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lunedì 31 marzo 2014

Cillian Murphy: ‘Cerco la grande scrittura in tv’

Intervista al protagonista della serie “Peaky Blinders”. Il suo rapporto con la musica, la celebrità, la televisione e il suo ultimo film “Aloft”, presentato a Berlino 



Occhi di ghiaccio indecifrabili e una voce calma e profonda: Cillian Murphy dal vivo sembra un gatto che studia il suo interlocutore e che difficilmente si lascia andare, un’immagine molto diversa dai ruoli che interpreta sul grande schermo, sempre molto passionali e spesso tragici. Forse è per questo che, quando gli facciamo notare che nella sua carriera ha interpretato quasi esclusivamente ruoli drammatici, non si scompone e conferma questa tendenza: “Le storie che mi interessano di più, i libri, l’arte e la musica che amo, riguardano la parte più oscura e profonda della mente. Le commedie mi piacciono ma non mi appartengono a pieno. Ci sono ottime commedie, ne ho interpretata qualcuna a teatro, ma i film che faccio sono sempre quelli che, leggendo la sceneggiatura, vorrei vedere da spettatore e il genere che prediligo è differente dalla commedia”. 

Non stupisce quindi che nella sua ultima pellicola, “Aloft”, diretta da Claudia Llosa e presentato al festival di Berlino, Murphy interpreti un uomo con un passato oscuro ossessionato dal rapporto con la madre: “Le persone oggi sono così prese da se stesse che è sempre più difficile connettere con gli altri. Il mio personaggio è così: è molto chiuso, ha subito dei traumi da bambino, e quando comincia ad aprirsi non trova le risposte. Credo che lo scopo dell’arte sia questo: far porre le domande ma non dare necessariamente le risposte”. Nel film, oltre al rapporto tra genitori e figli, si parla anche di misticismo e perdono, temi delicati che affascinano l’attore: “Sono una persona aperta, non sottoscrivo una scuola di pensiero piuttosto che un’altra, sono aperto a tutto. Credo che non saremo mai in grado di capire appieno il potere della mente, ma non voglio dare sentenze definitive su nulla. Io mi definisco ateo e credo che si possa essere atei e comunque aperti: se qualcuno riuscisse a provarmi che Dio esiste comincerei ad avere fede, ma devo avere le prove. Credo che questo tipo di mentalità sia necessaria per chi fa l’attore: se non cambi mai idea e non sei disposto a modificarti non puoi fare un buon lavoro. Per quanto riguarda il perdono certamente riuscire a perdonare e a perdonarsi è una grande crescita interiore, ma non posso dire cosa farei nella vita reale. Ancora una volta il cinema pone le domande: io personalmente non ho nessuna risposta da dare. Un artista non ha più risposte da dare, è nella stessa condizione di tutti. Quello che possiamo fare in quanto artisti è raccontare una storia nel modo migliore e più onesto possibile. Ho opinioni, ma non risposte”. 

Totale dedizione all’arte: questo è il mantra di Murphy, che ha impostato la sua carriera sul sacro fuoco: “Voglio sempre mettermi alla prova, voglio dimostrare a me stesso che non mi importa della mia carriera e del successo ma che voglio sempre migliorarmi lavorando con le persone giuste. Persone come Claudia LLosa e Ken Loach, veri artisti, registi che hanno una voce propria”. Una concezione della vita d’attore molto diversa dall’idea che il pubblico ha delle star del cinema, che Murphy rinnega a gran voce: “Non sono molto bravo nel seguire lo stile di vita hollywoodiano e cerco di evitarlo: per me meno si sa dell’attore più si riesce a entrare in sintonia con lui quando interpreta un personaggio. A differenza di tanti altri colleghi non ho un entourage: io sono il boss e prendo le decisioni. Non so nemmeno cosa sia lo star system. Ho lavorato molte volte a Hollywood ma non voglio viverci: preferisco stare vicino alla mia famiglia. Ormai viviamo in un mondo molto piccolo: non devi per forza vivere a Beverly Hills per essere un attore. Inoltre essere una persona di successo non vuol dire solo essere un attore. Per me avere successo è essere un buon marito, un buon padre, un buon essere umano: in sostanza essere bravo in quello che faccio. La gente non si aspetta mai di più: se sei un attore allora sei automaticamente una persona di successo. Per me è strano”. 

Sulla scia della ricerca di ruoli intensi e stimolanti, Murphy ha recentemente preso parte a “Peaky Blinders”, serie tv della BBC creata da Steven Knight e ambientata nell’Inghilterra primi ’900, in cui interpreta Tommy Shelby, capo di una gang criminale; una scelta che non stupisce, come ci ha spiegato l’attore: “La grande scrittura è quello che cerco e oggi in tv ci sono degli sceneggiatori eccezionali, che raccontano grandi storie: il mio obbiettivo è quello di seguire sempre la grande scrittura e trovo che “Peaky Blinders” sia un prodotto eccezionale, che mi ha convinto a recitare in televisione. Io stesso vorrei essere uno scrittore, ma purtroppo non lo sono. Conosco i miei limiti”. 

Non solo cinema e scrittura: altra grande passione di Murphy è la musica, in origine sua aspirazione: “Diventare attore è stato un incidente: volevo essere un musicista, poi invece sono finito a teatro e pensavo che il mio percorso si sarebbe fermato lì. Invece è arrivato anche il cinema. Suono ancora la chitarra e suonare per me è fondamentale, fa parte di quello che sono, ne ho bisogno, ho scritto diverse canzoni, è un altro modo per esprimermi. La musica permette di metterti in relazione con emozioni che sono più tue, a differenza della recitazione in cui devi interpretare sentimenti di altri. Da appassionato ascolto di tutto, sono curioso, non ho un genere prediletto, mi piace essere aperto a ogni tipo di musica”. 

In questi giorni Cillian Murphy è sul set della seconda stagione di “Peaky Blinders”, le cui riprese sono cominciate lo scorso 28 febbraio nella contea di West Midlands in Inghilterra. Nella seconda serie, pronta a tornare sugli schermi inglesi in autunno, Murphy ritroverà il suo collega di set Tom Hardy, con cui ha già lavorato nel film “Inception” di Christopher Nolan.


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mercoledì 19 marzo 2014

Believe: fantascienza da Oscar

Debutta in questi giorni sugli schermi americani “Believe”, serie di fantascienza figlia di J.J. Abrams e del premio Oscar Alfonso Cuarón 



Una macchina sfreccia sotto una pioggia battente, all’improvviso un fuori strada la colpisce e la fa ribaltare: al suo interno ci sono un uomo, una donna e una bambina. Alla guida del secondo mezzo c’è un’altra donna intenzionata a catturare la bambina ad ogni costo.

Comincia così “Believe”, nuova serie di fantascienza della NBC, con un lungo piano-sequenza che ci butta immediatamente in mezzo all’azione e al fango, senza spiegazioni, mettendo subito in chiaro che il ritmo della narrazione sarà forsennato. Piani-sequenza, fantascienza, un innocente da salvare: gli elementi caratteristici della produzione di Alfonso Cuarón, creatore della serie insieme a Mark Friedman e regista dell’episodio pilota, ci sono tutti. 

Cuarón, fresco vincitore del premio Oscar alla miglior regia per “Gravity”, è infatti il burattinaio che muove i fili di “Believe”, storia che segue le vicende di Bo (Johnny Sequoyah), bambina di dieci anni dotata di poteri sovrannaturali, in fuga da una misteriosa organizzazione capeggiata dall’uomo d’affari Skouras (Kyle MacLachlan), che vuole catturarla per sfruttarne le capacità. A proteggere la bambina c’è Winter (Delroy Lindo), uomo che vede in Bo una fonte di speranza per l’umanità e che fa di tutto per salvarla. Per assicurare l’incolumità a Bo, Winter affida la bambina a Tate (Jack McLaughlin), ergastolano ingiustamente condannato alla pena di morte. La strana coppia formata da Bo e Tate deve quindi ingegnarsi per sopravvivere e tenere a bada i poteri della bambina, che si fanno sempre più impressionanti. 

Proprio come nel suo film “I figli degli uomini”, Cuarón racconta una storia di fede e speranza attraverso suggestioni e immagini tipiche della fantascienza, concentrando la sua attenzione su un uomo dal passato oscuro e su un’innocente da salvare. La sua regia dell’episodio pilota è in grado di bilanciare perfettamente l’azione pura ai momenti più commoventi, confezionando un prodotto di altissima fattura. A rendere più intrigante l’avventura ci sono inoltre i poteri misteriosi della bambina e alcuni indizi sparsi qua e là, come le farfalle, che fanno pensare a serie come “Lost” e “Fringe”: non è un caso, visto che a produrre è J.J. Abrams, creatore delle serie citate e attualmente impegnato al cinema con le saghe di “Star Trek” e “Star Wars”. 

Come se non bastassero i nomi di Cuarón e Abrams a rendere “Believe” un prodotto interessante, si aggiungono alla lista anche degli interpreti all’altezza delle aspettative: il cattivo della serie, Skouras, è infatti interpretato da Kyle MacLachlan, leggendario detective Cooper di “Twin Peaks”, mentre la sua nemesi, Winter, ha le fattezze di Delroy Lindo, protagonista di molte pellicole cult, come “Malcom X” e “Get Shorty”. Convincono anche i due protagonisti: la sorprendente Johnny Sequoyah, interprete della piccola Bo, che, nonostante il nome da lottatore di wrestling, stupisce per la sua bravura e la bellezza angelica, e Jack McLaughlin, nei panni del tenebroso Tate, vestito e pettinato come un giovane Eddie Vedder. Nel cast figura anche Jamie Chung, volto familiare al pubblico televisivo grazie al ruolo di Mulan in “C’era una volta”. 

In onda in America dallo scorso 10 marzo, “Believe” arriverà in Italia a settembre, trasmessa da Mediaset Premium sul canale Premium Action.


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martedì 25 febbraio 2014

America Ferrera: “Ora che ho dimenticato quanto sia faticoso lavorare in tv posso tornare a farla”

America Ferrera, protagonista della fortunata serie "Ugly Betty", ci racconta del suo rapporto con il personaggio che l'ha resa celebre, dell'ambizione di diventare regista e del suo ultimo film, "Cesar Chavez", che ha presentato a Berlino 



Capelli perfetti, sorriso bianchissimo, trucco leggero ma d’effetto: dal vivo America Ferrera è molto diversa da Betty Suarez, personaggio protagonista della serie “Ugly Betty” che l’ha resa celebre. Accantonati gli spessi occhiali e l’apparecchio ortodontico, che il ruolo televisivo le ha imposto per quattro anni, America ha dato una svolta impegnata alla sua carriera, recitando in film come “End of Watch” e “Cesar Chavez”, quest’ultimo presentato a Berlino nell’ambito del festival del cinema, dove l’abbiamo incontrata, rivelandoci che questa svolta drammatica non è così sorprendente: “Nella mia vita ho fatto molte più cose di genere drammatico che non comico: il mio primissimo ruolo, a otto-nove anni, è stato in “Romeo e Giulietta”, ero il chierichetto che consegna il veleno a Romeo. Quindi ho cominciato con il dramma, che mi ha sempre attratto di più, ma alla fine sono diventata popolare grazie a una serie comica. Ancora non me lo spiego!”. 

Nonostante questo, l’attrice ha ricordato con affetto il personaggio di Betty, che ha detto di aver amato fin dal primo momento: “Appena sono venuta a conoscenza del personaggio, basato su una serie colombiana di grande successo, “Betty la fea”, che in Colombia ha battuto qualsiasi record di ascolto, ho capito che avevo a che fare con una storia e un personaggio in grado di parlare sinceramente alle persone. Mi sono resa conto che era qualcosa che le persone avrebbero voluto vedere in televisione. Io stessa avrei voluto vederla. Quindi ho subito deciso che avrei voluto fare questa serie: nessuno sa se una cosa avrà davvero successo e quanto durerà, ma la fortuna di “Ugly Betty” non mi ha sorpreso”. 

Concluso il capitolo “Ugly Betty”, l’attrice si è dedicata con maggiore impegno al teatro e al cinema, dirigendo un cortometraggio e dedicandosi alla produzione: “Ho cominciato a produrre, sviluppando progetti televisivi e cinematografici, per ora questo è il campo in cui mi trovo più a mio agio. Vorrei poter scrivere di più e ci sto lavorando. Per quanto riguarda la regia ho realizzato un cortometraggio praticamente senza sapere cosa stessi facendo, ho fatto molti errori da cui ho imparato tanto e mi piacerebbe molto poter tornare a dirigere. Non trovo così diverso esprimersi recitando o dirigendo: le abilità sono certamente diverse ma si tratta sempre di raccontare storie. Non è un salto così grande come diventare un golfista essendo uno scienziato”. Vista la sua grande apertura a ogni forma espressiva, l’attrice non esclude di tornare a breve in tv con un ruolo da protagonista: “Sono completamente aperta a qualsiasi medium: vivo a New York perché adoro il teatro, adoro farlo e guardarlo, ma amo anche il cinema. Inoltre ora mi sento pronta per tornare in tv se si presenterà una buona occasione. Quando facevo Betty i ritmi di lavoro erano sfiancanti e quindi alla fine della serie mi sono presa una lunga pausa dalla televisione, ma ora che mi sono dimenticata quanto sia duro lavorare in tv posso tornare a considerare la cosa”. 

Per America il cinema e la tv non sono solo mezzi per raccontare storie, ma anche strumenti per educare gli spettatori e creare dibattiti: nel film “Cesar Chavez”, diretto dall’attore e regista Diego Luna, l’attrice interpreta Helen Chavez, moglie dell’attivista per i diritti dei braccianti di origine ispanica Cesar Chavez, che negli anni ’60 fondò la National Farm Workers Association: “Penso che affrontare argomenti così importanti come l’uguaglianza sociale e le leggi sull’immigrazione sia fondamentale soprattutto in questo momento di crisi globale: anche se ci sentiamo privi di potere non dobbiamo smettere di batterci per ciò che riteniamo giusto. Ci sono poteri nascosti di cui non sapremo mai nulla, ma raccontare storie penso che abbia oggi più che mai un impatto enorme sulla società. Questo film quindi è fondamentale nel discorso dei diritti per i latini: siamo tanti, siamo una forza lavoro, siamo elettori e siamo americani. Bisogna continuare a parlare dei nostri diritti e la questione dell’immigrazione è attuale e fondamentale. La cosa bella di questo film è che dice che, anche se sei ignorante e povero, devi comunque lottare per i tuoi diritti perché altrimenti nessuno arriverà mai a salvarti e a cambiare le cose. E questo è un messaggio universale: non vale solo in America, ha eco in tutto il mondo”.


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sabato 22 febbraio 2014

Aaron Paul: “Con Better Call Saul andrò indietro nel tempo”

Abbiamo incontrato l'attore americano a Berlino, dove ha presentato il film “A long way down”, e ci ha rivelato alcune anticipazioni su “Better Call Saul”, il prequel di “Breaking Bad” 



Per Aaron Paul, attore americano divenuto una star mondiale grazie alla serie televisiva “Breaking Bad”, in cui interpreta Jesse Pinkman, piccolo spacciatore dall’abbigliamento coloratissimo e dallo slang altrettanto singolare, è un momento d’oro: conclusa l’avventura in tv, che gli ha regalato due Emmy Awards, l’attore è ora molto richiesto al cinema e ha in cantiere diversi film. Uno di questi è “A long way down”, film tratto dal romanzo di Nick HornbyNon buttiamoci giù”, in cui interpreta J.J., un musicista fallito che ha intenzione di suicidarsi, che l’attore ha presentato insieme al resto del cast – che comprende Pierce Brosnan, Toni Collette e Imogen Poots – alla 64esima edizione del festival di Berlino

Elegantissimo, in completo beige e cravatta blu, Paul si è presentato in modo molto diverso dal personaggio che lo ha reso celebre, ma ha mantenuto intatte l’intelligenza e la simpatia che ha mostrato in “Breaking Bad”, opera che ha ricordato con piacere, rivelando di star riguardando tutte le puntate dall’inizio; l’attore ha fornito inoltre qualche anticipazione su “Better Call Saul”, spin-off della serie che si concentrerà sul personaggio di Saul Goodman, l’avvocato tutto fare interpretato da Bob Odenkirk: “Better Call Saul sarà un prequel” ha detto Paul, che ha continuato: “e posso dire che ne farò parte. Sarà ambientato in un arco temporale precedente a quello in cui Walter White distrugge le vite di tutti, quindi io e Jesse andremo indietro nel tempo, ma non posso rivelare altro al momento”. 

L’attore non ha potuto inoltre né confermare né smentire le voci di un suo coinvolgimento nei nuovi episodi di Star Wars diretti da J.J. Abrams limitandosi a dire sibillinamente: “Su questo posso rivelare ancora meno”. Del suo nuovo progetto cinematografico “Need for Speed”, film tratto dall’omonima serie di videogiochi della Electronic Arts, ha invece potuto dire qualcosa in più: “Need For Speed uscirà il 14 marzo in America, ha un look che si rifà ai film di corse automobilistiche anni ’60 e ’70, come “Punto zero”, io sarò un pilota e credo che la pellicola sorprenderà il pubblico: è allo stesso tempo un film divertente sulle corse ma racconta anche una bella storia”. 

Non buttiamoci giù” uscirà invece in Europa tra marzo e aprile e l’attore si è detto molto soddisfatto di questa esperienza, elogiando Nick Hornby e i suoi colleghi: “Nick Hornby ha il potere di creare dei personaggi incredibili con cui si riesce a connettere subito e che non puoi fare a meno di amare. Non ho letto questo libro in particolare di Nick prima di girare il film, ma quando ho finito la sceneggiatura, che mi è arrivata quasi per caso, ho capito che era una grande storia e che dovevo assolutamente farne parte. Ed è stato proprio così: girare questo film è stato un periodo magico, mi sono trovato benissimo con tutti, è raro poter dire una cosa del genere ma ho amato tutti”. Un amore ricambiato visto che il collega di set Pierce Brosnan ha elogiato il talento di Aaron e gli ha augurato una brillante carriera, notizia che l’attore ha appreso con sincero orgoglio e ha commentato con un riferimento a Jesse Pinkman: “Adoro questa cosa, yo!”.


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mercoledì 12 febbraio 2014

Game of Disney: se il Trono di Spade incontra i cartoni animati

La serie HBO Game of Thrones è ormai un vero e proprio fenomeno pop, con fan in aumento a ogni stagione e a ogni nuova tragica morte di uno dei protagonisti. Omaggi e celebrazioni non si contano più e l’ultima in ordine di tempo è la serie di fotomontaggi della blogger Paloma Nevada in cui i personaggi creati da George R.R. Martin incontrano quelli dei cartoni Disney. La grafica ha combinato con maestria storie Disney e personaggi di Game of Thrones: abbiamo infatti un re Joeffrey (Jack Gleeson) che diventa il Simba di “Il Re Leone”, il Mastino (Rory McCann) che mangia spaghetti come il cane randagio di “Lilli e il vagabondo” e Daenerys (Emilia Clarke) perfetta principessa Aurora circondata dai suoi tre draghi che prendono il posto delle fate madrine.


LA BELLA ADDORMENTATA NEL BOSCO 
La principessa della casa Targaryen Daenerys (Emilia Clarke) è la bionda Aurora e i suoi tre draghi impersonano le fate madrine Flora, Fauna e Serenella. 



LA SIRENETTA 
Theon Greyjoy (Alfie Allen), lord delle Isole di Ferro, diventa la sirena Ariel, suo padre Balon è re Tritone e la sorella Asha il pesce Flounder. 



IL RE LEONE 
Il terribile re Joffrey (Jack Gleeson) di casa Baratheon è Simba, il giovane re di “Il Re Leone”. 



LA BELLA E LA BESTIA 
Jaimie Lannister (Nicolaj Coster-Waldau) e la guerriera Brienne (Gwendoline Christie) diventano i protagonisti di “La Bella e la Bestia”. 



ALADDIN 
La strega rossa Melisandre (Carice van Houten), consigliera del pretendente al trono Stannis Baratheon (Stephen Dillane), diventa il pappagallo Yago, braccio destro dello stregone Jafar di “Aladdin”. 



MULAN 
Arya Stark (Maisie Williams), guerriera anche se giovanissima, diventa Mulan. 



POCAHONTAS 
La travagliata coppia formata da Shae (Sibel Kekilli) e Tyrion Lannister (Peter Dinklage) diventa l'altrettanto complicata coppia protagonista di “Pocahontas”. 



BAMBI 
Per il più drammatico dei film Disney non potevano non essere chiamati in causa Robb Stark (Richard Madden) e sua madre Catelyn (Michelle Fairley), protagonisti delle tragiche “Nozze Rosse”: i due diventano il cerbiatto Bambi e sua madre. 



IL LIBRO DELLA GIUNGLA 
Il piccolo Bran Stark (Isaac Hempstead Wright) è Mowgli di “Il Libro della giungla” e il gigantesco Hodor (Kristian Nairn) l'orso Balù. 



LILLI E IL VAGABONDO 
Il Mastino (Rory McCann) non poteva che essere il cane randagio di “Lilli e il vagabondo” che mangia gli spaghetti insieme a Sansa Stark (Sophie Turner). 



IL RE LEONE 
Il duo comico formato da Timon e Pumbaa, personaggi di “Il Re Leone”, diventa la coppia di cospiratori composta da lord Baelish (Aidan Gillen) e lord Varys (Conleth Hill). 



LA CARICA DEI 101 
Il terribile lord Tywin Lannister (Charles Dance) è Crudelia Demon di “La Carica dei 101”. 



PETER PAN 
Loras Tyrell (Finn Jones) è Spugna di “Peter Pan”. 



CHI HA INCASTRATO ROGER RABBIT? 
La prostituta Ros (Esmé Bianco) diventa la procace Jessica Rabbit di “Chi ha incastrato Roger Rabbit?” che seduce il saggio Pycelle (Julian Glover). 



WINNIE THE POOH 
Il gruppo di guardiani della notte capitanati da Jon Snow (Kit Harington) diventano Winnie the Pooh e i suoi amici.



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sabato 8 febbraio 2014

Generation War: la Seconda Guerra Mondiale dal punto di vista dei nazisti

Cinque amici tedeschi affrontano destini diversi all'alba della Seconda Guerra Mondiale: “Generation War” è, secondo The Economist, il dramma televisivo tedesco che ha suscitato il maggior dibattito nella storia della televisione. In onda su Raitre venerdì 7 e sabato 8 febbraio. 



Wilhelm (Volker Bruch) e Friedhelm (Tom Schilling) sono due fratelli: ligio al dovere il primo, romantico e appassionato di poesia il secondo. Arruolati entrambi nell’esercito, i due stanno partendo per la Russia per prendere parte all’attacco tedesco contro l’Unione Sovietica: è il 1941 ed è scoppiata la Seconda Guerra Mondiale. Prima di partire per il fronte, i fratelli si riuniscono per un’ultima cena a Berlino con i loro amici di sempre: Charlotte (Miriam Stein), infermiera che sta per unirsi alle truppe tedesche, Greta (Katharina Schuttler), aspirante attrice, e il suo fidanzato Viktor (Ludwig Trepte), un sarto ebreo. Tutti sono convinti che la guerra durerà pochi mesi e che si ritroveranno di nuovo insieme a Berlino per Natale: la storia darà loro torto. 

Scritta da Stefan Kolditz, diretta da Philip Kadelbach e trasmessa in Germania sul canale ZDF, Generation War è una miniserie in tre puntate da 90 minuti ciascuna (in onda venerdì 7 alle 21.05 e sabato 8 febbraio alle 21.30 su Rai 3) che affronta la Seconda Guerra Mondiale dal punto di vista scomodo e poco esplorato di cinque giovani tedeschi: i protagonisti vengono presentati come dei comuni ventenni pieni di sogni e speranze che però, poco a poco, costretti dalle circostanze, compiono azioni terribili. Una serie coraggiosa, che ha il difficile compito di mostrarci persone normali che hanno tirato fuori il peggio da loro stesse: la dolce infermiera Charlotte, desiderosa di aiutare i soldati feriti, non esita a denunciare una sua collega quando scopre che è ebrea, così come Wilhelm esegue senza fiatare gli ordini dei suoi superiori, uccidendo prigionieri di guerra e civili innocenti. Un tema difficile, che ha suscitato non poche polemiche: Ryszard Schnepf, l’ambasciatore polacco presso la sede americana, ha scritto una lettera di lamentele alla rete Music Box, rea di aver comprato i diritti della serie tedesca e la rivista inglese The Economist ha definito “Generation War” come il prodotto televisivo più controverso nella storia della tv tedesca. 

Dal punto di vista tecnico la serie è di altissimo livello, sia per quanto riguarda la regia che le ambientazioni, gli attori sono tutti in parte e talentuosi: a disarmare è la naturalezza con cui vengono presentati i protagonisti, per cui all’inizio si simpatizza e che poi si macchiano di crimini raccapriccianti. Gli autori ci mostrano questo processo senza forzare il giudizio e senza giustificare nessuno, portando lo spettatore a riflettere sul fatto che in quelle condizioni storiche l’uomo comune si sarebbe comportato esattamente così.


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mercoledì 29 gennaio 2014

Matthew McConaughey ‘True Detective, una macchina ben oliata basata sui contrasti’

L'attore americano, in Italia per presentare il film “Dallas Buyers Club”, ha raccontato com'è stato lavorare per HBO in “True Detective” insieme all'amico e collega Woody Harrelson 



Tornato in piena forma dopo i venti chili persi per interpretare Ron Woodroof, texano malato di AIDS protagonista del film “Dallas Buyers Club”, Matthew McConaughey è arrivato a Roma fasciato in un vistoso completo firmato Dolce e Gabbana, marchio di cui è testimonial, per presentare proprio la pellicola che gli ha fatto vincere un Golden Globe come miglior attore protagonista in un ruolo drammatico. Il suo Woodroof, persona realmente esistita, sta portando molta fortuna all’attore americano, che tra un mese si contenderà la statuetta degli Oscar come miglior attore protagonista con il collega Leonardo DiCaprio, con cui ha recitato nel film di Martin ScorseseThe Wolf of Wall Street”. 


All’anteprima romana del film, in arrivo al cinema il prossimo 30 gennaio, cui hanno presenziato diverse celebrità e personalità di spicco – tra cui Lapo Elkann, fondatore insieme alla sorella Ginevra di Good Films, casa di distribuzione che ha portato in Italia “Dallas Buyers Club”, e Paolo Sorrentino, regista del film “La grande bellezza”, pellicola in lizza per l’Academy Award come miglior film straniero, che l’attore americano ha salutato con un: “Ci vediamo agli Oscar!” -, McConaughey ha parlato della svolta impegnata che ha intrapreso la sua carriera e di come questo ruolo lo abbia assorbito completamente: “La storia di quest’uomo che si è battuto per i suoi diritti e che ha cercato di sopravvivere nonostante tutto è importantissima. Portare in giro per il mondo una storia come questa per me è vitale” ha detto l’attore. 

Un ruolo pieno di oscurità e ombre, proprio come quello interpretato da McConaughey nella serie tv “True Detective”, mini serie della HBO in otto episodi scritta da Nic Pizzolatto e diretta da Cary Fukunaga attualmente in onda in America, in cui l’attore interpreta il ruvido e solitario Rust Cohle, detective con un passato tragico che deve dare la caccia a un serial killer. Ad affiancare McConaughey c’è Woody Harrelson, che interpreta Martin Hart, il partner di Cohle. McConaughey ci ha raccontato come è stato lavorare con Harrelson, suo amico anche fuori dal set, in “True Detective”: “Woody e io abbiamo lavorato insieme già tre volte, siamo amici fin dal 1995. Questa è la prima volta che abbiamo affrontato insieme il genere drammatico” ha detto l’attore, che ha continuato: “Prima avevamo fatto sempre commedie, la nostra vita al di fuori dello schermo e la nostra amicizia sono più di genere comico. Nella commedia possiamo spalleggiarci ed esagerare, mentre col genere drammatico è più difficile. True Detective è un dramma basato sui contrasti tra me e lui”. 
L’attore ha inoltre rivelato di essersi trovato molto a suo agio a lavorare per la HBO: “Lavorare con HBO è stato fantastico, quello che si dice una macchina ben oliata: sanno quello che fanno, sul set non ci hanno mai messo pressione dal punto di vista creativo, gli piace quello che vedono e non interferiscono. Anche per quanto riguarda la post produzione e il marketing sono impeccabili, quindi è stato un piacere”.


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martedì 28 gennaio 2014

Leonardo DiCaprio, gag sul Titanic al SNL

Leonardo DiCaprio e Jonah Hill, entrambi nominati all'Oscar per i loro ruoli in “The Wolf of Wall Street” di Martin Scorsese, hanno sorpreso il pubblico del Saturday Night Live cimentandosi nella famosa scena di “Titanic” 



Per Leonardo DiCaprio e Jonah Hill è un momento magico: compagni di set nel film di Martin Scorsese “The Wolf of Wall Street”, i due attori sono entrambi nominati agli Oscar, rispettivamente nella categoria di miglior attore protagonista e non protagonista, e il prossimo due marzo dovranno contendersi la statuetta con Matthew McConaughey e Jared Leto, protagonisti di “Dalls Buyers Club”, altra coppia favorita al premio. 


Nel frattempo il duo sta continuando la campagna di promozione per il film di Scorsese e ha dato spettacolo nell’ultima puntata del Saturday Night Live, andata in onda il 25 gennaio: Jonah Hill, che ha iniziato la sua carriera come interprete comico, è infatti tornato a presentare lo storico show americano, dove si è cimentato in una descrizione poco veritiera del suo rapporto con Scorsese e soprattutto con il collega DiCaprio. Per la gioia del pubblico DiCaprio in persona è intervenuto, portando una nota di divismo allo sketch: l’attore ha infatti giocato la parte del veterano dello schermo prodigandosi in consigli per il giovane collega. La coppia ha quindi reso magica la gag rifacendo la famosa scena della prua del film “Titanic”: DiCaprio è stato ancora una volta Jack Dawson, mentre Hill ha preso il posto di Kate Winslet nei panni di Rose, mandando il pubblico in visibilio.


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martedì 21 gennaio 2014

True Detective

Mentre Matthew McConaughey ritirava il Golden Globe per il miglior attore protagonista in Dallas Buyers Club, iniziava sulla tv americana la nuova serie che lo vede protagonista al fianco di Woody Harrelson. La serie HBO in otto episodi, ideata dallo scrittore Nic Pizzolatto e diretta da Cary Fukunaga, vede Matthew McConaughey e Woody Harrelson nei panni di due detective del profondo sud degli Stati Uniti a caccia di un serial killer che li costringerà ad affrontare i loro spettri più oscuri


“Se tocchi l'oscurità, lei ti tocca a sua volta”. 
Questa è la frase lancio di “True Detective”, nuova serie targata HBO, nata dalla penna di Nic Pizzolatto, autore del romanzo “Galvestone” e sceneggiatore di un paio di episodi di “The Killing”, con protagonista la coppia d'assi Matthew McConaughey, fresco di vittoria ai Golden Globes come miglior attore nel film “Dallas Buyers Club” e favorito per l'Oscar, e il collega e amico Woody Harrelson

L'oscurità di cui si parla non è fisica, ma molto più insidiosa: ci troviamo infatti nell'assolata Louisiana, profondo sud degli Stati Uniti, in un piccolo paesino di provincia. La luce è forte, la gente si muove con estrema lentezza, chiesa e bar sono i punti di ritrovo e la famiglia è un'istituzione indiscutibile. In questo ambiente, quasi congelato nella sua luminosa staticità, mal si muove il texano Rust Cohle (McConaughey), detective trasferitosi in Louisiana dopo aver perso, in circostanze misteriose, figlia e moglie. Cohle è un uomo segnato dalla vita, pieno di fantasmi, un depresso con problemi d'insonnia e alcol, un, come si autodefinisce, “pessimista”. Di tutt'altra pasta il suo collega, Martin Hart (Harrelson), detective ambizioso ed espansivo, sposato e con due figlie. La strana coppia deve cimentarsi con un singolare caso di omicidio: una donna ritrovata in pieno giorno legata a un albero, ricoperta di corna di cervo e strane costruzioni di rami secchi. E' il 1995 e il duo è alle costole di un efferato serial killer. Con un salto temporale di 17 anni, ritroviamo i due separati e molto cambiati: Cohle si è lasciato andare, mentre Hart è un uomo di successo non più sposato. Entrambi vengono interrogati quando il serial killer della Louisiana, imprigionato anni prima, torna a farsi vivo. Si tratta di un imitatore? 
Oppure è stato arrestato l'uomo sbagliato? 

Sponsorizzato come un classico poliziesco, “True Detective” nasconde e offre molto più di quanto promesso: la scrittura fortemente letteraria, i lunghi e intensi dialoghi fra i due protagonisti, la cura nel caratterizzare i personaggi e i continui flashback fanno della serie un vero e proprio thriller psicologico, in cui la caccia più appassionante e spietata è quella dei due detective contro i propri segreti più oscuri. Nata come una serie antologica - se sarà confermata, la seconda stagione avrà protagonisti e trama differenti, come accaduto per il ciclo di “American Horror Story” - “True Detective” promette di sondare, in otto episodi, gli abissi più fangosi e insondabili dell'animo umano. Per fare questo non poteva esserci coppia migliore del duo formato da McConaughey e Harrelson, amici anche al di fuori del set, e colleghi fin dai tempi di “EdTv”, film di Ron Howard del 1999, in cui interpretavano due fratelli. I loro detective, Cohle e Hart, che già dai nomi rimandano ad atmosfere polverose in cui si respira l'odore di sangue e sudore, con il marcato accento del sud ricordano i personaggi dei romanzi Joe R. Lansdale, formando una coppia irresistibile che fin dal primo minuto cattura l'attenzione per carisma e bravura. McConaughey si conferma uno dei migliori attori del momento, dando al suo personaggio un'aria spettrale e passando ancora una volta attraverso notevoli trasformazioni fisiche, mentre Harrelson regge a testa alta il confronto, caricando il suo personaggio di una forte dose di ironia. A sorreggere il lavoro dei due attori ci sono la regia quasi onirica di Cary Fukunaga, autore del film “Jane Eyre” con Michael Fassbender e Mia Wasikowska, che si è occupato di tutti gli episodi, e la musica calda e avvolgente di T-Bone Burnett, premio Oscar per la miglior canzone con il brano composto per il film “Crazy Heart”, film di Scott Cooper con Jeff Bridges

In America la serie ha debuttato lo scorso 12 gennaio, proprio mentre McConaughey ritirava il Golden Globe per il miglior attore protagonista in un film drammatico, mentre in Italia è ancora inedita.

Matthew McConaughey e Woody Harrelson


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lunedì 20 gennaio 2014

Top10: Le serie tv più attese del 2014

Le serie tv più attese del pubblico italiano per il nuovo anno 


Il 2014 è qui e porterà con sé nuovi progetti, nuovi incontri e tante nuove serie tv. Il pubblico italiano aspetta con impazienza alcune serie in particolare, che si succederanno durante il nuovo anno una dietro l’altra su reti pubbliche e private. Per stabilire quali sono le più attese del 2014 per i serial-addicted italiani, ci siamo basati sugli ascolti dell’anno 2013 


10 BELIEVE 
Believe”, serie di fantascienza creata da Alfonso Cuarón e J.J. Abrams, che narra le avventure di Bo (Johnny Sequoyah), bambina dai poteri misteriosi costretta a nascondersi per via delle sue capacità, è una delle novità più attese del 2014. I motivi di tanta curiosità sono plurimi: le serie di fantascienza ultimamente scarseggiano e gli amanti del genere sono sempre alla ricerca dei nuovi “X-files” e “Fringe”, inoltre la serie è creata da J.J. Abrams, autore del cult “Lost”, e da Cuarón, regista che con il film “Gravity” è tra i favoriti agli Oscar 2014. Il debutto di “Believe” non ha ancora una data ufficiale, per ora si sa che è programmato per il periodo successivo alle Olimpiadi invernali, che si svolgeranno dal 6 al 23 febbraio 2014. 




9 SHAMELESS (2011 – in corso) 
La terribile famiglia Gallagher sta per tornare e, a giudicare dal poster di lancio della quarta stagione, l’atmosfera sarà ancora più calda del solito. Fiona (Emmy Rossum) e i suoi terribili fratelli saranno infatti impegnati in una violenta protesta contro l’aumento delle tasse e le immagini che anticipano la nuova stagione li vedono a capo di una folla armata di spranghe e bombe molotov. Tutta la banda tornerà il 10 gennaio 2014 sugli schermi americani, mentre in Italia la quarta stagione di “Shameless” andrà in onda su Joi, canale di Mediaset Premium, dal 7 aprile




8 NEW GIRL (2011 – in corso) 
La stralunata Jess, interpretata dalla frizzante Zooey Deschanel, ha conquistato una buona fetta di fan grazie alla sua simpatia e ai siparietti musicali che improvvisa in ogni puntata. Jess e i suoi coinquilini sono già in onda in America dallo scorso 17 settembre, mentre in Italia torneranno con la terza stagione su Fox Life, canale di Sky, a fine gennaio 2014. 




7 DOWNTON ABBEY (2010 – in corso) 
Mentre in Inghilterra il finale della quarta stagione andrà in onda la sera di Natale, in Italia è cominciata da pochissimo la terza stagione, trasmessa dal 19 dicembre su Retequattro. Le avventure della nobile famiglia Crawley hanno un pubblico di fedelissimi fan italiani, che per il finale di questa terza serie dovranno essere molto forti. 




6 CASTLE (2009 – in corso) 
La faccia da schiaffi di Nathan Fillion nei panni di Castle, lo scrittore di romanzi gialli che aiuta la detective Kate Beckett (Stana Katic) nelle indagini ha conquistato il pubblico italiano, che segue con passione da diversi anni le sue avventure. La complicata storia tra i due protagonisti continua anche nella sesta stagione, che ha debuttato in America lo scorso 23 settembre. In Italia arriverà nel corso del 2014 prima su Fox Life e poi Rai2. Nel frattempo, per chi proprio non riesce ad aspettare, su Fox Life dal 18 gennaio vanno in onda le repliche di “Castle” a partire dalla prima stagione. 




5 NCIS (2003 – in corso) 
Da quasi dieci anni le avventure della squadra speciale della Marina Militare degli Stati Uniti tengono incollati agli schermi migliaia di italiani. Gibbs (Mark Harmon), Di Nozzo (Michael Weatherly) e gli altri torneranno anche in un’undicesima stagione, cominciata in America lo scorso 24 settembre, trasmessa in Italia su Rai2 a marzo 2014




4 GREY’S ANATOMY (2005 – in corso) 
Le crisi mediche e sentimentali dei medici del Seattle Grace Hospital tengono con il fiato sospeso il pubblico italiano da dieci anni. La complicata e romantica storia d’amore tra Meredith (Ellen Pompeo) e il dottor Stranamore (Patrick Dempsey) tornerà ad appassionare il pubblico con una decima stagione, in onda in America dallo scorso 26 settembre, che debutterà in Italia a fine gennaio 2014 su Fox Life




3 ARROW (2012 – in corso) 
Nessuno l’avrebbe mai detto ma "Arrow", serie sulle avventure del supereroe dei fumetti Freccia Verde, è stato il prodotto seriale più visto in Italia nel 2013. Sarà merito degli incredibili addominali del protagonista Stephen Amell o delle spettacolari scene d’azione? Per la gioia dei fan la seconda stagione di “Arrow” porterà nuovi personaggi, nuovi intrighi e sempre più addominali scolpiti. Le nuove puntate andranno in onda in Italia dal 10 gennaio su Italia 1, tutti venerdì alle ore 21.10. 




2 GAME OF THRONES (2011 – in corso) 
Il finale della terza stagione di “Game of Thrones” ha sconvolto chi non ha letto i libri di George R.R. Martin da cui è tratta la serie HBO, ormai di culto, e la curiosità di sapere come andrà avanti la guerra per il Trono di Spade, ora che è successo un fatto così sconvolgente, sta consumando gli appassionati. La quarta stagione andrà in onda in America a fine marzo 2014 e arriverà in Italia a maggio su Sky. L’attesa è ancora lunga. 




1 SHERLOCK (2010 – in corso) 
I più attesi del nuovo anno sono loro, la strana coppia formata da Sherlock Holmes e John Watson, nelle versioni moderne interpretate dagli ormai divi Benedict Cumberbatch e Martin Freeman, al cinema star rispettivamente di “Star Trek Into Darkness” e “Lo Hobbit”. Nella seconda stagione, Steven Moffat e Mark Gatiss, gli stessi folli autori del reboot di “Doctor Who”, hanno fatto morire Sherlock, ma, come anticipano le immagini promozionali della terza serie, il detective più eccentrico della tv non è sei piedi sotto terra. Le nuove puntate di “Sherlock” inaugureranno l’anno nuovo in Inghilterra andando in onda il primo gennaio su BBC One, mentre in Italia arriveranno su Joi, canale di Mediaset Premium, nel 2014.





Pubblicato su TvZap.
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