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giovedì 26 giugno 2014

The Normal Heart, Ryan Murphy e Julia Roberts raccontano l’AIDS

Il film per la tv diretto da Ryan Murphy e prodotto da Brad Pitt racconta il dramma della diffusione dell’AIDS nella comunità gay di New York nei primi anni ’80. Tratto dall’omonimo testo teatrale di Larry Kramer, vanta un cast stellare, con Julia Roberts, Mark Ruffalo, Matt Bomer e Jim Parsons, e ha fatto incetta di premi ai Critics’ Choice Television Awards 

Taylor Kitsch, Mark Ruffalo, Jim Parsons e Matt Bomer


1981, Fire Island Pine, Long Island. Una spiaggia assolata, una villa arredata con gusto impeccabile, corpi maschili nudi e atletici che si abbracciano con spensieratezza: la liberazione sessuale cominciata negli anni ’60 sembra aver trovato il culmine nella comunità gay americana, che, dopo anni di segreti e bugie, può finalmente godersi la propria identità. Improvvisamente uno di quei bei ragazzi che si gode il sole, Craig (Jonathan Groff), cade a terra stremato. Da qui in poi non ci saranno più spiagge e sorrisi, ma solo interni grigi di anonimi uffici e ospedali di New York: un idillio durato una manciata di anni, oscurato da un male che ancora oggi contagia ogni giorno più di 6000 persone in tutto il mondo.

Comincia così “The Normal Heart, film per la tv diretto da Ryan Murphy tratto dall’omonimo testo teatrale di Larry Kramer e prodotto da Brad Pitt con la sua Plan B per HBO: mostrandoci la bellezza e la spensieratezza di chi finalmente può essere se stesso e di colpo deve tornare a fare i conti con il pregiudizio e la sofferenza. Ned Weeks (Mark Ruffalo), scrittore e giornalista dichiaratamente gay, è uno di quegli uomini sulla spiaggia e da quel giorno vede morire molti dei suoi amici consumati da un morbo sconosciuto e senza nome. Sconvolto dalle morti continue di cui è testimone, Ned cerca risposte e aiuti da governo e istituzioni sanitarie fondando il Gay Man’s Health Crisis, centro che prova a dare un aiuto alla comunità gay di New York per fronteggiare quello che all’inizio è chiamato “il cancro dei gay”. Ignorato dal sindaco e dal governo, Ned trova aiuto in Emma Brookner (Julia Roberts), dottoressa costretta su una sedia a rotelle che cerca di studiare e arginare la malattia, anche lei ignorata dalla comunità scientifica. Il percorso di Ned, fatto di umiliazioni, indifferenza e lotte continue, si fa ancora più difficile quando l’amore della sua vita, il giornalista del New York Times Felix Turner (Matt Bomer), si ammala. 

Mark Ruffalo


Ispirato a fatti realmente accaduti, “The Normal Heart” racconta l’esperienza vissuta da Larry Kramer nei primi anni ’80 a New York, periodo in cui l’AIDS si è diffuso a macchia d’olio prima nella comunità gay e poi anche tra gli eterosessuali. Il protagonista dell’opera Ned, è l’alter ego dell’autore, che oggi si definisce un vero e proprio sopravvissuto: in quegli anni il governo americano si rifiutò di dichiarare lo stato d’emergenza, abbandonando al loro destino migliaia di omosessuali. Soltanto nel 1985, quando il contagio si diffuse anche tra gli eterosessuali e la Big Pharma intuì la potenzialità dei guadagni, il presidente degli Stati Uniti Ronald Reagan parlò pubblicamente di AIDS come una seria minaccia. In quegli anni, senza informazioni sulle modalità di contagio e sull’origine della malattia, un’intera generazione di giovani uomini è stata decimata: ed è proprio per ricordarla che Ryan Murphy ha voluto fortemente portare in tv l’opera di Kramer. 

Matt Bomer


Molto attivo nel trattare il tema gay in tutte le sue opere televisive, come visto in “Nip/Tuck, “Glee” e “American Horror Story” e “The New Normal, Ryan Murphy ha lavorato per cinque anni al progetto, circondandosi di collaboratori e artisti a loro volta impegnati sul fronte dei diritti omosessuali, come i protagonisti Matt Bomer e Jim Parsons, che nel 2011 ha preso parte anche all’allestimento teatrale dell’opera. Proprio il cast artistico è la forza di “The Normal Heart”: il protagonista Mark Ruffalo, che fornisce un’ottima e genuina interpretazione di Ned, caricando su di sé tutta la rabbia della pellicola, è infatti circondato da un gruppo di attori che lo accompagna degnamente in questo viaggio così emotivamente provante. Le stelle dello schermo Julia Roberts e Alfred Molina, che interpreta il fratello di Ned, sono i pilastri intorno cui vediamo brillare diversi talenti televisivi che forniscono una delle loro migliori interpretazioni: Jim Parsons, il celebre Sheldon Cooper di “The Big Bang Theory, qui molto diverso dal divertente fisico cui ha abituato il pubblico, interpreta con delicatezza Tommy, segretario del Gay Man’s Health Crisis e amico di Ned, che non riesce a buttare i biglietti con i contatti degli amici deceduti; Taylor Kitsch, il giocatore di football Tim Riggins in “Friday Night Lights, interpreta con carisma Bruce, presidente del centro che si scontra con Ned criticandone i metodi aggressivi; è Matt Bomer però che fornisce la prova più impressionante. Sempre abbagliante nei panni di Neal Caffrey in “White Collar, o svestito in film come “Magic Mike, Bomer qui affronta un intenso percorso di malattia e sofferenza e, per rendere credibile il progressivo decadimento fisico di Felix, ha perso quasi 20 chili, stravolgendo la sua immagine di star dalla bellezza perfetta. 

Julia Roberts


L’interpretazione di Bomer e la passione di Murphy nel raccontare questa pagina buia di storia non hanno lasciato indifferente la critica americana: il film e l’attore sono infatti stati premiati ai Critics’ Choice Television Awards e Murphy ha vinto il premio Louis XIII Genius Award

“The Normal Heart” è però solo l’ultimo nato in casa HBO che torna a parlare di AIDS e omosessualità: il film per la tv “Behind the Candelabra” di Steven Soderbergh, prodotto lo scorso anno da HBO, affronta gli stessi argomenti attraverso la figura del musicista Liberace, interpretato da Michael Douglas, mentre dieci anni fa sempre HBO firmava il capolavoro “Angels in America, mini serie tratta dall’omonimo testo teatrale di Tony Kushner e diretta da Mike Nichols, che parla in modo surreale del calvario di una coppia gay nell’affrontare l’AIDS, con un cast eccezionale formato da Al Pacino, Meryl Streep e Emma Thompson, e venti anni fa realizzava “And the Band Played On, film per la tv sullo stesso argomento con protagonisti Matthew Modine e Ian McKellen

Un tema dunque quanto mai sentito e attuale nella comunità artistica americana, come dimostra anche il recente trionfo agli Oscar del film “Dallas Buyers Club”, con protagonisti Matthew McConaughey e Jared Leto nei panni di due sieropositivi, entrambi premiati per la migliore interpretazione maschile. Un argomento che non deve essere dato per scontato, dato che ancora oggi 36 milioni di persone in tutto il mondo sono sieropositive e l’AIDS resta un’importante fonte di discriminazione sociale. 

In onda in Italia lunedì 22 settembre 2014 su Sky Cinema 1, canale 301 di Sky, alle 21:10.


Pubblicato su TvZap.

mercoledì 25 settembre 2013

EMMY 2013: I VINCITORI, I NUMERI, I VESTITI


E anche gli Emmy 2013 sono passati.
Presentati ancora una volta dal gargantuesco Neil Patrick Harris.
Neil ci ha abituati a standard altissimi e quest'anno ha deciso di essere generoso: niente esibizioni musicali per il discorso d'apertura, ma una carrellata dei più recenti presentatori. Sul palco lo hanno infatti raggiunto Jimmy Kimmel, Jane Lynch, Jimmy Fallon e Conan O'Brian.




Spettacolare l'intervento di Kevin Spacey: la classe non ha prezzo.




Il momento cult è stato però quando Tina Fey e Amy Poehler, con tanto di occhiali 3D e pop corn, hanno detto a Harris: "Take your pants off!".




Nel corso della serata ci sono stati parecchi tributi, su tutti quelli per i recentemente scomparsi James Gandolfini e Cory Monteith.

Harris ce l'ha messa tutta per non indossare le scarpette da ballo ed essere un presentatore serio, poi però per fortuna il suo numero musicale è arrivato: The Number in the Middle of the Show!




Con tanto di intervento del mitico Nathan Fillion (con cui Harris ha girato il fantastico Dr. Horrible singalong blog di quel genio di Joss Whedon) e di Sarah Silverman.





Anche se il pezzo forte della serata è stata l'esibizione dei coreografi televisivi, che hanno una categoria di premi tutta loro, ma non si erano mai esibiti sul palco degli Emmy.
Il numero che hanno preparato è sensazionale: una rivisitazione a passo di danza dei migliori show televisivi. Nell'ordine sono rappresentati: Mad Men, Game of Thrones, American Horror Story (geniale!),  Boardwalk Empire, Breaking Bad e The Big Bang Theory. Capolavoro.













Veniamo dunque ai premiati: come Miglior Serie Drama non poteva non vincere Breaking Bad. 5 stagioni sublimi, che sono cresciute di anno in anno, aumentando in qualità di scrittura, recitazione e coinvolgimento in maniera esponenziale. Laddove molte altre serie si perdono per strada, Breaking Bad è migliorata col tempo come il buon vino. Un capolavoro che ha segnato la storia della televisione (e dita incrociate per il gran finale la prossima settimana).




Come Miglior Serie Comedy ha invece vinto, ancora una volta e inspiegabilmente, Modern Family. Celebratissima in America, questa serie non mi ha mai convinto: ma davvero fa ridere? Davvero è scritta e recitata in maniera così eccelsa? Mah.

Come Miglior Mini Serie o Film tv ha stra-vinto, ma era un successo annunciato, Behind the Candelabra di Steven Soderbergh che è stato anche premiato come Miglior Regista e ha portato fortuna anche a Michael Douglas premiato come attore.



Arriviamo dunque ai Migliori Attori in una serie Drama:

come Attore Protagonista ha vinto Jeff Daniels per The Newsroom che ha vinto quasi a sorpresa visto che nella rosa dei candidati la lotta vera era tra Kevin Spacey in House of Cards (immenso!) e Bryan Cranston in Breaking Bad (ancora più immenso), e quelli rimasti fuori dai giochi sono #nientepopodimenoche Jon Hamm per Mad Men e Damien Lewis per Homeland. C'è da dire che comunque Daniel nei panni di Will McAvoy fa faville e che Cranston per la sua interpretazione era già stato premiato, quindi non mi sento di condannare questa scelta. Chissà come l'ha presa invece Francis Underwood.



La Migliore Attrice Protagonista è invece, senza sorprese, ancora una volta Claire Danes per Homeland: una garanzia. Anche perché, ci dispiace per le altre signore nominate, non c'era gara.




I Migliori Attori Non Protagonisti sono stati invece la strepitosa Anna Gunn per Breaking Bad, l'evoluzione del personaggio di Skyler è incredibile, e Bobby Cannavale per Boardwalk Empire: meritatissimi, anche se personalmente la statuetta per il Miglior Attore Non Protagonista l'avrei data a Mandy Patinkin e al suo magnifico Saul.






Sul fronte Migliori Attori in una serie Comedy invece:

come Miglior Attore protagonista ri-stravince Jim Parsons per The Big Bang Theory, Sheldon Cooper ormai ha conquistato il mondo, mentre la Migliore Attrice è Julia Louis-Dreyfus per Veep.
I Migliori Non Protagonisti sono Tony Hale per VeepMerritt Wever per Nurse Jackie.






La "ciccia seria" è stata questa, tra le altre cose da segnalare la vittoria di David Fincher per la regia di House of Cards e South Park come Miglior Serie Animata (altro che il fantasma dei Simpson o quei dementi dei Griffin, Cartman e soci regnano da anni) per tutto il resto vi rimando all'elenco completo dei vincitori a fine post.

Dopo la "ciccia seria", veniamo dunque alla "ciccia grossa": i vestiti.
Dai ogni volta facciamo così: commentiamo lo show, i premi, i vincitori ma alla fine lo sappiamo bene che vogliamo assegnare i titoli più importanti, ovvero quello delle attrici meglio e peggio vestite.

Sotto a chi tocca.

Parliamo subito dei particolari degni di nota: quest'anno in molte hanno optato per il taglio corto. Quella che ci ha guadagnato molto secondo me è Elisabeth Moss: il taglio corto biondo la fa risaltare di più, mentre in vece non sono sicurissima che stia bene a Claire Danes, che però è quella che ha sfoggiato l'accessorio migliore di tutte, ovvero il marito Hugh Dancy.


Elisabeth Moss


Hugh Dancy e Claire Danes


Veniamo ora al "momento tenerezza" e al "momento WTF?!":

per il momento tenerezza vince sicuramente Morena Beccarin sul tappeto rosso con il pancione, mentre il WTF?! è sempre assicurato con Kelly Osbourne. Ma perché la invitano a tutte queste cerimonie?! Perché?! Ha fatto qualcosa nella vita oltre a dimagrire?! Con quei capelli poi.

Morena Beccarin

Kelly Osbourne


Se ci fosse un premio per la simpatia lo darei sicuramente ad Alyson Hanningan che sul tappeto rosso degli Emmy ha anche dichiarato che sarà quella che si commuoverà più di tutti per la fine di How I met your mother: cucciola!


Alyson Hanningan


Che rassegna sarebbe inoltre senza una sana "boob war"?
Ormai da anni le regine incontrastate di questa lotta sono Sofia Vergara e Christina Hendricks: una guerra all'ultima coppa.

Sofia Vergara


Christina Hendricks


Veniamo ora all'angolo nero: ecco le PEGGIO VESTITE AGLI EMMY 2013.
Sono dolori.

Vera Farmiga sembra uscita dritta dritta da un episodio della Famiglia Addams: ma che è sto sacco della spazzatura?! Orribile.

Vera Farmiga

Non è da meno Lena Dunham che risponde con un vestito dalla fantasia discutibile.

Lena Dunham

Anche la solitamente ben vestita e prezzemolina del red carpet Heidi Klum ha sfoggiato un abito che lascia perplessi: questo vestito-collare ortopedico non ci ha convinto.

Heidi Klum


Da dimenticare anche l'abito di Kaley Cuoco: non ci siamo!

Kaley Cuoco


Ma la Emmy 2013 worst dressed non può che essere Zosia Mamet con un vestito che non si capisce bene nemmeno cosa sia. Inguardabile.


Zosia Mamet


E veniamo ora all'angolo della bellezza.

Anche se il vestito non mi ha convinto al 100%, Kerry Washington fa sempre la sua porca figura sul red carpet.

Kerry Washington


Bella anche Zooey Deschanel, che anche se in un abito insipido, è sempre adorabile.
Da notare la scarpa: avrà almeno 20 cm di tacco!
Poi dici come barano sull'altezza nel mondo del cinema: basta alzare gli strascichi e il trucco è svelato.

Zooey Deschanel


Stupenda Jessica Lange: la 60enne più bella della storia.

Jessica Lange


Veniamo ora alle mie cotte personali.
Per queste donne ho veramente un debole.
Lena Heady è bellissima e inoltre un'ottima attrice e la trovo anche simpatica: persino quando interpreta Cercei Lannister la trovo adorabile. Le perdono pure quel vestito.

Lena Heady


E poi la stupenda January Jones: anche se sarò impopolare, adoravo la sua Betty in Mad Men, un personaggio scritto divinamente in cui lei era semplicemente perfetta.
January è meravigliosa, piena di grazie e eleganza nei linementi e nel fisico, cosa che però non si rispecchia nella scelta di vestiti. Non l'ho mai vista su un tappeto rosso con un bel vestito. O è consigliata malissimo o non ha veramente gusto nel vestire. Però anche con questo vestito-asciugamano la trovo adorabile.


January Jones


E concludiamo quindi con la Emmy 2013 Best Dressed: Rose Byrne!
Inspiegabilmente poco valorizzata per quanto è brava e bella, la Rose è senza dubbio quella che ha fatto la figura migliore sul red carpet degli Emmy 2013. E' vero che la concorrenza scarseggiava, un vestito veramente bello non s'è visto, ma lei con un abito dal taglio allo stesso tempo originale e semplice ha vinto. Anche perché il colore del vestito ha puntato l'attenzione sul suo bellissimo viso. E brava Rose!

Rose Byrne

And that's all falks!
Ai prossimi Emmy.




EMMY 2013 TUTTI I VINCITORI

MIGLIOR SERIE DRAMA 
Breaking  Bad (AMC)

MIGLIOR SERIE COMEDY 
Modern Family (ABC)

MIGLIOR MINI SERIE O FILM TV 
Behind the Candelabra (HBO)

MIGLIOR ATTORE PROTAGONISTA IN UNA SERIE DRAMA 
Jeff Daniels per The Newsroom (HBO)

MIGLIOR ATTRICE PROTAGONISTA IN UNA SERIE DRAMA 
Claire Danes per Homeland (Showtime)

MIGLIOR ATTORE NON PROTAGONISTA IN UNA SERIE DRAMA
Bobby Cannavale per Boardwalk Empire (HBO)

MIGLIOR ATTRICE NON PROTAGONISTA IN UNA SERIE DRAMA 
Anna Gunn per Breaking Bad (AMC)

MIGLIOR REGIA IN UNA SERIE DRAMA 
House of Cards - David Fincher ("Chapter 1") (Netflix)

MIGLIOR SCENEGGIATURA IN UNA SERIE DRAMA 
Homeland: Caccia alla spia - Henry Bromell ("Q and A") (Showtime)

MIGLIOR ATTORE PROTAGONISTA IN UNA SERIE COMEDY
Jim Parsons per The Big Bang Theory (CBS)

MIGLIOR ATTRICE PROTAGONISTA IN UNA SERIE COMEDY 
Julia Louis-Dreyfus per Veep (HBO)

MIGLIOR ATTORE NON PROTAGONISTA IN UNA SERIE COMEDY 
Tony Hale per Veep (HBO)

MIGLIOR ATTRICE NON PROTAGONISTA IN UNA SERIE COMEDY 
Merritt Wever per Nurse Jackie (Showtime)

MIGLIOR REGIA IN UNA SERIE COMEDY
Modern Family - Gail Mancuso ("Arrested") (ABC)

MIGLIOR SCENEGGIATURA IN UNA SERIE COMEDY 
30 Rock - Tina Fey, Tracey Wigfield ("Last Lunch") (NBC)

MIGLIOR ATTORE PROTAGONISTA IN UNA MINI SERIE O FILM TV
Michael Douglas per Behind the Candelabra (HBO)

MIGLIOR ATTRICE PROTAGONISTA IN UNA MINI SERIE O FILM TV
Laura Linney per The Big C: Hereafter (Showtime)

MIGLIOR ATTORE NON PROTAGONISTA IN UNA MINI SERIE O FILM TV 
James Cromwell per American Horror Story (FX)

MIGLIOR ATTRICE NON PROTAGONISTA IN UNA MINI SERIE O FILM TV 
Ellen Burstyn per Political Animals (USA Network)

MIGLIOR REGIA IN UNA MINI SERIE O FILM TV 
Behind the Candelabra - Steven Soderbergh (HBO)

MIGLIOR SCENEGGIATURA IN UNA MINI SERIE O FILM TV 
The Hour - Abi Morgan (BBC)

MIGLIOR ATTORE GUEST STAR IN UNA SERIE DRAMA 
Dan Bucatinsky per Scandal (ABC)

MIGLIOR ATTRICE GUEST STAR IN UNA SERIE DRAMA  
Carrie Preston per The Good Wife (CBS)

MIGLIOR ATTORE GUEST STAR IN UNA SERIE COMEDY  
Bob Newhart per The Big Bang Theory (CBS)

MIGLIOR ATTRICE GUEST STAR IN UNA SERIE COMEDY  
Melissa Leo per Louie (FX)

MIGLIOR SERIE ANIMATA 
South Park (Comedy Central)

MIGLIOR VARIETA' 
The Colbert Report (Comedy Central)

MIGLIOR REALITY SHOW 
The Voice (NBC)

mercoledì 10 luglio 2013

NBA, Jim Parsons “recluta” Dwight Howard per gli Houston Rockets


Jim Parsons

Come Sheldon Cooper ha fatto una brutta figura in un campo da gioco con una palla a spicchi in mano, ma nella vita reale Jim Parsons, protagonista di The Big Bang Theory, è un grande appassionato di basket: l’attore del Texas è infatti da sempre fan degli Houston Rockets e, per aiutare la sua squadra, ha messo on-line un video in cui, indossando un cappellino del suo team, cerca di convincere la star NBA Dwight Howard ad entrare nei Rockets. Howard, per anni centro degli Orlando Magic, nella scorsa stagione ha giocato con i Los Angeles Lakers di Kobe Briant ma, scaduto il contratto, ha valutato la possibilità di legarsi ad un’altra squadra. Tutti i tifosi delle altre squadre hanno sperato di vedere il suo nome sulla loro maglia, ma, forse complice anche l’accorato appello di Parsons, Howard ha scelto di unirsi proprio ai Rockets. 


Ecco il testo completo dell’appello di Jim Parsons a Dwight Howard: “Salve signor Howard, sono Jim Parsons, non so se guarda il mio show The Big Bang Theory, ma io guardo lei e il basket: seguo gli Houston Rockets. Sono cresciuto guardando gli Houston Rockets di Hakeem Olajuwon: il loro gioco si basava sull’avere un grande centro, penso che il centro sia il ruolo più importante in una squadra di basket, e credo sia per questo che in genere porta a vincere il campionato. I Rockets costruiscono sempre una squadra piena di talento che gioca con il cuore e, cosa più importante, tutti i giocatori dei Rockets sanno cosa ci vuole per competere, anche ora; quello che gli manca per vincere il campionato è un grande centro: come lei. Le assicuro che nessuna organizzazione e nessun fan capisce e rispetta l’importanza della sua incredibile abilità come centro come fanno Houston e i Rockets. Credo che lei qui potrebbe giocare il migliore e più eccitante basket della sua carriera e portarsi a casa qualche anello. Come suo fan e fan dei Rockets è quello che spero che accada”.




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martedì 25 dicembre 2012

Sheldon sculaccia Amy

Jim Parsons e Maym Bialik in The Big Bang Theory

Avete capito bene: nella puntata della sesta stagione “The Fish Guts Displacement”, il contatto fisico tra Sheldon e Amy si fa più intimo, anche se con un intento, almeno teoricamente, punitivo. Costretta a letto dalla febbre, Amy (Maym Bialik) invoca il contratto tra fidanzati per farsi accudire da Sheldon (James Parsons), che per aiutarla a guarire le legge resoconti di esperimenti genetici, cerca di sfruttare l’effetto placebo spacciando delle caramelle per farmaci prodigiosi e le spalma il balsamo sul petto, provocando però maggior vampate di calore nella malata. Mai abituata a così tante attenzioni, soprattutto fisiche, Amy si finge malata per diversi giorni pur di continuare ad essere accudita. Scoperto l’inganno, Sheldon è convinto che Amy meriti una punizione severa per la sua bugia e decide di sculacciarla: non si immagina però che anche questa pratica finirà per essere molto gradita, al pubblico e, soprattutto, a Amy.


Pubblicato su TvZap.
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