mercoledì 29 ottobre 2014

Damian Lewis, il ‘roscio’, torna in tv. E Marilyn rivive grazie a Lifetime

Questa settimana parliamo di: “Breaking Bad”, “Hawaii Five-0″, “True Detective” e delle novità “Agent Carter”, “Billions”, “Childhood’s End”, “The Finger”, “Krypton”, “Lizzie Borden: The Fall River Chronicles”, “The Secret Life of Marilyn Monroe”, “The Slap” 




Questa settimana vede il ritorno in tv di diversi volti noti: dopo la fine di “Homeland”, Damian Lewis sarà uno squalo di Wall Street in “Billions, nuova serie di Showtime sulla finanza, in cui Paul Giamatti gli darà filo da torcere; Charles Dance, Tywin Lannister in “Game of Thrones”, si troverà nel mezzo di un’invasione aliena in “Childhood’s End“; Penn Bagdley, Dan Humphrey in “Gossip Girl”, sarà uno dei protagonisti di “The Slap” e Christina Ricci tornerà a interpretare l’assassina Lizzie Borden grazie a una nuova serie di Lifetime. 
E ancora: la polemica sui giocattoli ispirati a “Breaking Bad” continua, con Aaron Paul che è pronto a combattere per difendere l’onore di Walt e Jesse, “Il fantasma dell’opera” potrebbe diventare una serie tv e il mito di Marilyn Monroe rivive ancora una volta grazie a una miniserie prodotta da Showtime. 



DAMIAN LEWIS E PAUL GIAMATTI IN BILLIONS 



Dopo l’uscita di scena del suo sergente Brody in “Homeland”, Damian Lewis è pronto a tornare in tv grazie a “Billions”, nuova serie tv di Showtime ambientata nel mondo competitivo di Wall Street. Scritta da Brian Koppleman, David Levien e Andrew Ross Sorkin, la serie segue lo scontro tra il procuratore Chuck Rhodes, interpretato da Paul Giamatti, e l’ambizioso Bobby “Axe” Axelrod (Lewis), re dei fondi speculativi. La regia del pilot, le cui riprese cominceranno a inizio 2015 a New York, è stata affidata a Neil Burger, regista dei film “The Illusionist” e “Divergent”. 


LIFETIME PREPARA UNA MINISERIE SU MARILYN MONROE 



Il mito intramontabile di Marilyn Monroe torna a vivere nella nuova miniserie di Showtime, intitolata “The Secret Life of Marilyn Monroe”, dedicata alla diva delle dive: in quattro puntate, la serie cercherà di approfondire gli aspetti inediti della vita della Monroe, come i disturbi psicologici, il difficile rapporto con la madre e la relazione con i Kennedy. La serie, ispirata all’omonimo libro di J. Randy Taraborrelli pubblicato nel 2010, porta la firma di Stephen Kronish, mentre la regia è stata affidata a Laurie Collyer. Nel ruolo di Marilyn vedremo Kelli Garner, Kate Cameron nella serie “Pan Am”, mentre il premio Oscar Susan Sarandon sarà Gladys, madre della star. 


SCANDALO BREAKING BAD: AARON PAUL PORTAVOCE DELLA CONTRO-PETIZIONE 

In questi giorni in America “Breaking Bad” ha dato scandalo: sono finite infatti sotto accusa le action figures dei protagonisti Walter e Jesse, colpevoli di essere vendute in una nota catena di giocattoli, la Toy R Us, messe in bella mostra sugli scaffali accanto a giochi per bambini. Principale sostenitrice del movimento anti-statuette è una mamma della Florida, Susan Schrivjer, che ha promosso una petizione per far ritirare dalla catena di negozi i modellini ispirati alla serie della AMC. Immediata la reazione di Bryan Cranston, interprete di Walter White, che sul suo profilo Twitter ha scritto: “Sono così arrabbiato che darò fuoco alla mia statuetta della mamma della Florida”. Meno ironico e più pragmatico invece Aaron Paul, protagonista della serie insieme a Cranston: l’attore ha infatti dato il via a una contro-petizione a sostegno delle action figures, che ha raccolto fino a ora 30.000 firme, superando di tre volte i consensi ottenuti dalla lista di Susan Schrivjer. Paul, polemico, ha scritto su Twitter: “Possiamo vendere armi e non Walt e Jesse?”. Vedremo se la Toy R Us tornerà sui suoi passi. 


CHARLES DANCE IN CHILDHOOD’S END 

Dagli intrighi per la conquista del Trono di Spade alle invasioni aliene: Charles Dance, interprete del terribile Tywin Lannister in “Game of Thrones”, sarà tra i protagonisti di “Childhood’s End”, miniserie di fantascienza in sei episodi di SyFy. L’attore inglese sarà Karellen, ambasciatore dei Superni (Overlords), misteriosa razza aliena che dapprima invade pacificamente la Terra e poi, dopo 50 anni di contatti e studi del genere umano, comincia a cancellare l’identità e la cultura umana. La serie, ispirata al romanzo “Le guide del tramonto” di Arthur C. Clarke, è scritta da Matthew Graham e sarà diretta da Nick Hurram. Le riprese cominceranno a breve in Australia, con messa in onda prevista per il 2015. 


PENN BADGLEY IN THE SLAP 



Dopo la fine di “Gossip Girl”, in cui interpretava Dan Humphrey, l’aspirante scrittore di Brooklyn che si innamora della volubile hit girl Serena van der Woodsen (Blake Lively), Penn Badgley torna in tv grazie alla miniserie “The Slap”, remake americano targato NBC dell’omonima serie australiana. La storia è incentrata su un gesto, lo schiaffo dato a un bambino da un uomo, che porta a una serie di eventi a effetto domino. Bagdley sarà il giovane fidanzato del personaggio interpretato da Mary-Louise Parker. Nel cast figurano anche Zachary Quinto e Peter Sarsgaard. 


ARRIVA KRYPTON, LA RISPOSTA A GOTHAM 

Il successo di “Gotham”, serie della Fox sulle origini di Batman, ha convinto la DC Comics a creare un prodotto che si concentri sulle origini di Superman: pare infatti che la DC Entertainment stia sviluppando una serie intitolata “Krypton”, che analizzerà la vita sul pianeta originario di Superman prima della sua fuga verso la Terra. Per la genesi del progetto pare sia stato coinvolto David S. Goyer, già sceneggiatore di “Man of Steel”, nuovo film su Superman diretto da Zack Snyder, uscito nelle sale lo scorso anno. 


LYNDSY FONSECA IN AGENT CARTER 



Dopo aver interpretato per nove anni la figlia di Ted Mosby (Josh Radnor) all’inizio di ogni puntata di “How I met your mother”, Lyndsy Fonseca, vista anche in “Nikita” e “Desperate Housewives”, ha ottenuto un ruolo in “Agent Carter”, spin-off dei film su Capitan America incentrato sull’agente Peggy Carter (Hayley Atwell) e ambientato dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale: Fonseca sarà Angie Martinelli, un’aspirante attrice che diventa amica della protagonista. 


IL FANTASMA DELL’OPERA DIVENTA UNA SERIE TV 

Il celebre musical di Andrew Lloyd Webber, ispirato al romanzo di Gaston Leroux “Il fantasma dell’opera”, diventerà presto una serie tv prodotta da Marc Cherry, creatore di “Desperate Houseviwes”: la serie, scritta da Alan Zachary e Michael Weiner, sarà una rilettura in chiave moderna della storia di Eric e Christine, ambientata nel mondo dell’industria discografica. Cherry sarà produttore esecutivo insieme a Sabrina Wind. 


SARAH JANE MORRIS GUEST STAR IN HAWAII FIVE-0 

Sarah Jane Morris, l’agente Erica Jane Barrett in “NCIS”, parteciperà come guest star a un episodio della quinta stagione di “Hawaii Five-0″: l’attrice interpreterà, nella puntata numero 12, la dottoressa Christine Auki, chirurgo che si troverà a dover affrontare una situazione difficile sul lavoro. 


TAYLOR KITSCH CONFERMATO PER LA SECONDA STAGIONE DI TRUE DETECTIVE 



All’appello mancava solo lui: dopo diversi mesi di trattative, ora è ufficiale, Taylor Kitsch, Tim Riggins in “Friday Night Lights” e tra i protagonisti di “The Normal Heart”, sarà uno dei nuovi volti della seconda stagione di “True Detective”. L’attore, che interpreterà il detective Paul Woodrugh, ha commentato così la notizia: “Sono molto emozionato: è stata dura aspettare così tanto tempo tenendo costantemente le dita incrociate: ora che HBO mi ha dato conferma sono felice. Sono orgoglioso di far parte di True Detective: ho amato moltissimo la prima stagione, è diversa da tutto ciò che ho visto finora in tv. I personaggi sono concreti e la realtà cruda”. 


NICK FROST IN THE FINGER 

Nick Frost, attore comico inglese amatissimo in patria e noto per aver preso parte alla “Trilogia del Cornetto” di Edgar Wright, sarà il protagonista del pilot di “The Finger”, commedia acquistata dalla ABC e scritta da Ben Karlin, già sceneggiatore di “Modern Family”. Se la serie sarà confermata, Frost diventerà il protagonista Nick Ferguson, celebre ladro di gioielli, che vuole lasciare tutto per dedicarsi al figlio di nove anni. 


CHRISTINA RICCI SARÁ DI NUOVO L’ASSASSINA LIZZIE BORDEN



Dopo aver interpretato Lizzie Borden nel film per la tv prodotto da Lifetime “Lizzie Borden Took an Ax”, Christina Ricci tornerà a interpretare il ruolo nella serie tv “Lizzie Borden: The Fall River Chronicles”. La Borden, figura realmente esistita, assassinò nel 1892 il padre e la matrigna con un’ascia, ma fu rilasciata dopo il processo. Nella serie verrà affrontata la vita di Lizzie dopo la fine del processo, quando a Fall River, paese natale della donna, nel Massachusetts, cominciano a scomparire misteriosamente diverse persone. Ad affiancare Christina Ricci saranno Clea DuVall, che sarà Emma, la sorella di Lizzie, e Cole Hauser, interprete del detective Pinkerton Charlie Siringo, che indaga sugli omicidi.


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sabato 25 ottobre 2014

The Jackal: ‘Saviano adora le Vrenzole’

Abbiamo incontrato gli sciacalli Francesco Ebbasta e Ciro Priello, rispettivamente regista e attore del collettivo di videomaker “The Jackal”, che ci hanno parlato del loro rapporto con Roberto Saviano, guest star d’eccezione del loro nuovo episodio di “Gli effetti di Gomorra sulla gente”, terzo, e forse ultimo, capitolo della loro “Trilogia della Frittura” 

Ciro Priello e Francesco Ebbasta


Ospiti del Wired Next Cinema del Festival del Film di Roma, il collettivo di video maker napoletani The Jackal ha incontrato il pubblico insieme a Salvatore Esposito, star di “Gomorra – La serie”, evento televisivo italiano dell’anno. La forza della produzione Sky è talmente dirompente da aver conquistato i The Jackal, fan della serie fin dalla prima messa in onda, al punto di dedicarle una parodia: “Gli effetti di Gomorra sulla gente”. Il primo e secondo episodio hanno totalizzato cinque milioni di visualizzazioni su You Tube, potendo contare anche sulla partecipazione straordinaria proprio di Salvatore Esposito. 

Per il capitolo conclusivo di quella che i The Jackal hanno battezzato la “Trilogia della Frittura”, gli sciacalli del web hanno fatto il salto estremo: coinvolgere Roberto Saviano, l’uomo da cui tutto è nato, autore del romanzo “Gomorra” e creatore della serie insieme al regista Stefano Sollima. 

Abbiamo incontrato Francesco Ebbasta e Ciro Priello, rispettivamente regista e attore dei The Jackal, alla fine dell’incontro con il pubblico: ecco cosa ci hanno detto i ragazzi che sono riusciti a far dire “sta’ senza pensier” a Saviano. 


Qui al Maxxi il pubblico ha potuto rivedere alcuni dei vostri video: che effetto vi fa sentire dal vivo le risate del pubblico quando li vede? In genere vedete semplicemente un numero su YouTube, invece qui avete sentito il calore del pubblico. 

Ciro Priello: “È sempre molto bello e piacevole: personalmente mi fa ridere ancora di più”.  
Durante l’incontro avete detto che il terzo episodio di “Gli effetti di Gomorra sulla gente” sarà l’ultimo. Pensate sia la degna conclusione alla vostra “Trilogia della Frittura”? 

Francesco Ebbasta: “È la degna conclusione. Con questo video romperemo internet”.

Qual è il vostro rapporto con Roberto Saviano? 

FE: “È una persona molto gentile: confesso che non me l’aspettavo, è anche molto simpatico. Si presenta in veste più seria invece conoscendolo abbiamo scoperto che è fan dei nostri video e in particolare di Vrenzole, cosa che ci ha fatto molto piacere. È una persona anche molto umile secondo me”. 

Siete in trattative per realizzare progetti importanti come film e serie tv: quale sarà il vostro primo passo? 

FE: “Forse il primo film dei The Jackal sarà una commedia: ci piacerebbe che fosse una meta-commedia, in grado di prendere in giro e mescolare tutti i generi che abbiamo affrontato fino a ora”. 

Ciro, lei è anche il casting director della società: com’è da attore selezionare altri attori? 

CP: “Mi piace, sono molto cattivo. Scelgo gli attori insieme al regista, che sia Francesco o Giuseppe (Tuccillo), cerchiamo di trovare l’attore migliore per quel determinato ruolo. È un lavoro che mi affascina parecchio: mi piace cercare le caratteristiche che ho in mente per un determinato personaggio”. 

Avete mai litigato per una scelta su cui non eravate d’accordo? 

CP: “No, magari a volte abbiamo pareri diversi e discutiamo, ma non abbiamo mai litigato”. 

A Giffoni, da uno spunto di Alfredo Felco, uno dei vostri “maghi della post-produzione”, era uscita fuori l’idea di realizzare una serie intitolata “Space Mockeys travelling in time”: ci state lavorando? 

FE: “Quella è veramente una bomba, grazie per avermelo ricordato. Magari faremo direttamente il due”.


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venerdì 24 ottobre 2014

Salvatore Esposito: ‘Così i Jackal colgono nel segno’

A margine dell’incontro organizzato al Maxxi nella sezione Wired Next Film Festivale abbiamo incontrato Salvatore Esposito. Nei panni di Genny è stato uno dei protagonisti più apprezzati e premiati della serie Gomorra, diretta da Stefano Sollima per Sky. Spiazzando tutti e rivelando una insospettabile vena comica, si è divertito a diventare una delle guiest star nella webserie “Gli effetti di Gomorra sulla gente. 

Savatore Esposito


Salvatore, grazie a questo incontro hai potuto vedere gli effetti della tua performance sul pubblico dal vivo, come se fossi a teatro: che sensazione ti ha dato? 

Salvatore Esposito: “È stato bellissimo: vuol dire che il video ha colto nel segno, è riuscito a rendere omaggio a quella che è stata la serie evento dell’anno, cercando di togliere la pesantezza di critiche stupide sorte a priori e dandogli quella verve comica tipica dei The Jackal”. 

Ti piacerebbe quindi far ridere il pubblico con un ruolo comico? Magari in una commedia al cinema? 

SE: “Dipende: se è un progetto valido assolutamente si. Non pongo mai limiti a nulla, ma deve valerne la pena: deve essere un progetto serio, interessante e ben strutturato”. 

Quando ti ho incontrato questa estate al Giffoni Film Festival ti ho chiesto qual è il tuo rapporto con i social: allora mi hai detto che poter parlare con il tuo pubblico ti piaceva, oggi invece nel corso dell’incontro hai detto che a volte le critiche ti hanno esasperato: hai cambiato idea sul mezzo o pensi che il problema sia solo di alcune persone? 

SE: “Penso la stessa cosa: i social network sono la chiave pubblicitaria e di comunicazione del futuro, puoi creare un contatto diretto con le persone che ti seguono ma credo che ci sia bisogno di un limite a quello che le persone si sentono in diritto di dire. Spesso pur di attirare l’attenzione si dicono cose cattive: c’è bisogno di razionalità in quello che si fa, purtroppo i social network tolgono la possibilità di conoscere di persona il tuo interlocutore e permettono di dire qualsiasi cosa e questo non mi sembra corretto”. 

Il successo del tuo Genny è stato incredibile, il pubblico ti adora e al Roma Fiction Fest hai vinto addirittura due premi: che effetto ti fanno tutti questi riconoscimenti? Ti sei montato un po’ la testa o sei sempre il ragazzo che sognava di fare l’attore fin da bambino? 

SE: “No assolutamente. Ho fatto così tanti sacrifici per iniziare a fare quello che ho sempre sognato fin da bambino che è lungi da me il montarmi la testa. Ho una famiglia solida alle spalle, ho delle persone che mi sono vicino che mi tengono con i piedi per terra, quindi sicuramente non c’è questo rischio”.


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Mena Suvari a caccia di demoni in South of Hell e il debutto di Steve McQueen in tv con Codes of Conduct

Questa settimana parliamo di: “Arrow”, “Bates Motel”, “The Bridge”, “Falling Skies”, “The Flash”, “Sleepy Hollow”, “Top of the Lake” e delle novità “Codes of Conduct”, “Mr. Robot”, “London Spy”, “Scream Queens”, “South of Hell” 


Settimana piena di nuovi progetti: Steve McQueen, regista del film premio Oscar 2014 “12 anni schiavo”, esordirà in televisione con “Codes of Conduct”, mini serie in otto episodi prodotta da HBO, in cui un giovane ambizioso tenta la scalata sociale a New York; dalla giungla d’asfalto della Grande Mela al caldo infernale del South Carolina: Mena Suvari, la lolita che fa impazzire Kevin Spacey in “American Beauty”, andrà a caccia di demoni, essendo a sua volta posseduta da uno spirito maligno, in “South of Hell”, serie horror creata da Eli Roth; Ben Whishaw, Q nella saga di James Bond, sarà il protagonista di “London Spy”, thriller prodotto da BBC; Christian Slater vestirà i panni di un anarchico che cerca di distruggere le multinazionali americane in “Mr. Robot” e Ryan Murphy sta preparando una nuova serie, “Scream Queens”, descritta come una commedia horror. 


CODES OF CONDUCT HA IL SUO PROTAGONISTA 



Steve McQueen, regista di “12 anni schiavo”, pellicola premiata con l’Oscar lo scorso gennaio, ha finalmente trovato il protagonista per il suo progetto televisivo “Codes of conduct”, mini serie in otto episodi prodotta da HBO, che segue le vicende di Beverly Snow, giovane ambizioso proveniente dal Queens, che entra a far parte dell’alta società di New York. La scelta è ricaduta su Devon Terrell, esordiente nato in California e diplomatosi in Australia al National Institute of Dramatic Art. “Avevo bisogno di trovare un attore straordinario” ha detto McQueen: “Anche se spesso è meglio ingaggiare qualcuno che sia riconoscibile, per me era fondamentale trovare qualcuno che mi sorprendesse. Devon ha queste capacità: è stato un processo di ricerca durato dieci mesi in cui mi sono imbattuto in molti attori talentuosi ma in un solo Beverly Snow”. Il regista, anche co-sceneggiatore insieme a Matthew Michael, dirigerà l’episodio pilota. 


MENA SUVARI IN SOUTH OF HELL DI ELI ROTH 



Mena Suvari sarà la protagonista di “South of Hell”, serie horror in otto episodi prodotta dal regista Eli Roth e Jason Blum. L’attrice sarà Maria Abascal, una cacciatrice di demoni del South Carolina che nasconde un segreto: dentro di lei risiede un demone, Abigail, che sta cercando di prendere il sopravvento e si nutre del male che Maria esorcizza dalle altre persone. Roth dirigerà l’episodio pilota e Matt Lambert scriverà la sceneggiatura. 


RYAN MURPHY PRODUCE SCREAM QUEENS 

Ryan Murphy ha deciso di fondere due delle sue creature più fortunate, “American Horror Story” e “Glee”, in una nuova serie televisiva targata FOX: il regista, sceneggiatore e produttore svilupperà, insieme a Brad Falchuck e Ian Brennan, autori di “Glee”, una commedia horror intitolata “Scream Queens”. La serie sarà composta da 15 episodi e sarà ambientata in un campus universitario scosso da inquietanti omicidi. Murphy ha rivelato qualche dettaglio sul suo nuovo progetto: “Volevo tornare a lavorare con Brad e Ian su un prodotto comico e ci siamo divertiti un sacco a scrivere Scream Queens: puntiamo a creare un nuovo genere e a realizzare la serie in forma antologica. Ogni stagione sarà incentrata su due protagoniste femminili: abbiamo già cominciato la ricerca delle giuste attrici in tutto il paese, in più abbiamo dieci ruoli di supporto da coprire. Siamo fortunati ad avere ancora una volta il supporto di Fox Tv per quanto riguarda la produzione”. 


CANCELLATA THE BRIDGE 

FX ha deciso di cancellare “The Bridge”, serie poliziesca con protagonisti Diane Kruger e Damian Bechir: la motivazione va cercata nei bassi ascolti realizzati, arrivati a meno di un milione di spettatori a episodio. Il finale della seconda stagione, andato in onda in America lo scorso primo ottobre, è quindi diventato la conclusione della serie. 


TRACY SPIRIDAKOS IN BATES MOTEL 



Dopo la cancellazione di “Revolution”, in cui interpretava la protagonista Charlie Matheson, Tracy Spiridacokos arriverà nell’hotel più inquietante della televisione: l’attrice è entrata a far parte del cast della terza stagione di “Bates Motel”, serie di A&E sugli anni giovanili di Norman Bates (Freddie Highmore), il protagonista del film “Psycho” di Alfred Hitchcock. Spiridakos interpreterà Annika Johnson, donna misteriosa che sarà presto attratta da Dylan (Max Thieriot), il figlio maggiore di Norma (Vera Farmiga). 


MICHELLE TRACHTENBERG IN SLEEPY HOLLOW 

Michelle Trachtenberg, Dawn in “Buffy l’ammazzavampiri” e Georgina Sparks in “Gosspi Girl”, comparirà in un episodio della seconda stagione di “Sleepy Hollow”: l’attrice interpreterà Abigail Adams, moglie di John Adams, secondo presidente degli Stati Uniti d’America. 


TOP OF THE LAKE AVRA’ UNA SECONDA STAGIONE 

La premiata miniserie “Top of the Lake” avrà una seconda stagione: il premio Oscar Jane Campion e lo scrittore Gerard Lee sono infatti al lavoro per scrivere dei nuovi episodi. La prima stagione di “Top of the Lake” è incentrata sul tentativo della detective Robin, interpretata da Elisabeth Moss, che ha vinto un Golden Globe per questo ruolo, di scoprire perché una bambina di dodici anni ha cercato di uccidersi. La serie sarà di nuovo ambientata in Nuova Zelanda e prodotta dalla compagnia di produzione See-Saw per BBC2. 


CHRISTIAN SLATER IN MR. ROBOT 



Christian-Slater Christian Slater, visto quest’anno al cinema in “Nymphomaniac” di Lars von Trier, ha ottenuto il ruolo da protagonista in “Mr. Robot”, thriller prodotto da USA network. La serie segue le vicende di un giovane programmatore, afflitto da gravi disturbi che gli impediscono delle interazioni sociali normali, che decide di entrare in contatto con le persone soltanto hackerandole. Slater interpreta un misterioso anarchico che recluta il ragazzo in un’organizzazione segreta che ha lo scopo di distruggere le multinazionali americane. 


CATALINA SANDINO MORENO IN SLEEPY HOLLOW 

Catalina Sandino Moreno, Alma Ruiz in “The Bridge”, è entrata a far parte del cast della quinta stagione di “Sleepy Hollow”, ottenendo il ruolo di Isabella, un’ex attivista politica diventata infermiera dopo l’invasione aliena. Isabella è alla ricerca del santuario e cerca di conquistare la fiducia di John (Colin Cunningham) per salvarsi. 


ROGER HOWARTH IN THE FLASH 

Roger Howarth, Franco in “General Hospital” e Chris in “Californication”, è entrato a far parte del cast di “The Flash”, nuova serie di The CW sull’omonimo personaggio dei fumetti e spin-off di “Arrow”. L’attore interpreterà il reporter Mason Bridge, che apparirà per la prima volta nell’episodio numero undici e cercherà di scoprire la verità sull’incidente ai laboratori S.T.A.R. Labs del dottor Wells (Tom Cavanagh), il mentore del protagonista Barry Allen alias Flash (Grant Gustin). 


BEN WHISHAW IN LONDON SPY 



Ben Whishaw, Q nell’ultimo episodio della saga di James Bond “Skyfall” e Richard II nella serie “The Hollow Crown”, sarà il protagonista di “London Spy”, mini serie in cinque episodi prodotta da BBC America e BBC Two. L’attore interpreterà Danny, un giovane romantico e ingenuo che viene coinvolto in una complicata storia di spionaggio. Nel cast anche il premio Oscar Jim Broadbent, Charlotte Rampling e l’esordiente Edward Holdcroft. La produzione della serie, scritta da Tom Rob Smith e diretta da Jakob Verbruggen (già regista di The Fall e The Bridge), è cominciata in questi giorni a Londra. 


VINNIE JONES IN ARROW 

Vinnie Jones è entrato a far parte del cast della terza stagione di “Arrow”: l’attore inglese interpeterà, in un arco di tre episodi, l’antagonista Danny “Brick” Brickwell, capo di una banda criminale. Nei fumetti Brick è un metaumano dotato di una pelle di pietra che gli conferisce invulnerabilità e super forza. Il personaggio di Brick sarà introdotto nel decimo episodio della serie.


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giovedì 23 ottobre 2014

The Pills benedetti da Vanzina: ‘Continuate a essere romani’

La sezione Wired Next Cinema del Festival del Film di Roma ha dato vita a un incontro storico: il collettivo nato su internet The Pills ha raccolto il testimone della commedia all’italiana direttamente dalle mani di Carlo Vanzina, con cui il gruppo di comici romani ha tenuto una masterclass sulla comicità made in Italy e soprattutto made in Roma 

The Pills su Wired, foto di Olaf Blecker


Maccio Capatonda, primo vero talento comico a macinare milioni di visualizzazioni sul Youtube, appare sulla copertina di Wired di ottobre come un folle re in giallo circondato dai suoi migliori giovani discepoli attualmente in circolazione, ovvero il collettivo napoletano The Jackal e quello romano The Pills

Dopo la masterclass d’apertura con protagonista Maccio Capatonda, è ora la volta dei The Pills, all’anagrafe Luca Vecchi, Luigi Di Capua e Matteo Corradini, chiamati a confrontarsi con una delle colonne portanti della comicità italiana anni ’80 e ’90: il regista e sceneggiatore Enrico Vanzina. Il confronto inedito, avvenuto in una sala gremita del museo MAXXI, ha portato i The Pills a raccogliere il testimone della comicità romana direttamente dalle mani di Enrico Vanzina, loro sincero sostenitore, che aspetta con curiosità il debutto dei The Pills al cinema, in sala nel 2015, di cui il trio non vuole assolutamente svelare nulla.


Luca Vecchi, Luigi Di Capua e Enrico Vanzina (foto Jacopo Pergameno)



DUE GENERAZIONI DI COMICITÀ ROMANA A CONFRONTO 

L’incontro tra i The Pills ed Enrico Vanzina ha portato il regista, sincero ammiratore del trio, a interrogarsi sul futuro della commedia all’italiana: “Quando mi è arrivato questo invito dal direttore del Festival di Roma Marco Müller sono rimasto sorpreso ma anche molto contento. Credo che mettere a confronto due diverse visioni della comicità sia interessante: ho visto i The Pills su internet e posso dire di essere un loro fan. Ormai al cinema ci sono solo commedie ma sono finte commedie: tutte noiose e ben lontane dalla vera commedia all’italiana. Loro invece hanno la grazia e i temi della vera commedia all’italiana, che deve essere sì ironica ma analizzare anche problemi e drammi quotidiani. I loro video su internet sono perfetti: credo che meglio di così non possano fare, quindi è giusto che facciano un ulteriore passo e diventare i nuovi autori della commedia italiana grazie a un film”. 
Un testimone molto pesante quello passato da Vanzina, che i The Pills sono però felici di accettare: “I Vanzina negli anni ’80 hanno rinnovato la comicità italiana” ha detto Luigi Di Capua: “Questo è un fatto cruciale, la commedia deve rinnovarsi e seguire la realtà, altrimenti non funziona, non è esplosiva. Noi abbiamo cercato di colmare questa lacuna: non ridevamo più con le commedie prodotte in Italia e questo ci ha spinto a cercare un linguaggio nuovo”. 
Nuovi linguaggi, nuovi media ma alla base la stessa matrice fortemente romana. La comicità capitolina è un bene da preservare secondo Enrico Vanzina, che vede nei The Pills gli eredi di icone come Alberto Sordi e Gigi Proietti: “Quando ho sceneggiato Febbre da Cavallo con mio padre Steno, volevamo fare un film in stile anni ’50, con un cast corale, con caratteristi, che rilanciasse la figura del romano: pensate che in quel periodo c’era Celentano che faceva il romano, un disastro totale. Con quel film abbiamo rilanciato la romanità: loro sono fortemente romani e non devono perdere questa caratteristica secondo me. Il loro è un romanesco nuovo, perfetto, lo conoscono bene, con cui raccontano delle realtà molto malinconiche: hanno inoltre delle facce e un’espressività che ricorda il cinema indipendente americano, un po’ alla Jim Jarmush e Woody Allen. Come Allen fotografano un certo quartiere, il Pigneto, e alcuni tipi di persone che si capisce sono veri e non lontani dalla realtà”. D’accordo su questo punto Matteo Corradini : “È vero, la nostra vena comica è così forte perché l’abbiamo assorbita dal nostro quotidiano”, e anche Luigi, anche se con alcune perplessità: “Quando parli del piccolo magari poi il pubblico trova al suo interno il valore universale: determinati archetipi e realtà in cui si può identificare chiunque. Per esempio noi raccontiamo il quartiere Pigneto che può essere il corrispettivo di Isola a Milano o di qualsiasi altra città italiana. Anche se però in realtà il romanesco è un elemento che a volte ci preoccupa: spesso ci dicono “il romanesco è meglio di no, poi a Milano storcono il naso”. Che palle con Milano! Che poi il romanesco se lo sono imparato anche i milanesi a furia di guardare i nostri video”. 


The Pills, The Jackal e Maccio Capatonda su Wired (foto Olaf Blecker)



I THE PILLS IN PILLOLE 

Quando si chiede ai The Pills quali sono le loro fonti di ispirazione, le risposte sono le più disparate: Luca afferma di essere un figlio della televisione: “Sicuramente da piccolo ho visto più Enrico e suo fratello che mio padre e mia madre: sono cresciuto davanti alla televisione”, Luigi, inaspettatamente, si definisce “un ex Jane Austen: “Da piccolo leggevo solo libri”, mentre Matteo è fiero del suo essere un veterano dei videogame: “Ho passato e passo ancora tanto tempo davanti ai videogiochi”. I soggetti delle loro pillole arrivano invece da molto vicino: “Siamo talmente disillusi e nichilisti che le prime persone che prendiamo in giro siamo noi” ha detto Luca, e ancora Luigi: “In realtà nelle nostre pillole tutto parte da esperienze e personaggi veri”. 


IL FILM DEI THE PILLS 

L’incontro è stata anche l’occasione per parlare dell’imminente film dei The Pills, che, dopo la televisione, si preparano a confrontarsi con un altro media, il cinema: “Sento la pressione delle aspettative” ha detto Luca: “Quando le persone si aspettano così tanto da te forse è vero che il lavoro diventa meno spontaneo. Mantenere l’equilibrio è difficile: da una parte vuoi piacere al pubblico ma non compiacerlo per forza”. 
Impossibile però estorcere al trio qualche informazione in più sulla pellicola, che vogliono rimanga segretissima, di cui continuano a inventare false trame, ruolo in cui Luigi è un maestro: “Il film è ambientato durante la Resistenza: ci sono i partigiani, poi c’è una parte nello spazio e siamo inoltre in Thailandia nel 1700… Fondamentalmente cercheremo di non svelare nulla: è un giallo quindi non possiamo dire niente, ma vorremmo che ci siano almeno 10 minuti di totale nonsense”. 
Regista della pellicola è Luca, già autore di tutte le pillole del gruppo, che ha rivelato quale sarà il suo approccio al film: “Io fondamentalmente sono un boro, sono filo americano, mi piace far saltare in aria le cose e le arti marziali: vorrei che nel film ci fossero cose al limite dell’illegalità. Sicuramente scopiazzerò un po’ a destra e a manca: il mio maestro alla scuola di cinema, Stefano Bessoni, mi ha sempre detto che ormai dopo tutti questi anni di storia del cinema e animazione tutto è stato già fatto. Bisogna cercare di rielaborare e riassemblare il precedente in una forma originale. Il mio motto è “ruba sotto gli occhi di tutti col sorriso sulle labbra”. Quentin Tarantino nei suoi film ruba a piene mani e non lo nasconde, anzi te lo sbatte in faccia: si vede che ama quello che cita e che si diverte un mondo. E la gente comunque va al cinema e paga il biglietto. Abbiamo cercato di trovare un punto di convergenza tra la narrazione cinematografica e quello che abbiamo sempre fatto. Il linguaggio sarà simile a quello che usiamo”.


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The Jackal, Esposito e Saviano: “Terzo episodio de Gli Effetti di Gomorra sulla gente per spaccare internet”

I videomaker italiani più talentuosi hanno incontrato Salvatore Esposito, alias Genny Savastano, protagonista di “Gomorra – La serie”, l’evento televisivo italiano dell’anno. E ne approfittano per lanciare il terzo episodio di “Gli effetti di Gomorra sulla gente” con una guest star d’eccezione 

Roberto Saviano in "Gli effetti di Gomorra sulla gente 3"


Dopo gli incontri con Maccio Capatonda e i The Pills, Wired Next Cinema, sezione del Festival del Film di Roma dedicata al web e alle novità audiovisive legate a internet e al cinema, ha lasciato il meglio per ultimo: sempre tra le mura di vetro e cemento del museo MAXXI, si è svolto il più atteso degli incontri in cartellone, quello tra i The Jackal, collettivo di videomaker napoletani che sta cambiando il modo di fare spettacolo sul web, e Salvatore Esposito, alias Genny Savastano, protagonista di "Gomorra – La serie", l’evento televisivo italiano dell’anno. 

Ad affiancare Esposito, ormai uno dei talenti più in vista del panorama italiano, tre membri dei The Jackal, i registi Francesco Ebbasta e Giuseppe Tuccillo, e l’attore Ciro Priello, che insieme all’attore hanno realizzato il secondo video di "Gli effetti di Gomorra sulla gente", parodia della serie diretta da Stefano Sollima diventata virale in pochi giorni e vista, in totale, da cinque milioni di persone. Per i fan della saga, che i tre hanno ribattezzato “la trilogia della frittura“, è stato pubblicato su internet anche il terzo, e forse ultimo, capitolo con una partecipazione straordinaria: Roberto Saviano



Esposito e i The Jackal, oltre a essere napoletani, hanno in comune il fatto di amare profondamente il cinema e le storie e di esporsi in prima linea nella battaglia per un’arte più coraggiosa e meno concentrata sul successo facile, come ha detto con decisione Francesco Ebbasta: “Ormai in Italia si fa tv perché si deve fare: ci sono bravissimi registi, attori e sceneggiatori che sono parcheggiati lì senza poter fare qualcosa di veramente valido. Sono un grande fan di Breaking Bad, ma se io proponessi a qualche produttore italiano la storia di un professore di chimica malato di cancro che spaccia metanfetamina mi direbbero: facciamo che è una suora e spaccia caramelle. I nostri video su Gomorra per certi versi sono stati anche controproducenti: ci hanno proposto di fare un film tutto incentrato su camorristi divertenti. A noi non interessa: se dobbiamo fare un film vogliamo affrontare una storia seria che ci piace. Non vogliamo fare come Frank Matano o Willwoosh, che sono arrivati al cinema con storie deboli, anche se comunque fanno soldi”. Dello stesso parere Esposito: “Dopo Gomorra mi hanno proposto lo stesso identico ruolo in progetti diversi: è assurdo, anche un bambino capirebbe che è una cosa negativa. Robert De Niro ha detto che la carriera di un attore la fanno le sue scelte: io sono disposto anche ad aspettare a lungo per il prossimo ruolo giusto”. 

Idee chiare e sogni precisi, che sono quelli coltivati fin da bambini: “Tutto è partito da me, Alfredo (Felco, addetto agli effetti speciali e post-produzione), Ciro e Simone (Ruzzo, attore)” ha confessato Francesco: “Da ragazzini abbiamo preso in prestito la telecamera del padre di Simone e abbiamo girato un corto in cui Ciro si cacava sotto. Invece di giocare a pallone giravamo video ed eravamo gli sfigati della scuola. Proiettavamo i nostri video nell’aula magna della scuola: nel secondo corto che abbiamo fatto c’era Simone che vomitava. Poi grazie all’avvento di YouTube nel 2005 abbiamo cominciato a caricare video lì e tutto è diventato sempre più serio”. Anche Salvatore sognava il cinema da piccolo: “Sono il classico bambino che sognava di fare l’attore: per me la recitazione è un’arte, il talento è il punto di partenza ma c’è bisogno dello studio. Dentro di me non c’è mai stata la certezza del fatto di potercela fare: ho lavorato in una catena di fastfood fino a 24 anni, pensavo che fare l’attore fosse troppo difficile. A 24 anni però ho avuto una scossa: ho detto perché no? E ho cominciato a studiare. Aiutavo anche gli attori a dire le battute ai casting. Poi è arrivato il provino di Gomorra e il mio sogno si è avverato”. 

Alla fine dell’incontro organizzato da Wired Next Cinema, abbiamo intervistato Salvatore Esposito, che il pubblico spera di vedere ancora nella seconda stagione di “Gomorra – La serie”, le cui riprese cominceranno nei primi mesi del 2015.


Pubblicato su TvZap.

martedì 21 ottobre 2014

Maccio Capatonda, la star del web va al cinema: “Farò la fine di Kubrick”

Prima vera grande star del web italiano, Maccio Capatonda, attore, sceneggiatore e regista, ha partecipato a un incontro con il pubblico nella sezione Wired Next Cinema del Festival del Film di Roma, dove ha raccontato la sua carriera attraverso i personaggi da lui inventati e anticipato qualcosa del suo primo film, “Italiano Medio”, in uscita a marzo 2015 


Maccio Capatonda al Wired Next Cinema (foto Jacopo Pergameno)


Da quando, quasi dieci anni fa, degli utenti di YouTube pubblicarono su internet i finti trailer di Maccio Capatonda, alias Marcello Macchia, girati per “Mai dire Lunedì”, il comico abruzzese è diventato una delle figure più popolari del web italiano, riuscendo a squarciare il velo che separa l’intrattenimento nato su internet da quello televisivo. Nato in realtà come comico televisivo, Marcello Macchia è diventato una stella del web praticamente per caso, riuscendo così a realizzare il sogno di diventare videomaker, coltivato fin da adolescente. Sogno che lo porterà presto anche al cinema: il suo primo lungometraggio, “Italiano Medio, ispirato all’omonimo corto, arriverà nelle sale italiane a marzo 2015. 

Il trailer è solo la punta dell’iceberg: se volete vedere il sotto bisogna immergersi nell’acqua. Nel film ci sono altre gag, più belle, e altri temi, abbiamo approfondito lo spunto iniziale. Abbiamo girato tantissimo: forse anche troppo. L’idea secondo me è forte e può reggere un intero film. Ne vedrete delle brutte”, Maccio Capatonda ha introdotto così il suo film al pubblico arrivato in massa all’incontro organizzato nell’ambito della sezione Wired Next Cinema del Festival del Film di Roma: Maccio è descritto come il primo grande comico nato su YouTube, pioniere che ha spianato la strada ad altri talenti, come i collettivi The Jackal e The Pills, ritratti insieme a lui nel servizio fotografico realizzato da Wired. 

Nel corso dell’incontro con il pubblico, nel quale sono stati mostrati diversi capisaldi della sua carriera, come “La Febbra” e “L’uomo che usciva la gente, Capatonda si è raccontato liberamente e generosamente, cambiando continuamente voce e dando qualche flash dei suoi personaggi più noti, come Padre Maronno e Mariottide, supportato dal collega e amico Herbert Ballerina, nome d’arte di Luigi Luciano, con cui collabora ormai da dieci anni, talmente calato nel suo ruolo da non abbandonare mai il personaggio, nemmeno in pubblico. 

Maccio Capatonda sulla copertina di ottobre di Wired



ITALIANO MEDIO: IL FILM 

Riguardo al suo primo film da regista, “Italiano Medio”, Maccio ha rivelato che è un progetto che lo ha impegnato molto, quasi fino a sfinirlo: “Non ho ferie dal 2004. Sono incastrato da anni in un loop di impegni: uno tira l’altro. Non mi lamento perché questo era il mio sogno fin da quando ero bambino, ma rischio di morire. Il mio film spaccherebbe ma non ho ancora finito di girarlo. Se continuo così farò la fine di Kubrick che è morto sul set del suo ultimo film. Poi per finirlo mi ricostruite la faccia come a Bruce Lee

Nel film, ispirato al suo corto omonimo, si vedranno varie versioni di Maccio, ritratto a diverse età: “Dovevamo trovare tre-quattro bambini che mi interpretassero a varie età. Li ho trovati e sono tutti più bravi di me. Il neonato è pure pelato di natura. Il quattrenne bravo, decenne bravissimo, quattordicenne eccellente, poi sono arrivato io e ho rovinato tutto. Ho fatto me a 18 anni: mi hanno ringiovanito. Non è un film di effetti speciali comunque: li abbiamo tolti perché non avevamo il budget. C’è anche un topo e c’è persino una svolta horror”. 

Maccio ha dedicato un pensiero anche a Rupert Sciamenna, celebre interprete dei suoi trailer: “La cosa che più mi fa arrabbiare sul set è Rupert Sciamenna. Poi in realtà sta in quasi tutte le mie cose, perché ha una faccia talmente forte che non posso farne a meno. È un rapporto di sfruttamento. Sfruttamento vecchile. Mi fa arrabbiare perché spesso non si ricorda le battute e quando lo fa si ferma e dice “andava bene?”. E poi ammicca tantissimo: mi fa imbestialire. Ma l’ho coinvolto anche nel film: fa la parte del cattivo”. 



L’ARTE DEI TRAILER E “IL COCKTAIL DI MACCIO” 

La grande popolarità di Maccio Capatonda è arrivata grazie ai finti trailer cinematografici andati in onda prima nelle trasmissioni della Gialappa’s Band e poi su YouTube: diventati virali su internet, i trailer sono il marchio di fabbrica del comico, che ha creato un suo stile inconfondibile, chiamato nel corso dell’incontro “il cocktail di Maccio: “Il cocktail di Maccio” in realtà è tutto nella mia testa: mi sparo dei Negroni, dei Bloody Mary… No, in realtà basta essere appassionato e fanatico di film e serie tv e riuscire ad avere un’intuizione per amalgamare tutto in chiave nuova. Prima guardavo tantissime cose, oggi meno perché non ho più tanto tempo. L’ispirazione arriva anche dalle persone che incontro e dai casi umani che mi circondano, come Herbert. Lui è come una musa: un muso. Mi ispiro alla realtà filtrata attraverso i media, da buon spettatore anni ’80-’90. Vedo di tutto, cose belle e brutte: le prime ti fanno capire come si devono fare le cose, le seconde come invece non bisogna comportarsi. Le mie cose sono una terza classe, un ibrido tra cose belle e brutte il cui tratto distintivo è l’ironia

Per quanto riguarda i trailer non devono chiudere le porte che aprono. Devono invogliare lo spettatore, anche dicendo cose senza senso, tipo “ho visto una luce buia”. Un po’ tipo Lost. Ci devono essere almeno un paio di effetti sonori a sorpresa. Io all’inizio li ho fatti andando sul sito della Apple e rubavo gli effetti audio e la musica dai trailer veri. Quindi rubati qua e là. Poi una mia cifra stilistica è trovare una serie di nomi assurdi a caso. Questa è una delle cose che ha avuto più successo e ancora oggi non capisco perché: in realtà quando montavo i primi trailer, quando montavo la Febbra, sentivo come se tutto si stesse montando da solo. Ero come posseduto. Inoltre bisogna avere ritmo: il montaggio deve essere frenetico: si può girare quanto si vuole di una scena, l’importante è poi usarne poco e montare tutto di fila”.


Pubblicato su TvZap.

Sin City 2, ritorno alla città del peccato

A nove anni dal primo capitolo arriva il seguito, questa volta in 3D, del film tratto dalla graphic novel di Frank Miller, in cui gli sprazzi di colore si perdono in un bianco e nero che esalta i corpi e la bellezza di femmes fatales conturbanti. Il principale (forse l’unico?) motivo d’attrazione della nuova opera di Robert Rodriguez 




BaSin City, nove anni dopo: bianco e nero dai contrasti che rapiscono lo sguardo, criminali da strapazzo e criminali altolocati, strade sporche e anime perse, dark lady pericolose e corruzione dilagante. Esteticamente, nulla è cambiato nella città del peccato creata da Frank Miller e portata sul grande schermo da Robert Rodriguez: gli sprazzi di colore che colpiscono all’improvviso personaggi e spettatore hanno ancora il fascino del primo discusso capitolo, fenomeno cinematografico al contempo amato e odiato, innovativo per alcuni e per altri l’anticinema incarnato, sicuramente un progetto dallo stile a sé, creatura polimorfa diventata negli anni un cult. 

A quasi un decennio dal primo Sin City, Rodriguez e Miller ci riprovano, questa volta senza l’aiuto dell’amico e collega Quentin Tarantino a supportare il progetto: recuperando personaggi e attori del primo film – tranne Devon Aoki, sostituita da Jamie Chung, nel ruolo di Miho e Clive Owen in quello del “nuovo” Dwight che, per fedeltà alla continuity del progetto, sarebbe stato necessario -, il duo mette in scena una storia che cronologicamente è sia sequel che prequel del precedente film. Una mossa non del tutto riuscita, che crea non poca confusione nello spettatore: il film si apre infatti con Marv, un Mickey Rourke ancora una volta perfetto nel ruolo, spaesato e senza memoria, che ci porta per mano nei vicoli della città, recuperando immediatamente l’atmosfera del fumetto e del primo film: una delle scene più riuscite di Sin City 2, che perde presto il filo del discorso. In questo secondo capitolo Marv incrocia infatti la sua strada sia con Dwight, questa volta con il volto di Josh Brolin (data la necessità di mettere in scena il personaggio prima della chirurgia plastica di cui si parla in Sin City), raggirato e tradito da Eva Lord (nel fumetto Ava), dark lady senza scrupoli interpretata da una statuaria e diabolica Eva Green, la donna per cui uccidere del titolo, trama centrale del film tratta dal secondo capitolo della graphic novel (Una donna per cui uccidere appunto), sia con Nancy, la sempre sinuosa e bellissima Jessica Alba, distrutta dal dolore per la perdita di Hartigan (Bruce Willis) e ormai sull’orlo della follia: un fatto impossibile, visto che Marv era stato giustiziato proprio nel capitolo dedicato a Nancy, “Quel bastardo giallo”, affrontato nel primo film. 

Agli errori temporali si aggiungono quelli di scrittura: la nuova storia dedicata a Nancy è debole, così come quella dell’altro frammento originale scritto appositamente per Sin City 2, ovvero quello di Johnny, giocatore d’azzardo che deve pagare le conseguenze per aver osato sfidare il senatore Roark (Powers Boothe). La storia di Johnny mal si mescola con il resto della storia, ma si salva grazie alla bravura di Joseph Gordon-Levitt e al cameo di un fantastico Christopher Lloyd, che interpreta un dottore pazzo che sembra Doc Brown di Ritorno al futuro ormai in pensione. Dei bravi attori non bastano però a salvare il film dal suo sbilanciamento: questa volta la magia non ha funzionato e le varie storie non riescono ad amalgamarsi tra loro, trasformano il film in una serie di scene più o meno riuscite che si susseguono freddamente l’una con l’altra. La stessa trama centrale, quella con Eva Green, è fin troppo banale nel suo svolgimento, riducendosi a una serie di cliché sulle dark lady protagoniste di racconti noir. 

A svegliare dal gelo lo spettatore sono il 3D, che crea un interessante contrasto tra le scene bidimensionali tratte fedelmente dal fumetto, e la bellezza delle protagoniste femminili, stupende e ipnotiche: dalla selvaggia Rosario Dawson all’elegante Jamie Chung, passando per la sensuale Jessica Alba fino alla pericolosa Eva Green, cuore e corpo pulsante della pellicola, che, con le sue forme esaltate dal chiaro scuro e l’inconfondibile sguardo inquietante, gioca a sedurre non solo gli uomini di Sin City ma anche lo spettatore. 

Per quanto affascinanti, delle belle immagini non possono però essere l’unico punto di forza di un film, persino se dirette con la maestria di Robert Rodriguez, regista duro e puro con un’idea ben precisa di cinema e dallo stile riconoscibile. Sin City 2 non fa dunque ben sperare per il terzo capitolo della saga, già annunciato dal regista, che sarà, secondo quanto dichiarato dagli autori, sempre più incentrato su materiali originali estranei al fumetto originale.

Eva Green


La citazione: "Sin City è un posto in cui entri tenendo gli occhi aperti: o non ne esci più"

Hearting/Cuorometro: ♥♥1/2

Uscita italiana: 2 ottobre 2014


Titolo originale: Sin City: A Dame to Kill For
Regia: Robert Rodriguez e Frank Miller
Anno: 2014
Cast: Eva Green, Jessica Alba, Joseph Gordon-Levitt, Mickey Rourke, Rosario Dawson, Josh Brolin, Bruce Willis, Juno Temple
Colore: B/N, colore, 3D
Durata:  102 minuti
Genere: cinecomic
Sceneggiatura: Frank Miller, Robert Rodriguez, William Monahan
Fotografia: Robert Rodriguez
Montaggi0: Robert Rodriguez
Musica: Robert Rodriguez
Paese di produzione: USA
Casa di produzione: Aldamisa Entertainment, Miramax Films
Distribuzione italiana: Lucky Red





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