mercoledì 29 ottobre 2008

Festival Internazionale del Film di Roma - L'Altro Cinema/Extra: Man On Wire

Lo straordinario sogno di una vita intera sospeso tra passione e follia




Qual è il vostro sogno più grande?
Diventare medici, scrittori, artisti, avvocati o ballare al Teatro Alla Scala?
Nel caso di Philippe Petit il sogno della vita è camminare tra terra e cielo, sospeso tra la vita e la morte, su un filo d’acciaio teso tra le Torri Gemelle di New York.
Un sogno non convenzionale, ma decisamente poetico.

“Man On Wire” è l’appassionato e appassionante racconto di questa straordinaria impresa: nel 1974, con l’aiuto di amici folli come lui, il funambolo Philippe riuscì a camminare su un filo sospeso tra le due torri simbolo della città americana per ben 45 minuti.

Il film, girato da James Marsh, è realizzato con i filmati che il gruppo di amici girò all’epoca della progettazione dell’impresa e arricchito dal racconto degli stessi protagonisti ormai invecchiati di 30 anni.
Incredibile ma vero, questo gruppo di ventenni incoscienti riuscì a intrufolarsi all’interno delle Torri Gemelle eludendo la sicurezza, a tendere un cavo d’acciaio lungo 100 metri tra di esse e far camminare Philippe a 400 metri d’altezza.


Philippe Petit


L’elaborazione del piano è geniale: i trucchi e le soluzioni trovate dal gruppo a volte lasciano a bocca aperta, e tengono col fiato sospeso anche lo spettatore più scettico.
In un meccanismo perfetto che fa sembrare l’intera vicenda un balletto ideato da un coreografo geniale, lo spettatore si fa totalmente coinvolgere dall’entusiasmo, che sconfina in una follia piena di gioia di vivere, del protagonista.

In quest’opera, che definire documentario è riduttivo, c’è tutto: c’è la passione, c’è l’ incoscienza e l’esuberanza della giovinezza, ci sono le risate, le lacrime, la paura, la tensione e la gioia.
Philippe che cammina sospeso nel vuoto diventa metafora e simbolo del sogno: il sogno di fare qualcosa di più del lasciarsi vivere, di rompere gli schemi, di non omologarsi, di tendere verso l’essenza stessa dello spirito umano e di lottare per qualcosa che sembra impossibile da realizzare, di essere liberi.

Il suo gesto quindi può essere inteso come una pazzia, un atto politico, un grande ed estremo spettacolo: forse è tutto questo, forse il vero senso è che, come dice lo stesso Philippe: “Semplicemente era bello farlo”.

Accompagnato dalle bellissime musiche di Michael Nyman, il documentario vale la pena di essere visto e letteralmente vissuto: per un’ora e mezza anche il pubblico può sognare e sentirsi libero come se galleggiasse a 400 metri d’altezza.


Pubblicato su Cineforme.

2 commenti:

  1. e chissà se lo vedremo al cinema...
    :(

    RispondiElimina
  2. ciao posso lasciarti il link del trailer di un documentario a mio avviso molto utile per chi ama il cinema

    http://www.youtube.com/watch?v=R3Um0w6sb9o&feature=related


    complmenti per la tua rubrica

    NINA.

    RispondiElimina

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...