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mercoledì 22 gennaio 2014

American Hustle




American Hustle è un film di capelli.
I capelli racchiudono in sé il senso della pellicola e forse dell'intera filmografia di David O. Russell, regista prima ignorato e lasciato nel dimenticatoio da Hollywood e ora diventato improvvisamente il suo golden boy prediletto. 
Capelli dicevamo: la prima scena di American Hustle mostra un irriconoscibile Christian Bale, grasso e vestito in modo kitsch, che si sistema con maestria un elaborato parrucchino davanti allo specchio. In questa scena c'è già tutto il film: Bale interpreta Irving Rosenfeld, truffatore da strapazzo del New Jersey costretto dall'agente Richie DiMasio (un permanentatissimo Bradley Cooper) a collaborare con l'FBI per non finire in galera, innamorato dell'enigmatica Sydney (Amy Adams), sua compagna di truffa e di letto, e sposato con l'imprevedibile e svampita Rosalyn (Jennifer Lawrence). Mentre Bale armeggia con il parrucchino davanti allo specchio ci si appalesa davanti tutto un mondo: l'evidente ammirazione di Russell per Martin Scorsese (le mani nei capelli vanno a sostituire il gesto della pistola di De Niro in Taxi Driver), il suo amore per la gigioneria degli attori, la metafora della truffa, sia quella dei personaggi protagonisti del film e sia quella del regista stesso, che con una formula semplice ma efficace ha reinventato la sua carriera.

Utilizzare costumi e trucco per caratterizzare i personaggi è alla base dell'arte cinematografica e i capelli qui svolgono un lavoro egregio: l'elaborato parrucchino di Irving comunica la sua abilità di raggirare la gente, i capelli prima lisci e poi mossi di Sydney mostrano la sua duplice natura di donna elegante e ambiziosa e di amante appassionata e disposta a tutto per amore, i ricci definitissimi di Richie esprimono il suo delirio di onnipotenza e mania del controllo e l'elaboratissima e vaporosa acconciatura di Rosalyn è in linea con la sua personalità ingombrante e appariscente. Un lavoro certosino che esprime anche la cifra stilistica di Russell: nel dirigere gli attori, nel dar loro spazio e renderli padroni del film il regista di New York è un vero talento, peccato che a sostenere questa bella messa in scena ci sia ben poco. Se è vero infatti che i costumi e le scenografie sono curatissime e ci trasportano immediatamente negli anni '70, periodo in cui è ambientato il film, è anche vero che il regista lascia correre il suo film su binari già battuti e prevedibili, come dimostra anche la colonna sonora, composta da tutti i pezzi più abusati di quegli anni, associati ad almeno altre dieci pellicole precedenti. 

Paradossalmente Russell ha abbandonato i toni più originali e stralunati delle sue pellicole precedenti, come Three Kings e ♥ Huckabees, per confezionare film di gusto classico e molto hollywoodiano, che infatti sono stati accolti con favore da critica e pubblico. Questo non è certo un male, anzi, ma il clamore suscitato da The Fighter e, soprattutto, Il lato positivo è forse superiore ai reali meriti di queste pellicole. Nei film di Russell sembra infatti che sia sempre l'attore a tenere le redini del film, senza che ci sia una guida precisa e forte del regista: al contrario di Scorsese, maestro in grado di portare gli attori esattamente dove vuole, Russell si fa guidare da questi, spesso sbandando e facendosi risucchiare nel vortice della strada più facile da seguire, non riuscendo a integrare alla perfezione il tono drammatico con quello grottesco. American Hustle in questo senso è forse il film più costruito e quindi anche più genuino del regista, che ha fatto della dissimulazione e del fumo negli occhi il suo cavallo di battaglia. 

E' anche vero che con attori del calibro dei protagonisti è difficile sbagliare: Bale e Adams in primis forniscono due prove straordinarie, il primo cambiando completamente fisionomia ancora una volta e la seconda riuscendo a comunicare gli stati d'animo del suo personaggio semplicemente con uno sguardo o con una piega delle labbra. Meno convincenti invece la Lawrence e Bradley Cooper, imprigionati in personaggi stereotipati che diventano presto delle macchiette, perennemente stravolti in espressioni esagerate e gesti eclatanti, che finiscono per essere quasi le caricature dei loro precedenti ruoli in Il lato positivo, primo film in cui hanno lavorato insieme sempre sotto la direzione di Russell. 

In conclusione la nota di marcio che si nasconde nel bouquet fiorito dello smalto di Rosalyn, che diventa metafora della deriva che i protagonisti (e la regia di Russell) intraprendono, non ci convince del tutto, risultando una nota stonata più che un colpo di originalità. Possiamo quindi  rispondere al cruciale interrogativo che Irving pone a Richie, ovvero se sia il pittore o il falsario il vero artista, dicendo che il genio è sempre l'artista originale, se chi viene dopo non ci mette del suo nel "prendere spunto". Qualcosa di più di un evanescente luccichio. 

Amy Adams, Bradley Cooper, Jeremy Renner, Christian Bale e Jennifer Lawrence



La citazione: "La gente crede a quello che vuole credere: il tizio che lo ha dipinto agli occhi di tutti era bravo quanto il vero pittore. Allora, chi è l'artista? Il pittore oppure il falsario?"

Hearting/Cuorometro: ♥♥♥1/2

Uscita italiana: 1 gennaio 2014


Titolo originale: American Hustle
Regia: David O. Russell 
Anno: 2013
Cast: Christian Bale, Amy Adams, Bradley Cooper, Jennifer Lawrence, Jeremy Renner, Robert De Niro
Colore: colore
Durata: 138 minuti
Genere: commedia
Sceneggiatura: David O. Russell, Eric Warren Singer
Fotografia: Linus Sandgren
Montaggio: Jay Cassidy, Crispin Struhters, Alan Baumgarten
Musica: Danny Elfman
Paese di produzione: USA
Casa di produzione: Atlas Entertainment, Annapurna Pictures
Distribuzione italiana: Eagle Pictures

venerdì 31 agosto 2012

Citazione Cinematografica n. 228

"Servono eventi drammatici per scuotere la gente dall' apatia, ma io non posso farlo come Bruce Wayne: come uomo di carne e ossa mi possono ignorare o schiacciare, ma come simbolo... Come simbolo potrei essere incorruttibile. Potrei essere immortale".

da: Batman Begins

Christian Bale

Titolo originale: Batman Begins
Regia: Christopher Nolan
Anno: 2005
Cast: Christian Bale, Michael Caine, Liam Neeson, Katie Holmes, Gary Oldman, Cillian Murphy, Rutger Hauer, Tom Wilkinson, Ken Watanabe, Morgan Freeman

martedì 28 agosto 2012

Il Cavaliere Oscuro - Il ritorno


"Servono eventi drammatici per scuotere la gente dall' apatia, ma io non posso farlo come Bruce Wayne: come uomo di carne e ossa mi possono ignorare o schiacciare, ma come simbolo... Come simbolo potrei essere incorruttibile. Potrei essere immortale".

Così diceva il Bruce Wayne di Batman Begins, in quel primo passo di un percorso cominciato nell'ormai lontano 2005, anno in cui un regista inglese di talento ha cambiato per sempre la storia del cinema tratto da fumetti. Christopher Nolan allora era una bella promessa, un giovane cineasta con all'attivo un film a basso budget dall'intuizione geniale, Memento, ed un remake con poco brio, Insomnia, in cui però mostrava una grande capacità nel creare atmosfere tese e dense.
Sembrava un azzardo quindi lasciare nelle mani di questo regista semi sconosciuto il rilancio di un personaggio amatissimo dal pubblico, per di più già trattato egregiamente dalla mano estrosa di Tim Burton.
La mossa è stata però vincente, e forse il caso è stato guidato, visto che nel film d'esordio di Nolan, Following, ad un certo punto si apre una porta su cui è affisso proprio il simbolo dell'uomo pipistrello. Nolan era l'uomo giusto al momento giusto.

Abbandonato il kitsch dei film di Joel Schumacher e prese le distanze dallo stile fumettoso di Burton, Nolan ha riportato il personaggio alle origini, riscrivendo il mito di Batman e creando un'atmosfera cupa, solenne ed epica che è diventata il tratto distintivo della trilogia. In Batman Begins abbiamo visto la nascita della leggenda, in cui l'uomo Bruce Wayne diventa il mito Batman: un percorso introspettivo, duro, affascinante, in cui abbiamo imparato a trarre forza dalle nostre stesse paure.

E' con il capitolo successivo però che il Batman di Nolan ha alzato definitivamente l'asticella della grandiosità: con Il Cavaliere Oscuro, il regista inglese è riuscito a toccare vette fino ad allora mai raggiunte da un cinefumetto - forse solo dal primo Spider Man di Sam Raimi -, facendo del suo film non una semplice opera d'intrattenimento tratta da albi disegnati, ma un'opera complessa, matura, quasi filosofica, ambiziosa, che tramite l'uomo pipistrello parla di altro, di come bisogna cercare di fare la cosa giusta anche in momenti difficili, di lottare anche quando si ha tutti contro e di cercare di dare fiducia alle persone nonostante il caos regni sovrano. Un film immenso, un'unione più unica che rara di spettacolo, grande budget, autorialità, sceneggiatura dall'ampio respiro e grande recitazione, tra cui spicca quella ormai immortale del Joker interpretato da Heath Ledger.

Come dare dunque un seguito ad un'opera così grandiosa?
Non dev'essere stato facile.
Ed infatti il terzo atto del Batman nolaniano è un film difficile, denso, stratificato, grande e lunghissimo, un'opera che merita attenzione e magari anche più di una visione per essere compresa appieno.
Dal 2005 sono cambiate parecchie cose e il Nolan che girò con poche migliaia di dollari Memento ha lasciato il posto all'autore dal tocco magico, al regista capace di sbancare i botteghini di tutto il mondo con film magnifici come The Prestige e Inception. E tutto questo si vede.

Il Cavaliere Oscuro - Il ritorno è una summa dell'opera nolaniana: il film si riallaccia infatti ad entrambi i precedenti capitoli, ma con punti di vista differenti. Ritroviamo Bruce Wayne (Christian Bale, qui ad una delle sue prove più convincenti) otto anni dopo la morte di Harvey Dent, ormai chiuso in se stesso ed auto-esclusosi dal mondo, tormentato dalla morte di Rachael e dall'aver infangato il nome di Batman per il bene della comunità. Spinto dagli eventi e dall'insorgere di una nuova minaccia, impersonificata dal criminale Bane (Tom hardy), Wayne deve trovare in se stesso la forza di Batman. In una parabola speculare a quella del primo capitolo, vediamo quindi l'uomo che cerca di rifarsi simbolo, quel simbolo che ispira coraggio e sprona la gente ad agire.
Un percorso non facile e che infatti è il cuore del film: in questo terzo atto non si affronta la necessità di farsi simbolo di Batman Begins né la messa in atto del simbolo di Il Cavaliere Oscuro, ma la consapevolezza di quanto sia importante nutrire, alimentare e mantenere vivo un ideale. Sia esso lo spirito di giustizia incarnato da un uomo mascherato, che l'onestà di un poliziotto, o la capacità di sopravvivere di una ladra. In Il Cavaliere Oscuro - Il ritorno c'è una delle rappresentazioni più eloquenti di cosa voglia dire "fare" per far sì che gli altri facciano, di quanto sia importante agire spinti da un valore in cui si crede.

Tutto questo è affrontato in quasi due ore e tre quarti di film che volano forti come una sinfonia: anche le parti con meno ritmo e che sembrano non proprio logiche sono giustificate a fronte della potenza emotiva dell'opera nel suo complesso.
Quelli che potrebbero sembrare difetti lo sono solo marginalmente, per esempio il Bane di Hardy ha meno carisma del Joker di Ledger, forse soprattutto per il terribile doppiaggio italiano di Filippo Timi, ma nell'economia della storia è giusto che sia così: qui il cattivo non è il protagonista, non è l'altra faccia di Batman, ma una contingenza che serve a definire l'uomo dietro il simbolo. In questo senso risulta dunque perfetta la Selina di Anne Hathaway, la donna che completa Batman e porta alla luce aspetti non ancora sondati di Bruce Wayne, non una femme fatale antagonista, ma una risoluta e moderna compagna di viaggio.

Da Inception arriva infine lo stile narrativo: tanti personaggi, storie parallele, azioni concatenate. Purtroppo dal precedente film Nolan non recupera il finale ambiguo, che sarebbe stato il coronamento perfetto per un lavoro mastodontico. Sarebbe stato bello chiedersi che cosa vede realmente Alfred (Michael Caine) alla fine.
Ma in fondo è giusto che sia così: alla solidità del primo capitolo è seguita l'epica del secondo che ha trovato la solennità nella prorompente emotività del terzo. 
Una dramma in tre atti splendidamente orchestrato dal prestigiatore Christopher Nolan.


Christian Bale e Anne Hathaway


La citazione: 
"Selina: Non devi più niente a queste persone: hai dato già tutto!
Batman: Non tutto. Non ancora".

Hearting/Cuorometro: ♥♥♥♥

Uscita italiana: 29 agosto 2012

Titolo originale: The Dark Knight Rises
Regia: Christopher Nolan
Anno: 2012
Cast: Christian Bale, Tom Hardy, Anne Hathaway, Michael Caine, Gary Oldman, Joseph Gordon-Lewitt, Marion Cotillard, Morgan Freeman

venerdì 24 agosto 2012

Citazione Cinematografica n. 227

"Non è tanto chi sono, quanto quello che faccio, che mi qualifica".

da: Batman Begins

Christian Bale


Titolo originale: Batman Begins
Regia: Christopher Nolan
Anno: 2005
Cast: Christian Bale, Michael Caine, Liam Neeson, Katie Holmes, Gary Oldman, Cillian Murphy, Rutger Hauer, Tom Wilkinson, Ken Watanabe, Morgan Freeman
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