domenica 18 aprile 2010

Sunshine Cleaning


"Io non bado alle divisioni sociali. Per me un uomo è sempre un uomo ovunque mi capiti d'incontrarlo". Basterebbe questa frase di William Faulkner, tratta dal suo romanzo L'Urlo e il furore (lo sto leggendo in questo periodo: una rivelazione!), per descrivere questo film.
Sì, lo so, l'ho presa alla lontana, ma è sempre meglio del sottotitolo italiano.
Già perché quel "non c'è sporco che tenga" fa sembrare il film un mega spot per un detersivo ed invece non lo è affatto.
Siamo nella provincia americana, quella dove tutti si conoscono e il gap sociale si fa sentire pesantemente: due sorelle, Rose (Amy Adams) e Nora (Emily Blunt) cercano di cavarsela nonostante i loro innumerevoli problemi. Hanno perso la madre da bambine, il padre è un po' strambo, la prima è una madre single e la seconda è una pseudo-emo auto-distruttiva piena di tatuaggi e con gli occhi sempre bistrati di nero.
Nella confusione delle loro frustranti giornate riescono ad alzare la testa e ad inventarsi una professione tanto insolita quanto redditizia: un'impresa di pulizie per scene del crimine.
Altro che CSI!

Amy Adams

L'insolito lavoro delle due protagoniste (ci avevate mai pensato che potesse esistere un lavoro del genere? Io sinceramente no, ma è chiaro che è un impiego fondamentale, e come questo chissà quanti altri) permette loro di incontrare diversi tipi di persone, segnate dal dolore, e di imbattersi in differenti tipi di morte che rivelano le angosce e i problemi della nostra società.
Nel loro piccolo, le ragazze aiutano le persone, si fanno partecipi di un processo doloroso come quello della morte, e dimostrano che non c'è un lavoro che non abbia dignità: ogni lavoro, per quanto umile o poco piacevole, è necessario nello spietato meccanismo della società.
Ogni lavoro è utile dunque, ma non rispecchia necessariamente quello che sei: tu non sei il tuo lavoro, tu fai un lavoro. Ed è come lo fai che dimostra chi sei.
Nonostante tutte le avversità, le sconfitte, le umiliazioni, queste ragazze non si danno mai per vinte, e sono la parte migliore di quello spirito propositivo e ottimista che l'America ha pubblicizzato per anni e che non si capisce se esista davvero o se non sia una pura invenzione letteraria.

Emily Blunt

Perché la vita a volte può fare veramente schifo e sferrarci dei colpi meschini, ma è sempre meglio viverla che mollare.
A dare corpo e voce alle due sorelle le belle e brave Amy Adams ed Emily Blunt: le due attrici, entrambe portate alla ribalta grazie ai loro ruoli di spalla dell'immensa Meryl Streep, si confermano come due delle più promettenti e talentuose nuove stelle di Hollywood.
Con loro c'è il mito Alan Arkin, nonno da Oscar in Little Miss Sunshine, che qui si ripropone come spalla tragicomica perfetta.
Carino, garbato, solare nella sua tragicità, molto più significativo di quanto la locandina non lo faccia apparire.

La citazione: "So che non sei qui. E mi dispiace per te. Perché ti sei persa tante belle cose."

Voto: ♥♥♥


3 commenti:

  1. Io l'ho trovato un pò retorico il fatto che il nostro valore non dipende dal lavoro che facciamo...Per il resto concordiamo perfettamente.


    Ale55andra

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  2. Ma insomma, in realtà non è sottolineata la cosa secondo me e per questo l'ho trovata efficace.
    E poi sarà che mi aspettavo una schifezza invece il film è caruccio.
    ^^

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  3. molto molto caruccio, inoltre la trovata della comparsa televisiva della madre è stupenda.
    alan arkin è un diavolo.
    film onestissimo

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