giovedì 9 ottobre 2008

Babylon A. D.



In un futuro non troppo lontano e apocalittico, Toorop (Vin Diesel), un ex veterano di guerra diventato mercenario, deve scortare, dalla Russia in America, una ragazza, Aurora (Melanie Thierry), che, come una Madonna postmoderna, porta in grembo il prodotto non di un’immacolata concezione ma di un esperimento genetico.
E…basta.
Questo è tutto ciò che si può dire di Babylon A. D. adattamento cinematografico del romanzo “Babylon Babes” di Maurice G. Dantec: in un’ora e mezza di pellicola non succede nient’altro!


Vin Diesel

I personaggi appena abbozzati si muovono come marionette senz’anima in questo mondo a metà tra un set di fantascienza anni ’80 e un grande magazzino di prodotti elettronici.
Kassovitz, attore passato dietro la macchina da presa, che nel 1995 si è fatto onore vincendo con “L’odio” la palma per la miglior regia a Cannes, con questo film tocca il punto più basso della sua carriera da regista. Il francese costruisce infatti una pellicola inconcludente, irrisolta e sicuramente mutilata in più parti: inspiegabili alcuni stacchi di scena e irritante il finale frettoloso e quasi tagliato con l’accetta. La fotografia troppo cupa e i colori saturi non aiutano la riuscita stilistica del film, che dà l’idea di un vecchio video-gioco ormai non al passo con i tempi.
Il film sembra inoltre saccheggiare qua e là vari aspetti di pellicole e libri di fantascienza illustri: il richiamo al recente e sorprendente “I figli degli uomini” è evidente, non mancano sensazioni alla “Blade Runner” ed echi dei racconti di Philip K. Dick; il risultato è un pastiche dal sapore confuso e banale, deludente persino nella scena sulla neve – uno dei pezzi forti del film – che sembra presa da un film di James Bond.


Michelle Yeoh, Melanie Thierry e Vin Diesel


In tutto questo caos Vin Diesel svolge senza infamia e senza lode il suo compito, confermandosi come l’erede legittimo di Stallone e Schwarzenegger, ormai troppo vecchi per il ruolo dell’omaccione palestrato pronto a salvare il mondo.
Imbarazzanti invece i grandi Depardieu e Rampling: attori di serie A costretti a personaggi che sono in realtà delle macchiette, totalmente fuori posto in un prodotto di questo tipo.
La bella Melanie Thierry invece oltre al suo viso angelico offre ben poco alla pellicola, così come Michelle Yeoh, ormai confinata al ruolo di donna letale che si fa strada a colpi di kung-fu.
Passi la gestazione travagliata del film, passi la difficoltà di tradurre un romanzo di più di 600 pagine in pellicola, ma tutta questa approssimazione non è accettabile e fa di “Babylon A.D.” un ibrido prematuro che avrebbe potuto dare di meglio e che invece è destinato a finire nel dimenticatoio.
In sostanza “Babylon A.D.” ci propone cose che noi umani abbiamo già visto e immaginato più e più volte.


La citazione: "Questo maledetto riscaldamento globale sta mandando in puttane gli affari!"

Voto:

Uscita italiana: 24 ottobre

Pubblicato su Cineforme.

7 commenti:

  1. Devo dire che anche a me è venuto in mente I figli degli uomini dopo che ho letto la trama. Solo che Vin Diesel non è Clive Owen e allora forse lascerò perdere, forse...

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  2. complimenti, come direbbe qualcuno "l'hai toccato piano"

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  3. hem, l'hai pubblicato su cineforme però, mica su cinem'art

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  4. Pensavo fossero la stessa cosa...

    Correggo subito.

    Oh certo che te sei un incrocio tra un Grande Fratello e una signorina Rottermaier....

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  5. Lo aspetterò con calma sul DVD o addirittura in TV.

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  6. un pessimo incrocio dunque

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