venerdì 20 gennaio 2012

“Homeland”: l’altra faccia della guerra

Nella serie vincitrice di due Golden Globe un’analisi inedita del conflitto in Iraq. Temi scottanti e un bel cast, con Claire Danes. Su Fox Italia a febbraio 


“Ho un ragionevole dubbio”: se si dovesse riassumere in una sola frase il senso di “Homeland”, premiata come miglior serie drammatica ai Golden Globe, questa sarebbe la più calzante. Il dubbio in questione è innanzitutto quello di Carrie Mathison (Claire Danes), analista della CIA specializzata nella lotta al terrorismo che, grazie a una soffiata ricevuta in un’operazione non autorizzata in Iraq, ha scoperto che un soldato americano è passato al nemico. Carrie tiene per sé l’informazione, ma quando in un’operazione di salvataggio il sergente dei Marines Nicholas Brody (Damian Lewis) viene sottratto ai suoi carcerieri dopo otto anni di prigionia, il dubbio si insinua nella sua mente. Quello che tutti vedono come un vero eroe americano, per Carrie è un potenziale nemico letale, pronto a colpire dall’interno la sua stessa patria. 

Basata sulla serie israeliana creata da Gideon Raff, “Prisoners of War”,”Homeland” è un racconto avvincente e intricato, che tratta temi delicati resi ancora più scottanti dal fatto che sono recentissimi e ancora in corso. La guerra in Iraq è un capitolo controverso della storia americana e “Homeland” ne racconta aspetti inquietanti: la possibilità che americani possano tradire il proprio Paese è uno dei golem che forse più spaventano l’America e il ruolo dei servizi segreti non è mai del tutto chiaro. 

 Il racconto non è però basato su azioni spettacolari alla “24”: si tratta di una storia molto più matura, che fa una riflessione sul rapporto tra l’apparenza e i fatti, tra il privato e il pubblico, tra la menzogna e la verità. I personaggi sono approfonditi e tutto diventa un duello mentale all’ultimo indizio. Notevole il cast: per il ruolo di protagonista Claire Danes è stata premiata con il Golden Globe, grazie a un personaggio arricchito da mille sfumature e reso profondamente umano. Quanto al co-protagonista Damien Lewis, il suo sergente Brody è ambiguo e impenetrabile, non si riesce mai a capire cosa pensi realmente. Poi c’è Mandy Pantikin nel ruolo di Saul, figura saggia e quasi paterna, un punto di riferimento nell’incertezza generale. 

“Homeland” è un prodotto che si è meritato addirittura gli apprezzamenti del presidente Obama e che dimostra come ancora una volta le serie tv siano diventate più coraggiose del cinema. In America è stata confermata una seconda stagione che andrà in onda a partire da ottobre, mentre in Italia la prima stagione andrà in onda su Fox dal prossimo 6 febbraio.

Pubblicato su TvZap.

4 commenti:

  1. Per me la sorpresa dell'anno. Lei straordinaria oltremodo, meritatissimo il golden globe direi. Anche lui non è affatto da meno tra l'altro.

    Ale55andra

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  2. Vero. Lei veramente fantastica, lui pure, io poi adoro pure Saul ovvero Mandy Pantikin alias l'indimenticabile Inigo Montoya di La storia fantastica! :)

    Però Game of Thrones mi piace di più! :P

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  3. racconto alto e profondo, che oltre a trattare per la prima volta alcuni temi, lo fa da una doppia prospettiva, senza la completa demonizzazione della prospettiva opposta; cosa abbastanza coraggiosa in un paese che "by accident o design" ha sostituito il terrorismo globale all'unione sovietica come nemico totale...

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  4. Esatto.
    Una vera sorpresa, mi aspettavo una cosa un po' noiosetta visto l'argomento e invece è stato veramente appassionante.
    Loro due poi bravissimi.

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