venerdì 27 maggio 2011

Citazione cinematografica n. 165

"Papà. Mamma. Voi due siete in lotta dentro di me. E lo sarete sempre".

da: The Tree of Life

Brad Pitt e Jessica Chastain

Titolo originale: The Tree of Life
Regia: Terrence Malick
Anno: 2011
Cast: Brad Pitt, Jessica Chastain, Hunter McCracken, Sean Penn

venerdì 20 maggio 2011

RadioVisioni su Radiorizzonti: uscite del 20/05/2011

Brad Pitt in The Tree of Life di Terrence Malick

Anche oggi nella rubrica Radio Visioni su Radio Orizzonti parlerò delle uscite della settimana: The Tree of Life, Il ragazzo con la bicicletta, Mr. Beaver, Il dilemma, Pirati dei Caraibi - Oltre i confini del mare.

E come sempre la citazione cinematografica della settimana.

Per ascoltarmi collegatevi sul sito internet di Radio Orizzonti (www.radiorizzonti.net) oppure, se vivete o vi trovate in Puglia in FM alle frequenze102.8 o 103.4, verso le ore 19.30 -19:40.

Citazione cinematografica n. 164

"Credetemi quando vi dico che abbiamo tempi molto duri e difficili davanti a noi, ma se vogliamo prepararci ad affrontarli, dobbiamo prima liberarci delle nostre paure. Io sto qui, adesso, davanti a voi, assolutamente tranquillo. Perché? Perché credo fermamente in qualcosa e voi no? No! Mi vedete qui, senza il minimo timore, perché mi ricordo, mi ricordo perché sono qui, non grazie al percorso che scorgo davanti a me, ma grazie al percorso che mi sono lasciato alle spalle. Mi ricordo che sono cento anni che combattiamo contro queste macchine. Mi ricordo anche che sono cento anni che mandano i loro eserciti a distruggerci. E dopo un secolo di guerra senza quartiere, mi ricordo la cosa più importante di tutte: che noi siamo ancora qui!" 


da: Matrix Reloaded




Titolo originale: The Matrix Reloaded
Regia: Andy e Lana Wachowski
Anno: 2003
Cast: Keanu Reeves, Laurence Fishburne, Carrie-Ann Moss, Hugo Weaving

mercoledì 18 maggio 2011

The Tree of Life

Il nuovo film di Malick, tramite un'esperienza visiva incredibile, arriva direttamente all'inconscio dello spettatore come prima aveva saputo fare solo “2001 Odissea nello spazio” di Kubrick.


Si è parlato spesso, volendo scegliere una pellicola da mandare nello spazio per far capire ad ipotetici abitanti extraterrestri che cosa è l'uomo e la vita sulla Terra, di quale pellicola sia la più adatta a rappresentarci. Il nome che più si fa in questi casi è il capolavoro di Stanley Kubrick2001 Odissea nello spazio”: attraverso un'esperienza visiva impensabile per allora, Kubrick ha creato un film immortale che cerca di rappresentare visivamente cos'è l'uomo, come esso si leghi al tempo e allo spazio e soprattutto il suo rapporto con l'evoluzione della tecnologia e della scienza. Da oggi, un altro nome sorgerà spontaneo: “The Tree of Life”, il nuovo film di Terrence Malick, il quinto in quarant'anni di carriera, è una sinfonia che narra tramite immagini spettacolari e musica che cos'è la vita ed in particolare come l'uomo è inserito in essa.

Con il film di Kubrick quello di Malick ha in comune l'atmosfera, l'idea di creare un racconto basato più sulle sensazioni che sulla storia, i narratori sono infatti le immagini e la musica e non il dialogo, praticamente assente, e gli effetti visivi, che sono infatti curati dallo stesso artista, Douglas Trumbull, di 2001. Ma se da una parte il film di Kubrick analizza l'aspetto più razionale dell'uomo, il suo rapporto con la scienza e la tecnologia, e l'influenza di queste sul progresso, Malick si concentra sulla parte emotiva dell'uomo, rappresentandolo in continua lotta tra due estremi: la grazia e la violenza.

L'uomo, per sua natura mortale, ha dentro di sé una luce che lo spinge a pensare a cose molto più grandi di lui: la sua mente può concepire mondi e situazioni infiniti, può espandersi e raggiungere luoghi lontanissimi pur rimanendo confinata in uno spazio piccolo e definito come il nostro corpo materiale. Da questo ossimoro nasce il tormento dell'uomo: come può una natura mortale sostenere il peso di una coscienza in grado di concepire l'infinito? Ecco che quindi l'uomo è sempre in bilico tra la violenza e la grazia: può sia gioire della enorme bellezza del mondo, che ribellarsi ad essa, può vederla ora come la fonte della più grande gioia e amore ed ora come una dura matrigna crudele.

A differenza degli altri animali, l'uomo riesce quindi a vedere se stesso nella vita e non a vivere la vita così come viene: la splendida ricostruzione della nascita della vita ci porta dunque, partendo da astri incandescenti e passando per animali preistorici, ad una qualsiasi famiglia americana anni '50. Malick sceglie di raccontare l'universale partendo dal particolare, da una situazione quasi banale: una madre (Jessica Chastain), simbolo dell'amore, e un padre (Brad Pitt), duro e severo, simbolo della forza e della violenza. Tra di loro, tre figli, in continua lotta tra l'amore di una e il rigore dell'altro. Attraverso gesti e situazioni che ci sembrano banali, Malick ci fa capire che in ogni aspetto della nostra vita è presente questa continua lotta, e che tutto fa parte di un grande disegno, a noi inconcepibile, scritto nella potenza della natura che fa sorgere il sole e crescere l'erba: il bacio di una madre, diviene quindi potente come l'esplosione di una supernova.

Come ulteriore punto di vista Malick sceglie quello del dolore: la famiglia O'Brian perde infatti un figlio e questa perdita scatena varie reazioni nei protagonisti. Il dolore, e la capacità di provarlo, diviene così per il regista il mezzo principe attraverso cui l'uomo si rende conto della sua situazione: nel film vediamo di sfuggita persone che stanno male, altre che hanno subito incidenti, altre che perdono il lavoro. La perdita, e il dolore che essa provoca, fa maturare la coscienza dell'uomo e si rivela determinante nel percorso formativo di una persona: come dice Shakespeare nel suo “Romeo e Giulietta”: “Chi non ha mai avuto una ferita, ride di chi ne porta i segni”. Alla fine, in una scena lirica e metafisica, tutti si rincontrano, perché, secondo il regista, se c'è una cosa che è in grado di conciliare le due forze opposte dell'uomo è l'amore, e i rapporti che si sono costruiti in vita.

Un film quindi non facile, complesso, che costruisce un modo nuovo di fare cinema, unendo la forza della musica e delle immagini alla delicatezza della poesia, che narra una storia per ellissi, sconvolgendo i rapporti temporali, architettato come una sinfonia: una vera esperienza polisensoriale, in grado, se si è pronti ad abbandonarsi ad essa, di creare la sensazione di vivere nel respiro del film.



La citazione: "Papà. Mamma. Voi due siete in lotta dentro di me. E lo sarete sempre".

Hearting/Cuorometro: ♥♥♥♥♥

Uscita italiana: 18 maggio 2011

Pubblicato su Ecodelcinema.it

Titolo originale: The Tree of life
Regia: Terrence Malick
Anno: 2011
Cast: Brad Pitt, Jessica Chastain, Hunter McCracken, Sean Penn

martedì 17 maggio 2011

Se il dottor House balla in frac

Il peso del successo di Glee si fa sentire, ed altre famose serie tv cedono al fascino delle sette note.

Hugh Laurie in House M.D.

Cappello a cilindro, farfallino rosso e frac nero: se non ci fosse l’iconico bastone (questa volta però in una scintillante versione di cristallo) a completare l’insolito look di House, stenteremmo a riconoscere il dottore più amato della tv. Eppure è successo: nella puntata Bombshell della settima stagione di House M.D., Greg e la dottoressa Cuddy si sono concessi un numero di canto e danza in pieno stile Broadway. Non sono gli unici dottori ad aver ceduto al fascino glamour del musical: anche al Seattle Grace Hospital di Grey’s Anatomy un’intera puntata della settima stagione, Song beneath the song, è stata dedicata al canto, e protagonista assoluta, con la sua voce calda e sensuale, è stata la dottoressa Callie Torres, interpretata da Sara Ramirez.

Prima dei medici però, anche una serie apparentemente opposta a tutto ciò che è canto e ballo come Fringe aveva dato un’ottima prova con un’intera puntata musical: nella scorsa stagione, nella bellissima puntata Brown Betty, Olivia Dunham e soci hanno cantato in un originale stile jazz-noir.

La colpa, o il merito, dell’invasione del piccolo schermo da parte del musical va sicuramente attribuito all’enorme successo di Glee: la serie, ambientata in un liceo dell’Ohio in cui un gruppo di ragazzi con la passione per lo spettacolo si cimenta ogni settimana con sofisticati numeri musicali, ha conquistato l’America e non solo. Appena alla seconda stagione la creatura di Ryan Murphy, lo stesso autore di Nip/Tuck, ha conquistato una pioggia incredibile di premi (tra cui i prestigiosi Golden Globes e gli Emmy), ha una nutritissima schiera di fans e porta in giro per il mondo i suoi talentuosi ragazzi con un tour infinito. Lo stile Glee sembra inoltre aver contagiato anche la pubblicità: lo spot per una nota casa di automobili con protagonisti i ragazzi del McKinley High School è stato uno dei più attesi ed amati all’ultimo Super Bowl.

La ricetta è semplice: una manciata di canzoni famose, riarrangiate in chiave adatta alla serie e intorno ai protagonisti si costruisce uno spettacolare numero musicale con tanto di coreografie, luci e costumi appariscenti.

Una ricetta non nuova sul piccolo schermo, basti pensare alle puntate musical di Scrubs o di How I met your mother, nonché a tutto il filone di shows per ragazzini targati Disney come High School Musical e Hannah Montana.

Tutte queste serie però, sono debitrici ad un unico grande capostipite: al grande Joss Whedon, creatore della serie Buffy l’ammazzavampiri, e ideatore di quel cult ancora insuperato di Once more with feeling. L’episodio musical di Buffy, presente nella sesta stagione e risalente ormai a ben 10 anni fa, fu una piccola rivoluzione per le serie tv. In quella puntata tutto il cast si cimenta con il canto e il ballo – per alcuni con risultati sorprendenti – le canzoni sono originali e scritte da Christophe Beck (attualmente ancora unico caso di canzoni originali in una serie tv: ma proprio in Glee si attende una grande conclusione di stagione con una canzone scritta per il finale della serie), e le coreografie sono firmate da Adam Shankman. Un esempio che è rimasto ben impresso nella mente di tutti gli autori di serie tv, che, in un modo o nell’altro, hanno voluto inserire un episodio musical nelle loro opere.

Volendo risalire a più nobili natali, il genio alla base del nuovo immenso amore che il mondo ha scoperto per il musical è Baz Luhrmann: nel 2001 con il suo straordinario film Moulin Rouge!, il regista australiano ha fatto capire che c’era ancora bisogno di personaggi che si dichiarano il proprio amore cantando, meglio se vestiti di lustrini e giacche eleganti. La ricetta originale era tutta lì: canzoni famose riarrangiate ed una mescolanza di stili e generi degna del miglior stile post-moderno. Da lì in poi sono arrivati una serie infinita di cloni: Chicago, Il fantasma dell’opera, Across the Universe, Rent, The Producers e così via, fino a contagiare anche il piccolo schermo.

A Glee va il merito di essere riuscito a convogliare questa “voglia di musical” in un prodotto che poteva facilmente scadere nel banale e nel ripetitivo e che invece si è rivelato ben scritto, ironico, a volte spietato, con un riguardo particolare per i temi sociali e dalla travolgente carica empatica. Un carrozzone così colorato e contagioso da coinvolgere anche i colleghi in camice.

Pubblicato su Kataweb.it

venerdì 13 maggio 2011

Citazione cinematografica n. 163

"E' strano come premere il grilletto sia più facile che suonare la chitarra. E' più facile distruggere che creare".

da: Desperado

Antonio Banderas

Titolo originale: Desperado
Regia: Robert Rodriguez
Anno: 1995
Cast: Antonio Banderas, Salma Hayek, Joaquim de Almeida, Cheech Marin, Steve Buscemi, Carlos Gomez, Quentin Tarantino

RadioVisioni su Radiorizzonti: uscite del 13/05/2011

John Malkovich, Morgan Freeman e Bruce Willis in Red

Anche oggi nella rubrica Radio Visioni su Radio Orizzonti parlerò delle uscite della settimana: Uomini senza legge, RedCon gli occhi dell'assassino, Beastly, Un perfetto gentiluomo, Il mercante di stoffe.

E come sempre la citazione cinematografica della settimana.

Per ascoltarmi collegatevi sul sito internet di Radio Orizzonti (www.radiorizzonti.net) oppure, se vivete o vi trovate in Puglia in FM alle frequenze102.8 o 103.4, verso le ore 19.30 -19:40.

giovedì 12 maggio 2011

Un perfetto gentiluomo

Per diventare un perfetto gentiluomo bisogna andare a Manhattan e trovare un coinquilino-mentore fuori dal comune.



Louis Ives (Paul Dano) è un professore di letteratura inglese del New Jersey con il sogno di diventare scrittore e la passione per i libri di Fitzgerald. Non solo. Il giovane insegnante ha anche un amore segreto per la biancheria femminile: ogni volta che la vede prova l'irrefrenabile impulso di indossarla. Proprio la preside della scuola lo sorprende mentre prova un reggiseno scordato nella sala professori da una collega e per questo viene licenziato.

Louis allora decide di raccogliere i cocci della sua vita di facciata e di andare a Manhattan per trovare il vero se stesso e magari diventare uno scrittore. Qui incontra un personaggio tanto strano quanto improbabile, Henry (Kevin Kline), il suo coinquilino, uno scrittore di commedie caduto in disgrazia con singolari manie: colleziona palle di Natale, balla la musica classica all'alba, fortemente reazionario e conservatore. Ma anche lui, nonostante l'apparenza rigida, nasconde un segreto: è in realtà un accompagnatore di ricche signore attempate.
Tra i due nasce presto un rapporto particolare, ed Henry diventa il mentore del giovane e confuso Louis.

“Un perfetto gentiluomo” è una pellicola singolare come i suoi registi: Berman e Pulcini sono due documentaristi che ogni tanto si prestano al cinema, con risultati altalenanti. Il loro primo film, “American splendor” (con uno straordinario Paul Giamatti e purtroppo ancora inedito in Italia) è stato un esordio folgorante; la seconda opera invece, “Il diario di una tata”, si è rivelato una commedia non troppo incisiva. Questa loro terza pellicola si presenta invece come un singolare ibrido tra commedia pura e critica sociale: se da una parte abbiamo una serie di gag comiche (Henry che insegna a Loius come entrare a scrocco all'opera o come urinare in mezzo alla strada senza farsi scoprire), dall'altra c'è un'amara fotografia di una Manhattan che non ti aspetti, di quella ricca borghesia caduta in disgrazia che però non vuole cedere di fronte all'improvvisa povertà.

Se però all'inizio il gioco regge, soprattuto grazie alle ottime interpretazioni dei due protagonisti - un Paul Dano sempre più bravo, con quella sua faccia che sembra uscita da un disegno di Hugo Pratt, e il sempre brillante Kevin Kline –, alla lunga il film non regge, appesantito da troppe sotto-trame poco sviluppate e fini a se stesse, che rallentano la narrazione, come il personaggio di Mary, la ragazza di cui Louis si innamora, interpretata da Katie Holmes, che è appena abbozzato, così come quello, se pur più interessante, di John C. Reilly.

Ne risulta quindi un film atipico, con più fili narrativi che non si amalgamano nel complesso, una pellicola con dei buoni momenti e del potenziale che però non viene sfruttato appieno. Peccato, anche perché la coppia Dano-Kline è davvero potente.


Paul Dano e Kevin Kline

La citazione: "Un vero aristocratico può pisciare per strada ogni volta che ne ha desiderio".

Hearting/Cuorometro: ♥♥

Uscita italiana: 13 maggio 2011

Pubblicato su Ecodelcinema.it

Titolo originale: The Extra Man
Regia: Shari Springer Berman e Robert Pulcini
Anno: 2010
Cast: Kevin Kline, Paul Dano, Katie Holmes, John C. Reilly

mercoledì 11 maggio 2011

Top5 n. 6 - CAPPELLI

Tornano, dopo un bel po' di assenza, le Top5 di Eyes Wide Ciak!.
Visto che la bella stagione è sempre più alle porte e il sole comincia a farsi sentire, come non fare una classifica sui migliori cappelli della storia del cinema?

Let's go!

5) Il cappello con visiera indossato da Marlon Brando in Il selvaggio di Laszlo Benedek (1953)

Basette lunghe, occhiali scuri, chiodo di pelle, la Triumph Thunderbird 6T come migliore amica e ovviamente il mitico cappello con visiera: Brando con questo film è diventato un'icona e il suo look immortale. E il suo cappello con lui.

Marlon Brando


4) Il cappello con i denti di coccodrillo di Mr. Crocodile Dundee in Mr. Crocodile Dundee di Peter Faiman (1988)

Lui, il suo gilet, il suo coltellaccio e soprattutto il suo cappello con denti di coccodrillo hanno fatto storia. Il più iconico di tutti i rozzoni australiani. Un mito. 

Paul Hogan


3) Il cappello a cilindro indossato da Fred Astaire in Cappello a cilindro di Mark Sandrich (1935)

Poteva un cappello che dà il titolo ad un film non essere presente in classifica?
E se questo cappello poi è il mitico cilindro indossato dal miticissimo Fred Astaire, ribadisco, poteva non essere in classifica?
Basta con le domande retoriche.
Il cappello a cilindro c'è.

Fred Astaire


2) La bombetta di Alex indossata da Malcom McDowell in Arancia Meccanica di Stanley Kubrick (1971)

Da kubrickiana convinta non poteva mancare la leggendaria bombetta di Alex.
Ma, fanatismi miei a parte, questa benedetta bombetta è un caso esemplare di iconicità cinematografica: imitatissima, citatissima, sempre sulla cresta dell'onda quando si tratta di travestirsi per carnevale. 
Un vero tocco di genio by Stanley.
E bombetta sia. 

Malcom McDowell


1) Il fedora di Indiana Jones indossato da Harrison Ford in I predatori dell'Arca perduta di Steven Spielberg (1981)

Diciamo la verità: senza quel cappello Indiana Jones non sarebbe Indiana Jones.
La frusta ok, il giubbotto di pelle marrone ok, la sbruffoneria di Harrison Ford pure.
Ma senza quel cappello cosa sarebbe stato Indy?!
Anche lui lo sa: rischia più volte parti del corpo e/o la vita per recuperarlo, se lo aggiusta con gusto ed ogni volta che guarda di sottecchi i nemici coperto dalla visiera il pubblico esulta. 
Per quello che mi riguarda è il cappello dei cappelli.
E ne ho sempre voluto uno.

Harrison Ford




Da segnalare:

- il cappello da pirata di Jack Sparrow indossato da Johnny Depp in La maledizione della prima luna di Gore Verbinski (2003)

Johnny Depp


- il cappello a cilindro con brillantini di Satine indossato da Nicole Kidman in Moulin Rouge! di Baz Luhrmann (2001)

Nicole Kidman

sabato 7 maggio 2011

I CINEPATICI - Planet Rodriguez



Oggi, ore 16:00, su Coming Soon (canale 48 49 del digitale terrestre), va in onda Planet Rodriguez, la puntata del programma I Cinepatici su Robert Rodriguez e il suo nuovo film Machete, a cui ho partecipato.

Se oggi non potete, ecco l'elenco delle repliche:

- sabato 7 maggio  a mezzanotte
- domenica 8 maggio alle 10:30 e alle 18:00
- martedì 10 maggio a mezzanotte

venerdì 6 maggio 2011

Momento di Vero Godimento n. 79

Auguri George!

George Clooney

Citazione cinematografica n. 162

"Sean: Pensavo a quello che mi hai detto l'altro giorno, riguardo il mio dipinto.
Will: Ah.
Sean: Sono stato sveglio tutta la notte a pensarci. Poi ho capito una cosa, e sono caduto in un sonno profondo, tranquillo, e da allora non ho più pensato a te. Sai che cosa ho capito?
Will: No.
Sean: Sei solo un ragazzo. Tu non hai la minima idea delle cose di cui parli.
Will: Grazie tante.
Sean: Non c'è di che. Non sei mai stato fuori Boston?
Will: No signore.
Sean: Se ti chiedessi sull'arte probabilmente mi citeresti tutti i libri di arte mai scritti... Michelangelo. Sai tante cose su di lui: le sue opere, le aspirazioni politiche, lui e il papa, le sue tendenze sessuali, tutto quanto vero? Ma scommetto che non sai dirmi che odore c'è nella Cappella Sistina. Non sei mai stato lì con la testa rivolta verso quel bellissimo soffitto... mai visto. Se ti chiedessi sulle donne, probabilmente mi faresti un compendio sulle tue preferenze, potrai perfino aver scopato qualche volta... ma non sai dirmi che cosa si prova a risvegliarsi accanto a una donna e sentirsi veramente felici. Sei uno tosto. E se ti chiedessi sulla guerra probabilmente mi getteresti Shakespeare in faccia eh? Ancora una volta sulla breccia cari amici?... ma non ne hai mai sfiorata una. Non hai mai tenuto in grembo la testa del tuo migliore amico vedendolo esalare l'ultimo respiro mentre con lo sguardo chiede aiuto. Se ti chiedessi sull'amore probabilmente mi diresti un sonetto. Ma guardando una donna non sei mai stato del tutto vulnerabile... non ne conosci una che ti risollevi con gli occhi, sentendo che Dio ha mandato un angelo sulla terra solo per te, per salvarti dagli abissi dell'inferno. Non sai cosa si prova ad essere il suo angelo, avere tanto amore per lei, vicino a lei per sempre, in ogni circostanza, incluso il cancro. Non sai cosa si prova a dormire su una sedia d'ospedale per due mesi tenendole la mano, perché i dottori vedano nei tuoi occhi che il termine "orario delle visite" non si applica a te. Non sai cos'è la vera perdita, perché questa si verifica solo quando ami una cosa più di quanto ami te stesso: dubito che tu abbia mai osato amare qualcuno a tal punto. Io ti guardo, e non vedo un uomo intelligente, sicuro di sé, vedo un bulletto che si caga sotto dalla paura. Ma, sei un genio Will, chi lo nega questo. Nessuno può comprendere ciò che hai nel profondo. Ma tu hai la pretesa di sapere tutto di me perché hai visto un mio dipinto e hai fatto a pezzi la mia vita del cazzo? Sei orfano giusto? Credi che io riesca a inquadrare quanto sia stata difficile la tua vita, cosa provi, chi sei, perché ho letto Oliver Twist? Basta questo ad incasellarti? Personalmente, me ne strafrego di tutto questo, perché sai una cosa, non c'è niente che possa imparare da te che non legga in qualche libro del cazzo. A meno che tu non voglia parlare di te. Di chi sei. Allora la cosa mi affascina. Ci sto. Ma tu non vuoi farlo vero campione? Sei terrorizzato da quello che diresti. A te la mossa capo."


da: Will Hunting - Genio ribelle


Robin Williams e Matt Damon

Titolo originale: Good Will Hunting
Regia: Gus Van Sant
Anno: 1997
Cast: Matt Damon, Robin Williams, Ben Affleck, Minnie Driver, Stellan Skarsgard

RadioVisioni su Radiorizzonti: uscite del 06/05/2011

Danny Trejo in Machete

Anche oggi nella rubrica Radio Visioni su Radio Orizzonti parlerò delle uscite della settimana: Machete, Fast & Furious 5, Come l'acqua per gli elefanti, Tatanka, Hai paura del buio, Senza arte né parte, Il primo incarico, La misura del confine.

E come sempre la citazione cinematografica della settimana.

Per ascoltarmi collegatevi sul sito internet di Radio Orizzonti (www.radiorizzonti.net) oppure, se vivete o vi trovate in Puglia in FM alle frequenze102.8 o 103.4, verso le ore 19.30 -19:40.

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...