Festival del Cinema di Roma - Antefatto

Dietrologie da Festival




Ebbene sì.

A questa terza (e probabilmente ultima) edizione della Festa ooops…Festival Internazionale del Film di Roma ci sarò anche io.
Dopo aver chiesto per due mesi un accredito sono riuscita ad ottenerlo.

Direte voi: embè?!

Embè c’è tutta una storia dietro a questa manifestazione, che per due anni mi ha fatto rosicare come un chihuahua in infradito.

Partiamo dal 2006: prima edizione del Festival (quando ancora era la Festa popolare), si sa che il premio sarà attribuito da una Giuria Popolare scelta tra tutti gli appassionati che entro il mese di aprile avranno visto 6 film, compilato una tessera apposita con i timbri applicati alla biglietteria del cinema, spedito i biglietti e le mini-recensioni delle pellicole più una breve presentazione a una commissione esaminatrice.

Da brava nerdacchiona appassionata di cinema fino al midollo, faccio punto per punto queste cose e spedisco il tutto.
A luglio arriva una mail in cui mi dicono che sono stata selezionata, insieme ad altre 299 persone, tra 3000 candidati, per la prova finale per far parte della giuria.

Vado a questo colloquio e con mio enorme disappunto scopro che non ci sarò solo io davanti agli esaminatori, ma sarà un “colloquio collettivo”: in 10 dovremo interagire tra noi, come se fossimo una giuria.
E che ca%&o!!!
Esami di gruppo?!
Ma che roba è?!

Comunque…

A selezionarci ci sono tre critici ed esperti - di cui uno molto famoso che d’ora in avanti chiamerò Il Drugo – e udite, udite: Ettore Scola, il presidente di giuria.

Il Drugo comincia a riassumere i motivi per cui ognuno di noi è stato selezionato e ci esorta a presentarci uno per uno e a dire perché dovremmo essere scelti.
Secondo un ordine sfigatissimo parlano prima un pensionato ultrasettantenne che praticamente dice che è lì perché non c’ha un cavolo da fare, un’altra che spiega che ha appena divorziato e quindi ha bisogno di un’esperienza estrema (estrema?! Ma vai a fare un viaggio in Nepal allora, fai un’orgia, ubriacati, vai al Grande Fratello, non venire qui a impietosire gli esaminatori co’ 'ste cose!) e poi lo scatafascio: prende la parola una tardona di dimensioni mastodontiche che si presenta come modella subacquea.
Avete letto bene.
MODELLA SUBACQUEA!!!
A quel punto Ettore Scola, che non c’aveva manco guardato in faccia, che stava pensando sicuramente a che se poteva andà a magnà invece di perdere tempo in queste cazzate (si perché l’incontro era all’una…) all’improvviso si accende e comincia a prendere per i fondelli la signora.
La foca da scoglio non capisce che il signor Scola e Il Drugo la stanno sfottendo alla grande e comincia a descrivere i suoi set fotografici subacquei e addirittura tira fuori le riviste per subacquei per farle vedere a tutti!

Cioè boh…
Pensavo di essere capitata in una di quelle trasmissioni assurde condotte dalla D' Eusanio!
E non è finita qui: la signora, esortata da Scola che si lamentava del fatto che molti candidati non avevano espresso amore per la letteratura, parte a fare la narrazione della sua sfortunata infanzia, in cui a causa dell’estrema povertà fu costretta a rubare il suo primo libro all’età di otto anni…
Qui eravamo tutti sconvolti.

E soprattutto l’ora dell’incontro era praticamente finita e gli altri candidati, me compresa, non hanno potuto presentarsi.

Quindi il primo anno non sono stata presa.

Ho maledetto a lungo bombole, pinne, fiocine e balenottere giganti che si fanno fotografare…

Ma non demordo.




L’anno dopo faccio la stessa tiritera, e, con sorpresa, sono riselezionata di nuovo.
E vai con un’altra selezione di gruppo.
Questa volta sono agguerritissima, mi dico che prenderò la parola a qualunque costo, e se vedo una cinquantenne obesa, bionda ossigenata, con rossettonne rosso e riviste tipo “il sub allegro” la uccido con una mossa di karate.

Arrivo lì e ci sono i soliti tre critici, e Il Drugo fa: “Bene tra voi ci sono alcuni che sono già venuti l’anno scorso, quindi non parlerete, diamo la precedenza a chi è qui per la prima volta”.

Cioè, ma che cacchio me c’hai fatto venì a fà allora?!

Quando questi tizi, che ormai odio anche se non li conosco, hanno finito, Il Drugo dice a noi ghettizzati da concorso di spiegare in 30 secondi perché dovremmo essere presi visto che siamo stati già scartati l’anno precedente.

Io non so voi, magari avete nel DNA dei geni di Cicerone o uno sceneggiatore da Oscar in miniatura nell’orecchio che vi suggerisce un’apologia appassionata e convincente quando ne avete bisogno, ma lì per lì non mi è venuto niente di geniale da dire…

Solo: “Beh io l’anno scorso non ho potuto parlare perché una modella subacquea 50enne ha monopolizzato la scena” e lì Il Drugo: “Ah si! Le risate che ci siamo fatti con Scola!”.

Maledetti bastardi!

Ho avuto il tempo di dire poche altre frescacce e di esprimere la mia preferenza per il presidente di giuria straniero - che ancora non avevano individuato - e ho fatto il nome del grande Clint.

Il Drugo poi fa una cosa che non si dovrebbe MAI fare: fa false promesse a noi idioti che siamo lì per la seconda volta. Dice: “Voi che siete qui di nuovo non preoccupatevi”.
E come è andata a finire?

Email: "mi dispiace ma non ha superato la seconda prova".

Ma li mortacci vostraaaaaaaaaaaa!!!!!!!!!

Da quel momento Il Drugo mi sta un po’ sulle balle, anche se lo stimo perché è un grande amante e conoscitore di Kubrick.

Comunque come si dice, chi la dura la vince: quest’ anno al Festival ci sarò anche io!
E non da giurato sfigato che si deve vedere solo i film in concorso e basta, ma da giornalista!

Ah Drugo: TIE’!