliere tra suo figlio e la donna che ama. 

Amore eccessivo, solitudine, ossessione, inadeguatezza di fronte a un compito difficile e delicato quale è essere genitore: al suo quarto film Saverio Costanzo decide di mettere in scena una storia complessa pronta a far sorgere diversi interrogativi nello spettatore. Per raccontare l’evoluzione di un amore che diventa ossessione, il regista sperimenta con le immagini, usando grandangoli e obiettivi particolari, che deformano i suoi protagonisti col procedere del loro isolamento psicologico. Alba Rohrwacher si lascia plasmare e mutare dall’occhio di Costanzo, con cui è alla seconda collaborazione dopo La solitudine dei numeri primi

Abbiamo parlato del film proprio con Costanzo e Rohrwacher, arrivati alla Casa del Cinema di Roma per presentare il film, nelle sale dal prossimo 15 gennaio.





Pubblicato su Ciak Magazine.

martedì 23 dicembre 2014

“UN NATALE STUPEFACENTE”: VIDEOINTERVISTA A LILLO E GREG

Abbiamo incontrato i protagonisti di Un Natale Stupefacente, 31esimo film di Natale prodotto dalla Filmauro di Aurelio e Luigi De Laurentiis, Lillo e Greg e Ambra Angiolini, insieme al regista e sceneggiatore Volfango De Biasi. 

Fare un cinepanettone diverso è possibile? Il duo comico formato da Lillo e Greg e il regista e sceneggiatore Volfango De Biasi, che hanno già lavorato insieme agli ultimi due “cinepanettoni classici”, ovvero Colpi di Fulmine e Colpi di Fortuna, pensano di sì e questo Natale, che segna il 31esimo anniversario dei film delle feste prodotti dalla Filmauro di Aurelio e Luigi De Laurentiis, si sono imbarcati in una sfida: rinnovare un genere amato quanto criticato. Abbandonata la struttura a episodi e le gag più “corporali” dell’era Boldi e De Sica, il trio si è concentrato su una storia fluida, in cui i diversi protagonisti interagiscono costantemente l’un l’altro.





Pubblicato su Ciak Magazine.

giovedì 23 ottobre 2014

The Jackal, Esposito e Saviano: “Terzo episodio de Gli Effetti di Gomorra sulla gente per spaccare internet”

I videomaker italiani più talentuosi hanno incontrato Salvatore Esposito, alias Genny Savastano, protagonista di “Gomorra – La serie”, l’evento televisivo italiano dell’anno. E ne approfittano per lanciare il terzo episodio di “Gli effetti di Gomorra sulla gente” con una guest star d’eccezione 

Roberto Saviano in "Gli effetti di Gomorra sulla gente 3"


Dopo gli incontri con Maccio Capatonda e i The Pills, Wired Next Cinema, sezione del Festival del Film di Roma dedicata al web e alle novità audiovisive legate a internet e al cinema, ha lasciato il meglio per ultimo: sempre tra le mura di vetro e cemento del museo MAXXI, si è svolto il più atteso degli incontri in cartellone, quello tra i The Jackal, collettivo di videomaker napoletani che sta cambiando il modo di fare spettacolo sul web, e Salvatore Esposito, alias Genny Savastano, protagonista di "Gomorra – La serie", l’evento televisivo italiano dell’anno. 

Ad affiancare Esposito, ormai uno dei talenti più in vista del panorama italiano, tre membri dei The Jackal, i registi Francesco Ebbasta e Giuseppe Tuccillo, e l’attore Ciro Priello, che insieme all’attore hanno realizzato il secondo video di "Gli effetti di Gomorra sulla gente", parodia della serie diretta da Stefano Sollima diventata virale in pochi giorni e vista, in totale, da cinque milioni di persone. Per i fan della saga, che i tre hanno ribattezzato “la trilogia della frittura“, è stato pubblicato su internet anche il terzo, e forse ultimo, capitolo con una partecipazione straordinaria: Roberto Saviano



Esposito e i The Jackal, oltre a essere napoletani, hanno in comune il fatto di amare profondamente il cinema e le storie e di esporsi in prima linea nella battaglia per un’arte più coraggiosa e meno concentrata sul successo facile, come ha detto con decisione Francesco Ebbasta: “Ormai in Italia si fa tv perché si deve fare: ci sono bravissimi registi, attori e sceneggiatori che sono parcheggiati lì senza poter fare qualcosa di veramente valido. Sono un grande fan di Breaking Bad, ma se io proponessi a qualche produttore italiano la storia di un professore di chimica malato di cancro che spaccia metanfetamina mi direbbero: facciamo che è una suora e spaccia caramelle. I nostri video su Gomorra per certi versi sono stati anche controproducenti: ci hanno proposto di fare un film tutto incentrato su camorristi divertenti. A noi non interessa: se dobbiamo fare un film vogliamo affrontare una storia seria che ci piace. Non vogliamo fare come Frank Matano o Willwoosh, che sono arrivati al cinema con storie deboli, anche se comunque fanno soldi”. Dello stesso parere Esposito: “Dopo Gomorra mi hanno proposto lo stesso identico ruolo in progetti diversi: è assurdo, anche un bambino capirebbe che è una cosa negativa. Robert De Niro ha detto che la carriera di un attore la fanno le sue scelte: io sono disposto anche ad aspettare a lungo per il prossimo ruolo giusto”. 

Idee chiare e sogni precisi, che sono quelli coltivati fin da bambini: “Tutto è partito da me, Alfredo (Felco, addetto agli effetti speciali e post-produzione), Ciro e Simone (Ruzzo, attore)” ha confessato Francesco: “Da ragazzini abbiamo preso in prestito la telecamera del padre di Simone e abbiamo girato un corto in cui Ciro si cacava sotto. Invece di giocare a pallone giravamo video ed eravamo gli sfigati della scuola. Proiettavamo i nostri video nell’aula magna della scuola: nel secondo corto che abbiamo fatto c’era Simone che vomitava. Poi grazie all’avvento di YouTube nel 2005 abbiamo cominciato a caricare video lì e tutto è diventato sempre più serio”. Anche Salvatore sognava il cinema da piccolo: “Sono il classico bambino che sognava di fare l’attore: per me la recitazione è un’arte, il talento è il punto di partenza ma c’è bisogno dello studio. Dentro di me non c’è mai stata la certezza del fatto di potercela fare: ho lavorato in una catena di fastfood fino a 24 anni, pensavo che fare l’attore fosse troppo difficile. A 24 anni però ho avuto una scossa: ho detto perché no? E ho cominciato a studiare. Aiutavo anche gli attori a dire le battute ai casting. Poi è arrivato il provino di Gomorra e il mio sogno si è avverato”. 

Alla fine dell’incontro organizzato da Wired Next Cinema, abbiamo intervistato Salvatore Esposito, che il pubblico spera di vedere ancora nella seconda stagione di “Gomorra – La serie”, le cui riprese cominceranno nei primi mesi del 2015.


Pubblicato su TvZap.

mercoledì 25 giugno 2014

La Regina Elisabetta visita il set di Game of Thrones



È successo davvero.
Per la prima volta una regina vera si è avvicinata all'Iron Throne, quello forgiato dalle mille spade che si arresero a Aegon Targaryen: vestita con uno dei suoi improbabili, e ormai iconici, completi color pastello (per l'occasione la scelta è ricaduta sul giallo canarino) la Regina Elisabetta II di Inghilterra ha visitato il set della serie "Game of Thrones", a Belfast.

Accompagnata dal principe Filippo, duca di Edimburgo, la Regina ha visto i costumi e gli oggetti di scena, ha parlato con gli attori Lena Headey, Kit Harington, Sophie Turner, Maisie Williams e Rose Leslie, interpreti rispettivamente di Cersei Lannister, Jon Snow, Sansa Stark, Arya Stark e Ygritte, e visto il trono.



Chissà l'emozione degli attori dato che sono tutti inglesi.
Le foto sono suggestive, anche se purtroppo la Regina non si è seduta sul trono: avrebbe potuto dare origine alla foto del secolo.



Il tour non è stato di piacere, ma è rientrato nella visita di stato di tre giorni dei reali in Irlanda del Nord. La serie infatti è una grande fonte di guadagno per il paese: le prime quattro stagioni di "Game of Thrones" hanno portato guadagni per 139 milioni di dollari, creato 900 posti di lavoro a tempo pieno e 5700 part time.

Peccato, sarebbe stato bellissimo scoprire che Elisabetta è una fan di Tyrion e compagni (e mi puzza di team Lannister da un chilometro).




Comunque una cosa è certa: sarebbe un avversario temibile per la conquista del Trono di Spade. E per prima cosa farebbe decapitare quel bifolco americano che le ride così sguaiatamente in faccia mentre le mostra gli oggetti di scena. 


martedì 24 giugno 2014

Eddie Vedder canta "Let it Go" di Fronzen al concerto di San Siro a Milano



Frozen sarà anche ambientato in terre fredde e piene di ghiaccio, ma dal suo esordio a Natale 2013 sta continuando a mietere successi inarrestabili, infiammando critica e pubblico: incassi record al cinema, vendite folli di blu-ray, dvd e gadget vari (provate a cercare di comprare un peluche di Olaf al Disney store: va via come il pane ed è quasi sempre introvabile!), omaggi di ogni genere da artisti e fan, e ben due Oscar come miglior film e miglior canzone per "Let it Go".

Proprio la canzone "Let it Go", scritta da Kristen Anderson-Lopez e Robert Lopez, cantata nella versione originale dalla star di Broadway Idina Menzel (in Italia la canzone si intitola "All'alba sorgerò" ed è interpretata da Laura Chiatti), è uno dei più grandi successi del film, diventata ben presto una vera e propria hit scala classifiche.

La popolarità di "Let it Go" è riuscita a travalicare qualsiasi confine tanto da arrivare a essere omaggiata dal più improbabile degli estimatori: lo scorso 20 giugno, durante il concerto allo Stadio San Siro di Milano, i Pearl Jam hanno infatti suonato la loro personale versione della canzone, con Eddie Vedder che è passato con disinvoltura da "Daughter" al brano targato Disney.

Un mashup sorprendente per cui probabilmente bisogna ringraziare le figlie di Vedder, Olivia e Harper Moon Margaret, rispettivamente di 10 e 6 anni.


giovedì 1 maggio 2014

Kevin Spacey balla in stile Bollywood: che direbbe Frank Underwood?

Kevin Spacey, attore premio Oscar protagonista della serie House of Cards, si è esibito in un ballo in stile Bollywood sul palco degli International Indian Film Academy Awards, gli Oscar del cinema indiano, mandando in visibilio il pubblico 



Fasciato in un sarong indossato sopra lo smocking, l’attore premio Oscar Kevin Spacey si è cimentato in un numero di danza in stile Bollywood sul palco dell’International Indian Films Festival Awards 2014, tenutosi quest’anno a Tampa Bay Area, in Florida

Giunto agli Oscar del cinema indiano per presentare il premio al Miglior Performer dell’anno, l’attrice Deepika Padukone, il protagonista di “House of Cards” ha ballato insieme alla premiata e al presentatore, l’attore Shahid Kapoor, sulle note della canzone “Lungi Dance”, tratta dal film “Chennai Express”, facendo impazzire tutti con le sue movenze ancheggianti accompagnate dalla sua solita espressione impassibile. 

La domanda che sorge spontanea è: cosa direbbe il cinico e spietato Frank Underwood, il deputato che Spacey interpreta in “House of Cards”, del balletto eseguito dall’attore? 

“House of Cards” va in onda tutti i mercoledì alle 21:10 su SkyAtlantic, canale 110 di Sky.





Pubblicato su TvZap.

martedì 19 novembre 2013

Guglielmo Scilla, in arte Willwoosh, si racconta: ‘Amo X Factor, le parrucche e YouTube, il miracolo degli anni 2000′

Il fenomeno di YouTube si racconta parlando della sua esperienza sul web che in pochi anni lo ha portato a trasformarsi da semplice ragazzo appassionato di video making a volto noto in radio, in libreria e ora al cinema con Paolo Ruffini 



Cinquecentomila iscritti al canale YouTube e stesso numero di followers su Facebook, 280mila seguaci su Twitter per un totale di 74 milioni di visualizzazioni dei suoi video: Guglielmo Scilla, in arte Willwoosh, ne ha fatta di strada in pochi anni, e pensare che all’inizio si vergognava a postare video sul web, come ci ha raccontato in una lunga intervista in cui si è raccontato senza remore, parlando dell’incredibile fortuna che lo ha baciato grazie a quei filmati che all’inizio postava soltanto per divertirsi. Dal primo video pubblicato nel 2009 sul suo canale YouTube ne sono cambiate di cose: i filmati sono diventati sempre più curati, l’inesauribile parlantina e voglia di raccontare hanno portato Guglielmo a trasformarsi in speaker per Radio Deejay, a essere protagonista anche al cinema e a scrivere due libri. Un cambiamento notevole, che ha sorpreso in prima persona il suo protagonista: “E’ strano” racconta Willwoosh “Quando ho cominciato a fare dei video lo facevo per puro divertimento, tra parentesi vergognandomene anche un po’ all’inizio perché allora YouTube non era un posto per fighi ma un posto per sfigatini che guardavano video di altre persone e magari ne facevano a loro volta: c’era un altro sapore, tutto era molto più amatoriale, era diverso, era un’atmosfera più domestica rispetto a quella del set di un film o di Radio Deejay. La cosa che mi ha sorpreso di più è stata la possibilità di accedere a questi altri ambienti professionali partendo da un inizio così semplice: è stato come passare dal fare il pasticcere a un mondo completamente diverso a cui magari non avevo mai pensato. Questa è stata la cosa più strana. Poi, una volta che ci sei dentro, ovviamente cerchi di prendere le misure di questo nuovo mondo e cerchi di galleggiare e non affondare nel mare delle nuove cose che ti capitano”. 




LE PARRUCCHE 
All’inizio del viaggio virtuale di Guglielmo c’era il divertimento, cosa che lo ha portato a possedere un numero spropositato di parrucche che usa per interpretare i vari personaggi dei suoi video, una passione che, come ha ammesso, gli è sfuggita di mano: “Mammamia! Ne ho 64! La storia delle parrucche è molto curiosa: all’inizio volevo fare dei video in cui parlavo di cose abbastanza comuni e fare delle scenette, magari insieme a degli amici, ma nessuno dei miei amici e amiche ha accettato di fare i video insieme a me, quindi ho dovuto sopperire a questa mancanza facendo da solo tutti i personaggi. Ho iniziato con una parrucca che era stata regalata a mio fratello e un’altra di una mia amica. Poi pian piano mi sono accorto che poteva servirmi un personaggio con i capelli biondi, poi uno con i capelli rossi, quindi ho comprato altre cinque parrucche. Le altre 60 mi sono state tutte regalate! Quando devo sceglierle è molto difficile perché ormai sono tantissime e non sono nemmeno sicuro di quante ne ho: ho una scatola con tutte le parrucche more, una con quelle bionde e una con quelle tutte colorate, fatto che credo sia il sogno di ogni drag queen. E oggi di ogni youtuber a quanto pare. Ora che i personaggi dei miei video stanno cominciando a standardizzarsi ne ho alcune sempre pronte, però è bello poter avere a disposizione parrucche di tutti i tipi, come quella ottocentesca tutta bianca e boccolosa. Ma non sono come la strega Mombi del film Ritorno a Oz! Non le tengo tutte su delle teste e le spazzolo ogni giorno, anzi, all’inizio sono bellissime, poi cominciano a diventare dei gatti, ma non le butto perché sono troppo affezionato a loro”. 


IL RAT PACK DI YOUTUBE 
Oltre a poter dare sfogo in libertà alle sue passioni, YouTube ha dato la possibilità a Willwoosh di conoscere altri video-maker con cui sono nate delle collaborazioni, come con i protagonisti della webserie Freaks!, e delle amicizie come con Clio Make up, creando così una sorta di “Rat Pack” di youtubers: “Questo è pazzesco: YouTube ha quest’altra caratteristica che secondo me è importante e vitale, ovvero di essere anche un social, dà la possibilità a ragazzi che hanno delle passioni di conoscerne altri con degli interessi simili, come il video making o il raccontare storie, e persone con passioni totalmente differenti, come le truccatrici, che usano lo stesso mezzo ma con fini differenti. E’ molto difficile spiegare il modo in cui poi si intrecciano queste relazioni, in realtà è come quando scegli delle amicizie: quando tu vedi un video su YouTube stai guardando effettivamente quello che le persone vogliono far vedere di loro stesse, e lì ti scegli, non è una questione di visualizzazioni, YouTube non è una Hollywood in miniatura dove se hai un tot di views devi per forza conoscere tutti. Ci sono dei ragazzi molto seguiti con cui non ho mai parlato e altri che invece ti prendono al volo e magari vuoi coinvolgere in tuoi progetti. Da questo punto di vista la collaborazione che può nascere tramite YouTube è veramente essenziale”.  


VIDEO Sì, MA ANCHE BUSINESS 
Con milioni di visualizzazioni aumentano però le responsabilità, quindi, per poter rimanere il creativo di un tempo, Guglielmo sta sperimentando un nuovo modo di diffusione dei suoi filmati, grazie alla piattaforma Believe Digital, che si occupa della distribuzione e del marketing digitale di artisti ed etichette indipendenti a livello internazionale: “All’inizio YouTube era molto legato ai tuoi ritmi: potevi caricare video quando volevi, pensando solamente al contenuto. Andando avanti YouTube è diventato più grosso, è migliorato, e quando le cose migliorano hanno bisogno di più lavoro da parte del ragazzo che fa video da solo senza una produzione o un appoggio. A un certo punto quindi ho cominciato a sentire fatica: tutto si riduceva a una serie di preoccupazioni su come far uscire il video, come comunicarlo bene, come diffonderlo…a volte caricavo un video e mi veniva subito chiesto: “Quando ne fai un altro?” quando invece c’era un video nuovo già pronto di cui non si erano accorti. Poi gli youtubers sono aumentati e reggere il passo e farsi seguire è diventato sempre più difficile. Per assurdo fare un passo avanti è stato farne uno indietro: grazie a Believe Digital sono potuto tornare agli inizi, preoccupandomi solo dei contenuti. Loro mi danno un sacco di dritte su tutto quello che è distribuzione e marketing e sono anche molto umani: rispettano i miei ritmi senza istigarmi con i forconi”. 


SERIE TV CHE PASSIONE 
Un appassionato di video making, che ha fatto del raccontare storie la sua vita, non può non essere un amante di cinema e serie tv: Guglielmo Scilla non è da meno, rivelando gusti personali allo stesso tempo raffinati e popolari: “Parlare di film è difficile: oggi ho tre film preferiti, domani ne ho già altri tre! Però posso dire che sono un fan a livelli patologici del film Il favoloso mondo di Amelie: secondo me è poesia pura. Così come Big Fish e Nightmare Before Christmas: amo di uno il gotico, dell’altro il romanticismo non scontato. La regia di Amélie è geniale e quella di Big Fish non è da meno. Mentre in tv sono un po’ più pop: sono un grandissimo fan di X Factor Italia. Mi piace molto com’è confezionato il prodotto: per la prima volta ti fa dire che anche in Italia ci può essere una tv dal gusto più internazionale. Che poi è quello che cerco anche quando faccio YouTube: quando hai la possibilità di buttare un sassolino non in un lago ma nell’oceano, acquisisci una consapevolezza diversa nei confronti di chi ti vedrà. Per quanto riguarda le serie invece mi piace American Horror Story. Mi piacciono le serie e le webserie che si discostano dal panorama offerto dalla televisione”. 


CINEMA 
Da qualche tempo Guglielmo il cinema non si limita a guardarlo, ma lo fa in prima persona: grazie alla pellicola di Paolo RuffiniFuga di cervelli”, ha inoltre potuto conoscere un altro fenomeno di YouTube, Frank Matano, con cui ha stretto amicizia sul set: “Con Frank ci siamo conosciuti sul set. Ci seguivamo virtualmente perché io adoro lui e lui mi seguiva a sua volta e ci eravamo scritti diverse volte ma non avevamo mai trovato l’occasione per vederci. E’ stato quindi incredibile ritrovarsi insieme sullo stesso set. E’ stato divertentissimo, è stato come ritrovarsi con degli amici”. 


HATERS 
Non solo belle esperienze però: chi si mostra su internet spesso può ricevere anche commenti duri e il fenomeno degli “haters” non risparmia nemmeno Willwoosh, che non sempre è felice di certe osservazioni: “La mia reazione è molto umana, come quella di qualsiasi persona che riceve un insulto senza nemmeno essere conosciuta. A volte gli insulti sono davvero fuori luogo: mi hanno augurato un carcinoma polmonare due mesi dopo che mi zio era morto di tumore ai polmoni. Alla fine ti crei una grande corazza, però anche così quando arriva una botta il livido rimane. Se mi arriva un commento brutto ci rimango male, così come invece sono felice quando arrivano dei complimenti: è bello non essere frigidi nei confronti di quello che ti viene detto. Il metodo carezza e schiaffo ti aiuta a rimanere con i piedi per terra e molto concentrato su quello che devi fare. Quando avevo 13 anni mi preoccupavo troppo di quello che pensavano gli altri, e mi prendevano in giro già allora, adesso invece ho pure qualche complimento, quindi per me è pazzesco”. 


YOU TUBER FOREVER 
Grazie a YouTube sono arrivati il successo, il cinema, la radio, i libri ma Guglielmo non ha smesso di pubblicare video, dimostrando che la sua è più di una passione, quasi un fuoco sacro: “La verità è che un domani qualsiasi realtà con un capo potrà girarti le spalle, qualsiasi realtà legata alla crisi economica di oggi potrà lasciarmi da parte, magari non con cattiveria ma per necessità. YouTube invece è il miracolo del 2013: dà la possibilità a ragazzi di 18 anni senza possibilità nel campo che sognano, come il video making o la recitazione, di realizzare il proprio sogno. Fare la radio oggi è difficilissimo e realizzare una serie tv è praticamente impossibile: mentre su internet tutti possono realizzare una webradio o una webserie. Sotto questo punto di vista YouTube dà possibilità enormi e permette anche di guadagnarci: per arrivare a questo però bisogna rimboccarsi le maniche e lavorare molto. A volte mi ritrovo a impegnarmi molto di più per i video di YouTube che per il resto. Per me YouTube è un fuoco sacro perché non mi volterà mai le spalle. Ho cominciato a farlo perché mi divertiva e continuo perché mi diverte ancora”.


Pubblicato su TvZap.

giovedì 10 ottobre 2013

Vi manca Housewives? C'è Devious Maids: le domestiche latine, tutt'altro che disperate

Rosalyn Sanchéz e Edy Ganem, le protagoniste di "Devious Maids", nuova serie firmata da Marc Cherry e prodotta da Eva Longoria, dal 9 ottobre su Fox Life, hanno solcato il pink carpet del Roma Fiction Fest 



Sono belle, intelligenti, sono latine. Sono le protagoniste di Devious Maids, la nuova serie creata da Marc Cherry, il papà di Desperate Housewives e prodotta dalla più "caliente" delle casalinghe disperate, Eva Longoria. Appuntamento il 9 ottobre su Fox Life per scoprire l'aspetto meno visibile di Beverly Hills: quello delle domestiche che si occupano di ville faraoniche e spesso devono anche gestire le discriminazioni da parte dei loro datori di lavoro. Proprio come in Desperate Housewives la storia prende le mosse da un omicidio: una giovane cameriera viene uccisa e la madre, la professoressa Marisol Suarez (Ana Ortiz), si finge una domestica per poter scoprire chi e perché ha ucciso la figlia. Nel corso della sua indagine Marisol conoscerà la metà oscura dei signori di Beverly Hills, che nelle loro magioni nascondono montagne di segreti, e stringerà amicizia con altre donne latine dalla forte personalità, tutte domestiche: l'aspirante cantante Carmen (Roselyn Sanchéz), Zola (Judy Reyes) e sua figlia Valentina (Edy Ganem), che sogna di fare la stilista e cerca di far innamorare il figlio dei suoi datori di lavoro. 




A raccontarci qualche dettaglio in più sono proprio due delle protagoniste di Devious Maids, Rosalyn Sanchéz e Edy Ganem, incontrate a Roma dove sono state ospiti del Roma Fiction Fest

Personaggi lontani dagli stereotipi, una serie originale che racconta quel mondo in modo nuovo. Che serie è Devious Maids? 
Roselyn Sanchéz: "È una serie che mi ha convinta proprio per come sono scritti i personaggi femminili. Di fronte al titolo la gente pensa subito allo stereotipo della cameriera latina tutta cha cha cha e sedere grosso. Invece qui si dà voce a donne intelligenti, ben istruite, con sogni e ambizioni e in grado di sostenere una conversazione con chiunque, a prescindere dal ceto sociale". 

Edy Ganem: "È così, è un prodotto che riesce a non cadere nel cliché ma parla di esseri umani, con la loro forza, le debolezze, i sogni e le delusioni. Lo stereotipo semmai è in chi le circonda. Diacimo che c'è un ribaltamento della prospettiva e questo è uno degli aspetti che rende la serie interessante". 


Roselyn, il suo personaggio, Carmen, vuole essere una cantante e nella realtà lei lo è, ha scritto un musical e pubblicato un cd. 
R. S.: "Mi piace il fatto che la serie mi permetta, ogni tanto, di esibirmi con il canto. Quando ho letto la sceneggiatura la prima volta, ho sentito subito vicino a me il personaggio perché ne comprendo gli stati d'animo. Ho lasciato Puerto Rico a 22 anni con il sogno di diventare una performer, so che cosa significa rincorrere un'ambizione. Credo che Carmen sia molto più impulsiva, è pazza, io sono più metodica, non mi piace mettermi nei guai, ma credo sia una benedizione poter interpretare un personaggio che capisco e che mi fa cantare e ballare. Mi piacerebbe poter fare di nuovo della musica, vorrei fare un numero di danza, per divertirmi, magari non un cd, sono troppo vecchia per quello, forse un videoclip..." 

E.G.: "...mi raccomando, se nel videoclip ci sono delle cameriere, chiamami!" 

R. S.: "Certo! Ci vestiamo tutte da cameriere. Vediamo cosa succede: sarebbe più per soddisfazione personale, non voglio essere come quelle cantanti che lanciano una propria linea di moda". 


Edy, il suo personaggio, Valentina, vorrebbe essere una stilista. Lei che rapporto ha con la moda? 
E. G. : "Amo la moda ma, anche se non si può mai dire, non penso che farei mai la stilista, non credo di averne il talento. Mi vesti in modo semplice, mi piacciono gli abiti funky, comodi, indosso sempre Converse e leggings. Valentina è molto più coinvolta, ma essendo una ragazza posso capire questa passione: quando giro le scene ambientate nella camera di Valentina ci sono i disegni, la macchina da cucire, per me è come un mondo magico, divertente, ma che probabilmente non approfondirò mai". 

R. S.: "Questo è quello che dice lei, ma io dico di no. Ormai sono il suo manager... Edy è una bellissima giovane donna e credo che le opportunità che le si presenteranno nella vita saranno enormi. Quindi quello che farà sarà avere la sua linea di moda, senza che debba disegnare nulla: avrà un team di designer che lo farà per lei e alla fine si prenderà il merito e dirà che far parte del progetto è stato molto coinvolgente. Poi la venderà e guadagnerà milioni di dollari. Perché no? Lo fanno tutti! Credete veramente che gli altri disegnino le loro linee? Certo che no!". 


Voi siete entrambe attrici di successo, forse anche voi avete in casa persone che vi aiutano. Girare Devious Maids ha cambiato in qualche modo il vostro rapporto con loto? 
R. S.: "Non per me. Io ho in casa Olga, una donna che è con me da tantissimi anni, è latina come me e non mi sono mai comportata da capo pretendendo, che so, che indossasse una divisa. Anche se pulisce la mia casa, per me Olga è di famiglia, conosco i suoi figli fin da piccoli, in più le piace molto che io lavori in questa serie, si diverte, le dico sempre che cerco di essere come lei, ha un accento molto marcato e cerco di copiarla, e questo la fa ridere". 

E. G.: "Credo che dipenda da chi sei: in Messico non devi essere per forza ricco per avere un domestico, noi avevamo una signora in casa e per me e i miei fratelli faceva parte della famiglia, ci separava quando noi fratelli litigavamo, avevamo un bel rapporto. Però so che ci sono persone che si comportano malissimo, a volte succede anche al ristorante di vedere persone molto maleducate con le cameriere, io non potrei mai comportarmi così: credo che il modo in cui tratti gli altri dipenda da chi sei e i domestici fanno parte della tua vita. Il modo in cui ti comporti con loro corrisponde al modo in cui ti comporti con le persone".




Pubblicato su Repubblica.it

mercoledì 9 ottobre 2013

Dean Norris: ‘Divento cattivo grazie a Stephen King’



Lui è stato per cinque stagioni Hank Schrader, agende della DEA di Albuquerque in lotta con Heisenberg, il signore della droga del New Mexico che in realtà è suo cognato Walter White (Bryan Cranston), in “Breaking Bad”, lei è stata la pericolosa vampira Victoria nei primi due capitoli della saga di Twilight: Dean Norris e Rachelle Lefèvre sono ora i protagonisti di “Under the Dome”, serie tratta dall’omonimo romanzo di Stephen King, che racconta le vicende di Chester’s Mill, piccolo paesino del Maine che viene improvvisamente ricoperto da una misteriosa cupola. 




I due attori sono venuti al Roma Fiction Fest per presentare il finale della prima stagione di “Under the Dome”, trasmessa in Italia su Rai 2 e Rai HD dal 14 luglio 2013. Li abbiamo incontrati per sapere qualcosa di più sui loro personaggi e sulla loro idea di cosa significhi la misteriosa cupola. 

Rachelle, il suo personaggio in Under the Dome, Julia, è una giornalista: una persona metodica e razionale che però deve affrontare situazioni e fenomeni paranormali. Com’è interpretare una persona in conflitto con la sua natura? 
Rachelle Lefèvre: “E’ una sfida molto interessante per me perché nella realtà io sono un libro aperto, sono una persona molto espressiva, mentre Julia è pratica e metodica, e anche molto sensibile, e nell’impersonarla devo sempre lavorare di sottrazione cercando di non mostrare i suoi sentimenti. E’ un personaggio che non si mostra vulnerabile con gli altri, non si fa manipolare. Per me è una sfida perché io invece mostro sempre tutto”. 


Dean, in “Breaking Bad” lei interpretava un personaggio buono dall’aspetto duro mentre qui è il cattivo che invece si presenta in modo affabile: com’è affrontare un simile cambiamento? 
Dean Norris: “Beh è diverso. Per me è molto più interessante e più divertente interpretare un personaggio che ha una minore moralità: interpretare il cattivo è sempre più divertente. Sicuramente è stato bello interpretare Hank Schrader per sei anni, ma è una nuova sfida essere Big Jim”. 


In Under the Dome girate entrambi molte scene d’azione: andate in barca, combattete. Vi piace mettervi alla prova fisicamente? 
R.L.: “E’ molto divertente. Dean ha più scene d’azione di me, ma è molto divertente e a volte anche un po’ pericoloso. Sul set ci siamo fatti male, gli stunt non fanno tutte le nostre scene, molte le facciamo da soli: ci sono state molte situazioni in cui per dare maggiore realismo alla scena e dare il massimo per la serie mi sono un po’ spaventata”. 

D.N.: “Sì abbiamo avuto delle situazioni allarmanti, ma è divertente, è una delle cose che preferisco nell’essere un attore, è come giocare a guardie e ladri con pistole che sembrano vere: è uno spasso”. 


Avete letto il romanzo originale di Stephen King a cui si ispira “Under the Dome”? Per voi cosa significa la cupola? 
D.N.: “Non ho letto il libro, ce l’ho e volevo leggerlo, ma i produttori hanno detto da subito che la serie sarebbe stata diversa quindi non ho voluto confondermi le idee e non l’ho letto. Lo farò quando avremo finito. Per quanto riguarda la cupola io vivo la mia vita sotto una cupola! Si è capita la battuta? In un certo senso viviamo tutti sotto una cupola: ogni piccola comunità è un microcosmo che sembra vivere sotto una cupola". 

R.L.: “Anche io ho il libro a casa e volevo leggerlo ma la serie presenta talmente tanti cambiamenti cruciali che ho preferito concentrarmi sulla sceneggiatura, lo leggerò quando avremo finito. Per quanto riguarda il significato della cupola mi piace molto la situazione che crea, in cui le persone sono costrette a confrontarsi con se stesse chiedendosi se sono quelle che scapperebbero da un aereo in fiamme per salvarsi o che invece tornerebbero indietro per aiutare gli altri e magari scoprono così di essere persone totalmente diverse da quelle che credevano. Mi piace esplorare questi aspetti del comportamento umano”. 


Voi fate entrambi televisione, ma vi piace anche guardarla? Seguite qualche serie in particolare? 
R.L.: “Sì, probabilmente vedo troppa televisione, soprattutto quando rientro dal lavoro: mi siedo sul divano e guardo altre persone raccontare storie. Guardo Game of Thrones e The Newsroom”. 

D.N.: “In tv guardo soprattutto lo sport e i notiziari. Per quanto riguarda la fiction guardo Homeland e mi piacciono le commedie perché io tendo invece a recitare molti ruoli drammatici. Eastbound and down è una delle mie serie preferite”.


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giovedì 3 ottobre 2013

Nymphs, Sara Souliè al Roma Fiction Fest: “Essere donna è bello e divertente”

Abbiamo incontrato l’attrice Sara Souliè, una delle protagoniste di “Nymphs”, serie finlandese in onda dal prossimo 29 ottobre su Sky Uno HD, che ci ha raccontato come è stato trasformarsi in una ninfa 




Il prossimo 29 ottobre su Sky Uno HD andrà in onda “Nymphs”, serie finlandese creata da Miikko Oikkonen, con protagoniste delle creature sensuali e pericolose: le Ninfe, creature immortali che per sopravvivere devono sedurre e uccidere un uomo ad ogni luna piena. Produzione europea di qualità e dall’elegante fotografia, “Nymphs” è anche una delle prime serie nate per favorire il “digital product placement”: dei blue screen posizionati sul set permettono di inserire pubblicità differenti a seconda del paese in cui la serie viene trasmessa. Protagonista di “Nymphs” è Sara Souliè, giovane attrice finlandese di origini danesi e francesi, che interpreta Didi, un’adolescente che scopre di essere una ninfa quando il suo fidanzato, dopo la loro prima notte d’amore, muore improvvisamente. Ad aiutare Didi ad accettare la sua natura immortale arrivano Chaty (Rebecca Viitala) e Nadia (Manuela Bosco), ninfe che la istruiscono sui suoi poteri e la mettono in guardia dai Satiri, cacciatori delle Ninfe. Confusa e inesperta, Didi scopre anche che d’ora in poi per sopravvivere deve sedurre ed uccidere un uomo ad ogni luna piena. 
Presentata in anteprima mondiale al Roma Fiction Fest, “Nymphs”, serie composta da 12 episodi, è un progetto ambizioso che è stato già confermato per una seconda stagione e che presto diventerà un film. Al Fiction Fest abbiamo incontrato Sara Souilè, ex ballerina diventata attrice, che ci ha rivelato qualche dettaglio sulla sua preparazione per diventare una ninfa e di quanto si è divertita sul set. 




Lei ha un passato nella danza: essere una ballerina l’ha aiutata a diventare una ninfa? 
“Sì, nel senso che devi essere in grado di sentire in qualche modo un cambiamento anche fisico quando il mondo intorno a te cambia, e credo di avere questa capacità. Inoltre nella serie ci sono delle scene di combattimento, c’è un po’ di azione, ho lavorato con i coordinatori degli stunt e la danza credo mi abbia aiutato nella mia abilità di coordinazione”. 

Lei viene dal palcoscenico e questo è il suo primo ruolo televisivo importante: ci sono differenze tra questi due mondi? 
“Ci sono molte differenze. Tu rimani ovviamente te stesso, non puoi scappare da chi sei e come attore cominci sempre da lì, ma davanti alla telecamera devi trovare delle emozioni più nascoste: gli occhi e i piccoli gesti raccontano la storia, mentre sul palco, a seconda del progetto, magari devi raggiungere un tipo a 500 metri da te ed esprimere sempre la stessa emozione con gli occhi… C’è un approccio abbastanza differente”. 

Questa è una serie tutta al femminile: è divertente recitare in un progetto dove le donne hanno questa importanza? 
“Certo, è sempre importante ricordare ai registi e agli sceneggiatori che è essenziale creare personaggi femminili interessanti. Con le altre ragazze che interpretano le ninfe si è creato un bel gruppo, ma non abbiamo bulleggiato i ragazzi durante le riprese! Ci siamo tutti molto divertiti insieme”. 

Il suo personaggio ha una forte sensualità, la sua vita stessa dipende dalla sensualità: come si relaziona con questa femminilità così forte? 
“Personalmente mi sento molto a mio agio a essere una donna, quindi semplicemente sono me stessa e mi comporto da donna: è divertente e bello”. 

Quindi lei è molto sensuale anche nella realtà? 
“Beh non credo che questa domanda vada rivolta a me”. 

A lei piace la televisione? Segue qualche serie? 
“Si mi piace, specialmente ora che ci sono tante serie di qualità sia in Europa che negli Stati Uniti, mi piace seguirle. Mi piace molto Mad Men, la seguo parecchio, e poi mi piace una serie danese che si chiama Bron, parla del sistema politico in Danimarca e poi…oh ce ne sono così tante!”.


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sabato 21 settembre 2013

INTERVISTA: Ron Howard: “Amo Breaking Bad e farò la Torre nera”, con VIDEO

Motori rombanti, vite sregolate e una rivalità storica: in “Rush”, nuovo film del regista premio Oscar Ron Howard, gli attori Chris Hemsworth e Daniel Brühl interpretano rispettivamente James Hunt e Niki Lauda, piloti di formula uno che con la loro competizione negli anni ’70 hanno infiammato i cuori dei fan di questo sport e riempito le pagine dei giornali. 




Abbiamo incontrato il regista e i protagonisti a Roma, in occasione della presentazione del film, e, oltre ai dettagli sulla lavorazione di “Rush”, abbiamo chiesto loro cosa li appassiona in tv. Ron Howard, che proprio alla tv deve la sua fama di inizio carriera grazie al ruolo di Richie Cunningham in “Happy Days”, ha ammesso di amare la tv degli ultimi anni: “La televisione in America non è mai stata così grande: specialmente le serie che si vedono sui canali via cavo. Amo molto Breaking Bad, mi piacciono anche Homeland e Dexter. Inoltre sono molto orgoglioso di Parenthood, adattamento televisivo del mio film, che ha molto cuore e mi dà soddisfazione; poi mi diverto molto a lavorare in Arrested Development, che è tornata con una nuova stagione grazie a Netflix dopo esser stata via per qualche anno. La televisione oggi è un mondo creativo affascinante che mi diverte molto, anche se il mio cuore rimane comunque con i grandi film”. 

Il regista ci ha inoltre dato qualche notizia su “The Dark Tower”, serie tv tratta dai romanzi di Stephen King, a cui sta lavorando da diverso tempo: “Sono circa due anni che sto lavorando a The Dark Tower: abbiamo dovuto rallentare la produzione a causa di problemi di budget e varie complicazioni. Il mio approccio al progetto è molto ambizioso: questa non è una storia basata su fatti reali ed è una delle opere più importanti di Stephen King, quindi per realizzarla al meglio bisogna pensare in grande. Ho deciso di smettere di parlarne perché, anche se ci stiamo lavorando, non voglio subire la pressione di false scadenze e gossip: voglio lavorarci con calma insieme ad Akiva Goldsman e Stephen King per realizzare, spero, il film che sogno”. 
Abbiamo inoltre chiesto al regista se ha intenzione di tornare a recitare, magari auto-dirigendosi, e la sua risposta è stata categorica: “No, non ho nessuna intenzione di dirigermi: da regista voglio che nei miei film reciti qualcuno molto più bravo di me”. 




Anche i protagonisti di “Rush”, Daniel Brühl e Chris Hemsworth, accomunati dal fatto di aver esordito entrambi recitando in soap opera, argomento che hanno commentato cantando l’uno la sigla della soap in cui era protagonista l’altro, hanno ammesso di guardare diverse serie televisive: “Negli ultimi mesi mi sono appassionato a Game of Thrones e Breaking Bad” ha detto Hemsworth “Ma devo mettermi in pari: a casa ho ancora i dvd nelle scatole”. “Io invece guardo Homeland e The Wire” ha ribattuto Brühl “la televisione è diventata ottima, soprattutto le serie della HBO: ci sono dei prodotti assolutamente incredibili”. 

A Daniel Brühl, che ha, o meglio aveva, una casa di produzione cinematografica, abbiamo inoltre chiesto se ha intenzione di cimentarsi nella regia in un prossimo futuro: l’attore tedesco ha candidamente ammesso di aver abbandonato la produzione e di aver invece aperto un ristorante: “Ora ho un ristorante e funziona molto meglio della casa di produzione: mi dà molte più soddisfazioni!”, il collega Hemsworth gli ha dato manforte: “Se le cose andranno male Daniel ha promesso di farmi lavorare nel bar del suo ristorante!”. Per quanto riguarda la regia Brühl ha detto di aver parlato di questo suo sogno a Ron Howard, che gli ha dato un consiglio: “Ron mi ha detto: vuoi girare un film? Fallo! E’ così facile! La fa semplice lui. So per certo che sarà una cosa piccola e intima e che sicuramente ingaggerò Chris: se potrò permettermelo!”.





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lunedì 15 luglio 2013

Game of…Suits, lancio a tema per gli attori del Trono di Spade

La serie sugli avvocati di New York rende omaggio agli attori Michelle Fairley e Conleth Hill, protagonisti di “Game of Thrones” entrati nel cast della terza stagione di “Suits”, con una campagna promozionale a tema 

Il poster della seconda stagione di Suits


Per il lancio della terza stagione di “Suits”, che andrà in onda in America a partire dal 16 luglio, la produzione ha pensato bene di puntare la promozione sui nuovi acquisti della serie, gli attori Michelle Fairley e Conleth Hill, ovvero Catelyn Stark e Lord Varys di “Game of Thrones”. Ormai è chiaro: la serie tratta dai libri di George R.R. Martin è un vero e proprio cult, amato sia dal pubblico che dagli addetti ai lavori, e “Suits” ha seguito l’onda del suo successo lanciando lo slogan, con tanto di hashtag, “#GameofSuits”. 
Con un poster che richiama nella frase di lancio la lotta per il Trono di Spade e un trailer promozionale che presenta Michelle Fairley e Conleth Hill con toni epici e cita esplicitamente la famiglia Lannister, “Suits” rende omaggio a “Game of Thrones”.


Michelle Fairley


Michelle Fairley, che in “Game of Thrones” interpreta Catelyn Stark, in “Suits” è Ava Hessington, un’imprenditrice che ha bisogno della consulenza legale di Harvey Specter (Gabriel Macht) e Mike Ross (Patrick J. Adams) per salvare l’azienda di famiglia. 


Conleth Hill


Conleth Hill, Lord Varys in “Game of Thrones”, riprende il ruolo di Edward Darby, direttore d’azienda inglese.





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