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giovedì 4 settembre 2014

VENEZIA 71: “BOXTROLLS”, LA SCATOLA CHE NON FA IL TROLL

Dopo “Coraline e la porta magica” e “ParaNorman”, lo studio di animazione in stop-motion Laika Entertainment porta al cinema il romanzo di Alan Snow “Here be monsters”




Sono finiti i tempi in cui a farla da padroni nel mondo dell’animazione erano i soliti nomi noti: Disney, Pixar, Dreamworks e Ghibli hanno ora un temibile rivale che, arrivato al terzo lungometraggio, conferma di essere una delle realtà più interessanti nel panorama cinematografico contemporaneo. La giovane Laika Entertainment, fondata da Will Vinton e da Phil Knight, co-fondatore della Nike, nel 2005, è infatti il nuovo studio d’animazione da tenere d’occhio: dopo i primi due lungometraggi, Coraline e la porta magica e ParaNorman, entrambi nominati all’Oscar come miglior film d’animazione, lo studio presenta ora, fuori concorso, Boxtrolls – Le scatole magiche, lungometraggio ispirato al romanzo di Alan Snow Here be monsters!, inedito in Italia, alla 71esima Mostra D’Arte Cinematografica di Venezia.

Nella bizzarra città di Pontecacio, l’èlite ha accesso ai formaggi più prelibati, vera ossessione degli abitanti del luogo, che vivono, respirano e bramano formaggio, e diritto a indossare le tube bianche, copricapi che rendono possibile l’ammissione nella stanza dei formaggi, consiglio in cui i potenti degustano i prodotti più raffinati dell’arte casearia. Escluso dal circolo dei privilegiati, l’ambizioso Archibald Arraffa, possessore di una tuba rossa, cerca in tutti i modi di conquistare una tuba bianca: per dimostrare al consiglio di essere degno, Archibald promette di sterminare tutti i Boxtrolls, troll che vivono nei sotterranei della città e indossano scatole. 

Accusati di essere ladri di formaggio e di bambini, i troll sono visti come una minaccia, mentre in realtà sono creature sì orripilanti, ma estremamente pacifiche e ingegnose: costruttori e riparatori, i boxtrolls hanno allevato il piccolo Uovo, bambino chiamato così per via della sua scatola, ogni boxtroll prende infatti il nome dal suo contenitore. Per riuscire a fronteggiare Arraffa, Uovo e i Boxtrolls devono fare affidamento su Winnie, la figlia di Lord Gorgon-Zole, l’uomo più potente della città. 

L’animazione con la computer grafica negli ultimi 20 anni ha fatto passi da gigante, ma ancora oggi non riesce a trasmettere il calore e la magia del disegno a mano o dei personaggi animati con la stop-motion: Boxtrolls, fulgido esempio di animazione fatta con set e personaggi “fisici”, è allo stesso tempo moderno e nostalgico, grazie al suo stile vintage che rende la pellicola affascinante e coinvolgente, e a una cura spasmodica per il dettaglio. I personaggi e i set di “Boxtrolls” sono vere e proprie opere d’arte, rese vive a mano da animatori che, si percepisce, amano e credono davvero nella bellezza della stop-motion. Al design affascinante si unisce una scrittura brillante, che richiama la grande letteratura di Dickens, i personaggi stralunati di Tim Burton e perfino riferimenti ai Monty Python, ricca di elementi gotici e horror, in cui vengono inseriti temi come l’accettazione del diverso, il rapporto tra genitori e figli e l’importanza di essere se stessi, a prescindere dalle etichette che la società ci appiccica. 

Nella versione originale del film a dare voce ai personaggi sono alcuni dei migliori attori del panorama inglese e americano: il perfido Arraffa è Ben Kingsley, Lord Gorgon-Zole è Jared Harris (Lane Pryce in Mad Men), Isaac Hempstead Wright, Bran in Game of Thrones, è Uovo, e Elle Fanning è Winnie; arricchiscono il cast Simon Pegg, Nick Frost, Toni Collette e Tracy Morgan.





La citazione: "Dove sono i fiumi di sangue e le montagne di ossa? Mi erano stati promessi fiumi di sangue!"

Hearting/Cuorometro: ♥♥♥♥

Uscita italiana: 2 ottobre 2014


Titolo italiano: Boxtrolls - Le scatole magiche
Titolo originale: The Boxtrolls
Regia: Graham Annable, Anthony Stacchi
Anno: 2014
Cast: (voci originali) Isaac Hempstead Wright, Elle Fanning, Simon Pegg, Toni Collette, Ben Kingsley, Nick Frost, Jared Harris, Tracy Morgan, Richard Ayoade
Colore: colore, 3D
Durata:  96 minuti
Genere: animazione
Sceneggiatura: Irena Brignull, Adam Pava 
Montaggi0: Edie Bleiman
Musica: Dario Marianelli
Paese di produzione: USA
Casa di produzione: Universal Pictures, Laika Entertainment
Distribuzione italiana: Universal Pictures





Pubblicato su XL.

martedì 22 luglio 2014

Sailor Moon Crystal: dopo 20 anni torna la guerriera che veste alla marinara

A 20 anni dalla prima messa in onda italiana, torna Sailor Moon, la guerriera della Luna che veste alla marinara e protegge la Terra da invasori alieni: personaggio creato da Naoko Takuchi, l’eroina che ha fatto impazzire un’intera generazione è pronta a conquistare vecchi e nuovi fan con “Sailor Moon Crystal”, reboot più maturo nei contenuti e nello stile che si ispira al fumetto originale giapponese




Lunghi codini biondi, un costume che ricorda le divise dei marinai e l’inseparabile gatta parlante Luna: dal 1991, anno della sua prima comparsa sulla rivista giapponese Nakayoshi, Sailor Moon, la guerriera planetaria che protegge la Terra da minacciosi invasori alieni, è diventata un’icona pop amata da milioni di ragazzi, e non solo, in tutto il mondo. Creata da Naoko Takeuchi, disegnatrice laureata in chimica e specializzata in farmacia, che creò l’universo delle guerriere Sailor a 24 anni, Sailor Moon è diventata un fenomeno inarrestabile grazie alla serie animata del 1992, che in Italia arrivò nel 1994 con Bim Bum Bam: in quel periodo non c’era bambina che non guardasse il cartone animato con protagoniste le cinque studentesse chiamate improvvisamente ad assumere il ruolo di super-eroine, che non ripetesse le mosse delle trasformazioni durante la ricreazione e che non desiderasse in regalo lo scettro della protagonista, o uno dei gadget legati al marchio, divenuti oggi veri oggetti da collezione. 



A venti anni dalla serie originale, arriva ora un reboot intitolato “Sailor Moon Crystal, nuovo anime che si ispira al fumetto originale di Naoko Takeuchi e ne riprende lo stile spigoloso del disegno e ne ripropone gli eterei colori pastello, differenziandosi dall’opera precedente in cui le eroine erano meno slanciate e dai lineamenti rotondeggianti. Le differenze con l’originale non si limitano allo stile di disegno: le trasformazioni possono ora contare su effetti in computer grafica, gli episodi sono girati in formato 16/9, a differenza del 4/3 dell’originale, che conferisce al cartone uno stile cinematografico e anche temi e personaggi sono fedelissimi al manga (fumetto), conferendo alla storia un’aria più matura. Composta da 26 episodi da 20 minuti ciascuno, “Sailor Moon Crystal” ha debuttato lo scorso 5 luglio sulla piattaforma giapponese di streaming Niconico, dove è possibile vedere la serie con sottotitoli in diverse lingue, anche in italiano. Gli episodi saranno caricati ogni due settimane e dalla seconda puntata in poi, prevista per il prossimo 19 luglio, bisognerà iscriversi al sito e pagare una quota per vedere il resto della serie. In attesa di una trasmissione italiana o dell’arrivo dell’homevideo, che in Giappone verrà lanciato il prossimo 15 ottobre, la rete si è scatenata e in soli due giorni il primo episodio è stato visto un milione di volte: a dimostrazione che la bella guerriera che veste alla marinara oggi come allora ha saputo catturare l’attenzione degli spettatori. 



Fortemente criticato da alcuni per dei temi giudicati non adatti ai più piccoli – convinzioni create dall’equivoco che i cartoni giapponesi siano destinati a un pubblico di giovanissimi quando in realtà sono indirizzati soprattutto a giovani adulti -, l’anime in Italia fu pesantemente censurato ma questo non impedì al pubblico di amarlo ugualmente. 



Fenomeno che non conosce cenno di cedimento, Sailor Moon ha scritto la storia dell’animazione: se si escludono le super-eroine americane, prima dell’avvento delle guerriere Sailor i personaggi femminili si distinguevano in poche e stereotipate categorie: le orfane che nonostante le avversità della vita rimangono gioiose, come Candy Candy e Georgie, le maghette dai poteri divertenti ma innocue, come Creamy o Magica Amy, e le fanciulle da salvare, come Lady Isabel di I Cavalieri dello zodiaco. Solo Lady Oscar aveva combattuto prima, ma l’aveva fatto fingendosi un uomo: con Sailor Moon invece per la prima volta delle ragazze femminili e normali diventano eroine e combattono con coraggio e spirito di sacrificio in nome di ideali alti e nobili. Una rivoluzione, che non ha lasciato indifferenti le bambine, finalmente in grado di identificarsi con una storia che permetteva di sognare un futuro in cui erano loro a scegliere il proprio destino. Infarcito di riferimenti scientifici, precursore nell’utilizzo di gadget tecnologici e zeppo di citazioni letterarie, di folclore giapponese, di omaggi alla storia dell’arte e di temi delicati come la maternità e l’amore tra persone dello stesso sesso, Sailor Moon è un’opera complessa e piena di spunti, oggetto ancora oggi di studio.




Pubblicato su TvZap.

mercoledì 19 marzo 2014

Videodrome n. 110 - LILO & STITCH




Titolo italiano: Lilo & Stitch
Titolo originale: Lilo & Stitch
Regia: Dean DeBlois, Chris Sanders
Anno: 2002
Cast: (voci originali) Daveigh Chase, Chris Sanders, Tia Carrere, David Ogden Stiers, Kevin McDonald, Ving Rhames
Colore: colore
Durata: 85 minuti 
Genere: animazione
Sceneggiatura: Chris Sanders, Dean DeBlois
Montaggio: Darren T. Holmes
Musica: Alan Silvestri
Paese di produzione: USA 
Produttore: Walt Disney Feature Animation
Distribuzione italiana: Buena Vista International

venerdì 3 gennaio 2014

Capitan Harlock


Mantello nero, folta chioma e cicatrice sul volto: la figura inconfondibile di Capitan Harlock, pirata dello spazio creato quasi 40 anni fa dal maestro dell’animazione giapponese Leiji Matsumoto, ha segnato l’immaginario collettivo di una generazione, quella dei ragazzi cresciuti negli anni ’80. Ribelle e romantico, idealista e coraggioso, Harlock incarna gli ideali del classico eroe epico, pronto a compiere estremi sacrifici per la causa in cui crede. 

Il bucaniere dello spazio, capitano dell’astronave Arcadia, torna ora con un lungometraggio, presentato in anteprima in Italia alla 70esima Mostra del cinema di Venezia, in cui il suo mito può essere tramandato alle nuove generazioni. Questa volta troviamo Harlock impegnato nella lotta contro la Coalizione Gaia, un gruppo di umani che ha reso la Terra inaccessibile e inviolabile come un santuario, e nella sfida con Logan (nel manga originale Tadashi), fratello di Ezra, ufficiale in comando di Gaia, infiltratosi nella sua ciurma. 

Inafferrabile e misterioso, nella versione cinematografica diretta da Shinji Aramaki, Harlock è diventato una sorta di fantasma, uno spettro più cupo e meno romantico dell’eroe di fine anni ’70, segnato da decisioni difficili e dolorose e privo di quella speranza e fiducia incrollabili che caratterizzavano l’anime. Presente e assente nello stesso tempo, leggendario e temuto, nel film Harlock lascia spesso la scena in favore del conflitto tra i due fratelli, diventando così più un’ombra che il vero protagonista della storia, assumendo una valenza fortemente simbolica: in un’iperbole quasi nietzchana, il capitano, nel suo intento di far rinascere l’universo, rimane sì fedele a se stesso, ma riesce anche a rinnovarsi, come se raccontasse per la prima volta la sua storia e fosse arrivato alla fine della sua parabola. Nella sua durezza, inoltre, c’è una forte critica alla politica anti-ambientalista del Giappone, rimarcata in più occasioni. 

L’animazione in computer grafica 3D, inedita per il personaggio, sostiene questa nuova versione di Harlock, avvicinando la creatura di Matsumoto al gusto contemporaneo, soprattutto americano – non a caso l’ideatore del design meccanico è Atsushi Takeuchi, che ha lavorato per la serie Star Wars: The Clone Wars

Anche se più oscuro, dunque, questo nuovo Capitan Harlock è ancora simbolo di libertà e coraggio, e non smette di affascinare. 

Mi piace 
L’animazione in computer grafica e il 3D rendono giustizia all’epica storia di Capitan Harlock, tramandando il suo mito alle nuove generazioni. 

Non mi piace 
Harlock è meno presente e rimane sullo sfondo come una sorta di leggenda. Inoltre il personaggio è troppo cupo e meno romantico che nel manga. 

Consigliato a chi 
Agli appassionati del personaggio creato da Leiji Matsumoto e agli amanti della fantascienza.




La citazione: "Mi hanno definito un criminale, un terrorista, una minaccia per il genere umano: ma tutto questo è falso"

Hearting/Cuorometro: ♥♥♥

Titolo originale: 宇宙海賊キャプテンハーロック (Uchū Kaizoku Kyaputen Hārokku)
Regia: Shinji Aramaki
Anno: 2013
Cast: (voci) Shun Oguri, Ayano Fukuda, Haruma Miura, Yu Aoi, Arata Furuta
Colore: colore 
Durata: 115 minuti
Genere: Animazione, fantascienza
Sceneggiatura: Harutoshi Fukui e Leiji Matsumoto 
Musica: Tetsuya Takahashi
Paese di produzione: Giappone
Casa di produzione: Toei Animation 
Distribuzione italiana: Lucky Red



Pubblicata su BestMovie.it

domenica 18 agosto 2013

Top10 sigle cartoni

Da “Jeeg Robot d'acciaio” a “Sailor Moon”, la top10 delle sigle dei cartoni che hanno segnato l'infanzia di almeno tre generazioni di Italiani 



Dopo la top10 delle migliori sigle delle serie tv, non potevamo non rendere omaggio alle sigle dei cartoni animati: che siano l'apertura di anime giapponesi o di prodotti americani, tutte hanno in comune il potere di aver profondamente segnato l'infanzia di almeno tre generazioni di Italiani. 
Arrivati in massa dal sol levante negli anni '70, gli anime giapponesi si sono impressi indelebilmente nelle menti dei bambini dell'epoca e da allora non hanno mai smesso di rappresentare un appuntamento fisso delle mattine e dei pomeriggi dei piccoli (e non solo). Robot giganti, cavalieri dalle sfavillanti armature, guerriere vestite alla marinara, divinità dell'Olimpo e diavoli: dal Giappone con furore sono arrivate storie incredibili e fantastiche. L'America invece ci ha portato i cartoni sui supereroi e alcune delle opere più dissacranti della tv, come "I Simpson", "South Park" e "I Griffin". 
Trasmessi a livello nazionale all'interno di programmi per bambini come "Bim Bum Bam" - spettacolo da cui sono passati alcuni dei conduttori più affermati di oggi come Paolo Bonolis e Licia Colò - e, a livello regionale, da reti televisive che sono diventate sinonimo dell'infanzia - come Super3 a Roma e dintorni -, i cartoni animati si sono sempre distinti per le loro sigle: rigorosamente riadattate in italiano, le sigle, insieme alle canzoni dei film Disney, sono state senza dubbio il primo approccio alla musica dei bambini nati negli ultimi 40 anni. 
Quando parliamo di sigle tv di cartoni in Italia, ci sono due nomi fondamentali che vengono in mente: I Cavalieri del Re e Cristina D'Avena, intera famiglia votata alle sigle i primi, storica interprete della maggior parte delle sigle dei cartoni animati dagli anni '80 in poi la seconda. A dimostrazione che quello che ci ha colpito da piccoli continua a far parte di noi da adulti, i concerti di Cristina D'Avena in giro per l'Italia sono ancora molto seguiti: migliaia di adulti si commuovono senza vergogna cantando "Ti voglio bene Denver" e "I Puffi". 
Vediamo quindi quali sono le sigle dei cartoni animati che hanno maggiormente segnato l'infanzia degli italiani negli ultimi 40 anni. 


10 I CAVALIERI DELLO ZODIACO (1986) - HOLLY E BENJI (1982) 
Siccome sono rimasti fuori dalla top10 gioielli come "L'Uomo Tigre" e "Pollon", non potevamo non inserire tutti i titoli in classifica, quindi alla decima posizione abbiamo una parità. Si tratta di due veri e propri pilastri dell'infanzia dei trentenni di oggi, ovvero i magici Cavalieri dello Zodiaco, tratti dal manga "Saint Seya" di Masami Kurumada, che, con le loro armature ispirate alle costellazioni, hanno creato alcuni dei più convinti cosplayer che, non potendo ottenere i poteri di Pegasus e Sirio Il Dragone, hanno pensato bene di costruirsi almeno i costumi, e i calciatori Holly e Benji, tratti dal manga "Captain Tsubasa" di Yoichi Takahashi, che, con i loro calci volanti e il campo infinito, hanno portato migliaia di bambini nelle scuole calcio. Storica la sigla dei Cavalieri cantata da Massimo Dorati e quella di "Holly e Benji" nella versione di Cristina D'Avena. 



9 LADY OSCAR (1982)
Tratto dal manga d Ryoko Ikeda "Le rose di Versailles", "Lady Oscar" è stato per molti bambini il primo assaggio dei tormenti che la vita può offrire: Oscar, costretta a vivere come un uomo dal padre che voleva un figlio maschio, lotta ogni giorno con la sua identità e finisce per innamorarsi di un uomo che non ricambia il suo amore, ignorando il sentimento del fedele amico André. La travagliata storia d'amore tra Oscar André - futuro ideale maschile di migliaia di ragazze, altro che quel damerino del Conte Fersen - ha appassionato e turbato generazioni di ragazzini, annientandoli psicologicamente con il tragico finale. Un prodotto forse adatto a un pubblico più adulto anche nelle atmosfere, essendo ambientato nella Parigi della Rivoluzione francese. Della sigla di "Lady Oscar" esistono due versioni entrambe molto amate: quella di I Cavalieri del Re e quella di Cristina D'Avena. 



8 DEVILMAN (1972) 
Con la sua intro rock, "Devilman", tratto dal manga di Go Nagai, ha una delle sigle più amate dai fruitori di anime e cartoni: d'altra parte il demone Devilman, che si è impossessato del corpo del giovane Akira per distruggere la Terra, non poteva non avere una presentazione degna della sua potenza, cantata ancora una volta da I Cavalieri del Re. 



7 SAILOR MOON (1992) 
Sailor Moon, la bella guerriera che veste alla marinara, nata dalla matita di Naoko Takeuchi, ha segnato l'infanzia di quasi tutte le bambine degli anni '90: le protagoniste del cartone, liceali che scoprono di avere dei poteri derivanti dai vari pianeti del Sistema Solare, sono da un lato carine e spensierate e dall'altro delle guerriere combattive. Un mix rivoluzionario: per la prima volta sono delle ragazze a combattere e a sconfiggere demoni e mostri. "Sailor Moon" è diventata presto una vera e propria maestra di vita, insegnando alle bambine (e non solo) il valore dell'amicizia e della forza di volontà e ha creato un altro ideale maschile irraggiungibile: Milord. Il cartone, composto da cinque stagioni, ha una sigla diversa per ogni serie, tutte cantate da Cristina D'Avena, ma come la prima nessuna mai. 



6 BATMAN (1992) 
Cupa e drammatica, la sigla di "Batman" versione cartoon è incalzante e piena di ritmo, rendendo giustizia all'epicità dell'uomo pipistrello. Ai microfoni c'è ancora una volta Cristina D'Avena. 



5 OCCHI DI GATTO (1983) 
Le tre sorelle ladre, nate dalla matita di Tsukasa Hojo, che si fanno chiamare "occhi di gatto", sono tra le eroine più sexy dei fumetti: con le loro tutine aderenti hanno sconvolto i bambini degli anni '80 proprio come aveva fatto pochi anni prima Lamù col suo costume tigrato. Proprietarie del bar Cat's Eye, che fa loro da copertura, e ladre esclusivamente della perduta collezione d'arte appartenuta al padre scomparso, le tre sorelle sono introdotte da una delle sigle più accattivanti mai trasmesse in Italia. Cantata da Cristina D'Avena, la sigla di "Occhi di gatto" sembra una hit estiva che ha fatto ballare migliaia di bambini. 



4 KEN IL GUERRIERO (1984) 
La sigla di "Ken il guerriero" non è epica: di più. Il guerriero Ken, 64esimo successore della Divina Scuola Hokuto, nato dalla mente e dalle matite di Buronson e Tetsuo Hara, è forse l'eroe più granitico e violento nel panorama animato giapponese. I suoi colpi micidiali e il personale codice d'onore con cui riesce a sopravvivere in un mondo post-apocalittico sono diventati vangelo per un'intera generazione. La sigla, solenne e incalzante, è scritta e interpretata da Claudio Maioli, pianista di Lucio Battisti e compositore. 



3 LUPIN III (1969) 
Cantata da Enzo Draghi, la sigla di "Lupin III" è una vera e propria istituzione: anche i non appassionati di cartoni animati conoscono a memoria l'irresistibile ritornello "Lupin, l'incorreggibile Lupin". Allegra e trascinante, la sigla rispecchia alla perfezione il carattere del suo protagonista, il ladro gentiluomo e sbruffone Lupin III, nato dalla matita di Monkey Punch. 



2 JEEG ROBOT D'ACCIAIO (1975) 
"Jeeg Robot d'acciaio", cartone realizzato dalla Toei Animation su soggetto di Go Nagai, è storia dell'animazione giapponese. Arrivato per la prima volta in Italia nel 1979, Jeeg Robot è, insieme a "Mazinga" e "UFO Robot Goldrake", sul podio degli anime con protagonisti robottoni giganti. Rispetto agli altri però può vantare una sigla spettacolare: cantata da Roberto Fogu, in arte Fogus, sulla base originale di Michiaki Watanabe, questa sigla sembra una hit estiva fatta per scatenarsi e ballare. Per anni è girata la voce che il cantante della sigla fosse un giovane e, allora sconosciuto, Piero Pelù, che ha però sempre smentito e nel 2008 ha ceduto al tormentone registrando la sua versione della canzone. 



1 I SIMPSON (1989) 
La sigla di "I Simpson" non è una sigla come le altre: è un camaleonte in continua trasformazione. Accompagnata dall'inconfondibile e iconico tema di Danny Elfman, la sigla cambia ad ogni episodio: la scritta di Bart sulla lavagna è sempre diversa, così come il motivo suonato al sax da Lisa e la scena finale in cui la famiglia Simpson si ritrova riunita davanti alla tv, in modi ogni volta sempre più fantasiosi e assurdi. Un piccolo capolavoro creato da Matt Groening e soci.



Pubblicato su TvZap.

giovedì 8 agosto 2013

Kick-Ass 2 e gli altri: saranno gli eroi giusti per salvare l'estate 2013?



Questa è l'estate delle delusioni.
L'Uomo d'acciaio, l'alieno dalla super-forza e dai sentimenti umani, ci ha lasciato perplessi con la sua paura di mostrare la sua potenza e il suo coraggio.
Johnny Depp si è cristiallizzato nel ruolo dell'eccentrico dalle facce buffe e dalle mossette imprevedibili dando alla luce l'ennesimo freak in The Lone Ranger.
Pacific Rim, bomba della stagione, ha clamorosamente floppato.
Wolverine....beh da Wolverine non è che ci aspettassimo granché, ma un tale tedio - quando poi in gioco ci sono i pettorali di Hugh Jackman - non era previsto.
L'unico che può vantarsi a testa alta di aver azzeccato in pieno il film è quel volpone di J.J. Abrams, che con il suo Star Trek Into Darkness si porta a casa, almeno per il momento, la palma di blockbuster dell'estate.

"Bitch please...I'm the king of summer 2013!"

"He is, indeed"



Non disperiamo però.
Ad agosto sono in arrivo tre pellicole che potrebbero ribaltare la situazione di questa fiacca annata e fiacchissima estate.

Due di questi titoli sono sequel (ed è tutto dire circa la salute del cinema contemporaneo) che cercheranno di ripetere il successo di due filmoni.

Stiamo parlando di Monsters University,  prequel di Monsters and Co., Kick-Ass 2 ed Elysium.

Eyes Wide Ciak! li ha già visti tutti e, per il momento, possiamo dire che uno l'abbiamo molto, molto apprezzato, anche se non arriva al livello del precedente, che però era un capolavoro, e gli altri invece sono stati parzialmente deludenti.
Di chi staremo parlando?
La risposta arriverà quando starete preparando la carne per la braciolata di ferragosto.

Vediamo un po' chi sono questi eroi che sperano di salvare l'estate cinematografica 2013:


MONSTERS UNIVERSITY


Prequel di Monsters and Co., Monsters University ci mostrerà (uh-uh!) gli anni universitari di Mike (purtroppo non più doppiato dal compianto Tonino Accolla) e Sully, la coppia di spaventatori più amata di sempre. Grazie al prequel scopriremo che Sully non è sempre stato il gigante buono e affettuoso, anzi, e che Mike era un vero e proprio secchione nerd (il nerd power ormai è totalmente fuori controllo).
Livello di attesa: molto alto


ELYSIUM


Elysium è uno dei film di fantascienza più attesi della stagione perché è il secondo film del regista sudafricano Neill Blomkamp, che nel 2009 ci ha stupito con District 9, altra pellicola di fantascienza assolutamente da recuperare. In questa nuova opra Blomkamp torna a collaborare con l'attore Sharlto Copley, suo conterraneo, che questa volta è davvero spietato. Protagonisti sono Matt Damon e Jodie Foster: le ciliegine sulla torta.
Livello di attesa: alto.


KICK-ASS 2


E veniamo a Kick-Ass 2.
Ennesimo film sui supereroi di questa stagione.
Negli ultimi 10 anni i film sui supereroi hanno letteralmente conquistato il mondo.
Grazie al primo film su Spider-man di Sam Raimi (2002) e a Smallville (2001 - 2011), serie tv sulle paturnie del giovane Clark Kent (Tom Welling), il mondo video-ludico non è stato più lo stesso.
Prima fonte di ispirazione per una nicchia di appassionati lettori di fumetti, che spesso venivano isolati socialmente per questa loro passione, i supereroi sono ora diventati la moda del momento, tanto che perfino all'OVS si vendono magliette con la loro faccia stampata sopra. Una rivoluzione, che ha portato i nerd (anche se si tratta più di "nerdismo", ovvero l'ultima moda, che non di genuina nerdosità) alla conquista dell'intrattenimento contemporaneo.

Nonostante il fascino indiscusso di tutti i supereroi classici, ce n'è uno che si è fatto strada a sorpresa nel cuore degli adolescenti di oggi: Kick-Ass, il nerd sfigato per eccellenza che diventa un supereroe per scelta e non possiede né super-forza né super-ricchezza. 
Nato dalle menti e dalle matite di Mark Millar e John Romita Jr., Kick-Ass è diventato un film diretto da Matthew Vaughn nel 2010, che ha conquistato critica e pubblico, ma non gli appassionati di fumetti che l'hanno giudicato, come spesso accade, poco fedele all'opera originale. Il successo comunque è stato dirompente, con buona pace dei puristi: inevitabile quindi un sequel.

In Kick-Ass 2 ritroviamo Dave (Aaron Taylor-Johnson), alias Kick-Ass, che vuole formare una coppia di supereroi con Hit-Girl (Chloe Moretz), ma la cosa è molto più complicata del previsto. Inoltre Chris D'Amico (Christopher Mintz-Plasse) ha dismesso i panni di Red Mist e indossato quelli di The Motherfucker: nemesi ancora più cattiva, e sadomaso, del protagonista. 

"Ma che te sei messo addosso?!"
"Sarà bella la tua de tutina: pisellino Findus!"


Tra i nuovi acquisti c'è invece Jim Carrey nei panni del Colonnello Stars and Stipes, versione casalinga di Capitan America, che va a colmare il vuoto lasciato dal formidabile Batman rustico di Nicolas Cage, ovvero Big Daddy, del primo capitolo.

"Se mi mettete i capezzoli sul costume vi uccido!"

Un Jim Carrey che prima si è fatto coinvolgere nel progetto, poi l'ha rinnegato e poi è ritornato, più o meno volontariamente, sui suoi passi.
Forse era ancora scottato dalla sua precedente esperienza in un cinecomic (Batman con i capezzoli vi dice nulla?).


E veniamo ai due protagonisti.
I ragazzetti crescono bene.
Aaron Taylor-Jonson tra un Kick-Ass e l'altro si è sposato con una donna che potrebbe essere sua madre e ha messo su un fisichetto non male, ha pomiciato sullo schermo con Keira Knightly in Anna Karenina, si è buttato in una cosa a tre per Oliver Stone in Le Belve ed ha già uno zoccolo duro di fan che lo amano per i suoi riccioli ribelli e il labbro imbronciato. Altro che sfigato incappucciato.

"Ah Hit Girl ma che te guardi?!"
"Ma niente...sai che amo molto gli animali e in particolare le tartarughe"


Chloe Grace Moretz invece non cresce bene, di più.
A soli 15 anni ha già girato film con alcuni dei più grandi registi contemporanei, gente come Martin Scorsese (Hugo Cabret) e Tim Burton (Dark Shadows) per capirci, ha dimostrato di avere grandi doti interpretative (sa fare tutto!) e si vede già che sarà la prossima super-gnocca bella e brava del grande schermo. 
E poi è Hit Girl.
Serve altro?
Il personaggio chiave del precedente film, quello più pazzo, sorprendente e divertente, diventa la vera protagonista del secondo capitolo: a metà tra Buffy, Batgirl e Mean Girls, Hit Girl è la vera mattatrice di Kick-Ass 2.
Livello di attesa: molto alto.

"J.J. who?"


Nell'attesa di scoprire chi sarà il salvatore dell'estate 2013 vi proponiamo i trailer di questi tre film, giusto per farvi salivare un altro po'.








mercoledì 8 maggio 2013

Videodrome n. 80




Titolo italiano: Cenerentola
Titolo originale: Cinderella
Regia: Clyde Geronimi, Wilfred Jackson, Hamilton Luske
Anno: 1950
Cast: Garrett Hedlund, Jeff Bridges, Olivia Wilde, Michael Sheen, Bruce Boxleitner
Durata: 71 min
Colore: colore
Genere: Animazione
Sceneggiatura: Mac Stewart, Tom Codrick, Lance Nolley
Musiche: Paul J. Smith, Oliver Wallace
Paese di produzione: USA
Casa di produzione: Walt Disney Pictures
Distribuzione italiana: Walt Disney Pictures
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