sabato 31 gennaio 2015

ITALIANO MEDIO: LA GROTTESCA FEROCIA DELL'UOMO MEDIO

Al suo esordio cinematografico Marcello Macchia, in arte Maccio Capatonda, confeziona una commedia spietata e feroce, in cui nessuno è esente da difetti e contraddizioni, soprattutto l'italiano medio del titolo, creatura a due facce furba e spregevole. 



Star del web da quasi un decennio, Marcello Macchia, noto al pubblico con il soprannome di Maccio Capatonda, può essere considerato di diritto il padre di tutti i videomaker contemporanei, dai The Jackal ai The Pills, colui che per primo ha tracciato il sentiero e usato YouTube non solo per mettersi in mostra, ma soprattutto per raccontare storie. All'inizio creatore di parodie di reality show, poi di finti trailer cinematografici caratterizzati da nomi estrosi, infine autore di webserie di successo come Mario e ideatore di personaggi ormai entrati nell'immaginario collettivo, basti pensare a Padre Maronno, Mariottide o Billy Ballo, Maccio Capatonda ha saputo costruire un suo stile identificabile, premiato dal web.

Per un fruitore bulimico di film, serie tv, videogiochi e televisione come Macchia, che unisce la passione per registi come Stanley Kubrick e Dario Argento a quella per serie animate come I Griffin, sceneggiatore, regista, attore e montatore dei suoi progetti, era dunque naturale pensare di passare al lungometraggio, sfida intrapresa anche da molti comici italiani, che hanno compiuto il rischioso salto dalla televisione al grande schermo. 


Italiano Medio, dal web al grande schermo 

A differenza degli altri colleghi però, Capatonda è consapevole del mezzo che usa e, occupandosi a 360° della pellicola, non incorre negli errori che continuano a compiere molti degli altri comici italiani: tratto dall'omonimo corto del 2012, andato in onda per la prima volta all'interno del programma Ma anche no, condotto da Antonello Piroso, Italiano Medio non è un semplice collage delle gag più famose del comico, ma una storia a tutto tondo, con una sua struttura fluida e coerente. Pur non mancando riferimenti al "canone capatondiano" (basti pensare alla gag dell'Uomo che usciva la gente o ai richiami costanti al corto da cui tutto è nato), Italiano Medio è una spietata, dissacrante e a tratti sconfortante parodia della società italiana contemporanea, popolata di figure distorte ed esagerate, che paradossalmente trovano il culmine della loro spregevolezza proprio nella loro versione "media". 


Giulio Verme, idealista al 20% e cafone al 2% 

Protagonista della pellicola è Giulio Verme, interpretato da Capatonda, un idealista che si batte per il rispetto dell'ambiente ma, cercando di essere coerente con le sue idee, si ritrova a fare un lavoro insoddisfacente e a essere compatito perfino dalla sua fidanzata, Franca (Lavinia Longhi). Spinto dall'amico Alfonso (Luigi Luciano) a provare una pasticca che fa abbassare l'utilizzo del suo cervello dal 20 al 2%, Giulio si trasforma in un cafone gretto e senza morale, che passa le sue giornate a guardare i reality, rimorchiare donne e giocare ai videogiochi. A dimostrare l'impronta autoriale della pellicola, il cambiamento del protagonista è sottolineato da un differente uso della fotografia, che passa dai toni grigi del Giulio al 20% a quelli saturi e dopati del Giulio al 2%, con l'aiuto anche di diversi effetti speciali, insoliti per una commedia. 


Un pugno in faccia allo spettatore 

Popolato da figure inquietanti perché allo stesso tempo esagerate ma verosimili, come il viscido produttore televisivo interpretato da Franco Mari, alias Rupert Sciamenna, o la volgare vicina Sharon (Barbara Tabita), Italiano Medio non risparmia nessuno e manifesta il suo disprezzo sia per gli idealisti puri che per i menefreghisti incorreggibili, mettendo sullo stesso piano calciatori, aspiranti vip, ecoterroristi e giornalisti. Grazie a una folta schiera di personaggi, che sembrano gli eredi diretti di I mostri di Dino Risi, Capatonda esprime il suo disgusto per una società schiava della televisione e dell'eccesso, che non sa più distinguere la vita reale da quella sui social e che si involgarisce sempre di più. A stabilizzare completamente lo spettatore più smaliziato è però la figura dell'italiano medio del titolo: un ibrido furbo e interessato dei due estremi, che ha capito la convenienza del compromesso e ci si trova benissimo, non curandosi delle proprie contraddizioni morali. Uno specchio raggelante, che fa intuire, dopo le risate, che in realtà abbiamo visto noi stessi, e il riflesso non è dei più gradevoli.

Maccio Capatonda


La citazione: "Con questo lo usi solo il due per cento!"

Hearting/Cuorometro: ♥♥♥

Uscita italiana: 29 gennaio 2015

Titolo originale: Italiano Medio
Regia: Marcello Macchia
Anno: 2015
Cast: Maccio Capatonda, Herbert Ballerina, Ivo Avido, Barbara Tabita, Lavinia Longhi, Rupert Sciamenna, Nino Frassica
Colore: colore
Durata: 100 minuti
Genere: commedia
Sceneggiatura: Maccio Capatonda, Herbert Ballerina, Marco Alessi, Sergio Spaccavento, Danilo Carlani, Daniele Grigolo
Fotografia: Massimo Schiavon
Montaggio: Maccio Capatonda, Giogiò Franchini
Musica: Chris Costa, Fabio Gargiulo
Paese di produzione: Italia
Casa di produzione: Lotus Production, Medusa Film
Distribuzione italiana: Medusa Film


ITALIANO MEDIO, VIDEOINTERVISTA CON MACCIO CAPATONDA

Abbiamo incontrato Marcello Macchia, in arte Maccio Capatonda, regista e protagonista di Italiano Medio, suo film d'esordio ispirato al corto omonimo del 2012, insieme agli attori Luigi Luciano alias Herbert Ballerina e Enrico Venti, ovvero Ivo Avido, anche produttore esecutivo del film. Nelle sale dal 29 gennaio. 



Scheggia impazzita del piccolo schermo dal 2005, anno in cui esordì con le sue caustiche pillole di cinema nello show All Music e poi nella trasmissione Mai Dire Lunedì, Marcello Macchia in arte Maccio Capatonda è stata la prima vera web star italiana: i suoi video, caricati successivamente su YouTube, hanno avuto un successo immediato e hanno spinto il regista, attore e sceneggiatore a concentrarsi sulla produzione per la rete. 

Grazie al sostegno dei suoi collaboratori storici Enrico Venti, con cui Macchia ha fondato la società di produzione Shotcut Productions, produttore esecutivo dei video e occasionalmente attore negli spregevoli panni di Ivo Avido, e Luigi Luciani, alias Herbert Ballerina, talento comico surreale, che non abbandona praticamente mai il personaggio quando si trova di fronte a una telecamera, Capatonda è diventato una vera e propria icona, consacrato dalla copertina del numero di Wired di novembre 2014, in cui è raffigurato come "il re in giallo" di tutti i videomaker italiani. 


Da webstar al grande schermo 

Dopo il successo di serie come Mario e la creazione di personaggi ormai entrati nell'immaginario collettivo, basti pensare a Mariottide, Padre Maronno e Billy Ballo, Capatonda ha tentato il grande salto: realizzare il suo primo lungometraggio, ispirato al corto del 2012 Italiano Medio, quello che, come ha rivelato il regista durante la conferenza stampa romana del film "era un'idea espandibile in un film di novanta minuti e adatta a costruire una storia vera e propria, non un semplice collage di gag". La sfida è notevole e le ambizioni sono alte: Giulio Verme, il protagonista del film, è un idealista che ha cura l'ambiente, ma quando assume una droga che fa crollare le sue capacità intellettuali, si trasforma in un tamarro schiavo della tv, del sesso e incapace di qualsiasi coscienza sociale. "Il protagonista del mio film è un eroe medio: a metà tra il classico eroe e lo scarto della società: un eroe furbo" ha detto Macchia sempre in conferenza stampa. 


L'intervista 

Tra reality show, matrimoni lampo, terrorismo ambientale e un'estetica che caratterizza fortemente il film (colori spenti e sui toni del grigio quando vediamo il Giulio al 20% dell'uso del cervello e tinte sature e fluorescenti quando invece a rubare la scena è il Giulio al 2%), Italiano medio è una delle commedie italiane più interessanti degli ultimi anni. Abbiamo parlato del film con il regista e protagonista Marcello Macchia e con gli attori Luigi Luciano e Enrico Venti, anche produttore esecutivo.

sabato 17 gennaio 2015

“ITALO”: VIDEOINTERVISTA A MARCO BOCCI E AL CAST

Abbiamo incontrato la regista Alessia Scarso e gli attori Marco Bocci, Elena Radonicich e Barbara Tabita, protagonisti di Italo, da questa settimana al cinema. Il film è ispirato alla storia vera di un meticcio divenuto un cittadino ufficiale di Scicli, città in provincia di Ragusa 


Pelo color miele, sguardo intelligente e una spiccata propensione a socializzare: Italo Barocco non è una persona, ma per gli abitanti di Scicli, città in provincia di Ragusa, è diventato ben presto un cittadino ufficiale. Comparso dal nulla in paese intorno al 2009, il cane si è fatto subito notare, partecipando alle funzioni religiose in Chiesa, accompagnando a casa le ragazze la sera tardi, facendo da guida ai turisti e guardando i film al cinema come uno spettatore qualsiasi. Adottato dal comune e ribattezzato Italo Barocco, in onore del barocco siciliano, il cane ha ora attirato l’attenzione del cinema. 

A trasformare la storia di Italo in un film è la regista siciliana Alessia Scarso, qui al suo esordio, che ha portato sullo schermo i colori caldi della sua terra, aiutata da un cast composto soprattutto da bambini, dal cane-attore Tomak, addestrato da Massimo Parla, e dagli interpreti Marco Bocci, amato dal pubblico soprattutto grazie al ruolo di Domenico Calcaterra in Squadra Antimafia – Palermo oggi, al suo primo ruolo da protagonista in un film, Barbara Tabita e Elena Radonicich. Bocci è Antonio Blanco, sindaco di Scicli rimasto vedovo, che deve affrontare in campagna elettorale la candidata Luisa Nigro (Tabita), vistosa nei modi e negli abiti, dovendo contemporaneamente gestire la malinconia del figlio Meno e la sua attrazione per la nuova insegnante della scuola elementare, Elena (Radonicich). 

Abbiamo parlato del film con la regista Alessia Scarso e con i protagonisti Marco Bocci, Barbara Tabita e Elena Radonicich.





Pubblicato su Ciak Magazine.

mercoledì 14 gennaio 2015

“HUNGRY HEARTS”: VIDEOINTERVISTA A SAVERIO COSTANZO E ALBA ROHRWACHER

Abbiamo incontrato il regista Saverio Costanzo e Alba Rohrwacher, protagonista del film Hungry Hearts, tratto dal romanzo Il bambino indaco di Marco Franzoso, che esce al cinema dal 15 gennaio già forte di due premi importanti: alla scorsa Mostra di Venezia sia Alba che il co-protagonista maschile Adam Driver hanno vinto la Coppa Volpi come migliori interpreti


Mina (Alba Rohrwacher) e Jude (Adam Driver) si incontrano a New York: protagonisti di un amore tenero e totalizzante, i due si sposano e hanno presto un figlio. Quello che doveva essere un lieto evento si trasforma ben presto in un incubo: Mina, vegana ossessionata dalla purezza e scettica verso la medicina tradizionale, crede che il suo bambino sia speciale e non vada contaminato con l’orrore della carne. La donna alimenta il piccolo solo con cibi di derivazione non animale, causandogli un ritardo nella crescita. Sconvolto dal cambiamento della moglie, Jude si trova nella difficile situazione di dover scegliere tra suo figlio e la donna che ama. 

Amore eccessivo, solitudine, ossessione, inadeguatezza di fronte a un compito difficile e delicato quale è essere genitore: al suo quarto film Saverio Costanzo decide di mettere in scena una storia complessa pronta a far sorgere diversi interrogativi nello spettatore. Per raccontare l’evoluzione di un amore che diventa ossessione, il regista sperimenta con le immagini, usando grandangoli e obiettivi particolari, che deformano i suoi protagonisti col procedere del loro isolamento psicologico. Alba Rohrwacher si lascia plasmare e mutare dall’occhio di Costanzo, con cui è alla seconda collaborazione dopo La solitudine dei numeri primi

Abbiamo parlato del film proprio con Costanzo e Rohrwacher, arrivati alla Casa del Cinema di Roma per presentare il film, nelle sale dal prossimo 15 gennaio.





Pubblicato su Ciak Magazine.

giovedì 8 gennaio 2015

Galavant, 10 curiosità sul musical fantasy alla Monty Python

Lo scorso 4 gennaio ha debuttato in America Galavant, nuova serie ABC descritta come una “commedia musicale e favola medievale stravagante”, che vanta musiche scritte dal pluri-premio Oscar Alan Menken, guest star d’eccezione come Ricky Gervais e Rutger Hauer e un umorismo che ricorda i Monty Python 




Cavalieri valorosi, re sadici, scagnozzi senza cuore e principesse in difficoltà, tutti rigorosamente danzanti e impegnati in continui numeri musicali: descritta dai suoi autori come una "commedia musicale e favola medievale stravagante", Galavant è la nuova serie ABC che ha debuttato, in America, lo scorso quattro gennaio. Un progetto simile sulla carta non può che avere due destini: essere un’accozzaglia pasticciata e imbarazzante, oppure un prodotto unico e geniale. Galavant, anche solo per il fatto di esistere, per sua fortuna si colloca nella seconda categoria: il creatore Dan Fogelman, sceneggiatore di diversi film Dinsey e Pixar, conosce il suo campo e ha realizzato un prodotto ibrido, che sembra allo stesso tempo un film d’animazione, una sit-com e un musical teatrale. Avvalendosi delle musiche della leggenda vivente Alan Menken, compositore premiato più volte con l’Oscar e autore delle colonne sonore di capolavori Disney quali La Sirenetta, La Bella e la Bestia e Aladdin, Fogelman e ABC hanno creato un musical in piena regola, che non cerca una cornice per giustificare i numeri musicali, come accade invece in prodotti come Glee o Smash, ma rende le canzoni il vero motore della storia, raccontando personaggi e situazioni attraverso di esse. 

Protagonista della storia è Galavant (Joshua Jesse), cavaliere valoroso e coraggioso che si innamora della bella Madalina (Mallory Jansen): quando però il capriccioso re Richard (Timothy Omundson) obbliga la fanciulla a diventare la sua regina, la fiaba di Galavant svanisce e l’eroe appende la spada al chiodo. A rimettere sul suo destriero Galavant ci pensa Isabella (Karen David), principessa di Valencia che vuole l’aiuto dell’uomo per salvare i suoi genitori, tenuti prigionieri proprio da re Richard. 

Forte di musiche accattivanti, delle coreografie di Ashley Wallen, di un cast formato da giovani talenti teatrali affiancati da attori esperti, cui si aggiungeranno anche guest star d’eccezione come Ricky Gervais e Rutger Hauer, e di un umorismo che ricorda quello surreale dei Monty Python, Galavant è la prima grande sorpresa televisiva del 2015 e un prodotto che si inserisce nel percorso già intrapreso da Dinsey con C’era una volta, in cui i vari settori della casa di produzione, ovvero film d’animazione, prodotti ispirati ai fumetti Marvel e serie tv si stanno fondendo sempre più, creando un vero e proprio “universo Disney” cui presto si aggiungerà anche la nuova saga di Star Wars

In attesa che la serie, formata da 8 episodi da 20 minuti ciascuno, arrivi anche in Italia, conosciamo meglio Galavant e il suo mondo grazie a 10 curiosità. 





#1. IL CREATORE DI GALAVANT È UN NOME NOTO IN CASA DISNEY  



Il creatore della serie Dan Fogelman ha scritto le sceneggiature di diversi film d’animazione Disney e Pixar, tra cui Cars (2006) e Cars 2 (2011), Bolt (2008) e Rapunzel (2010). 


#2. SOTTO IL SEGNO DI RAPUNZEL 



I tre creatori della serie, lo sceneggiatore Dan Fogleman e i compositori Alan Menken e Glenn Slater, si sono conosciuti lavorando al film Disney Rapunzel – L’intreccio della torre. 


#3. ALAN MENKEN, L’UOMO DEI RECORD 



Alan Menken ha scritto le musiche di Galavant ed è la persona vivente, insieme al supervisore degli effetti speciali Dennis Muren, ad aver vinto il numero maggiore di Oscar: ben 8 statuette, tra cui quelle per la colonna sonora dei film Disney La Sirenetta, La Bella e la Bestia, Aladdin e Rapunzel. Il record assoluto è di Walt Disney, vincitore di 26 Oscar. 


#4. IL TERRIBILE VINNE JONES 



Prima di essere lanciato come attore dal regista Guy Ritchie, che lo volle in Lock & Stock, Vinnie Jones, che in Galavant interpreta Gareth, il braccio destro di re Richard (Timothy Omundson), è stato un calciatore, centrocampista in diverse squadre inglesi tra cui Chelsea e Wimbledon, molto noto soprattutto per la sua fallosità. Nel 1992 ha inoltre presentato il video Soccer’s Hard Men, in cui consigliava come diventare “uomini duri” del calcio, fatto per cui è stato multato per 20mila sterline, squalificato per sei mesi e sospeso per tre anni dalla Football Association. Vinnie Jones e Timothy Omundson hanno già lavorato insieme nel film del 2001 Codice: Swordfish di Dominic Sena. 


#5. JOSHUA SASSE È GALAVANT 



Il protagonista Joshua Sasse, classe 1987, è nato a Londra ma ha passato la sua infanzia in Nepal per poi tornare in Gran Bretagna dove ha cominciato a studiare teatro a 15 anni, prima all’Hurtwood House e poi al Cygnet Training Theatre di Peter Brooks. Dopo aver passato 9 anni in teatro, esibendosi in diversi teatri del West End, Sasse è al primo ruolo televisivo importante della carriera grazie a Dan Fogelman, con cui aveva già lavorato nella serie The Neighbors, in cui interpretava DJ Jazzy Jeff. 


#6. MALLORY JANSEN È MADALINA 



Mallory Jansen, che interpreta la bella Madalina, è una modella e attrice australiana: è uno dei volti dell’agenzia Chadwick Models e prima di Galavant ha recitato nelle serie Young & Hungry e Baby Daddy nei ruoli ricorrenti di Caroline Huntington e Georgie Fallow. 


#7. KAREN DAVID È ISABELLA 



Karen David, che interpreta la principessa Isabella, è nata in India ma è cresciuta in Canada e ha studiato teatro a Londra alla Guildford School of Acting. Ha una vasta esperienza di teatro avendo preso parte a diversi spettacoli del West End, tra cui Mamma mia! e Bombay Dreams. Karen è anche una cantautrice: nel 2003 è uscito il suo primo cd, contenente il singolo ”It’s Me (You’re Talking To)”. La cantante e attrice supporta inoltre attivamente le associazioni Children’s Villages Foundation e Designers Against AIDS. 


#8. L’OMAGGIO A JON HAMM E L’AMORE TRA DISNEY E JOHN STAMOS  



Il personaggio interpretato da John Stamos, il cavaliere antagonista di Galavant, si chiama Sir Jean Hamm, chiaro riferimento all’attore Jon Hamm, protagonista di Mad Men. John Stamos ha inoltre ottimi rapporti con la Walt Disney Company: l’attore ha infatti un pass gratuito a vita per Disneyland. 


#9. NUMERI MUSICALI ESTREMI 



La serie è stata girata in Inghilterra, a Bristol, negli The Bottle Yard Studios per quanto riguarda le scene ambientate in interni. I diversi numeri all’aperto sono stati i più difficili perché il clima delle campagne inglesi non è sempre stato favorevole: gli attori hanno cantato dal vivo, anche al gelo e brandendo spade o stando a cavallo, a volte girando per 16 ore di fila per poter realizzare numeri musicali di pochi minuti. 


#10. GUEST STAR STELLARI 



La prima stagione di Galavant vedrà, oltre a John Stamos, diversi altri volti noti tra le guest star, tra cui Ricky Gervais, che sarà un mago di nome Xanax, Rutger Hauer, Hugh Bonneville, ovvero Robert Crawley in Downton Abbey, il cantante Weird Al Yankovic e Anthony Stewart Head, che interpretava il signor Giles in Buffy l’Ammazzavampiri.


Pubblicato su TvZap.
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