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mercoledì 18 febbraio 2015

The Honourable Woman: 10 curiosità sulla serie con Maggie Gyllenhaal

Scopriamo qualcosa in più su The Honourable Woman, mini-serie in otto episodi creata da Hugo Blick con protagonista Maggie Gyllenhaal nei panni di Nessa Stein, ruolo per cui ha vinto il Golden Globe, potente nobildonna anglo-israeliana invischiata in un intrigo internazionale sullo sfondo del conflitto israelo-palestinese. Dal 17 febbraio su Sky Atlantic.



Capelli corti, abiti impeccabili, gesti eleganti e parole sempre misurate: Nessa Stein (Maggie Gyllenhaal) si muove sinuosamente tra la gestione dell’azienda di famiglia, ex fabbrica di armi convertita in industria per lo sviluppo delle comunicazioni, una dimensione privata scandita da numerosi impegni mondani e il rapporto con il fratello Ephra (Andrew Buchan). Una vita apparentemente perfetta, cui si aggiunge il titolo di “Baronessa di Tilbury della contea dell’Essex“, ma che nasconde più di un segreto terribile: ventinove anni prima, quando Nessa e Ephra erano ancora molto piccoli, il padre, un rifugiato israeliano a Londra, è stato ucciso davanti ai loro occhi. Misteriosi sono anche i rapporti tra i due fratelli: ereditata l’azienda di famiglia, in principio è Ephra a gestirla, poi sostituito da Nessa, che cerca di darle una nuova pelle, concentrandosi sulla diffusione della fibra ottica in Palestina piuttosto che sul fabbricare armi. Quando però il vincitore di un importante appalto, il palestinese Samir Meshal, viene trovato morto, Nessa si trova invischiata in un complotto internazionale che coinvolge Israele, Palestina e l’M16, i servizi segreti inglesi. 

Creata da Hugo Blick, sia sceneggiatore che regista di tutti gli otto episodi, The Honourable Woman, miniserie prodotta da BBC Two, in America è stata accolta con lodi e riconoscimenti, compreso il Golden Globe alla migliore attrice in una mini-serie tv a Maggie Gyllenhaal, protagonista assoluta, che regge su di sé tutte le otto ore di durata, creando un personaggio complesso che si scopre al pubblico lentamente con il procedere dell’azione, e che, da americana nata a New York, sfodera un perfetto accento inglese, oltre che degli abiti impeccabili che oltre oceano hanno fatto impazzire le riviste di moda. 

Scopriamo qualcosa di più su The Honourable Woman, dal 17 febbraio in onda su Sky Atlantic, canale 110 di Sky, con un doppio appuntamento a partire dalle 21:10. 


1. IL COPIONE 



Hugo Blick, sceneggiatore e regista di The Honourable Woman, per convincerla ad accettare il ruolo di Nessa, ha mandato a Maggie Gyllenhaal la sceneggiatura di tutti gli otto episodi della mini-serie, un fatto inusuale per la tv. L’attrice è rimasta subito colpita dalla sceneggiatura e ha voluto prendere parte al progetto assolutamente, anche se ha due bambini piccoli e ha dovuto portarli a Londra e in Marocco per cinque mesi: “Ho fatto di tutto per non accettare, ma è stato impossibile: non riuscivo a smettere di leggere i copioni, sono così insolitamente fenomenali! Non avevo mai letto niente di simile prima: è un mix perfetto di thriller e profonda umanità” ha dichiarato in un’intervista. 


2. TRE MESI DI RIPRESE IN TRE CONTINENTI 



Le riprese di The Honourable Woman si sono svolte in tre mesi, da luglio a settembre 2013, in tre continenti differenti: i set sono stati allestiti a Londra e nel Kent, in Marocco e negli Stati Uniti. 


3. L’ACCENTO INGLESE 



Maggie Gyllenhaal è nata a New York, ma in The Honourable Woman interpreta una donna anglo-israeliana e sfoggia un perfetto accento inglese: l’attrice ha potuto contare per il ruolo sui suoi studi giovanili alla Royal Academy of Dramatic Art di Londra e ha ammesso, durante un’intervista, di adorare l’accento inglese. 


4. UN GUARDAROBA IMPECCABILE 



In America pubblico e riviste di moda sono impazziti per il look di Maggie Gyllenhaal in The Honourable Woman: il suo personaggio, Nessa Stein, sfoggia un guardaroba cento per cento british style, composto da completi di Stella McCartney dalle linee semplici ed eleganti, cappotti di Mulberry e sottovesti di Bodas. L’attrice ha dichiarato che il guardaroba di Nessa l’ha aiutata a entrare in connessione con il ruolo: “I vestiti sono sempre la chiave d’accesso al personaggio”, ha detto in un’intervista, mentre il costumista della serie, Edward K Gibbon, ha affermato: “I vestiti contano: quelli di Nessa esprimono il suo rapporto con il potere”. 


5. HUGO BLICK E BATMAN 



Il regista, sceneggiatore e produttore Hugo Blick, che ha scritto e diretto tutti gli otto episodi di The Honourable Woman, è stato anche attore e ha esordito nel film Batman diretto da Tim Burton nel 1989: Blick interpretava il giovane Jack Napier, che in seguito diventa il Joker, colui che introduce la frase di culto “Hai mai danzato col diavolo nel pallido plenilunio?” e uccide i genitori di Bruce Wayne. 


6. IL VERO NOME DI MAGGIE GYLLENHAAL 



Il vero nome di Maggie Gyllenhaal non è Margaret, come molti credono, ma Margalit Ruth Gyllenhaal: Margalit è un nome ebraico che significa perla. 


 7. LE NOBILI ORIGINI DI MAGGIE GYLLENHAAL 



Maggie Gyllenhaal appartiene a una famiglia di artisti di New York: sua madre è la sceneggiatrice Naomi Foner, suo padre è il regista Stephen Gyllenhaal e suo fratello è l’attore Jake Gyllenhaal. I Gyllenhaal discendono da una nobile dinastia svedese. 


8. MAGGIE GYLLENHAAL E IL SESSO 



In molti dei suoi lavori, Secretary e Hysteria su tutti, Maggie Gyllenhaal si è trovata a interpretare personaggi che hanno molto a che fare con il sesso: The Honourable Woman non fa eccezione, come ha commentato l’attrice: “Le persone spesso mi chiedono se mi sento attratta da film in cui c’è molto sesso: tutti sono interessati al sesso. Mi piace esplorare tutti gli aspetti dell’essere umano”. 


9. IL GOLDEN GLOBE 



Per la sua interpretazione in The Honourable Woman, lo scorso 11 gennaio Maggie Gyllenhaal ha vinto il Golden Globe come migliore attrice in una mini-serie televisiva. In precedenza l’attrice era stata nominata due volte ai Golden Globes: nel 2003 per il film Secretary di Steven Shainberg e nel 2006 per SherryBaby di Laurie Collyer. Nel 2010 era stata inoltre nominata al premio Oscar come migliore attrice non protagonista nel 2010 per la sua interpretazione in Crazy Heart di Scott Cooper, insieme al suo compagno di set Jeff Bridges, che quell’anno ha vinto il premio come migliore attore protagonista. 


10. L’IMPEGNO POLITICO 



In The Honorable Woman Maggie Gyllenhaal interpreta un personaggio che si trova a dover fronteggiare in prima persona il conflitto israelo-palestinese: nella vita privata si è esposta politicamente in diverse occasioni, soprattutto contro la guerra in Iraq, che ha definito un conflitto cominciato “in nome del petrolio e dell’imperialismo” e ha partecipato alla campagna “Artists United to Win Without War”. Nel 2004, insieme al fratello, ha supportato John Kerry alle elezioni presidenziali mentre nel 2008 si è schierata in favore di Barack Obama. Tutta la famiglia Gyllenhaal sostiene inoltre la campagna American Civil Liberties Union (ACLU) e l’organizzazione no-profit Witness, che attraverso internet, denuncia le violazioni dei diritti umani.


domenica 16 novembre 2014

Frank

La pellicola di Lenny Abrahamson, liberamente ispirata alla vera storia di Chris Sievey, comico inglese creatore dell'alter ego Frank Sidebottom, è un viaggio fisico e spirituale attraverso i meandri insondabili della creazione artistica, che spesso si accompagna a esperienze traumatiche e follia, incarnate nel volto impassibile e grottesco di Frank, cantante e artista puro e fragile, che indossa una maschera per isolarsi dal mondo, coprendo così il volto bellissimo di Michael Fassbender, qui a una delle prove più coraggiose della sua carriera 




Contrariamente a quanto la società contemporanea voglia farci credere, essere un artista, un vero artista, e non un semplice personaggio costruito a tavolino, non è una cosa che si può decidere così su due piedi: lo scopre a sue spese Jon (Domnhall Gleeson), aspirante musicista che cerca con ostinazione una sua voce originale per scrivere canzoni, ma che non riesce a trovare nulla che lo ispiri. Diviso tra un grigio lavoro in ufficio e i suoi sogni di gloria repressi, Jon ha un colpo di fortuna inaspettato: è chiamato a sostituire il tastierista dei Soronprfbs, band sperimentale dal nome impronunciabile, guidati da Frank (Michael Fassbender), musicista che si lascia ispirare da qualsiasi cosa, perfino un filo tirato della moquette, che vive le sette note come un flusso continuo di coscienza, in cui può perdersi e ritrovarsi ogni volta, e che ha un rapporto conflittuale con il mondo esterno: rinchiuso per anni in un istituto psichiatrico, Frank indossa un'enorme testa di resina sul volto, che non toglie nemmeno per mangiare o lavarsi. 

Segregato per più di un anno in una baita insieme alla band, tra cui spicca la passionale e pericolosa Clara (Maggie Gyllenhaal), artista pura e dura incapace di scendere a compromessi quando si tratta di musica, Jon si lascia guidare dai suoi strampalati e geniali compagni di viaggio nel mondo dell'arte più intima e istintiva, quella che nasce a causa dell'esigenza quasi fisiologica di esprimersi e di dare forma a sentimenti ed emozioni che sembrano sorgere spontaneamente, senza il bisogno di avere necessariamente un pubblico, un mondo e un modo di sentire cui il ragazzo, privo di talento, non appartiene e che, una volta compresa l'amara verità, cerca di trasformare in successo personale, cavalcando l'onda della curiosità morbosa della società moderna per tutto ciò che è singolare e diverso. Durante il suo anno formativo, Jon riprende la band, e in particolare Frank, trasformandola in un fenomeno di internet postando foto e video del cantante durante i suoi eccessi creativi, guadagnandosi così la possibilità di suonare a un importante festival musicale. 

Commedia brillante che si trasforma pian piano in un dramma amaro, Frank, pellicola dell'irlandese Lenny Abrahamson, liberamente ispirata alla vita del comico Chris Sievey, creatore del suo alter ego musicale Frank Sidebottom, che indossava davvero una testa di cartapesta come quella del film, è una riflessione originale sull'arte e sulla sua origine: sempre più difficile da trovare oggi, in un mondo in cui le immagini e i tweet si sono sostituiti alle parole e alle note, l'arte è vista nel film come un dono, e allo stesso tempo un peso, che viene da un'altra dimensione, diversa da quella dell'immagine e del desiderio di successo. Frank e la sua band sono persone che hanno subito esperienze traumatiche, psicologicamente fragili e disconnesse dal senso comune, a cui occhi sembrano quasi dei bambini intenti a giocare con cose più grandi di loro. Paradossalmente, negli occhi fissi di Frank, c'è però molta più umanità che non in quelli di Jon, spugna che assorbe quanto più possibile dalla sua talentuosa guida e che non restituisce nulla se non un'immagine che non rispecchia la vera sensibilità del musicista, di cui il pubblico ama la stranezza senza aver mai sentito nemmeno una sua nota. 

Il difficile compito di parlare del talento come di una malattia, che consuma ed eleva allo stesso tempo il suo portatore, è affidato sulle spalle di Michael Fassbender, interprete ormai lanciatissimo nello star system hollywoodiano, che qui sceglie di rinunciare al suo volto da copertina per mettersi alla prova in un ruolo difficilissimo, in cui la fisicità e la capacità di emozionare con la voce sono le uniche armi a disposizione. Grazie a un'interpretazione incredibile, in cui ogni gesto ha un significato ben preciso e la presenza fisica diventa vera e propria mimica espressiva, l'attore irlandese fornisce una prova brillante, riuscendo a infondere un'umanità struggente a una maschera immobile. A fare da contraltare a Fassbender è Domnhall Gleeson, figlio d'arte di Brendan, per una volta all'altezza del genitore, che, dopo le prove convincenti in Il Grinta e soprattutto in Questione di tempo, si conferma un talento poliedrico, in grado di giocare brillantemente con toni comici e drammatici e che per questo rende più amara la parabola del suo personaggio, che, più o meno volontariamente, cerca di mercificare e normalizzare qualcosa di unico e bello, che nasce da esperienze, incomprensibili per chi non le prova, come la malattia mentale e la sofferenza interiore. 

Se dovessimo fornire una recensione del film utilizzando soltanto la descrizione della nostra espressione facciale, proprio come fa Frank nella pellicola, potremmo dire che è un sorriso a labbra chiuse seguito da una lacrima liberatoria.

Michael Fassbender


La citazione: "Sarebbe d'aiuto se comunicassi le mie espressioni facciali? Sorriso cordiale "

Hearting/Cuorometro: ♥♥♥1/2

Uscita italiana: 13 novembre 2014


Titolo originale: Frank
Regia: Lenny Abrahamson
Anno: 2014
Cast: Michael Fassbender, Domnhall Gleeson, Maggie Gyllenhaal, Scoot McNairy
Colore: colore
Durata: 95 minuti
Genere: commedia drammatica
Sceneggiatura: Jon Ronson, Peter Straughan
Fotografia: James Mather
Montaggio: Nathan Nugent
Musica: Stephen Rennicks
Paese di produzione: Regno Unito, Irlanda
Casa di produzione: Film4
Distribuzione italiana: I Wonder Pictures




Pubblicato su XL.

martedì 29 novembre 2011

Maggie Gyllenhaal e Peter Sarsgaard aspettano il loro secondo figlio

I due attori stanno per allargare la loro famiglia.

Maggie Gyllenhaal

Maggie Gyllenhaal e Peter Sarsgaard stanno per aggiungere un nuovo membro alla loro famiglia: i due attori sono infatti in attesa del secondo figlio. La Gyllenhaal e Sarsgaard sono sposati dal 2009 e già genitori di Ramona, di 5 anni. 

Maggie Gyllenhaal ha dichiarato: "Non avevo nessun indizio! Non c'è nessun modo per prepararsi alle sfide, le gioie immense, le sorprese, le delusioni e gli spaventi che essere genitore comporta. Il tuo cuore si apre a metà: è meraviglioso".

Pubblicato su Ecodelcinema.com
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