mercoledì 10 settembre 2014

VENEZIA 71: “IL GIOVANE FAVOLOSO”

Mario Martone porta al cinema l’opera e la vita di Giacomo Leopardi, il più grande poeta e filosofo italiano dell’800, interpretato da uno straordinario Elio Germano 



Dite la verità: di Leopardi avete un vago e fumoso ricordo, di quando, all’ultimo anno di liceo, la vostra professoressa di italiano vi spiegò, in maniera forse non proprio chiarissima, qualche poesia triste di cui non siete riusciti a cogliere precisamente il senso. Per fortuna non avete mai dovuto portare alla maturità La Ginestra, poesia lunghissima e incomprensibile, che troneggiava sul vostro libro di testo ma che per fortuna l’insegnante ha saltato, preferendo dedicare un numero maggiore di ore al più rassicurante e simpatico Manzoni. Perché in fondo dai, si sa, Leopardi era un pessimista, odiava tutto e tutti perché era brutto e malato, e la sua gobba avrà anche portato fortuna a chi la toccava, ma a lui ha dato solo sofferenza: si capisce quindi perché abbia passato tutta la sua vita chino sui libri a parlare di cose malinconiche e difficili. 

Ogni volta che qualcuno dice questo, un pezzo di bellezza nel mondo muore e la fiducia nell’umanità è sempre meno possibile: doveva saperlo bene Leopardi, intellettuale di levatura straordinaria e uomo dall’intelligenza superiore, talmente sensibile e avanti per i suoi tempi da aver gettato le basi per il dialogo moderno sul rapporto tra l’uomo e la natura e tra fede e scienza, che, confinato nella piccola e provinciale Recanati, ha dovuto scontrarsi fin da subito con l’ottusità della gente, sempre spaventata e diffidente nei confronti di chi è diverso, sia nel fisico che nel pensiero. Un’ostilità che nel caso di Leopardi non proviene solo da parte delle menti più semplici: anche gli intellettuali dell’epoca guardavano con diffidenza a quell’uomo così strano eppure così geniale, una figura per loro icomprensibile di cui provavano paura e soprattutto invidia, come spesso succede in un paese dove tutti si sentono grandi mattatori su un palcoscenico. 

Mario Martone deve essere ben consapevole dei luoghi comuni che circondano Leopardi e della scarsa conoscenza della sua opera e, da artista sensibile quale è, ha trovato la miglior chiave di lettura possibile per rendere giustizia a una figura che merita di essere approfondita e amata: distaccandosi dal semplice biopic, che correva il rischio di essere troppo didascalico, il regita ha messo in scena la vita di Leopardi seguendo sì la sua biografia, alternandola però alla lettura di alcune delle sue opere più importanti accompagnate da immagini e visioni che sembrano scaturite direttamente dalla mente del poeta, come se sullo schermo fosse illustrato il momento della creazione della poesia. Una soluzione suggestiva e romantica, che permette di squarciare il velo che separa il Leopardi poeta da Giacomo, l’uomo solo e incompreso. Rendendo il film uno Zibaldone in immagini, Martone ci fa avvicinare al lato umano di un giovane il cui enorme intelletto era confinato in un corpo e in un mondo troppo piccoli e sgraziati per contenerlo, un uomo i cui sentimenti erano talmente profondi e struggenti da fare quasi paura per la loro bellezza e lucidità. 

A incarnare la figura di Leopardi è un Elio Germano finalmente misurato e ispirato, che sembra aver interiorizzato il dramma umano del poeta: la sua prova attoriale, aiutata da un lavoro sul corpo incredibile, a cominciare dalla postura e dalla camminata, è uno dei punti di forza del film, insieme alla colonna sonora, che unisce pezzi classici a musiche moderne, dando così la sensazione che non si stia parlando di un personaggio polveroso e confinato in una precisa epoca, ma di un uomo il cui vissuto ha valore universale. Oltre a rendere omaggio a una grande figura, Martone ha infatti reso il film un atto d’amore verso la bellezza e la cultura, sempre più bistrattata e mortificata, soprattutto in Italia. La bellezza non è un valore da mercificare e involgarire, ma un qualcosa che può stupire e far sognare, come una lucciola nella notte o un cielo stellato: la bellezza è un valore irrinunciabile perché, data la caducità delle vita umana, rapportati all’immensità dell’universo gli uomini non sono altro che granelli di sabbia dispersi nel vento. Abbandonati e soli in un infinito che non comprenderemo mai, soltanto la bellezza di “un’odorata ginestra” può salvarci.

Elio Germano


La citazione: 
"Giacomo: La ragione umana non potrà mai spogliarsi di questo scetticismo, perché contiene il vero.
Paolina: E in cosa consiste il vero?
Giacomo: Consiste nel dubbio."

Hearting/Cuorometro: ♥♥♥♥

Uscita italiana: 16 ottobre 2014


Titolo originale: Il giovane favoloso
Regia: Mario Martone
Anno: 2014
Cast: Elio Germano, Michele Riondino, Massimo Popolizio, Anna Mouglalis, Valerio Binasco, Isabella Ragonese, Federica De Cola, Iaia Forte, Raffaella Giordano, Paolo Graziosi
Colore: colore
Durata:  137 minuti
Genere: biografico
Sceneggiatura: Mario Martone, Ippolita di Majo
Fotografia: Renato Berta
Montaggi0: Jacopo Quadri
Musica: Sascha Ring
Paese di produzione: Italia
Casa di produzione: Palomar, Rai Cinema
Distribuzione italiana: 01 Distribution




Pubblicato su XL.

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