I film come questo sono i più difficili da recensire.
Non così brutti da mostrare il fianco a facili e feroci derisioni, né sufficientemente valenti come pellicole da meritarsi elogi e simpatia. Che dire allora?
L'Adam del titolo (Hugh Dancy) è un ragazzo con la sindrome di Asperger, ingegnere elettronico, orfano di padre e madre, che lavora per una ditta produttrice di giocattoli e vive da solo a New York.
La sua vita scorre monotona e silenziosa tra computer, telescopi e pasti precotti, fino a quando nel suo palazzo arriva una nuova coinquilina: Beth (Rose Byrne).
Beth è una maestra che coltiva il sogno di scrivere libri per bambini: solare e comunicativa, è tutto il contrario di Adam.
Hugh Dancy
Poco a poco, non si sa come, i due entrano in intimità, complici la curiosità di lei e il comportamento dolce di lui che lo rendono simile ad un bambino, anche se nel corpo di un uomo di 30 anni.
La storia tra i due, messa subito al centro della scena, è intrigante e all'inizio convince.
Ma dopo i primi 40 minuti il flusso narrativo prende altre direzioni che distraggono dalla trama principale e sembrano messe lì sostanzialmente per "allungare il brodo": che senso ha inserire il processo del padre di Beth (che poi è il mitico Sandy Cohen di The O. C.) nel contesto della loro storia? E l'amico di Adam perché è buttato lì come una suppellettile che arricchisce lo sfondo e non viene mai approfondito?
Hugh Dancy e Rose Byrne
Non ci siamo.
Lo spunto iniziale era interessante, ma il racconto perde colpi, fino al frettoloso e scontato finale, al termine del quale ci rendiamo conto che dimenticheremo questo film entro 5 minuti.
D'altronde se il momento più emozionante è quello dei procioni a Central Park (sì ho spoilerato! Venitemi a dire qualcosa!) converrete anche voi che qualcosa è andato storto.
La citazione: "Eri eccitata? Sessualmente? Perché io lo ero"
Voto: ♥♥
ammazza il finale mica è così scontato! caruccio dai, ce l'avessi io na vicina di casa così!
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