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lunedì 2 febbraio 2015

“ITALIANO MEDIO”: VIDEOINTERVISTA A MACCIO CAPATONDA

Abbiamo incontrato il regista, sceneggiatore e attore Marcello Macchia, in arte Maccio Capatonda, all’esordio cinematografico con Italiano Medio, film ispirato al suo omonimo corto del 2012. Con lui anche Luigi Luciano ed Enrico Venti, ovvero Herbert Ballerina e Ivo Avido, compagni di set inseparabili fin dai tempi dei primi trailer satirici caricati su YouTube. 

Maccio Capatonda


Da quasi dieci anni la webstar più nota e famosa d’Italia, Maccio Capatonda, nome d’arte di Marcello Macchia, con la società di produzione Shortcut Productions, fondata insieme all’amico Enrico Venti, produttore esecutivo e attore dei suoi video con il soprannome di Ivo Avido, ha creato un suo stile riconoscibile e personale, anche grazie alla creazione di personaggi entrati nell’immaginario collettivo come Mariottide e Padre Maronno.

Appassionato bulimico di cinema e televisione, Macchia è ideatore, sceneggiatore, regista, attore e montatore dei suoi video: un talento a tutto tondo che non poteva non fare il grande salto dal web al cinema. Ampliando l’idea dell’omonimo corto del 2012, andato in onda nel corso della trasmissione Ma anche no, condotta da Antonello Piroso, Macchia ha realizzato il suo primo lungometraggio, Italiano Medio, che racconta la storia di Giulio Verme, idealista vegano che si batte per l’ambiente ma non è preso sul serio da nessuno, nemmeno dalla fidanzata Franca (Lavinia Longhi), ed è costretto a fare un lavoro insoddisfacente. Tutto cambia quando il suo amico Alfonzo (Luigi Luciano) gli fa provare una pasticca che abbassa l’utilizzo del suo cervello dal 20 al 2%, trasformandolo in un cafone senza morale che pensa solo ai reality show, ai videogiochi e a rimorchiare donne. Implacabile, caustico e cattivo, Italiano Medio è una commedia amara, che colpisce in faccia lo spettatore, grazie a personaggi estremizzati ma paurosamente verosimili. 

Abbiamo parlato del film con il regista, sceneggiatore e attore Marcello Macchia e con gli attori Enrico Venti, anche produttore esecutivo, e Luigi Luciano, noto con il soprannome di Herbert Ballerina.





Pubblicato su CIAK.

sabato 31 gennaio 2015

ITALIANO MEDIO: LA GROTTESCA FEROCIA DELL'UOMO MEDIO

Al suo esordio cinematografico Marcello Macchia, in arte Maccio Capatonda, confeziona una commedia spietata e feroce, in cui nessuno è esente da difetti e contraddizioni, soprattutto l'italiano medio del titolo, creatura a due facce furba e spregevole. 



Star del web da quasi un decennio, Marcello Macchia, noto al pubblico con il soprannome di Maccio Capatonda, può essere considerato di diritto il padre di tutti i videomaker contemporanei, dai The Jackal ai The Pills, colui che per primo ha tracciato il sentiero e usato YouTube non solo per mettersi in mostra, ma soprattutto per raccontare storie. All'inizio creatore di parodie di reality show, poi di finti trailer cinematografici caratterizzati da nomi estrosi, infine autore di webserie di successo come Mario e ideatore di personaggi ormai entrati nell'immaginario collettivo, basti pensare a Padre Maronno, Mariottide o Billy Ballo, Maccio Capatonda ha saputo costruire un suo stile identificabile, premiato dal web.

Per un fruitore bulimico di film, serie tv, videogiochi e televisione come Macchia, che unisce la passione per registi come Stanley Kubrick e Dario Argento a quella per serie animate come I Griffin, sceneggiatore, regista, attore e montatore dei suoi progetti, era dunque naturale pensare di passare al lungometraggio, sfida intrapresa anche da molti comici italiani, che hanno compiuto il rischioso salto dalla televisione al grande schermo. 


Italiano Medio, dal web al grande schermo 

A differenza degli altri colleghi però, Capatonda è consapevole del mezzo che usa e, occupandosi a 360° della pellicola, non incorre negli errori che continuano a compiere molti degli altri comici italiani: tratto dall'omonimo corto del 2012, andato in onda per la prima volta all'interno del programma Ma anche no, condotto da Antonello Piroso, Italiano Medio non è un semplice collage delle gag più famose del comico, ma una storia a tutto tondo, con una sua struttura fluida e coerente. Pur non mancando riferimenti al "canone capatondiano" (basti pensare alla gag dell'Uomo che usciva la gente o ai richiami costanti al corto da cui tutto è nato), Italiano Medio è una spietata, dissacrante e a tratti sconfortante parodia della società italiana contemporanea, popolata di figure distorte ed esagerate, che paradossalmente trovano il culmine della loro spregevolezza proprio nella loro versione "media". 


Giulio Verme, idealista al 20% e cafone al 2% 

Protagonista della pellicola è Giulio Verme, interpretato da Capatonda, un idealista che si batte per il rispetto dell'ambiente ma, cercando di essere coerente con le sue idee, si ritrova a fare un lavoro insoddisfacente e a essere compatito perfino dalla sua fidanzata, Franca (Lavinia Longhi). Spinto dall'amico Alfonso (Luigi Luciano) a provare una pasticca che fa abbassare l'utilizzo del suo cervello dal 20 al 2%, Giulio si trasforma in un cafone gretto e senza morale, che passa le sue giornate a guardare i reality, rimorchiare donne e giocare ai videogiochi. A dimostrare l'impronta autoriale della pellicola, il cambiamento del protagonista è sottolineato da un differente uso della fotografia, che passa dai toni grigi del Giulio al 20% a quelli saturi e dopati del Giulio al 2%, con l'aiuto anche di diversi effetti speciali, insoliti per una commedia. 


Un pugno in faccia allo spettatore 

Popolato da figure inquietanti perché allo stesso tempo esagerate ma verosimili, come il viscido produttore televisivo interpretato da Franco Mari, alias Rupert Sciamenna, o la volgare vicina Sharon (Barbara Tabita), Italiano Medio non risparmia nessuno e manifesta il suo disprezzo sia per gli idealisti puri che per i menefreghisti incorreggibili, mettendo sullo stesso piano calciatori, aspiranti vip, ecoterroristi e giornalisti. Grazie a una folta schiera di personaggi, che sembrano gli eredi diretti di I mostri di Dino Risi, Capatonda esprime il suo disgusto per una società schiava della televisione e dell'eccesso, che non sa più distinguere la vita reale da quella sui social e che si involgarisce sempre di più. A stabilizzare completamente lo spettatore più smaliziato è però la figura dell'italiano medio del titolo: un ibrido furbo e interessato dei due estremi, che ha capito la convenienza del compromesso e ci si trova benissimo, non curandosi delle proprie contraddizioni morali. Uno specchio raggelante, che fa intuire, dopo le risate, che in realtà abbiamo visto noi stessi, e il riflesso non è dei più gradevoli.

Maccio Capatonda


La citazione: "Con questo lo usi solo il due per cento!"

Hearting/Cuorometro: ♥♥♥

Uscita italiana: 29 gennaio 2015

Titolo originale: Italiano Medio
Regia: Marcello Macchia
Anno: 2015
Cast: Maccio Capatonda, Herbert Ballerina, Ivo Avido, Barbara Tabita, Lavinia Longhi, Rupert Sciamenna, Nino Frassica
Colore: colore
Durata: 100 minuti
Genere: commedia
Sceneggiatura: Maccio Capatonda, Herbert Ballerina, Marco Alessi, Sergio Spaccavento, Danilo Carlani, Daniele Grigolo
Fotografia: Massimo Schiavon
Montaggio: Maccio Capatonda, Giogiò Franchini
Musica: Chris Costa, Fabio Gargiulo
Paese di produzione: Italia
Casa di produzione: Lotus Production, Medusa Film
Distribuzione italiana: Medusa Film


ITALIANO MEDIO, VIDEOINTERVISTA CON MACCIO CAPATONDA

Abbiamo incontrato Marcello Macchia, in arte Maccio Capatonda, regista e protagonista di Italiano Medio, suo film d'esordio ispirato al corto omonimo del 2012, insieme agli attori Luigi Luciano alias Herbert Ballerina e Enrico Venti, ovvero Ivo Avido, anche produttore esecutivo del film. Nelle sale dal 29 gennaio. 



Scheggia impazzita del piccolo schermo dal 2005, anno in cui esordì con le sue caustiche pillole di cinema nello show All Music e poi nella trasmissione Mai Dire Lunedì, Marcello Macchia in arte Maccio Capatonda è stata la prima vera web star italiana: i suoi video, caricati successivamente su YouTube, hanno avuto un successo immediato e hanno spinto il regista, attore e sceneggiatore a concentrarsi sulla produzione per la rete. 

Grazie al sostegno dei suoi collaboratori storici Enrico Venti, con cui Macchia ha fondato la società di produzione Shotcut Productions, produttore esecutivo dei video e occasionalmente attore negli spregevoli panni di Ivo Avido, e Luigi Luciani, alias Herbert Ballerina, talento comico surreale, che non abbandona praticamente mai il personaggio quando si trova di fronte a una telecamera, Capatonda è diventato una vera e propria icona, consacrato dalla copertina del numero di Wired di novembre 2014, in cui è raffigurato come "il re in giallo" di tutti i videomaker italiani. 


Da webstar al grande schermo 

Dopo il successo di serie come Mario e la creazione di personaggi ormai entrati nell'immaginario collettivo, basti pensare a Mariottide, Padre Maronno e Billy Ballo, Capatonda ha tentato il grande salto: realizzare il suo primo lungometraggio, ispirato al corto del 2012 Italiano Medio, quello che, come ha rivelato il regista durante la conferenza stampa romana del film "era un'idea espandibile in un film di novanta minuti e adatta a costruire una storia vera e propria, non un semplice collage di gag". La sfida è notevole e le ambizioni sono alte: Giulio Verme, il protagonista del film, è un idealista che ha cura l'ambiente, ma quando assume una droga che fa crollare le sue capacità intellettuali, si trasforma in un tamarro schiavo della tv, del sesso e incapace di qualsiasi coscienza sociale. "Il protagonista del mio film è un eroe medio: a metà tra il classico eroe e lo scarto della società: un eroe furbo" ha detto Macchia sempre in conferenza stampa. 


L'intervista 

Tra reality show, matrimoni lampo, terrorismo ambientale e un'estetica che caratterizza fortemente il film (colori spenti e sui toni del grigio quando vediamo il Giulio al 20% dell'uso del cervello e tinte sature e fluorescenti quando invece a rubare la scena è il Giulio al 2%), Italiano medio è una delle commedie italiane più interessanti degli ultimi anni. Abbiamo parlato del film con il regista e protagonista Marcello Macchia e con gli attori Luigi Luciano e Enrico Venti, anche produttore esecutivo.

martedì 21 ottobre 2014

Maccio Capatonda, la star del web va al cinema: “Farò la fine di Kubrick”

Prima vera grande star del web italiano, Maccio Capatonda, attore, sceneggiatore e regista, ha partecipato a un incontro con il pubblico nella sezione Wired Next Cinema del Festival del Film di Roma, dove ha raccontato la sua carriera attraverso i personaggi da lui inventati e anticipato qualcosa del suo primo film, “Italiano Medio”, in uscita a marzo 2015 


Maccio Capatonda al Wired Next Cinema (foto Jacopo Pergameno)


Da quando, quasi dieci anni fa, degli utenti di YouTube pubblicarono su internet i finti trailer di Maccio Capatonda, alias Marcello Macchia, girati per “Mai dire Lunedì”, il comico abruzzese è diventato una delle figure più popolari del web italiano, riuscendo a squarciare il velo che separa l’intrattenimento nato su internet da quello televisivo. Nato in realtà come comico televisivo, Marcello Macchia è diventato una stella del web praticamente per caso, riuscendo così a realizzare il sogno di diventare videomaker, coltivato fin da adolescente. Sogno che lo porterà presto anche al cinema: il suo primo lungometraggio, “Italiano Medio, ispirato all’omonimo corto, arriverà nelle sale italiane a marzo 2015. 

Il trailer è solo la punta dell’iceberg: se volete vedere il sotto bisogna immergersi nell’acqua. Nel film ci sono altre gag, più belle, e altri temi, abbiamo approfondito lo spunto iniziale. Abbiamo girato tantissimo: forse anche troppo. L’idea secondo me è forte e può reggere un intero film. Ne vedrete delle brutte”, Maccio Capatonda ha introdotto così il suo film al pubblico arrivato in massa all’incontro organizzato nell’ambito della sezione Wired Next Cinema del Festival del Film di Roma: Maccio è descritto come il primo grande comico nato su YouTube, pioniere che ha spianato la strada ad altri talenti, come i collettivi The Jackal e The Pills, ritratti insieme a lui nel servizio fotografico realizzato da Wired. 

Nel corso dell’incontro con il pubblico, nel quale sono stati mostrati diversi capisaldi della sua carriera, come “La Febbra” e “L’uomo che usciva la gente, Capatonda si è raccontato liberamente e generosamente, cambiando continuamente voce e dando qualche flash dei suoi personaggi più noti, come Padre Maronno e Mariottide, supportato dal collega e amico Herbert Ballerina, nome d’arte di Luigi Luciano, con cui collabora ormai da dieci anni, talmente calato nel suo ruolo da non abbandonare mai il personaggio, nemmeno in pubblico. 

Maccio Capatonda sulla copertina di ottobre di Wired



ITALIANO MEDIO: IL FILM 

Riguardo al suo primo film da regista, “Italiano Medio”, Maccio ha rivelato che è un progetto che lo ha impegnato molto, quasi fino a sfinirlo: “Non ho ferie dal 2004. Sono incastrato da anni in un loop di impegni: uno tira l’altro. Non mi lamento perché questo era il mio sogno fin da quando ero bambino, ma rischio di morire. Il mio film spaccherebbe ma non ho ancora finito di girarlo. Se continuo così farò la fine di Kubrick che è morto sul set del suo ultimo film. Poi per finirlo mi ricostruite la faccia come a Bruce Lee

Nel film, ispirato al suo corto omonimo, si vedranno varie versioni di Maccio, ritratto a diverse età: “Dovevamo trovare tre-quattro bambini che mi interpretassero a varie età. Li ho trovati e sono tutti più bravi di me. Il neonato è pure pelato di natura. Il quattrenne bravo, decenne bravissimo, quattordicenne eccellente, poi sono arrivato io e ho rovinato tutto. Ho fatto me a 18 anni: mi hanno ringiovanito. Non è un film di effetti speciali comunque: li abbiamo tolti perché non avevamo il budget. C’è anche un topo e c’è persino una svolta horror”. 

Maccio ha dedicato un pensiero anche a Rupert Sciamenna, celebre interprete dei suoi trailer: “La cosa che più mi fa arrabbiare sul set è Rupert Sciamenna. Poi in realtà sta in quasi tutte le mie cose, perché ha una faccia talmente forte che non posso farne a meno. È un rapporto di sfruttamento. Sfruttamento vecchile. Mi fa arrabbiare perché spesso non si ricorda le battute e quando lo fa si ferma e dice “andava bene?”. E poi ammicca tantissimo: mi fa imbestialire. Ma l’ho coinvolto anche nel film: fa la parte del cattivo”. 



L’ARTE DEI TRAILER E “IL COCKTAIL DI MACCIO” 

La grande popolarità di Maccio Capatonda è arrivata grazie ai finti trailer cinematografici andati in onda prima nelle trasmissioni della Gialappa’s Band e poi su YouTube: diventati virali su internet, i trailer sono il marchio di fabbrica del comico, che ha creato un suo stile inconfondibile, chiamato nel corso dell’incontro “il cocktail di Maccio: “Il cocktail di Maccio” in realtà è tutto nella mia testa: mi sparo dei Negroni, dei Bloody Mary… No, in realtà basta essere appassionato e fanatico di film e serie tv e riuscire ad avere un’intuizione per amalgamare tutto in chiave nuova. Prima guardavo tantissime cose, oggi meno perché non ho più tanto tempo. L’ispirazione arriva anche dalle persone che incontro e dai casi umani che mi circondano, come Herbert. Lui è come una musa: un muso. Mi ispiro alla realtà filtrata attraverso i media, da buon spettatore anni ’80-’90. Vedo di tutto, cose belle e brutte: le prime ti fanno capire come si devono fare le cose, le seconde come invece non bisogna comportarsi. Le mie cose sono una terza classe, un ibrido tra cose belle e brutte il cui tratto distintivo è l’ironia

Per quanto riguarda i trailer non devono chiudere le porte che aprono. Devono invogliare lo spettatore, anche dicendo cose senza senso, tipo “ho visto una luce buia”. Un po’ tipo Lost. Ci devono essere almeno un paio di effetti sonori a sorpresa. Io all’inizio li ho fatti andando sul sito della Apple e rubavo gli effetti audio e la musica dai trailer veri. Quindi rubati qua e là. Poi una mia cifra stilistica è trovare una serie di nomi assurdi a caso. Questa è una delle cose che ha avuto più successo e ancora oggi non capisco perché: in realtà quando montavo i primi trailer, quando montavo la Febbra, sentivo come se tutto si stesse montando da solo. Ero come posseduto. Inoltre bisogna avere ritmo: il montaggio deve essere frenetico: si può girare quanto si vuole di una scena, l’importante è poi usarne poco e montare tutto di fila”.


Pubblicato su TvZap.
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