E’ cominciata oggi la seconda metà del Festival Internazionale del Film di Roma con ancora grandi star hollywoodiane a calcare il tappeto rosso.
Si parte con i due giovani protagonisti di “Easy Virtue” - remake del film di Hitchcock del 1928 -l’inglese Ben Barnes (noto al grande pubblico grazie al ruolo del Principe Caspian della saga di Narnia) e la bella Jessica Biel, star americana sempre più in ascesa.
Proprio la Biel ha stupito il pubblico con questo suo primo ruolo da protagonista: l’attrice, finora nota solo per parti da femme fatale, ha dimostrato di avere talento recitativo e ottimi tempi comici.
Alla conferenza stampa la Biel ha detto che purtroppo a Hollywood ci sono pochi ruoli brillanti da protagonista per le donne e non è un caso che questa offerta sia arrivata dall’Inghilterra; l’astro nascente Ben Barnes invece, già definito il nuovo Orlando Bloom, ha detto che il film l’ha molto divertito soprattutto perché prende in giro certi atteggiamenti tipici dell’alta società inglese.
Il regista della pellicola è Stephen Elliot, autore del film di culto “Priscilla la regina del deserto”, che da circa dieci anni non toccava la macchina da presa. A tal proposito, il regista australiano ha detto che, per non stancarsi del mondo del cinema, è costantemente alla ricerca di nuove sfide di cui l’ultima è una versione teatrale di Priscilla.
Presentato anche un altro film italiano “Galantuomini” di Edoardo Winspeare, secondo film in concorso ambientato in Puglia dopo “Il passato è una terra straniera” di Vicari, con un ottimo cast, tra cui spiccano Donatella Finocchiaro e Fabrizio Gifuni.
Nel pomeriggio invece c’è stato l’incontro di Viggo Mortensen con il pubblico romano.
Per la terza volta consecutiva al Festival di Roma, l’attore americano si è concesso al pubblico in modo generoso e spontaneo, rivelando anche alcune passioni curiose: quella per i cavalli (ha comprato tutti i cavalli con cui ha lavorato nel “Signore degli anelli” e quello di “Hidalgo”), per le lingue straniere (parla anche il danese, lo spagnolo e l’italiano) e per il calcio.
Attore, pittore, fotografo, poeta, scrittore, musicista e presto anche regista Mortensen si è rivelato la vera star di questa terza edizione del Festival di Roma, la più amata, la più ricercata e la più disponibile.
A concludere la giornata “La siciliana ribelle” primo film di Marco Amenta - dopo i documentari “L’ultimo padrino” e “Il fantasma di Corleone” - che racconta la storia di Rita Atria, diciassettenne siciliana che ebbe il coraggio di denunciare alcuni mafiosi.
Film dal forte impatto emotivo, arricchito dalla buona prova dell’esordiente Veronica D'Agostino e apprezzato dalla critica.
Si conclude così la sesta giornata di questo Festival, con molte star da tappeto rosso e tanto cinema italiano.
Pubblicato su Meltin' Pot.
Si parte con i due giovani protagonisti di “Easy Virtue” - remake del film di Hitchcock del 1928 -l’inglese Ben Barnes (noto al grande pubblico grazie al ruolo del Principe Caspian della saga di Narnia) e la bella Jessica Biel, star americana sempre più in ascesa.
Proprio la Biel ha stupito il pubblico con questo suo primo ruolo da protagonista: l’attrice, finora nota solo per parti da femme fatale, ha dimostrato di avere talento recitativo e ottimi tempi comici.
Alla conferenza stampa la Biel ha detto che purtroppo a Hollywood ci sono pochi ruoli brillanti da protagonista per le donne e non è un caso che questa offerta sia arrivata dall’Inghilterra; l’astro nascente Ben Barnes invece, già definito il nuovo Orlando Bloom, ha detto che il film l’ha molto divertito soprattutto perché prende in giro certi atteggiamenti tipici dell’alta società inglese.
Il regista della pellicola è Stephen Elliot, autore del film di culto “Priscilla la regina del deserto”, che da circa dieci anni non toccava la macchina da presa. A tal proposito, il regista australiano ha detto che, per non stancarsi del mondo del cinema, è costantemente alla ricerca di nuove sfide di cui l’ultima è una versione teatrale di Priscilla.
Presentato anche un altro film italiano “Galantuomini” di Edoardo Winspeare, secondo film in concorso ambientato in Puglia dopo “Il passato è una terra straniera” di Vicari, con un ottimo cast, tra cui spiccano Donatella Finocchiaro e Fabrizio Gifuni.
Nel pomeriggio invece c’è stato l’incontro di Viggo Mortensen con il pubblico romano.
Per la terza volta consecutiva al Festival di Roma, l’attore americano si è concesso al pubblico in modo generoso e spontaneo, rivelando anche alcune passioni curiose: quella per i cavalli (ha comprato tutti i cavalli con cui ha lavorato nel “Signore degli anelli” e quello di “Hidalgo”), per le lingue straniere (parla anche il danese, lo spagnolo e l’italiano) e per il calcio.
Attore, pittore, fotografo, poeta, scrittore, musicista e presto anche regista Mortensen si è rivelato la vera star di questa terza edizione del Festival di Roma, la più amata, la più ricercata e la più disponibile.
A concludere la giornata “La siciliana ribelle” primo film di Marco Amenta - dopo i documentari “L’ultimo padrino” e “Il fantasma di Corleone” - che racconta la storia di Rita Atria, diciassettenne siciliana che ebbe il coraggio di denunciare alcuni mafiosi.
Film dal forte impatto emotivo, arricchito dalla buona prova dell’esordiente Veronica D'Agostino e apprezzato dalla critica.
Si conclude così la sesta giornata di questo Festival, con molte star da tappeto rosso e tanto cinema italiano.
Pubblicato su Meltin' Pot.
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