Del seguito del fortunato (e da me apprezzatissimo) Transformers mi avevano detto peste e corna: è troppo lungo, è solo botti e robots fracassati, non c'è storia, non si capisce nulla.
Tutta roba vera. Anzi verissima.
Però, nonostante tutto, Transformers 2 è un filmone.
No, non scherzo. Avete letto bene. Lo riscrivo se volete: Transformers 2 è un filmone. Lo dico con convinzione. Esagerato, sconclusionato, con una trama semplicissima che si dipana e disperde in tante piccole gags più o meno riuscite: un grandissimo esempio di “cinema contenitore”, di cinema come fabbrica di sogni, di cinema inteso come puro intrattenimento. Un mega-giocattolone insomma. Vi ricordate quando da piccoli giocavate con macchinine e pupazzi, robots, bambole e peluches e gli facevate fare di tutto inventando avventure strampalate e assurde? Transformers 2 è la trasposizione cinematografica di quelle esperienze. Me li immagino gli sceneggiatori chiusi in una stanza a dire:
“E se ci mettessimo l'Umpa-Lumpa di Tim Burton a fare la guardia egiziana?”
“Fico! Scrivilo, scrivilo. E se ci mettessimo pure John Turturro che si spoglia e fa vedere le chiappe indossando un perizoma?!”
“Stupendo, stupendo! E se un robot-cane si facesse la gamba di Megan Fox?!”
“Geniale! Geniale!”.
Credo sia andata più o meno così. Oppure, come la madre di Sam nel film che mangia biscotti alla marijuana, gli sceneggiatori erano fatti come delle zucchine quando hanno dato forma al tutto.
Come sia andata non importa, ciò che conta è che non mi fomentavo in una maniera così rozza e infantile da tempo. Nelle ben 2 ore e 15 minuti di film sono ritornata indietro di anni, ricordandomi di quando inventavo storie assurde con mostri e personaggi improbabili. Cinematograficamente parlando questo grande minestrone infantile dà al film un vastissimo cocktail genetico: c'è il film adolescenziale con il protagonista che va al college, con i compagni di stanza nerd e smanettoni, c'è la fantascienza ludica con i robottoni nello spazio, c'è l'avventura vecchio stile nel deserto egiziano, a metà tra Indiana Jones e Stargate, c'è la commedia demenziale affidata soprattutto ai genitori di Sam (totalmente assurdo ed inspiegabile il siparietto della madre che mangia le lumache a Parigi e poi le sputa nel piatto e per questo già mio cult personale) e al mitico Turturro, un genio in qualsiasi situazione, anche con un perizoma addosso. E proprio perché si tratta di un film contenitore fatto da cinefili stra-nerd, le citazioni e i riferimenti si sprecano: sul muro della stanza di Sam al college c'è il poster di Bad Boys (e questa più che una citazione è un'auto-citazione di Bay), il vecchio robot col bastone (cioè, cioè un robot vecchio con la barba e il bastone: geniale!) dice: “Sono troppo vecchio per queste cose!”, frase presa direttamente da Arma letale, l' autobot verde è Yoda in versione robot, Il caduto che sale sulla piramide è una variante di King Kong sull'Empire state building, Turturro si mette una tuta da Ghostbuster, Optimus Prime è inquadrato in una camminata al rallenty che sprizza Armageddon da tutti i pori (altra auto-citazione di Bay), la ricerca spasmodica dell'oggetto fondamentale per salvare il mondo fa tanto ricerca del santo Graal, Turturro cita persino il film Sfida all'O.K. Corral, il robot-insetto che si infila nel naso di Sam è uguale alla cimice di Matrix. E se fate attenzione, ma proprio attenzione attenzione, quando i robots cattivi prendono il controllo degli schermi di Madison Square Garden si vede per un attimo l'immagine di Spielberg, produttore esecutivo del giocattolone (oppure me lo sono immaginato. Ero partita del tutto). E in più: c'è pure un cavolo di defibrillatore in pieno deserto (lo ammetto: amo tutti i film in cui si defibrilla. La scena di Casinò Royale mi fomentò come pochi), il tostapane e il tritarifiuti che diventano alieni, una bona che salta addosso a Sam ed in realtà è un robot (della serie se una stra-figa ti salta addosso senza motivo o sei Hugh Jackman o è un robot alieno), il professore universitario con la sciarpetta da dandy che lancia una mela mozzicata alle studentesse per spiegare la gravità...
Insomma, un intruglione assurdo divertito e divertente, pieno di citazioni, di nonsense, ellissi narrative, di siparietti comici piazzati in momenti non sospetti (Turturro che fa il macellaio ed è pure un blogger che nasconde sotto la cella frigorifera cimeli e carte segrete...cioè!!!). E poi i robots. I robots diamine! Stupendi: colorati, snodati, maestosi, animati alla perfezione. Si picchiano e si smaciullano con una violenza inaudita: mascelle strappate, arti tranciati di netto, artigli che trapassano il petto...Sembra di vedere un torneo di lotta tra robots! Il loro sonoro poi è spettacolare: così caratteristico da ricordare il lavoro fatto per Star Wars con il suono delle spade laser. Fichissimo. E in particolare: quando Optimus Prime si monta gli altri pezzi addosso quello è chiaramente Megazord dei Power Rangers. E io ce l'avevo Megazord! Quanto ci ho giocato! Fomento puro.
Transformers 2 è dunque la realizzazione di un cinema ludico all'ennesima potenza, di un cinema così spettacolare negli intenti e negli effetti, così esagerato, grande, dilatato, inverosimile e ambizioso da diventare involontariamente geniale. Un cinema che ci fa capire quanto ormai le possibilità narrative si siano allargate, potendo mostrare cose che potevamo solo sognare fino a pochi anni fa.
Megan Fox e Shia LaBoeuf
La citazione:
"- Come sai che funzionerà?
- Perché io ci credo!"
Voto: ♥♥♥
Titolo originale: Transformers: Revenge of the fallen
Regia: Michael Bay
Anno: 2009
Cast: Shia LaBeouf, Megan Fox, John Turturro, Ramon Rodriguez, Kevin Dunn, Julie White, Isabel Lucas, Josh Dunamel, Tyrese Gibson
Dopo questa recensione concludo che tu sei una donna da sposare!! Avevi pure il Megazord!
RispondiEliminaIn effetti è uno di quei film insensati ma che ci vai di filato al cinema!
E faccio pure un tiramisù leggendario!!!
RispondiElimina:D
Puntuale come le zanzare dopo il tramonto, vengo a rompere le balle :D
RispondiEliminaHeidegger scrive che la morte dell'arte avviene quando questa perde il suo significato di "messa in opera della verità" e si classifica solamente come un vissuto personale. Del tipo: mi piace la Gioconda perchè mi ricorda mia madre, aveva lo stesso sorriso e gli stessi capelli.
Transformer 2 (così come il primo ed il 90% della produzione cinematografica) è un prodotto dell'Industria Culturale, non è arte. E' come andare al McDonald tutti i giorni perchè mi piace il Big Tasty o andare a mignotte il sabato sera perchè non ho una ragazza. Il risultato è che il Mc tutti i giorni ti buca lo stomaco e le mignotte prima o poi ti passano qualche simpatica malattia venerea.
Mò, apparte la triste parentesi medicale (completamente improvvisata date le mie scarse qualifiche :P), parte il pippone moralizzante su cui sono più ferrato.
Non condivido il tuo giudizio, seppur rispettandolo, perchè se Transformer venisse considerato universalmente un "filmone" assisteremmo alla totale disfatta del genere filmico.
I produttori ed i registi si sentirebbero sempre più disposti a fare dei film PER lo spettatore, girare pellicole paracule come questa che tira in ballo tutti i bisogni primari dell'animale uomo (di cui Megan Fox è l'esempio lampante!) e ti permette di soddisfare gli sfizi del sabato pomeriggio. Diventerebbe un McCinema O.o e la prospettiva non mi alletta neanche un pò!
[Mò, che Transformer ti sia piaciuto non c'entra con la critica, io guardo tanta di quella mondezza che farebbe impallidire Ed Wood, ma è cinema "usa e getta".]
Se applicassimo il concetto di Heiddegger al cinema allora tutto il cinema non avrebbe senso. Il cinema è per sua stessa natura non vero. Di più: la verità al cinema è qualcosa che non ha mai funzionato. Se vogliamo la verità vediamo dei documentari. Il cinema viaggia su binari completamente diversi: è fatto di immagini codificate da un occhio che non è il nostro, che rielabora il mondo e le storie come le vede lui e ci dà la possibilità di vedere realizzati le SUE visioni.
RispondiEliminaE' per questo che il cinema è così diverso dalla lettaratura, perché con un libro lo spettatore ha molta più libertà di fantasticare e immaginarsi personaggi e situazioni come più preferisce.
In un film no, è il regista che ci porta dove vuole lui.
Oltre a ciò, il cinema E' intrattenimento, lo è sempre stato e sempre lo sarà.
E' vero però che si può utilizzare questo mezzo in vari modi, più o meno sfacciatamente commerciali.
Transformers è chiaramente il massimo del commerciale, della macchina da soldi.
Ma chi va a vedere questo tipo di film sa a cosa va in contro. Se vado a vedere Transformers non mi aspetto certo Kubrick o Cronenberg.
Così quando vado dal Mc so benissimo che non è buono e salutare come un bel filetto al pepe ma ci vado comunque perché ogni tanto una "bella botta" ci sta tutta.
E quando ho voglia di Mc così come di cinema spudoratamente ludico e fracassone voglio il giocattolone e il panino più grande, grosso e saporito che c'è.
E Transformers è il corrispettivo del Big Mac (o del Whopper se preferisci Burger King).
Non sarà una roba sofisticata, ma è divertente e nel suo genere, è un filmone. Nel senso letterale: è grosso ed esagerato.
Ed è così che deve essere. Lo prendo per quello che è.
^^
Ho fatto la cazzata di parlare di Heidegger che è uno degli autori più incomprensibili della terra, però non confondere la verità con la realtà. In termini tecnici sono due cose diverse :D
RispondiEliminaRossellini è realista (o neorealista) ed i documentari sono realistici. Il vero dell'opera d'arte è, cito: "la modalità di apertura all'essere". Una cosa che per spiegarla ci vorrebbe un semestre e sicuramente non sarei la persona più adatta :P
Per non divagare e tornare al tema, Transformers preso una volta ogni tanto è ludico, è una specie di eccezione alla regola. La regola del cinema dovrebbe essere quella di fare film sensati e comunicativi, piuttosto che torture porn alla Hostel o polpettoni natalizi alla Vanzina. Ovviamente questa è la mia interpretazione, non credo che "l'essenza del cinema" (per dirla alla Heidegger) sia la pura spettacolarità.
... e poi Michael Bay mi sta proprio sul cazzo :D
Non confondo affatto la verità con la realtà.
RispondiEliminaAnche perché "rappresentare la verità" mi sembra un concetto assurdo!
Quale verità?
Di chi?
E il realismo al cinema è uno stile, si possono raccontare con stile realista anche cose assurde, come racconti fantasy o fantascientifici.
E poi finiamola con questo atteggiamento da puzza sotto il naso che solo il cinema "alto" vale la pena di essere visto. Ma a chi interessano veramente i film con dei pastori della steppa che stanno tutto il tempo tra pecore e vento?!
Secondo me sono allo stesso livello, però estremo opposto, dei Vanzina e dei film demenziali. Con la differenza che ci tediano completamente.
A questo punto preferisco un Michael Bay che sfoggia con orgoglio il suo essere un coatto fabbrica soldi.
:D
Ma certo, sicuramente un film del genere è più godibile di un film di David Lynch, su questo non c'è dubbio. Ed un piatto di lasagne è più godibile di un minestrone.
RispondiEliminaMa l'arte non è godimento, questo è McCinema e non ha assolutamente niente a che fare l'origine (europea) del cinema, vedi Murnau o Lang. Da Hollywood in poi le cose cambiano, Hitckcock è il primo che basa le sue pellicole sul godimento, ma ancora c'era una sensatezza: una verità.
Che vuol dire verità? E' semplicemente il senso profondo, l'intento e l'essenza di un film. Cambia a seconda di ogni pellicola.
"Psycho" mette in scena la follia e ne parla come ne parlerebbe Freud in un trattato di psicoanalisi, aggiungendo dei contenuti. Un qualunque horror contemporaneo su un killer psicopatico è una scusa per mettere in scena l'omicidio, tanto sangue e donne mezze nude.
Non è necessario parlare di pecore e pastori per avere un cinema alto. Tarantino, tra sparatorie e parolacce ci riesce benissimo. Unisce l'utile al dilettevole.
Micheal Bay piglia la Fox sudata e la piazza su una moto, maddai. Secondo me è una paraculata che non dovrebbe avere tutto questo credito.
Formalmente sono sullo stesso piano. Sono entrambi film, ma uno è finalizzato al godimento dello spettatore mentre l'altro produce delle domande e delle risposte.
E ma infatti il punto è questo: se mi vedo Transformers NON VOGLIO farmi delle domande.
RispondiEliminaMi voglio divertire e basta.
Non ci trovo nulla di male.
Poi che i veri capolavori siano altre cose è ovvio.
Ma perché devo pensare per forza al cinema?
A volte è bello divertirsi e basta.
Il cinema come puro godimento mi sembra un'ottima cosa. Ogni tanto ovvio.
Non ci si trova in questo. Per me il cinema è arte e l'arte deve far pensare.
RispondiEliminaGuardi un Picasso, è storto, ha il naso messo male e tre occhi. Non è affatto godibile ma ti chiedi il perché di quella strana composizione. Io credo che il cinema debba avere questa funzione, ma la posizione che assumi tu è valevole tanto quanto la mia (detto così suona un popporno O.o). Basta pensare al treno dei fratelli Lumière che ha fatto cagare sotto mezza Parigi!
Siamo ufficialmente arrivati al capolinea, signorina, la ringrazio per lo scambio di opinioni. :D