venerdì 5 ottobre 2012

Boss: la serie politica che porta Shakespeare in tv


Presentata in anteprima al Roma Fiction Fest, e in onda su Rai 3 dal 4 ottobre, la serie che segna il ritorno in tv di Kelsey Grammer per la prima volta in un ruolo drammatico.


Tom Kane è un uomo potente. 
 Tom Kane è il sindaco di Chicago. 
 Tom Kane è un politico senza scrupoli. 
 Tom Kane è anche un uomo malato. 
 Dopo il cinema, ecco il teatro formato tv. E’ il passo ulteriore compiuto da “Boss”, la serie creata da Farahd Safinia per il canale Starz. Con echi di “Re Lear”, il telefilm segue le vicende di Tom Kane, nome non a caso assonante con il Citizen Kane di Orson Welles, sindaco di Chicago, apparentemente integerrimo ma in realtà corrotto fin nelle viscere. Il rapporto con la moglie e la figlia è compromesso, il fervore della passione politica è ormai lontano, tutto quello che interessa a Kane è il potere. 
La sua malattia, la “demenza da corpi di Lewy”, rara sindrome neurologica degenerativa, lo costringerà a fare i conti con il suo vissuto e a vedersi per come è realmente. 

Con i suoi tempi insoliti per la televisione, fatti di lunghi dialoghi, silenzi e sguardi, “Boss” sembra un’opera teatrale, in cui il centro di interesse è focalizzato sulle emozioni dei singoli personaggi, sulle loro sfumature, le scelte e le motivazioni personali. 
Nel ruolo del protagonista un immenso Kelsey Grammer, che torna in tv per la prima volta in un ruolo drammatico. Reso noto al grande pubblico per i suoi ruoli brillanti in “Cin Cin” e “Frasier”, Grammer nei panni di Tom Kane sfodera tutto il suo repertorio di attore di teatro, trasformando il suo sindaco in un vero personaggio shakespeariano: complesso, feroce, temibile ma con un seme di nobiltà ancora nascosto dentro di sé. 

Il pilota della serie è diretto da un regista d’eccezione: Gus Van Sant, che ne è anche produttore esecutivo. Il risultato è che una regia personale, fatta di primissimi piani che indulgono su occhi e orecchie, come a voler sottolineare l’importanza delle parole oltre a quella delle immagini. “Boss” si presenta allo spettatore come un prodotto non convenzionale, difficile, maturo, che gioca con lo stile, come con il sonoro, ad esempio, composto solamente dai suoni della città e praticamente privo di una colonna sonora. Siamo certamente di fronte a una delle serie più interessanti dell’anno.


Pubblicato su TvZap.

1 commento:

  1. Bellissimo, attori strepitosi, da vedere assolutamente!
    L'anno scorso mi sono imbattuta per caso nella prima puntata e sono rimasta folgorata, l'ho vista due volte di seguito: poi ho scoperto che era diretta da Van Sant, classico esempio di come la regia sia fondamentale nel raccontare (bene) una storia.

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