La nascita del mito
Ridley Scott rilegge la leggenda di Robin Hood affidandosi di nuovo al suo attore feticcio Rusell Crowe
Robin Hood. Il ladro di Sherwood. La freccia più veloce d'Inghilterra. L'eroe che ruba ai ricchi per dare ai poveri. Quanti film sono stati fatti su di lui? Tanti. Tantissimi. Forse troppi.
A cominciare dalla versione anni '30 con Errol Flynn in calzamaglia, passando al mitico Robin Hood a volpe della Disney, quello comico di Mel Brooks, fino al cult con Kevin Costner e Morgan Freeman, in molti hanno cercato di rubare qualcosa all'arciere più famoso di sempre.
Che fare quindi con un tale bagaglio di precedenti alle spalle?
Cate Blanchett e Russell Crowe
Ridley Scott ha fatto la mossa più intelligente possibile: raccontare non la storia che tutti conosciamo, e che ci aspettavamo, ma la nascita di quella storia. L'origine del mito.
Ed ecco che il Robin di Scott è in principio Longstride, umile soldato arruolato nell'esercito di Re Riccardo, poi Loxley, grazie ad un fortunato scambio di persona ed infine Hood, fuorilegge che si ribella alla tracotanza del Principe Giovanni.
Come per ogni grande personaggio che si rispetti, Scott ha regalato a Robin Hood un prequel, in cui il protagonista è mostrato in chiave più matura: è un eroe rude, vero, perennemente immerso nel fango e grondante sangue e sudore, un vero uomo a tutti gli effetti, non un semplice belloccio in calzamaglia. Conseguentemente, anche Lady Marion non è la solita donzella in difficoltà: la Marion della splendida Cate Blanchett è una donna non più giovanissima che si è resa indipendente, che manda avanti il suo podere come un uomo, che lavora, che non si sottomette al viscido sceriffo di Nottingham - qui una macchietta più che lo storico rivale di Robin - e non ha paura di impugnare la spada per difendere la sua libertà. Con questi due grandi e fortissimi personaggi a disposizione, possiamo assistere ad una storia d'amore matura e avvincente, che non è il solito scialbo contorno della vicenda, ma perno importante e passionale.
Mark Strong
Ad affiancare i due carismatici protagonisti un Little John massiccio e spaccone interpretato da Kevin Durand (il Keamy di Lost), gli immensi Max Von Sydow e William Hurt (nei ruoli di Sir Loxley e il consigliere del re) e il sempre più granitico e mefistofelico Mark Strong, attore feticcio di Guy Ritchie, ormai cattivo per eccellenza del cinema contemporaneo.
Grandissimo cast dunque, con un Russell Crowe che torna al fulgore d'un tempo, e un Ridley Scott che ritrova il giusto ritmo e la grande maestria delle scene di massa e d'azione che lo caratterizzano.
Una pellicola da seguire fino alla fine, ritmata e avvincente nonostante le quasi due ore e mezza di durata, da gustare fino agli splendidi titoli di coda, vera opera d'arte.
La citazione: "Rise and rise again until lambs become lions"
Pubblicato su MPnews.it
Voto: ♥♥♥
troppo lungo secondo me... e solo il finale salva il film, che fino ad allora è solo un buon prodotto...poi cosa vuol dire che l'idromele è fatto in casa???? all'epoca a pate i monasteri che c'erano le fabbriche????
RispondiEliminaMa sì dai, è onesto, non è un capolavoro ma sicuramente di alto livello.
RispondiEliminaSì c'ho pensato anche io quando l'ha detto!!!
Si vede che comunque magari lo producevano in fattorie o cose più grosse...Il frate invece se lo faceva nella scodella di casa!
^^
A me è piaciuto molto poco. Comunque è vero, i titoli di coda sono straordinari!!
RispondiEliminaAle55andra
Il trailer non mi ispirava molto, ma la tua recensione mi ha incuriosito... in particolare questa cosa dei titoli di coda!!!
RispondiEliminad'accordo con te!
RispondiEliminaa me è piaciuto molto. ottima soprattutto la componente politica che si snoda in sottofondo.
RispondiEliminaho apprezzato inoltre l'inconfondibile musica di barry lyndon nella scena del ballo notturno...
e poi russell me fomenta sempre!
l'idea di raccontare la storia di robin da un punto di vista diverso ed inusuale è buona, ma il resto del film mi ha deluso parecchio: storia complicata, crowe deludente (ma davvero è credibile nei panni dell'arciere di sherwood? a me sembrava il gladiatore massimo in calzamaglia)...scotto poteva fare di meglio!
RispondiEliminaVabbè dai non siamo cattivi, Russell ancora je dà!!!
RispondiElimina^^
L'ho visto in lingua originale e mi ha convinto parecchio lui! Bellissima voce come al solito.
S'è un po' appesantito con l'età ma per questa versione di Robin Hood secondo me è perfetto.
Anche secondo me è una pellicola onesta, di quelle che ci si gode dall'inizio alla fine.
RispondiEliminaCome si conviene ad un vero filmone d'avventura.
Russell mitico, e direi a Lessio che la musica - in comune con Barry Lyndon - della sequenza notturna se non sbaglio è il classicissimo "Women of Ireland", una canzone tradizionale vecchia di qualche centinaio d'anni.
E con questa citazione da saputello, vado a 'mbriacarmi per il compleanno!