Capelli
neri raccolti e decorati con un fiore, modi gentili, tempra d'acciaio: per
molti Aung San Suu Kyi è un'icona dei nostri tempi, un'immagine che si è
guadagnata un posto nella storia. Dietro il personaggio ormai divenuto simbolo
immortale c'è però una persona, una donna, una moglie e una madre che ha
lottato con la sola forza di volontà per oltre 20 anni e che continua a
combattere per diritti che dovrebbero essere scontati.
Premio
Nobel per la pace nel 1991, Aung San Suu Kyi ha avuto una vita difficilissima:
dopo l'assassinio del padre, il generale Aung San, leder della lotta per
l'indipendenza della Birmania, Aung è andata a vivere in Inghilterra dove ha sposato
il professore universitario Michael Aeris. Tornata in patria nel 1988, Aung si
mette a capo del movimento per l'indipendenza e vince le elezioni in maniera
schiacciante. La giunta militare cerca di metterla a tacere imprigionandola e
impedendole di governare. Comincia così la ventennale resistenza di Aung San
Suu Kyi, che con la sola forza di volontà è riuscita a portare avanti la sua
lotta per la libertà e la giustizia, fino alla sua liberazione avvenuta solo il
13 novembre 2010.
Il
regista Luc Besson non punta sui fatti storici e sulle vicende politiche, ma si
concentra soprattutto sulla storia umana e personale della protagonista,
raccontando la sua storia d'amore con il marito Michael, figura a cui viene
dato molto spazio, realizzando un ritratto intimo e privato. Aung Suu viene
quindi ritratta soprattutto come moglie e madre, una moglie che non ha potuto
dire addio all'amato marito, morto di cancro nel 1999, e che non ha visto
crescere i suoi figli.
La
scelta di Besson è comprensibile, visto il difficile compito di condensare in
un solo film 30 anni di vita, ma dal suo racconto non emerge a pieno la
straordinaria figura politica di Aung Suu. Santificare il personaggio sarebbe stata
comunque una mossa azzardata, ma puntare tutto solo sulla dimensione umana non
convince appieno: si sarebbe dovuto trovare un giusto compromesso tra il
personaggio storico e quello privato.
Impressionante
l'interpretazione di Michelle Yeoh: l'attrice ha saputo incarnare alla
perfezione la figura di Aung Suu, ricalcandone la gestualità, la postura, la
grazia e la forza, per una mimesi praticamente perfetta. Per la Yeoh c'è
profumo di candidatura all'Oscar, ma anche l'attore David Thewlis, nel ruolo
del marito, risulta convincente.
Michelle Yeoh
La citazione:
- "Quanto starai via?".
- "Una settimana, forse due".
- "Quanto starai via?".
- "Una settimana, forse due".
Hearting/Cuorometro: ♥♥♥
Uscita italiana:
Titolo originale: The Lady
Regia: Luc Besson
Anno: 2011
Cast: Michelle Yeoh, David Thewlis, Jonathan Raggett, Jonathan Woodhouse
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