giovedì 24 luglio 2014

Francesco Arca: “Il cinema radical chic che giudica prima di vedere”

L’attore al Giffoni Film Festival ci ha parlato della sua esperienza sul set di Ferzan Ozpetek. In televisione tornerà nella nuova stagione de “Il commissario Rex”, diretto dai Manetti Bros. Nella sua vita anche il progetto ‘parallelo’ del ristorante “perché siamo i precari per eccellenza’ e la sua relazione d’amore, quasi un romanzo a puntate 




Jeans strappati, camicia bianca e occhiali da sole scuri: nella sua divisa da sex symbol Francesco Arca è arrivato al Giffoni Film Festival per ritirare il premio Explosive Talent Award. Ex tronista di “Uomini e Donne, protagonista di fiction di successo come “Incantesimo, “Ho sposato uno sbirro” e “Le tre rose di Eva, Arca è ora passato al cinema d’autore grazie a Ferzan Ozpetek, che lo ha voluto nel suo ultimo film “Allacciate le cinture, affresco di amore, morte e malattia al fianco di Kasia Smutniak. Accolto con calore dai ragazzi, l’attore ha rivelato la sua emozione nel trovarsi di fronte a una platea così numerosa e ha cercato di infondere entusiasmo nei più giovani parlando del suo fortunato percorso.


Televisione, fiction, ora il cinema: com’è lavorare in questi ambienti così diversi? Ne preferisci uno in particolare? 

“Ho fatto la fiction, sono passato al cinema, tornato alla fiction e spero di tornare al cinema: non c’è un vero salto. Forse questo stacco si avverte solo in Italia: all’estero un attore può tranquillamente scegliere un progetto televisivo perché gli piace e poi tornare a fare cinema e magari di nuovo in televisione. Ci sono tante differenze, ovviamente, soprattutto per quanto riguarda le tempistiche: i tempi del cinema non sono assolutamente quelli della televisione, però l’importante è il progetto. Devo essere sincero, negli ultimi anni in Italia stiamo facendo dei lavori di qualità nel campo della fiction. Certo c’è ancora tanta strada da fare per arrivare al livello che si vede in altri paesi, però ci stiamo dando da fare”. 

Quando Ferzan Ozpetek ti ha scelto per il suo film “Allacciate le cinture” c’è stata una polemica a causa del tuo passato televisivo. Credi che il cinema italiano sia un ambiente un po’ snob? 

“Pregiudizi perché sono stato un tronista? Possiamo dirlo: il cinema italiano è un ambiente un po’ “radical chic”: quando Ferzan mi ha scelto ho sentito una forte responsabilità perché sapevo che sarei finito nell’occhio del ciclone. So che ci sono tantissimi bravissimi attori che aspettano anni per fare quello che ho fatto io in quattro anni, quindi sono stato molto fortunato. Ovvio che una volta fatto il tuo lavoro la gente è pronta a esprimere un giudizio: quello che chiedo sempre è di aspettare di vedere il lavoro e poi giudicare. Il giudizio va sempre bene però dopo aver visto il film: mi sono ritrovato a rispondere ad alcuni giornalisti che non lo avevano nemmeno visto , questo è un po’ strano. Io so benissimo qual è il mio percorso: so da dove vengo e so dove voglio arrivare, quindi non ho nessun tipo di timore a parlare di quello che facevo prima, non mi sento debilitato in niente”. 

A proposito di percorsi differenti: hai aperto un ristorante a Roma, com’è questa nuova avventura? 

“Questo è un altro percorso ancora. Il mondo dello spettacolo è un mondo di precariato costante: tranne l’élite di bravissimi attori che lavorano sempre, noi piccoli abbiamo un destino più incerto: si può lavorare e poi magari rimanere fermi cinque mesi, poi tornare a lavorare e magari dopo stare fermi un anno. Io ho avuto due anni in cui non mi sono fermato un attimo e poi sono stato fermo un anno: quindi bisogna sapersi reinventare. Il segreto è impegnarsi quando non c’è niente su cui impegnarsi. Io avevo questa grande voglia di aprirmi un ristorante e l’ho fatto: l’ho fatto a Roma con due miei amici che fanno gli attori, Primo Reggiani e Matteo Branciamore, e vorremmo aprirne un altro. È una cosa che ti tiene occupato, ti dà tante responsabilità in più, ma ti tiene occupato”. 

Tu hai lavorato con i Manetti Bros in “Il commissario Rex”: com’è lavorare con loro?

“Lavorare con i Manetti Bros è stata un’esperienza all’inizio abbastanza destabilizzante: i Manetti hanno un modus operandi completamente loro, ma una volta che entri in quel meccanismo poi è una passeggiata. È difficile all’inizio perché ti danno molto spazio: mi sono trovato in difficoltà perché non sapevo se stavo facendo bene o no. Gli chiedevo sempre: “Devo fare qualcos’altro? Volete che cambi qualcosa?” e loro si limitavano a dirmi: “Fai te”. Quindi questo “fai te” è diventato una sfida con me stesso e, visto che io sono severissimo nei miei confronti, non mi andava mai bene niente. Spesso pensavo tra me “mannaggia questa scena l’ho fatta male, vorrei rifarla”, ma era complicato perché loro non vogliono lo schermo sul set e quindi non potevo rivedermi. Quindi con loro devi stare concentratissimo: questa è la grossa difficoltà”. 

Puoi dirci qualcosa sulla nuova stagione? 

“Incontrerò i Manetti tra un paio di settimane: prima dobbiamo aspettare la risposta dalla Rai. Se la Rai ci darà il via libera allora incontrerò i Manetti tra due settimane e cominceremo a parlare della nuova stagione. Loro mi hanno già accennato qualcosa e sarà abbastanza esplosiva”. 

Nella tua vita sentimentale c’è stato un ritorno di fiamma dal passato: puoi dirci qualcosa?

“Non è molto strana come cosa. Ho conosciuto questa ragazza dieci anni fa: siamo stati un anno insieme, poi io sono scappato via. Poi ci siamo rivisti dopo tre anni e ci siamo rimessi un altro anno insieme ma il mio cervello ha fatto contatto e sono riandato via. Io ho avuto la mia storia, lei ha avuto la sua, e poi ci siamo ritrovati l’anno scorso e ci siamo fidanzati di nuovo. Ora lei sta con il cronometro in mano perché dice “se tanto mi dà tanto dopo un anno finisce”: ma in realtà l’anno è già passato quindi stiamo andando verso la direzione giusta. Forse ho messo la testa a posto”


Pubblicato su TvZap.

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