venerdì 31 gennaio 2014

Citazione Cinematografica n. 282 - INCEPTION

"Stai aspettando un treno, un treno che ti porterà molto lontano. Sai dove speri che questo treno ti porti, ma non puoi averne la certezza. Però non ha importanza, perché saremo insieme"

da: Inception

Leonardo DiCaprio e Marion Cotillard




Titolo originale: Inception 
Regia: Chritopher Nolan 
Anno: 2010 
Cast: Leonardo DiCaprio, Joseph Gordon-Levit, Ellen Page, Ken Watanabe, Marion Cotillard, Tom Hardy, Cillian Murphy, Michael Caine
Colore: colore
Durata: 148 minuti
Genere: fantascienza
Sceneggiatura: Christopher Nolan
Fotografia: Wally Pfister
Montaggio: Lee Smith
Musica: Hans Zimmer
Paese di produzione: Stati Uniti d'America, Regno Unito
Produttore: Chistopher Nolan, Emma Thomas
Distribuzione italiana: Warner Bros.

mercoledì 29 gennaio 2014

Videodrome n. 103 - MOON



Titolo italiano: Moon
Titolo originale: Moon
Regia: Duncan Jones
Anno: 2009
Cast: Sam Rockwell
Colore: colore
Durata: 97 minuti
Genere: fantascienza
Sceneggiatura: Nathan Parker
Fotografia: Gary Shaw
Montaggio: Nicolas Gaster
Musica: Clint Mansell
Paese di produzione: Regno Unito
Casa di produzione: Liberty Films UK, Lunar Industries
Distribuzione italiana: Sony Pictures

Matthew McConaughey ‘True Detective, una macchina ben oliata basata sui contrasti’

L'attore americano, in Italia per presentare il film “Dallas Buyers Club”, ha raccontato com'è stato lavorare per HBO in “True Detective” insieme all'amico e collega Woody Harrelson 



Tornato in piena forma dopo i venti chili persi per interpretare Ron Woodroof, texano malato di AIDS protagonista del film “Dallas Buyers Club”, Matthew McConaughey è arrivato a Roma fasciato in un vistoso completo firmato Dolce e Gabbana, marchio di cui è testimonial, per presentare proprio la pellicola che gli ha fatto vincere un Golden Globe come miglior attore protagonista in un ruolo drammatico. Il suo Woodroof, persona realmente esistita, sta portando molta fortuna all’attore americano, che tra un mese si contenderà la statuetta degli Oscar come miglior attore protagonista con il collega Leonardo DiCaprio, con cui ha recitato nel film di Martin ScorseseThe Wolf of Wall Street”. 


All’anteprima romana del film, in arrivo al cinema il prossimo 30 gennaio, cui hanno presenziato diverse celebrità e personalità di spicco – tra cui Lapo Elkann, fondatore insieme alla sorella Ginevra di Good Films, casa di distribuzione che ha portato in Italia “Dallas Buyers Club”, e Paolo Sorrentino, regista del film “La grande bellezza”, pellicola in lizza per l’Academy Award come miglior film straniero, che l’attore americano ha salutato con un: “Ci vediamo agli Oscar!” -, McConaughey ha parlato della svolta impegnata che ha intrapreso la sua carriera e di come questo ruolo lo abbia assorbito completamente: “La storia di quest’uomo che si è battuto per i suoi diritti e che ha cercato di sopravvivere nonostante tutto è importantissima. Portare in giro per il mondo una storia come questa per me è vitale” ha detto l’attore. 

Un ruolo pieno di oscurità e ombre, proprio come quello interpretato da McConaughey nella serie tv “True Detective”, mini serie della HBO in otto episodi scritta da Nic Pizzolatto e diretta da Cary Fukunaga attualmente in onda in America, in cui l’attore interpreta il ruvido e solitario Rust Cohle, detective con un passato tragico che deve dare la caccia a un serial killer. Ad affiancare McConaughey c’è Woody Harrelson, che interpreta Martin Hart, il partner di Cohle. McConaughey ci ha raccontato come è stato lavorare con Harrelson, suo amico anche fuori dal set, in “True Detective”: “Woody e io abbiamo lavorato insieme già tre volte, siamo amici fin dal 1995. Questa è la prima volta che abbiamo affrontato insieme il genere drammatico” ha detto l’attore, che ha continuato: “Prima avevamo fatto sempre commedie, la nostra vita al di fuori dello schermo e la nostra amicizia sono più di genere comico. Nella commedia possiamo spalleggiarci ed esagerare, mentre col genere drammatico è più difficile. True Detective è un dramma basato sui contrasti tra me e lui”. 
L’attore ha inoltre rivelato di essersi trovato molto a suo agio a lavorare per la HBO: “Lavorare con HBO è stato fantastico, quello che si dice una macchina ben oliata: sanno quello che fanno, sul set non ci hanno mai messo pressione dal punto di vista creativo, gli piace quello che vedono e non interferiscono. Anche per quanto riguarda la post produzione e il marketing sono impeccabili, quindi è stato un piacere”.


Pubblicato su TvZap.

martedì 28 gennaio 2014

Leonardo DiCaprio, gag sul Titanic al SNL

Leonardo DiCaprio e Jonah Hill, entrambi nominati all'Oscar per i loro ruoli in “The Wolf of Wall Street” di Martin Scorsese, hanno sorpreso il pubblico del Saturday Night Live cimentandosi nella famosa scena di “Titanic” 



Per Leonardo DiCaprio e Jonah Hill è un momento magico: compagni di set nel film di Martin Scorsese “The Wolf of Wall Street”, i due attori sono entrambi nominati agli Oscar, rispettivamente nella categoria di miglior attore protagonista e non protagonista, e il prossimo due marzo dovranno contendersi la statuetta con Matthew McConaughey e Jared Leto, protagonisti di “Dalls Buyers Club”, altra coppia favorita al premio. 


Nel frattempo il duo sta continuando la campagna di promozione per il film di Scorsese e ha dato spettacolo nell’ultima puntata del Saturday Night Live, andata in onda il 25 gennaio: Jonah Hill, che ha iniziato la sua carriera come interprete comico, è infatti tornato a presentare lo storico show americano, dove si è cimentato in una descrizione poco veritiera del suo rapporto con Scorsese e soprattutto con il collega DiCaprio. Per la gioia del pubblico DiCaprio in persona è intervenuto, portando una nota di divismo allo sketch: l’attore ha infatti giocato la parte del veterano dello schermo prodigandosi in consigli per il giovane collega. La coppia ha quindi reso magica la gag rifacendo la famosa scena della prua del film “Titanic”: DiCaprio è stato ancora una volta Jack Dawson, mentre Hill ha preso il posto di Kate Winslet nei panni di Rose, mandando il pubblico in visibilio.


Pubblicato su TvZap.

giovedì 23 gennaio 2014

The Wolf of Wall Street


Che il loro campo da gioco sia un ring, un palco, uno studio televisivo, una sala di casinò, la strada o il mondo dell'alta finanza, gli antieroi protagonisti dei film di Martin Scorsese hanno in comune sempre le stesse caratteristiche: la pulsione irrefrenabile a farsi largo, a lottare, a bruciare la vita a suon di colpi, droghe e sesso, ad accumulare per poi dissipare, a salire fino allo zenit per poi cadere rovinosamente. Tutti senza rimpianti, molti senza possibilità di redenzione, i personaggi di questi film sono veri e propri animali, guidati dall'istinto prettamente umano incline alla violenza e alla sopraffazione. 

In The Wolf of Wall Street il protagonista Jordan Belfort, personaggio realmente esistito, è uno squalo, anzi, un lupo, della finanza che si muove in una giungla fatta di soldi, sesso e droga, un luogo di perdizione, eccesso e consumi sfrenati che risponde al nome di Wall Street, centro economico del mondo, culla delle tendenze economiche globali, trampolino di lancio perfetto per un giovane ambizioso e senza scrupoli che vede il mondo come la sua ostrica. Il lupo di Scorsese è un uomo che, grazie al suo ingegno e all'abilità di manipolare gli altri, conquista in breve tempo soldi e potere e non sembra minimamente intenzionato a scendere dalla giostra frenetica che ha costruito, che, anzi, fa girare a velocità sempre più forte: nessuna somma è mai abbastanza, nessuna donna può soddisfare i suoi istinti, ogni nuova forma di droga è sempre bene accetta.

Con Leonardo DiCaprio, mai così coraggioso e scatenato, a fare da demiurgo di un viaggio attraverso gli abissi dell'avidità e dell'horror vacui, Scorsese mette in scena la straordinaria parabola di un uomo che si crede intoccabile agli occhi della legge, della morale e di Dio, un uomo che pensa eternamente al presente e vive la vita come se fosse un trip continuo alla ricerca sfrenata del piacere e dello stordimento, negando continuamente ogni forma di sobrietà e noia. In 179, intensissimi, minuti Scorsese racconta un'epoca, quella della finanza americana anni '80 e '90, in cui i più primitivi istinti umani hanno trovato il loro massimo sfogo camuffandosi in attività socialmente e civilmente accettate: mascherati da uomini d'affari, i broker di The Wolf of Wall Street fanno del loro ufficio una vera e propria tana in cui tutto è lecito, in cui la realtà ha altri colori, odori e umori rispetto alla grigia normalità dell'uomo comune. Una vera e propria Sodoma e Gomorra, uno stile di vita talmente estremo da cui non poteva che nascere la crisi mondiale odierna.

Ma The Wolf of Wall Street non è solo un film che parla di un'altra epoca per analizzare con maggior lucidità il presente, è soprattutto uno splendido e barocco affresco dell'eterno e insopprimibile istinto umano ad affermarsi, fino all'autodistruzione (oltre a essere la summa del cinema di Scorsese, racchiudendo in sé le suggestioni di Quei Bravi Ragazzi e Casinò): Leonardo DiCaprio, all'inizio fresco e ingenuo giovane di belle speranze, si tramuta ben presto in vizioso corrotto e gonfio, bulimico di esperienze e di piacere, tanto da ridursi a una vera e propria larva strisciante in quella che è una delle scene più incredibili di un film che trabocca di invenzioni assolutamente geniali (il mantra "fugazy", il bicchiere lanciato dietro la schiena e la scena di Braccio di Ferro solo per citarne alcune). Istrionico e senza nessun freno inibitorio, DiCaprio si lancia in quella che è forse la più grande prova attoriale della sua carriera, in cui incarna il lato oscuro del sogno americano, in contrapposizione allo splendore giovanile e puro del Jack Dawson di Titanic: attore ormai capace di qualunque cosa, il divo americano recita senza risparmiarsi sia con il corpo che con la voce, urlando a più non posso dentro microfoni e direttamente in faccia allo spettatore, direttore di una sinfonia folle e anarchica che travolge il pubblico con una potenza e una forza che lasciano di stucco. I 179 folli minuti di The Wolf of Wall Street sono una vera e propria esperienza, un trip con alti e bassi, proprio come quelli del suo drogato protagonista, che arriva direttamente in vena.

Ad accompagnare DiCaprio in questo viaggio bacchico ci sono altri incredibili animali da palcoscenico: Jonah Hill, attore comico in grado di passare con disinvoltura a toni drammatici, incarna la parte più sfrenata e grottesca della pellicola, dando una prova attoriale straordinaria, così come Matthew McConaughey che, in poco più di dieci minuti di pellicola, regala un ruolo straordinario, quello di Mark Hanna, mentore di Belfort, vero e proprio Satana in persona che segue la sete di successo come un mantra. Splendida Margot Robbie, sirena insidiosa che fa perdere la testa al protagonista. Il lavoro di questo straordinario cast (tra cui spunta come guest star d'eccezione anche il regista Spike Jonze) merita una visione in lingua originale.

Tanta hybris non può rimanere impunita: a ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria e la caduta di Jordan sarà clamorosa tanto quanto la sua ascesa. Scorsese non fa però sconti e nessuno dei personaggi sembra capace e intenzionato a redimersi: Patrick Denham (Kyle Chandler), l'agente FBI che incastra Jordan, alla fine dei conti si rivela un uomo dalla vita grigia e triste, al contrario del folle e allucinato Jordan, che, nonostante la caduta, è immediatamente intenzionato a ricominciare ancora una volta da capo, come ci mostra lo splendido e inquietante finale. Nel bene e nel male, tanta fame di vita è impossibile da controllare e frenare: Scorsese lo sa, e ce ne dà un assaggio grazie alla sua incredibile arte cinematografica, instancabile, insaziabile e folgorante. 


Leonardo DiCaprio


La citazione: "Non voglio morire sobrio!"

Hearting/Cuorometro: ♥♥♥♥♥

Uscita italiana: 23 gennaio 2014


Titolo originale: The Wolf of Wall Street 
Regia: Martin Scorsese
Anno: 2013
Cast: Leonardo DiCaprio, Jonah Hill, Margot Robbie, Kyle Chandler, Matthew McConaughey, John Favreau, Cristin Milioti, Jon Bernthal, Rob Reiner, Ethan Suplee, Shea Wingham, Spike Jonze, Jean Dujardin, Joanna Lumley
Colore: colore
Durata: 179 minuti
Genere: commedia
Sceneggiatura: Terence Winter
Fotografia: Rodrigo Pietro
Montaggio: Thelma Shoonmaker
Musica: Howard Shore
Paese di produzione: USA
Produttore: Martin Scorsese, Leonardo DiCaprio
Distribuzione italiana: 01 Distribution

mercoledì 22 gennaio 2014

American Hustle




American Hustle è un film di capelli.
I capelli racchiudono in sé il senso della pellicola e forse dell'intera filmografia di David O. Russell, regista prima ignorato e lasciato nel dimenticatoio da Hollywood e ora diventato improvvisamente il suo golden boy prediletto. 
Capelli dicevamo: la prima scena di American Hustle mostra un irriconoscibile Christian Bale, grasso e vestito in modo kitsch, che si sistema con maestria un elaborato parrucchino davanti allo specchio. In questa scena c'è già tutto il film: Bale interpreta Irving Rosenfeld, truffatore da strapazzo del New Jersey costretto dall'agente Richie DiMasio (un permanentatissimo Bradley Cooper) a collaborare con l'FBI per non finire in galera, innamorato dell'enigmatica Sydney (Amy Adams), sua compagna di truffa e di letto, e sposato con l'imprevedibile e svampita Rosalyn (Jennifer Lawrence). Mentre Bale armeggia con il parrucchino davanti allo specchio ci si appalesa davanti tutto un mondo: l'evidente ammirazione di Russell per Martin Scorsese (le mani nei capelli vanno a sostituire il gesto della pistola di De Niro in Taxi Driver), il suo amore per la gigioneria degli attori, la metafora della truffa, sia quella dei personaggi protagonisti del film e sia quella del regista stesso, che con una formula semplice ma efficace ha reinventato la sua carriera.

Utilizzare costumi e trucco per caratterizzare i personaggi è alla base dell'arte cinematografica e i capelli qui svolgono un lavoro egregio: l'elaborato parrucchino di Irving comunica la sua abilità di raggirare la gente, i capelli prima lisci e poi mossi di Sydney mostrano la sua duplice natura di donna elegante e ambiziosa e di amante appassionata e disposta a tutto per amore, i ricci definitissimi di Richie esprimono il suo delirio di onnipotenza e mania del controllo e l'elaboratissima e vaporosa acconciatura di Rosalyn è in linea con la sua personalità ingombrante e appariscente. Un lavoro certosino che esprime anche la cifra stilistica di Russell: nel dirigere gli attori, nel dar loro spazio e renderli padroni del film il regista di New York è un vero talento, peccato che a sostenere questa bella messa in scena ci sia ben poco. Se è vero infatti che i costumi e le scenografie sono curatissime e ci trasportano immediatamente negli anni '70, periodo in cui è ambientato il film, è anche vero che il regista lascia correre il suo film su binari già battuti e prevedibili, come dimostra anche la colonna sonora, composta da tutti i pezzi più abusati di quegli anni, associati ad almeno altre dieci pellicole precedenti. 

Paradossalmente Russell ha abbandonato i toni più originali e stralunati delle sue pellicole precedenti, come Three Kings e ♥ Huckabees, per confezionare film di gusto classico e molto hollywoodiano, che infatti sono stati accolti con favore da critica e pubblico. Questo non è certo un male, anzi, ma il clamore suscitato da The Fighter e, soprattutto, Il lato positivo è forse superiore ai reali meriti di queste pellicole. Nei film di Russell sembra infatti che sia sempre l'attore a tenere le redini del film, senza che ci sia una guida precisa e forte del regista: al contrario di Scorsese, maestro in grado di portare gli attori esattamente dove vuole, Russell si fa guidare da questi, spesso sbandando e facendosi risucchiare nel vortice della strada più facile da seguire, non riuscendo a integrare alla perfezione il tono drammatico con quello grottesco. American Hustle in questo senso è forse il film più costruito e quindi anche più genuino del regista, che ha fatto della dissimulazione e del fumo negli occhi il suo cavallo di battaglia. 

E' anche vero che con attori del calibro dei protagonisti è difficile sbagliare: Bale e Adams in primis forniscono due prove straordinarie, il primo cambiando completamente fisionomia ancora una volta e la seconda riuscendo a comunicare gli stati d'animo del suo personaggio semplicemente con uno sguardo o con una piega delle labbra. Meno convincenti invece la Lawrence e Bradley Cooper, imprigionati in personaggi stereotipati che diventano presto delle macchiette, perennemente stravolti in espressioni esagerate e gesti eclatanti, che finiscono per essere quasi le caricature dei loro precedenti ruoli in Il lato positivo, primo film in cui hanno lavorato insieme sempre sotto la direzione di Russell. 

In conclusione la nota di marcio che si nasconde nel bouquet fiorito dello smalto di Rosalyn, che diventa metafora della deriva che i protagonisti (e la regia di Russell) intraprendono, non ci convince del tutto, risultando una nota stonata più che un colpo di originalità. Possiamo quindi  rispondere al cruciale interrogativo che Irving pone a Richie, ovvero se sia il pittore o il falsario il vero artista, dicendo che il genio è sempre l'artista originale, se chi viene dopo non ci mette del suo nel "prendere spunto". Qualcosa di più di un evanescente luccichio. 

Amy Adams, Bradley Cooper, Jeremy Renner, Christian Bale e Jennifer Lawrence



La citazione: "La gente crede a quello che vuole credere: il tizio che lo ha dipinto agli occhi di tutti era bravo quanto il vero pittore. Allora, chi è l'artista? Il pittore oppure il falsario?"

Hearting/Cuorometro: ♥♥♥1/2

Uscita italiana: 1 gennaio 2014


Titolo originale: American Hustle
Regia: David O. Russell 
Anno: 2013
Cast: Christian Bale, Amy Adams, Bradley Cooper, Jennifer Lawrence, Jeremy Renner, Robert De Niro
Colore: colore
Durata: 138 minuti
Genere: commedia
Sceneggiatura: David O. Russell, Eric Warren Singer
Fotografia: Linus Sandgren
Montaggio: Jay Cassidy, Crispin Struhters, Alan Baumgarten
Musica: Danny Elfman
Paese di produzione: USA
Casa di produzione: Atlas Entertainment, Annapurna Pictures
Distribuzione italiana: Eagle Pictures

Videodrome n. 102 - MARY POPPINS

Dick Van Dyke e Julie Andrews


Titolo italiano: Mary Poppins
Titolo originale: Mary Poppins
Regia: Robert Stevenson
Anno: 1964
Cast: Julie Andrews, Dick Van Dyke, David Tomlinson, Glynis Johns, Karen Dotrice, Matthew Garber
Colore: colore
Durata: 134 minuti
Genere: musical
Sceneggiatura: Bill Walsh, Don Da Gradi
Fotografia: Edward Colman
Montaggio: Cotton Warburton
Musica: Richard M. Sherman, Robert B. Sherman, Irwin Kostal
Paese di produzione: USA
Casa di produzione: Walt Disney, Bill Walsh
Distribuzione italiana: Walt Disney

martedì 21 gennaio 2014

Last Vegas


C'è un motivo se Jennifer Lawrence ha ottenuto tutta questa attenzione, più o meno giustificata, in così giovane età: Hollywood non fa mai le cose a caso e l'aver creato a tavolino una fresca nuova icona da adorare senza farsi domande è la sottile strategia per compensare un altro fenomeno che sembra ormai inarrestabile. Da qualche anno a questa parte il cinema sembra essersi aggomitolato su se stesso: i volti che danno forma ai nostri sogni si sono fatti più duri e grigi, hanno rughe, spesso sono imbottiti di silicone e sono inossidabilmente sempre lì da quasi 50 anni. Hollywood è invecchiata e con lei i suoi eroi, che però non sembrano voler lasciare il passo alle nuove, e forse meno interessanti, leve: ne è la dimostrazione il fatto che Sylvester Stallone e Arnold Schwarzenegger siano ancora gli idoli indiscussi dell'action, nonostante gli acciacchi, che Robert De Niro sia ancora il toro più scatenato del ring in ogni film in cui compare, e che una vecchia volpe come Robert Downey Jr. nei panni di Iron Man abbia più fan dei ben più giovani colleghi vendicatori. Perfino i più grandi sex symbol del cinema, Brad Pitt, Tom Cruise e Johnny Depp, hanno tutti superato i 50 anni. La povera Jennifer è dunque la nipotina di tutti questi colossi, chiamata a cercare di dare nuova linfa al carisma di Hollywood, che per ora è costretto a vedersela con pillole per la pressione e denti finti. 

In questo revival dei bei tempi che furono si inserisce dunque Last Vegas, risposta geriatrica alla trilogia di Una notte da leoni, con quattro leoni veri della Hollywood dei tempi d'oro a fare da mattatori: Robert De Niro, Michael Douglas, Morgan Freeman e Kevin Kline - 6 premi Oscar in 4! - nei panni rispettivamente di Paddy, Billy, Archie e Sam, amici storici che, dopo essersi persi di vista per diversi anni, si ritrovano all'addio al celibato di Billy, playboy incallito del gruppo, che a 70 anni ha deciso di sposare la fidanzata appena trentenne. Imbolsiti e annoiati, i favolosi quattro cercano di ingannare il tempo che passa sullo sfondo della surreale e patinata Las Vegas, simbolo di finzione e perdizione, metafora dell'illusione dell'eterna giovinezza. A portare ancora più scompiglio nel gruppo, che scopre presto di avere diversi scheletri nell'armadio, arriva Diana (Mary Steenburgen, ovvero la mitica Clara di Ritorno al futuro che porta il conteggio Oscar del film a quota 7), fascinosa cantante di sala. 

Gag sulla terza età, ammiccamenti alla cultura "ggiovane" grazie alla presenza di figure come il cantante 50Cent e a drink come la vodka Redbull, nostalgia per i bei tempi andati (De Niro ancora una volta fa la parodia di se stesso dando pugni in stile Jake LaMotta), riflessioni semiserie sulla vecchiaia: Last Vegas offre il pacchetto completo di tutto ciò che ci si può aspettare da un progetto del genere e John Turteltaub, regista-mestierante che ha regalato ai posteri pellicole non proprio memorabili come Scontro tra Titani, dietro la macchina da presa si impegna il minimo sindacale. A fare la differenza sono, ovviamente, i quattro carismatici protagonisti che dimostrano di avere ancora diversi assi nella manica, non fosse altro che per i ruoli leggendari e le tonnellate di esperienza che li circondano. Vedere questi quattro signori che gigioneggiano e si divertono ancora sul set vale tutto il film, poco importa se le battute sono spesso prevedibili: questi vecchi leoni saranno sì invecchiati, ma non hanno perso lo smalto.

Kevin Kline, Morgan Freeman, Robert De Niro e Michael Douglas


La citazione: "Questi vodka Redbull sono strani: mi sento sbronzo e elettrizzato allo stesso tempo!"

Hearting/Cuorometro: ♥♥1/2

Uscita italiana: 23 gennaio 2013


Titolo originale: Last Vegas
Regia: John Turteltaub
Anno: 2013
Cast: Robert De Niro, Michael Douglas, Morgan Freeman, Kevin Kline, Mary Steenburgen, Jerry Ferrara, Romany Malco, Roger Bart, Michael Ealy, Joana Gleason
Colore: colore
Durata: 105 minuti
Genere: commedia
Sceneggiatura: Dan Fogelman
Fotografia: David Hennings
Montaggio: David Rennie
Musica: Mark Mothersbaugh
Paese di produzione: USA
Casa di produzione: CBS Films
Distribuzione italiana: Universal Pictures

True Detective

Mentre Matthew McConaughey ritirava il Golden Globe per il miglior attore protagonista in Dallas Buyers Club, iniziava sulla tv americana la nuova serie che lo vede protagonista al fianco di Woody Harrelson. La serie HBO in otto episodi, ideata dallo scrittore Nic Pizzolatto e diretta da Cary Fukunaga, vede Matthew McConaughey e Woody Harrelson nei panni di due detective del profondo sud degli Stati Uniti a caccia di un serial killer che li costringerà ad affrontare i loro spettri più oscuri


“Se tocchi l'oscurità, lei ti tocca a sua volta”. 
Questa è la frase lancio di “True Detective”, nuova serie targata HBO, nata dalla penna di Nic Pizzolatto, autore del romanzo “Galvestone” e sceneggiatore di un paio di episodi di “The Killing”, con protagonista la coppia d'assi Matthew McConaughey, fresco di vittoria ai Golden Globes come miglior attore nel film “Dallas Buyers Club” e favorito per l'Oscar, e il collega e amico Woody Harrelson

L'oscurità di cui si parla non è fisica, ma molto più insidiosa: ci troviamo infatti nell'assolata Louisiana, profondo sud degli Stati Uniti, in un piccolo paesino di provincia. La luce è forte, la gente si muove con estrema lentezza, chiesa e bar sono i punti di ritrovo e la famiglia è un'istituzione indiscutibile. In questo ambiente, quasi congelato nella sua luminosa staticità, mal si muove il texano Rust Cohle (McConaughey), detective trasferitosi in Louisiana dopo aver perso, in circostanze misteriose, figlia e moglie. Cohle è un uomo segnato dalla vita, pieno di fantasmi, un depresso con problemi d'insonnia e alcol, un, come si autodefinisce, “pessimista”. Di tutt'altra pasta il suo collega, Martin Hart (Harrelson), detective ambizioso ed espansivo, sposato e con due figlie. La strana coppia deve cimentarsi con un singolare caso di omicidio: una donna ritrovata in pieno giorno legata a un albero, ricoperta di corna di cervo e strane costruzioni di rami secchi. E' il 1995 e il duo è alle costole di un efferato serial killer. Con un salto temporale di 17 anni, ritroviamo i due separati e molto cambiati: Cohle si è lasciato andare, mentre Hart è un uomo di successo non più sposato. Entrambi vengono interrogati quando il serial killer della Louisiana, imprigionato anni prima, torna a farsi vivo. Si tratta di un imitatore? 
Oppure è stato arrestato l'uomo sbagliato? 

Sponsorizzato come un classico poliziesco, “True Detective” nasconde e offre molto più di quanto promesso: la scrittura fortemente letteraria, i lunghi e intensi dialoghi fra i due protagonisti, la cura nel caratterizzare i personaggi e i continui flashback fanno della serie un vero e proprio thriller psicologico, in cui la caccia più appassionante e spietata è quella dei due detective contro i propri segreti più oscuri. Nata come una serie antologica - se sarà confermata, la seconda stagione avrà protagonisti e trama differenti, come accaduto per il ciclo di “American Horror Story” - “True Detective” promette di sondare, in otto episodi, gli abissi più fangosi e insondabili dell'animo umano. Per fare questo non poteva esserci coppia migliore del duo formato da McConaughey e Harrelson, amici anche al di fuori del set, e colleghi fin dai tempi di “EdTv”, film di Ron Howard del 1999, in cui interpretavano due fratelli. I loro detective, Cohle e Hart, che già dai nomi rimandano ad atmosfere polverose in cui si respira l'odore di sangue e sudore, con il marcato accento del sud ricordano i personaggi dei romanzi Joe R. Lansdale, formando una coppia irresistibile che fin dal primo minuto cattura l'attenzione per carisma e bravura. McConaughey si conferma uno dei migliori attori del momento, dando al suo personaggio un'aria spettrale e passando ancora una volta attraverso notevoli trasformazioni fisiche, mentre Harrelson regge a testa alta il confronto, caricando il suo personaggio di una forte dose di ironia. A sorreggere il lavoro dei due attori ci sono la regia quasi onirica di Cary Fukunaga, autore del film “Jane Eyre” con Michael Fassbender e Mia Wasikowska, che si è occupato di tutti gli episodi, e la musica calda e avvolgente di T-Bone Burnett, premio Oscar per la miglior canzone con il brano composto per il film “Crazy Heart”, film di Scott Cooper con Jeff Bridges

In America la serie ha debuttato lo scorso 12 gennaio, proprio mentre McConaughey ritirava il Golden Globe per il miglior attore protagonista in un film drammatico, mentre in Italia è ancora inedita.

Matthew McConaughey e Woody Harrelson


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lunedì 20 gennaio 2014

Top10: Le serie tv più attese del 2014

Le serie tv più attese del pubblico italiano per il nuovo anno 


Il 2014 è qui e porterà con sé nuovi progetti, nuovi incontri e tante nuove serie tv. Il pubblico italiano aspetta con impazienza alcune serie in particolare, che si succederanno durante il nuovo anno una dietro l’altra su reti pubbliche e private. Per stabilire quali sono le più attese del 2014 per i serial-addicted italiani, ci siamo basati sugli ascolti dell’anno 2013 


10 BELIEVE 
Believe”, serie di fantascienza creata da Alfonso Cuarón e J.J. Abrams, che narra le avventure di Bo (Johnny Sequoyah), bambina dai poteri misteriosi costretta a nascondersi per via delle sue capacità, è una delle novità più attese del 2014. I motivi di tanta curiosità sono plurimi: le serie di fantascienza ultimamente scarseggiano e gli amanti del genere sono sempre alla ricerca dei nuovi “X-files” e “Fringe”, inoltre la serie è creata da J.J. Abrams, autore del cult “Lost”, e da Cuarón, regista che con il film “Gravity” è tra i favoriti agli Oscar 2014. Il debutto di “Believe” non ha ancora una data ufficiale, per ora si sa che è programmato per il periodo successivo alle Olimpiadi invernali, che si svolgeranno dal 6 al 23 febbraio 2014. 




9 SHAMELESS (2011 – in corso) 
La terribile famiglia Gallagher sta per tornare e, a giudicare dal poster di lancio della quarta stagione, l’atmosfera sarà ancora più calda del solito. Fiona (Emmy Rossum) e i suoi terribili fratelli saranno infatti impegnati in una violenta protesta contro l’aumento delle tasse e le immagini che anticipano la nuova stagione li vedono a capo di una folla armata di spranghe e bombe molotov. Tutta la banda tornerà il 10 gennaio 2014 sugli schermi americani, mentre in Italia la quarta stagione di “Shameless” andrà in onda su Joi, canale di Mediaset Premium, dal 7 aprile




8 NEW GIRL (2011 – in corso) 
La stralunata Jess, interpretata dalla frizzante Zooey Deschanel, ha conquistato una buona fetta di fan grazie alla sua simpatia e ai siparietti musicali che improvvisa in ogni puntata. Jess e i suoi coinquilini sono già in onda in America dallo scorso 17 settembre, mentre in Italia torneranno con la terza stagione su Fox Life, canale di Sky, a fine gennaio 2014. 




7 DOWNTON ABBEY (2010 – in corso) 
Mentre in Inghilterra il finale della quarta stagione andrà in onda la sera di Natale, in Italia è cominciata da pochissimo la terza stagione, trasmessa dal 19 dicembre su Retequattro. Le avventure della nobile famiglia Crawley hanno un pubblico di fedelissimi fan italiani, che per il finale di questa terza serie dovranno essere molto forti. 




6 CASTLE (2009 – in corso) 
La faccia da schiaffi di Nathan Fillion nei panni di Castle, lo scrittore di romanzi gialli che aiuta la detective Kate Beckett (Stana Katic) nelle indagini ha conquistato il pubblico italiano, che segue con passione da diversi anni le sue avventure. La complicata storia tra i due protagonisti continua anche nella sesta stagione, che ha debuttato in America lo scorso 23 settembre. In Italia arriverà nel corso del 2014 prima su Fox Life e poi Rai2. Nel frattempo, per chi proprio non riesce ad aspettare, su Fox Life dal 18 gennaio vanno in onda le repliche di “Castle” a partire dalla prima stagione. 




5 NCIS (2003 – in corso) 
Da quasi dieci anni le avventure della squadra speciale della Marina Militare degli Stati Uniti tengono incollati agli schermi migliaia di italiani. Gibbs (Mark Harmon), Di Nozzo (Michael Weatherly) e gli altri torneranno anche in un’undicesima stagione, cominciata in America lo scorso 24 settembre, trasmessa in Italia su Rai2 a marzo 2014




4 GREY’S ANATOMY (2005 – in corso) 
Le crisi mediche e sentimentali dei medici del Seattle Grace Hospital tengono con il fiato sospeso il pubblico italiano da dieci anni. La complicata e romantica storia d’amore tra Meredith (Ellen Pompeo) e il dottor Stranamore (Patrick Dempsey) tornerà ad appassionare il pubblico con una decima stagione, in onda in America dallo scorso 26 settembre, che debutterà in Italia a fine gennaio 2014 su Fox Life




3 ARROW (2012 – in corso) 
Nessuno l’avrebbe mai detto ma "Arrow", serie sulle avventure del supereroe dei fumetti Freccia Verde, è stato il prodotto seriale più visto in Italia nel 2013. Sarà merito degli incredibili addominali del protagonista Stephen Amell o delle spettacolari scene d’azione? Per la gioia dei fan la seconda stagione di “Arrow” porterà nuovi personaggi, nuovi intrighi e sempre più addominali scolpiti. Le nuove puntate andranno in onda in Italia dal 10 gennaio su Italia 1, tutti venerdì alle ore 21.10. 




2 GAME OF THRONES (2011 – in corso) 
Il finale della terza stagione di “Game of Thrones” ha sconvolto chi non ha letto i libri di George R.R. Martin da cui è tratta la serie HBO, ormai di culto, e la curiosità di sapere come andrà avanti la guerra per il Trono di Spade, ora che è successo un fatto così sconvolgente, sta consumando gli appassionati. La quarta stagione andrà in onda in America a fine marzo 2014 e arriverà in Italia a maggio su Sky. L’attesa è ancora lunga. 




1 SHERLOCK (2010 – in corso) 
I più attesi del nuovo anno sono loro, la strana coppia formata da Sherlock Holmes e John Watson, nelle versioni moderne interpretate dagli ormai divi Benedict Cumberbatch e Martin Freeman, al cinema star rispettivamente di “Star Trek Into Darkness” e “Lo Hobbit”. Nella seconda stagione, Steven Moffat e Mark Gatiss, gli stessi folli autori del reboot di “Doctor Who”, hanno fatto morire Sherlock, ma, come anticipano le immagini promozionali della terza serie, il detective più eccentrico della tv non è sei piedi sotto terra. Le nuove puntate di “Sherlock” inaugureranno l’anno nuovo in Inghilterra andando in onda il primo gennaio su BBC One, mentre in Italia arriveranno su Joi, canale di Mediaset Premium, nel 2014.





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venerdì 17 gennaio 2014

Citazione Cinematografica n. 281 - QUALCUNO VOLO' SUL NIDO DEL CUCULO

"Ma credete veramente di essere pazzi? Davvero? Invece no, voi non siete più pazzi della media dei coglioni che vanno in giro per la strada, ve lo dico io!"

da: Qualcuno volò sul nido del cuculo

Jack Nicholson



Titolo originale: One Flew Over the Cuckoo's Nest
Regia: Milos Forman
Anno: 1975
Cast: Jack Nicholson, Louise Fletcher, Will Sampson, Brad Dourif, Christopher Lloyd, Danny DeVito
Colore: colore
Durata: 129 minuti
Genere: drammatico
Sceneggiatura: Bo Goldman, Lawrence Hauben
Fotografia: Haskell Wexler
Montaggio: Sheldon Khan, Lynzee Klingman
Musica: Jack Nietzsche
Paese di produzione: Stati Uniti
Produttore: Michael Douglas, Saul Zaentz
Distribuzione italiana: Warner Bros.

mercoledì 15 gennaio 2014

TOP10 - LE MIGLIOR SERIE TV DEL 2013

Ancora una volta è tempo di bilanci. Circa le migliori serie tv che ci hanno accompagnato durante il 2013, ci siamo concessi il lusso di una superclassifica che non tenesse conto solo della programmazione televisiva. Insomma, siamo o non siamo nel 2013. E allora ecco quali sono i compagni di viaggio le cui storie ci hanno tenuti incollati davanti allo schermo, che sia del pc o della televisione. Nel 2013 abbiamo detto addio a diverse serie storiche, come “Dexter”, “Breaking Bad” e “Fringe”, e salutato nuovi astri nascenti, tra cui “Master of Sex” e “Orange is the new black”. In dieci posizioni tutto il meglio televisivo visto nell’anno che sta per concludersi e, come per il conto alla rovescia della notte di Capodanno, si parte dalla posizione numero dieci fino al podio. 


10 THE WALKING DEAD (2010 – in corso) 
Nonostante gli alti e bassi, “The Walking Dead” resta una delle serie horror migliori viste in tv, che ha il pregio di esser tornata agli zombi “vecchia scuola”, quelli che si trascinano lentamente e diventano metafora dei tempi. Tanti i colpi di scena nell’ultima stagione e a spiccare è l’immenso personaggio del Governatore (David Morrissey). La serie gode inoltre di grande successo, sia in America che in Italia: per la gioia dei fan “The Walking Dead”, grazie a Fox, canale di Sky che trasmette i nuovi episodi il giorno dopo la messa in onda americana, continua infatti a essere una delle poche serie trasmesse nel nostro paese praticamente in contemporanea con gli Stati Uniti. La seconda parte della quarta stagione sarà trasmessa a partire dal 10 febbraio 2014 su Fox. Stay alive! 




 9 THE AMERICANS (2013 – in corso) 
Washington, 1981. Elizabeth e Phlip Jennings sembrano la classica coppia americana da rivista patinata: belli, felici e con due figli, i coniugi sembrano l’emblema della perfezione a stelle e strisce. In realtà i due sono spie russe cresciute e addestrate in Unione Sovietica che quindici anni prima hanno accettato la missione di infiltrarsi nella società americana per ottenere quante più informazioni possibili sul nemico. La surreale vita di famiglia di due spie russe durante la Guerra Fredda, complicata dall’allevare due figli che si stanno trasformando in tutto e per tutto in due piccoli capitalisti americani, è una delle novità più sorprendenti dell’ultimo anno: la coppia di protagonisti formata da Keri Rusell, principale interprete di “Felcity”, e Matthew Rhys è perfetta. Oltre ad essere quasi un miracolo l’aver trovato due attori così immuni alla chirurgia plastica, in grado di impersonare l’estetica anni 80 con tale perfezione. 




8 MASTERS OF SEX (2013 – in corso) 
La storia dei dottori Williams Masters e Virginia Johnson, scienziati che hanno studiato il comportamento sessuale nell’arco di una decade a cavallo tra gli anni ’50 e ’60, non poteva passare inosservata: interpretati sul piccolo schermo dalla coppia d’assi Michael Sheen e Lizzy Caplan, i due studiosi del sesso hanno infiammato la stagione televisiva americana. Grazie all’ottima coppia di protagonisti, al grande cast di supporto, tra cui spiccano i veterani Beau Bridges e Margo Martindale (curiosamente marito e moglie anche nella nuova commedia “The Millers”), a una sceneggiatura brillante, un’elegante ricostruzione storica e a uno stile di regia classico, la neonata in casa Showtime è stata incoronata oltre oceano come una delle migliori novità dell’anno. In Italia arriverà nel 2014. 




7 ORANGE IS THE NEW BLACK (2013 – in corso) 
La seconda novità più forte dell’anno è “Orange is the new black“, serie trasmessa in America su Netflix, ispirata alle memorie della vera Piper Kerman (Taylor Schilling), donna condannata a quindici anni di carcere per aver trasportato una valigia contenete soldi legati al traffico di droga affidatale dalla compagna Alex Vause (Laura Prepon). Irriverente, scorretto e sexy, “Orange is the new black” racconta senza peli sulla lingua la vita all’interno di un carcere femminile, offrendo una carrellata di personaggi irresistibili come la folle Crazy Eyes (Uzo Aduba), la tras Sophia (Laverne Cox) e la boss cuoca russa Red (Kate Mulgrew). Ottimo il cast tra cui figurano anche Laura Prepon, Donna in “That’s 70 show”, e Jason Biggs, protagonista della serie cinematografica “American Pie”. 




6 HOMELAND (2011 – in corso) 
Nonostante un inizio in sordina – un’intera puntata sulle turbe sentimentali di Dana (Morgan Saylor) è stata davvero pesante da digerire -, la terza stagione di “Homeland” ci ha fornito uno dei colpi di scena migliori della sua storia fino al crescendo del devastante finale (trasmesso in Italia su Fox il 23 dicembre). Come al solito, ha brillato una formidabile Claire Danes nei panni dell’agente della CIA Carrie Mathison, accompagnata questa volta da un Saul (Mandy Patinkin) sempre più fondamentale e presente. Grazie allo scioccante finale “The Star”, la serie è ora a un punto di svolta critico: cosa succederà nella quarta stagione? Come si potrà andare avanti? Certo è che “Homeland” dovrà cambiare ancora una volta pelle e reinventarsi da zero. 




5 MAD MEN (2007 – in corso) 
Mentre in Italia siamo ancora alla quinta stagione di “Mad Men”, attualmente in onda su Rai4 a partire dal primo dicembre, in America l’epica scalata verso il successo, accompagnata da un’equivalente caduta morale, del pubblicitario Don Draper (Jon Hamm) durante i magnifici anni ’60 non conosce freno e inanella una sesta stagione complessa e affascinante, che conferma l’altissima qualità cui ci ha abituato l’elegante creatura di Matthew Weiner




4 GAME OF THRONES (2011 – in corso) 
Parlarne fa ancora male: la quarta stagione di “Game of Thrones” ha donato al pubblico uno dei finali di stagione più strazianti e dolorosi nella storia della televisione. Il diabolico autore dei romanzi George R.R. Martin ha sconvolto, dopo i suoi lettori, una nuova generazione di appassionati. Il bagno di sangue ha dato vita a infiniti dibattiti su blog, Twitter, Facebook e persino YouTube con il video, ormai virale, delle reazioni dei fan sconvolti. L’attesa per la quarta stagione, che arriverà a fine marzo in America e a maggio in Italia, è ormai spasmodica. 




3 LES REVENANTS (2012 – in corso) 
Premiata in patria con il Globe de crystal 2013 per la miglior serie televisiva e con l’Emmy International 2013, “Les Revenants” è una delle novità più interessanti del panorama televisivo europeo. Ambientata in una piccola cittadina francese in cui i morti tornano improvvisamente in vita, la serie, prodotta da “Canal+” e ispirata al film omonimo del 2004 di Robin Campillo, ricorda le suggestioni di “Twin Peaks” e può contare su un ottimo cast e sulla splendida colonna sonora dei Mogwai. La seconda stagione è attualmente in lavorazione. 




2 HOUSE OF CARDS (2013 – in corso) 
Giochi di potere, corruzione, vendetta personale: “House of Cards” racconta l’intricato sottobosco della politica americana attraverso gli occhi del mefistofelico Frank Underwood che, dopo aver portato all’elezione a Presidente degli Stati Uniti l’alleato Garrett Walker, cerca vendetta per non essere stato nominato Segretario di Stato come promesso. Nei panni di Underwood gigioneggia un immenso Kevin Spacey, che torna ai fasti di un tempo dopo qualche anno in sordina, sostenuto da un ottimo cast, tra cui figurano Robin Wright, Corey Stoll e Kate Mara (sorella di Rooney), e da una sceneggiatura impeccabile. L’episodio pilota è stato diretto da David Fincher, anche produttore esecutivo. In Italia la serie arriverà nel 2014. 




1 BREAKING BAD (2008 – 2013) 
Inchinatevi al re”: questa la frase sul poster promozionale della quinta, e ultima, stagione di "Breaking Bad". E Walter White, il professore di chimica col cancro che si reinventa boss del traffico di droga nel New Mexico, lo è stato davvero, per ben cinque anni, il re della televisione americana. Il personaggio creato da Vince Gilligan è ormai un’icona pop, proprio come è successo al Tony Soprano di James Gandolfini, e Bryan Cranston si è rivelato uno dei migliori attori contemporanei, tanto da meritarsi i complimenti di un altro grandissimo della recitazione, Sir Anthony Hopkins, che ha scritto una lettera appassionata al collega e a tutto il team di “Breaking Bad”. Cinque anni durissimi, pieni di colpi di scena incredibili, emozioni forti, di sceneggiatura e recitazione perfetti, e soprattutto di personaggi indimenticabili: Walter, Jesse (Aaron Paul), Saul (Bob Odenkirk), Skyler (Anna Gunn), Hank (Dean Norris), Gus Fring (Giancarlo Esposito), tutti giganti. Il finale, sulle note di “Baby Blue” dei Badfinger, ha chiuso il cerchio alla perfezione e commosso i fan, che, negli ultimi mesi precedenti la conclusione, sono andati letteralmente in fibrillazione. “Cheer up beautiful people!




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