domenica 15 febbraio 2015

1992, la serie su Mani pulite: tra Gomorra e Romanzo Criminale

Presentata in anteprima mondiale al Festival di Berlino, 1992, serie ideata da Stefano Accorsi che racconta, sullo sfondo della Milano degli anni ’90 segnata da Tangentopoli, la vita di sei personaggi che accompagnano lo spettatore attraverso un anno cruciale per l’Italia. In onda dal 24 marzo su Sky Atlantic



17 febbraio 1992: il pool della Procura della Repubblica di Milano, guidato dal magistrato Antonio Di Pietro (Antonio Gerardi), coglie in fragranza di reato l’ingegnere Mario Chiesa, presidente del Pio Albergo Trivulzio e membro del Partito Socialista Italiano, con ancora in mano una tangente di sette milioni di lire. Nella squadra di Di Pietro c’è anche Luca (Domenico Diele), poliziotto appena entrato nel team, che ha delle forti motivazioni personali: il suo obiettivo è incastrare anche un altro imprenditore di Milano, Michele Mainaghi (Tommaso Ragno), colpevole di avergli rovinato la vita. 

Comincia così 1992, serie in dieci puntate prodotta da Sky Atlantic HD e Wildside, in collaborazione con La7, che racconta un anno fondamentale per la storia italiana, in cui, grazie allo scandalo di Mani pulite, che ha portato poi alla scoperta di Tangentopoli, ha scoperchiato una trama fitta di corruzione intrecciata a diversi livelli, che univa politica, economia, spettacolo e comunicazione. Nata da un’idea di Stefano Accorsi, la serie, scritta da Alessandro Fabbri, Ludovica Rampoldi e Stefano Sardo, sceglie di raccontare il cambiamento politico e culturale di quegli anni lasciando le indagini e i personaggi reali sullo sfondo, puntando invece l’obbiettivo su dei protagonisti di finzione, che portano su di sé la responsabilità di raccontare diversi elementi fondamentali dell’Italia di venti anni fa, che hanno portato al paese di oggi. 

Oltre a Luca, una delle 60mila vittime del sistema di appalti sanitari truccati, che portò all’epoca alla diffusione dell’HIV a causa di una partita infetta di sacche di sangue per la trasfusione, c’è anche Veronica (Miriam Leone), aspirante soubrette che si lega all’imprenditore Mainaghi per ottenere la conduzione di Domenica In, incarnando così una delle capostipite del sistema marcio del mondo dello spettacolo italiano, venuto poi a galla nel 2006 con l’inchiesta Vallettopoli. Significativo anche il personaggio di Pietro Bosco (Guido Caprino), ex militare di istanza in Afghanistan rimandato in patria con disonore, che si lancia in politica con il nascente partito della Lega Nord

A unire i destini di tutti i personaggi è la figura carismatica e ambigua di Leonardo Notte (Stefano Accorsi), ex sessantottino ora esperto di pubblicità, che sa essere estremamente persuasivo scavando nelle debolezze e nei desideri delle persone, chiamato a individuare una figura vincente da lanciare in politica per oscurare lo scandalo di Mani pulite. Da eminenza grigia che percorre i corridoi del potere senza però mai mostrare il volto in prima persona, Notte è una figura inquietante e allo stesso tempo affascinante, che precorre i tempi e cavalca l’onda del cambiamento, cercando contemporaneamente di lasciare tutto immobile e immutabile. Un personaggio complesso e sfaccettato, che, secondo la stessa ammissione degli autori, si ispira al Don Draper di Mad Men, incarnato con la giusta convinzione da Accorsi, alla sua migliore interpretazione degli ultimi anni. 

Inevitabile il confronto con Gomorra e Romanzo Criminale, le altre due serie evento prodotte sempre da Sky, che raccontano periodi diversi della storia italiana: collocandosi esattamente a metà tra gli anni ’70 della Banda della Magliana e la Scampia moderna, la Milano anni ’90 di 1992 è l’anello di congiunzione tra le due serie, non solo temporalmente, ma anche geograficamente, mostrando un mondo che è meno violento della Napoli dei camorristi o dei criminali di Roma, ma che è forse più destabilizzante, nascondendo corruzione e violenza in ambienti apparentemente irreprensibili e onesti, in cui i corrotti indossano cravatte e uccidono a colpi di mazzette. 

Impeccabile il lavoro di ricostruzione storica, non solo per quanto riguarda scenografie e costumi, ma soprattutto per l’utilizzo intelligente della musica, cui si aggiungono le composizioni originali di Davide “Boosta” Dileo, tastierista e fondatore dei Subsonica, e dei programmi televisivi dell’epoca: spezzoni di Non è la Rai, Casa Vianello e Domenica In riescono a raccontare il periodo molto più dei dialoghi. Convincente anche la regia di Giuseppe Gagliardi, già autore del film Tatanka, che sta addosso ai suoi personaggi non lasciandoli nemmeno un minuto, inquadrandoli da vicino e spesso scomponendo i loro volti in semplici occhi, orecchie e bocche, rendendoli così i frammenti di una generazione intera. 

Progetto ambizioso, 1992 è nato, secondo le intenzioni degli autori, come il primo tassello di una trilogia, che, se sarà confermata, arriverà fino al 1994. La prima stagione, presentata in anteprima al Festival di Berlino, debutterà in Italia, e contemporaneamente in Gran Bretagna, Germania, Irlanda e Austria, il prossimo 24 marzo su Sky Atlantic HD.


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