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martedì 21 gennaio 2014

Last Vegas


C'è un motivo se Jennifer Lawrence ha ottenuto tutta questa attenzione, più o meno giustificata, in così giovane età: Hollywood non fa mai le cose a caso e l'aver creato a tavolino una fresca nuova icona da adorare senza farsi domande è la sottile strategia per compensare un altro fenomeno che sembra ormai inarrestabile. Da qualche anno a questa parte il cinema sembra essersi aggomitolato su se stesso: i volti che danno forma ai nostri sogni si sono fatti più duri e grigi, hanno rughe, spesso sono imbottiti di silicone e sono inossidabilmente sempre lì da quasi 50 anni. Hollywood è invecchiata e con lei i suoi eroi, che però non sembrano voler lasciare il passo alle nuove, e forse meno interessanti, leve: ne è la dimostrazione il fatto che Sylvester Stallone e Arnold Schwarzenegger siano ancora gli idoli indiscussi dell'action, nonostante gli acciacchi, che Robert De Niro sia ancora il toro più scatenato del ring in ogni film in cui compare, e che una vecchia volpe come Robert Downey Jr. nei panni di Iron Man abbia più fan dei ben più giovani colleghi vendicatori. Perfino i più grandi sex symbol del cinema, Brad Pitt, Tom Cruise e Johnny Depp, hanno tutti superato i 50 anni. La povera Jennifer è dunque la nipotina di tutti questi colossi, chiamata a cercare di dare nuova linfa al carisma di Hollywood, che per ora è costretto a vedersela con pillole per la pressione e denti finti. 

In questo revival dei bei tempi che furono si inserisce dunque Last Vegas, risposta geriatrica alla trilogia di Una notte da leoni, con quattro leoni veri della Hollywood dei tempi d'oro a fare da mattatori: Robert De Niro, Michael Douglas, Morgan Freeman e Kevin Kline - 6 premi Oscar in 4! - nei panni rispettivamente di Paddy, Billy, Archie e Sam, amici storici che, dopo essersi persi di vista per diversi anni, si ritrovano all'addio al celibato di Billy, playboy incallito del gruppo, che a 70 anni ha deciso di sposare la fidanzata appena trentenne. Imbolsiti e annoiati, i favolosi quattro cercano di ingannare il tempo che passa sullo sfondo della surreale e patinata Las Vegas, simbolo di finzione e perdizione, metafora dell'illusione dell'eterna giovinezza. A portare ancora più scompiglio nel gruppo, che scopre presto di avere diversi scheletri nell'armadio, arriva Diana (Mary Steenburgen, ovvero la mitica Clara di Ritorno al futuro che porta il conteggio Oscar del film a quota 7), fascinosa cantante di sala. 

Gag sulla terza età, ammiccamenti alla cultura "ggiovane" grazie alla presenza di figure come il cantante 50Cent e a drink come la vodka Redbull, nostalgia per i bei tempi andati (De Niro ancora una volta fa la parodia di se stesso dando pugni in stile Jake LaMotta), riflessioni semiserie sulla vecchiaia: Last Vegas offre il pacchetto completo di tutto ciò che ci si può aspettare da un progetto del genere e John Turteltaub, regista-mestierante che ha regalato ai posteri pellicole non proprio memorabili come Scontro tra Titani, dietro la macchina da presa si impegna il minimo sindacale. A fare la differenza sono, ovviamente, i quattro carismatici protagonisti che dimostrano di avere ancora diversi assi nella manica, non fosse altro che per i ruoli leggendari e le tonnellate di esperienza che li circondano. Vedere questi quattro signori che gigioneggiano e si divertono ancora sul set vale tutto il film, poco importa se le battute sono spesso prevedibili: questi vecchi leoni saranno sì invecchiati, ma non hanno perso lo smalto.

Kevin Kline, Morgan Freeman, Robert De Niro e Michael Douglas


La citazione: "Questi vodka Redbull sono strani: mi sento sbronzo e elettrizzato allo stesso tempo!"

Hearting/Cuorometro: ♥♥1/2

Uscita italiana: 23 gennaio 2013


Titolo originale: Last Vegas
Regia: John Turteltaub
Anno: 2013
Cast: Robert De Niro, Michael Douglas, Morgan Freeman, Kevin Kline, Mary Steenburgen, Jerry Ferrara, Romany Malco, Roger Bart, Michael Ealy, Joana Gleason
Colore: colore
Durata: 105 minuti
Genere: commedia
Sceneggiatura: Dan Fogelman
Fotografia: David Hennings
Montaggio: David Rennie
Musica: Mark Mothersbaugh
Paese di produzione: USA
Casa di produzione: CBS Films
Distribuzione italiana: Universal Pictures

giovedì 11 aprile 2013

Oblivion


Terra, 2077: gli esseri umani hanno combattuto e vinto una guerra nucleare contro invasori alieni detti Scavenger, che hanno distrutto la Luna e ridotto il pianeta ad un cumulo di macerie. Jack (Tom Cruise) e Victoria (Andrea Riseborough) sono gli unici esseri umani rimasti sul pianeta, sentinelle che devono controllare e riparare i droni atti alla difesa delle macchine per l'estrazione di energia dai mari, necessaria per la sopravvivenza della razza umana, dai continui sabotaggi degli Scavenger. Come dei futuristici Adamo ed Eva, Jack e Victoria svolgono coscienziosamente la loro missione, in attesa di ricongiungersi con i propri simili rifugiatisi su Titanium, satellite di Saturno.
A tormentare i sogni di Jack però, la cui memoria è stata cancellata fino a cinque anni prima, è l'immagine di una donna misteriosa (Olga Kurylenko), che fa nascere in lui il desiderio di tornare alle origini, in tempi in cui gli uomini ascoltavano dischi e bevevano birra guardando una partita di football, tutte cose proibite dalla missione.

Tom Cruise come il robottino Wall-e, ma anche come un cowboy solitario in un western apocalittico e fantascientifico: il secondo film di Joseph Kosinski, autore dell'immersivo e affascinante Tron: Legacy, è un concentrato di tutto il meglio che la fantascienza ricordi. Reminescenze di Philip Dick si fondono a evidenti citazioni di Blade Runner, Matrix, 2001: Odissea nello spazio, Inception, Equilibrium e soprattutto Moon.

Tratto da una sceneggiatura originale dello stesso Kosinski, destinata originariamente a diventare una graphic novel, Oblivion afferma con forza il talento visivo del regista, già dimostrato nel film d'esordio, mettendo in evidenza il suo grande gusto per il design tecnologico e per la rappresentazione mozzafiato di paesaggi a metà tra la natura selvaggia e l'ingegno umano. Contrariamente al film precedente però, Kosinski cede alla rappresentazione di una classica avventura di formazione e scoperta, in cui l'eroe cerca di affermare la supremazia dell'umano rispetto alla fredda tecnologia, abbandonando il discorso molto più interessante ed attuale della riscoperta dell'umanità attraverso la tecnologia. In questa ottica la storia si banalizza e diventa un semplice amalgama più o meno riuscito di tutti i più importanti film di fantascienza, appesantito da una svolta romantica che appare un po' forzata.

Nonostante questo però Kosinski rende godibile la sua opera grazie ad un'ottima gestione della narrazione audio-visiva, dimostrando una grande sensibilità soprattutto per quanto riguarda l'uso del suono e della colonna sonora, ancora una volta di stampo elettronico (in Tron: Legacy i Daft Punk hanno dato vita ad un vero e proprio personaggio invisibile), questa volta realizzata dal gruppo francese M83.

Tom Cruise non si smentisce, e nel ruolo dell'eroe carismatico che salva il mondo è perfetto, mentre la vera sorpresa è Andrea Riseborough che, nonostante il personaggio algido e rigido, si rivela molto più comunicativa di Olga Kurylenko, in perenne stato stuporoso. Nel cast figurano anche Morgan Freeman, ormai vero e proprio prezzemolino del cinema americano, l'attore danese Nicolaj Coster-Waldau, alias Jamie Lannister in Game of Thrones, e Melissa Leo, capace di un'ottima interpretazione nonostante si mostri sempre e solo attraverso lo schermo di un computer.

Tom Cruise


La citazione: "Ti ho osservato Jack, tu sei diverso: sei curioso"

Hearting/Cuorometro: ♥♥♥

Uscita italiana: 11 aprile 2013


Titolo originale: Oblivion
Regia: Joseph Kosinski
Anno: 2013
Cast: Tom Cruise, Andrea Riseborough, Olga Kurylenko, Melissa Leo, Morgan Freeman, Nicolaj Coster-Waldau
Durata: 135 minuti
Colore: colore
Genere: Fantascienza
Paese di produzione: USA
Casa di produzione: Universal Pictures
Distribuzione italiana: Universal Pictures

martedì 28 agosto 2012

Il Cavaliere Oscuro - Il ritorno


"Servono eventi drammatici per scuotere la gente dall' apatia, ma io non posso farlo come Bruce Wayne: come uomo di carne e ossa mi possono ignorare o schiacciare, ma come simbolo... Come simbolo potrei essere incorruttibile. Potrei essere immortale".

Così diceva il Bruce Wayne di Batman Begins, in quel primo passo di un percorso cominciato nell'ormai lontano 2005, anno in cui un regista inglese di talento ha cambiato per sempre la storia del cinema tratto da fumetti. Christopher Nolan allora era una bella promessa, un giovane cineasta con all'attivo un film a basso budget dall'intuizione geniale, Memento, ed un remake con poco brio, Insomnia, in cui però mostrava una grande capacità nel creare atmosfere tese e dense.
Sembrava un azzardo quindi lasciare nelle mani di questo regista semi sconosciuto il rilancio di un personaggio amatissimo dal pubblico, per di più già trattato egregiamente dalla mano estrosa di Tim Burton.
La mossa è stata però vincente, e forse il caso è stato guidato, visto che nel film d'esordio di Nolan, Following, ad un certo punto si apre una porta su cui è affisso proprio il simbolo dell'uomo pipistrello. Nolan era l'uomo giusto al momento giusto.

Abbandonato il kitsch dei film di Joel Schumacher e prese le distanze dallo stile fumettoso di Burton, Nolan ha riportato il personaggio alle origini, riscrivendo il mito di Batman e creando un'atmosfera cupa, solenne ed epica che è diventata il tratto distintivo della trilogia. In Batman Begins abbiamo visto la nascita della leggenda, in cui l'uomo Bruce Wayne diventa il mito Batman: un percorso introspettivo, duro, affascinante, in cui abbiamo imparato a trarre forza dalle nostre stesse paure.

E' con il capitolo successivo però che il Batman di Nolan ha alzato definitivamente l'asticella della grandiosità: con Il Cavaliere Oscuro, il regista inglese è riuscito a toccare vette fino ad allora mai raggiunte da un cinefumetto - forse solo dal primo Spider Man di Sam Raimi -, facendo del suo film non una semplice opera d'intrattenimento tratta da albi disegnati, ma un'opera complessa, matura, quasi filosofica, ambiziosa, che tramite l'uomo pipistrello parla di altro, di come bisogna cercare di fare la cosa giusta anche in momenti difficili, di lottare anche quando si ha tutti contro e di cercare di dare fiducia alle persone nonostante il caos regni sovrano. Un film immenso, un'unione più unica che rara di spettacolo, grande budget, autorialità, sceneggiatura dall'ampio respiro e grande recitazione, tra cui spicca quella ormai immortale del Joker interpretato da Heath Ledger.

Come dare dunque un seguito ad un'opera così grandiosa?
Non dev'essere stato facile.
Ed infatti il terzo atto del Batman nolaniano è un film difficile, denso, stratificato, grande e lunghissimo, un'opera che merita attenzione e magari anche più di una visione per essere compresa appieno.
Dal 2005 sono cambiate parecchie cose e il Nolan che girò con poche migliaia di dollari Memento ha lasciato il posto all'autore dal tocco magico, al regista capace di sbancare i botteghini di tutto il mondo con film magnifici come The Prestige e Inception. E tutto questo si vede.

Il Cavaliere Oscuro - Il ritorno è una summa dell'opera nolaniana: il film si riallaccia infatti ad entrambi i precedenti capitoli, ma con punti di vista differenti. Ritroviamo Bruce Wayne (Christian Bale, qui ad una delle sue prove più convincenti) otto anni dopo la morte di Harvey Dent, ormai chiuso in se stesso ed auto-esclusosi dal mondo, tormentato dalla morte di Rachael e dall'aver infangato il nome di Batman per il bene della comunità. Spinto dagli eventi e dall'insorgere di una nuova minaccia, impersonificata dal criminale Bane (Tom hardy), Wayne deve trovare in se stesso la forza di Batman. In una parabola speculare a quella del primo capitolo, vediamo quindi l'uomo che cerca di rifarsi simbolo, quel simbolo che ispira coraggio e sprona la gente ad agire.
Un percorso non facile e che infatti è il cuore del film: in questo terzo atto non si affronta la necessità di farsi simbolo di Batman Begins né la messa in atto del simbolo di Il Cavaliere Oscuro, ma la consapevolezza di quanto sia importante nutrire, alimentare e mantenere vivo un ideale. Sia esso lo spirito di giustizia incarnato da un uomo mascherato, che l'onestà di un poliziotto, o la capacità di sopravvivere di una ladra. In Il Cavaliere Oscuro - Il ritorno c'è una delle rappresentazioni più eloquenti di cosa voglia dire "fare" per far sì che gli altri facciano, di quanto sia importante agire spinti da un valore in cui si crede.

Tutto questo è affrontato in quasi due ore e tre quarti di film che volano forti come una sinfonia: anche le parti con meno ritmo e che sembrano non proprio logiche sono giustificate a fronte della potenza emotiva dell'opera nel suo complesso.
Quelli che potrebbero sembrare difetti lo sono solo marginalmente, per esempio il Bane di Hardy ha meno carisma del Joker di Ledger, forse soprattutto per il terribile doppiaggio italiano di Filippo Timi, ma nell'economia della storia è giusto che sia così: qui il cattivo non è il protagonista, non è l'altra faccia di Batman, ma una contingenza che serve a definire l'uomo dietro il simbolo. In questo senso risulta dunque perfetta la Selina di Anne Hathaway, la donna che completa Batman e porta alla luce aspetti non ancora sondati di Bruce Wayne, non una femme fatale antagonista, ma una risoluta e moderna compagna di viaggio.

Da Inception arriva infine lo stile narrativo: tanti personaggi, storie parallele, azioni concatenate. Purtroppo dal precedente film Nolan non recupera il finale ambiguo, che sarebbe stato il coronamento perfetto per un lavoro mastodontico. Sarebbe stato bello chiedersi che cosa vede realmente Alfred (Michael Caine) alla fine.
Ma in fondo è giusto che sia così: alla solidità del primo capitolo è seguita l'epica del secondo che ha trovato la solennità nella prorompente emotività del terzo. 
Una dramma in tre atti splendidamente orchestrato dal prestigiatore Christopher Nolan.


Christian Bale e Anne Hathaway


La citazione: 
"Selina: Non devi più niente a queste persone: hai dato già tutto!
Batman: Non tutto. Non ancora".

Hearting/Cuorometro: ♥♥♥♥

Uscita italiana: 29 agosto 2012

Titolo originale: The Dark Knight Rises
Regia: Christopher Nolan
Anno: 2012
Cast: Christian Bale, Tom Hardy, Anne Hathaway, Michael Caine, Gary Oldman, Joseph Gordon-Lewitt, Marion Cotillard, Morgan Freeman
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