domenica 17 febbraio 2008

Sogni e delitti

“Alla fine l’unica cosa su cui si può contare è la famiglia”.




Dopo arrampicatori sociali pronti a tutto pur di conquistare un nome e soldi e ricchi rampolli che uccidono per divertimento, Woody Allen è pronto a sbriciolare l’ultima nostra certezza: la famiglia.
Se guardando “Match Point” avete pensato che la povera Nola (Scarlett Johnasson) si era semplicemente e sfortunatamente innamorata dell’uomo sbagliato e con “Scoop” avete detto “è solo una commedia, il nobile sadico omicida è funzionale alla messa in scena comica”, con “Cassandra’s Dream” (da noi malamente tradotto “Sogni e delitti”) dovrete accettare la realtà: Woody è cambiato. Archiviati i tempi in cui interpretava il nevrotico represso che balbettava e faceva ridere con il suo occhio cinico e irresistibilmente ironico, adesso preferisce stare dietro la macchina da presa e trasmetterci la sua visione della società moderna.
Un punto di vista non troppo roseo: l’umanità oggi più che mai è vanesia, corrotta e pronta a qualsiasi cosa pur di avere successo. Qualsiasi cosa. Anche ad uccidere.
E’ quello che succede ai fratelli Ian (Ewan McGregor) e Terry (Colin Farrell): il primo è un belloccio freddo e distaccato, che sogna donne conturbanti e la bella vita e progetta di investire nel settore alberghiero mentre lavora nel ristorante del padre, il secondo è un modesto meccanico dall’animo semplice, ma con il vizio dell’alcool e del gioco d’azzardo.
Per colpa di una consistente perdita al tavolo verde, i due saranno costretti a chiedere l’aiuto del facoltoso zio Howard (Tom Wilkinson), chirurgo plastico con cliniche perfino in Cina, divenuto multimilionario, che in cambio del sostegno economico pretende dai nipoti un favore particolare: devono uccidere un suo ex-socio che vuole testimoniare contro di lui in un processo concernente misteriosi crimini.
Nel frattempo Ian conosce Angela (Hayley Atwell), un’attrice spudorata e ammiccante, di cui si innamora e che conquista facendole credere di essere un ricco imprenditore.
Spinto dalla voglia di ottenere sia la donna che i soldi, Ian convincerà Terry che in fondo non è così sbagliato eliminare il testimone, d’altra parte bisogna aiutare lo zio: la famiglia viene prima di tutto!
Allen ci regala una vera e propria tragedia greca: abbiamo “gli eroi” che commettono un errore e per colpa di questa scelta sbagliata procederanno sempre più verso il baratro, con un finale che lascia l’amaro in bocca.
Una dura riflessione sulla società contemporanea che ne esce veramente a pezzi: cosa siamo pronti a fare per ottenere ciò che vogliamo?
Secondo Allen ormai stiamo superando dei confini da cui difficilmente potremo tornare indietro e, anche se i più storceranno il naso di fronte a queste riflessioni, la verità è proprio questa: siamo pronti a sacrificare qualsiasi cosa, anche altri esseri umani, e la prospettiva peggiore è che lo facciamo con un certo distacco, come se fosse naturale.
Nessun regista ha saputo cogliere altrettanto bene l’atteggiamento generale: ormai non ci si può fidare di nessuno, specialmente di quei bravi ragazzi con la faccia pulita e la camicia ben stirata che sono gentili soltanto all’apparenza ma che in realtà sono pronti a qualsiasi cosa pur di raggiungere i propri obbiettivi.
E anche la famiglia non è più il porto sicuro in cui trovare conforto: siccome tutto è diventato merce e gli altri sono solo pedine da manovrare non c’è posto per i legami sinceri, perfino per quelli di sangue.
Il film diviso in tre tempi -antefatto, maturazione della decisione, conseguenze dell’ azione- è cristallino nella sua simmetria e la sceneggiatura è impeccabile: strepitosi i dialoghi, che vanno analizzati con molta attenzione, perfetti i tempi e le situazioni.
Londra è livida e decadente come mai prima d’ora: silenzioso palcoscenico delle miserie umane.

Ewan McGregor e Colin Farrell

Superlativo il cast a cominciare dalla coppia di protagonisti: il poliedrico McGregor incarna alla perfezione il fratello gelido e calcolatore, senza rimorsi o sensi di colpa, Farell ci stupisce nel ruolo, per lui inedito, del ragazzo un po’ stupido e insicuro che si pone le giuste domande a cui però non sa dare la risposta corretta, stuzzicante al punto giusto la Atwell e eccezionale il mefistofelico Wilkinson che in sole tre scene ci regala un’interpretazione memorabile.
Da antologia il dialogo a tre McGregor-Farrell-Wilkinson sotto l’albero e la pioggia battente: la natura sta a guardare la perfidia e l’assenza di morale tutta umana, che ci ha reso gli individui più potenti e inquietanti allo stesso tempo che il mondo abbia mai conosciuto.
Un film a strati, da gustare con attenzione, magari da rivedere una seconda volta per cogliere tutte quelle sfumature, quei dettagli che sono efficacissimi perché non artefatti o calcolati, ma che ricalcano alla perfezione il comportamento quotidiano delle persone. Sì, perché l’omicidio è l’atto estremo di crudeltà che l’uomo può compiere: nel mezzo ci sono le perfidie e le manipolazioni che ogni giorno ognuno di noi subisce, ha subito o fa subire agli altri.
Un punto di vista da non sottovalutare o trascurare e che anzi andrebbe approfondito.
Molto bella, e vero e proprio leit-motiv, la colonna sonora di Philip Glass.
Questo film è il degno atto finale dell’intensa trilogia londinese del regista.

La citazione: "Io non posso guardarlo negli occhi e ucciderlo!"

Voto:

3 commenti:

  1. Molti hanno scritto che non era un granché quest'ultimo film di Woody Allen.... a me invece è piaciuto! ciaoo

    RispondiElimina
  2. A me anche!
    O ma lo vedi che sui gusti cinematografici andiamo proprio d'accordo!
    Secondo me è un gran film: tutta la trilogia è fantastica, ed è molto più profonda di quanto non si creda.
    Sono contenta che anche tu l'abbia trovato interessante.

    RispondiElimina
  3. Ciao Supercioppa, come va?
    Divento serio:
    Avendo visto praticamente tutti i film di Woody ti posso dire che non sono d'accordo..Ecco il perchè: Allen ha toccato il suo livello più alto e maturo, a mio modestissimo parere, in Crimes and Misdemeanors. Quella sì che è una tragedia greca con i fiocchi..e in più c'è la dissacrante presenza di Allen. Cassandra's dream, preso per quello che è, è sicuramente un buon film, vicino al dramma che tu descrivi nella recensione, ma sono dell'idea che bisogni giudicare il newyorkese in confronto ai suoi precedenti, anche perchè secondo me se un regista negli anni mantiene (e peggiora) il quid della sua arte, fare un film l'anno diventa solo un'esercizio di stile (e di arricchimento) che non gradisco granchè...sarebbe meglio lanciarsi in progetti meglio curati...se invece di farne 3 a Londra ne avesse fatto uno solo sono sicuro che il risultato sarebbe stato diverso e di gran lunga più autorialmente qualitativo..detto ciò ritengo Woody forse il più grande personaggio cinematografico all-around di questo 50ennio per quello che mi ha lasciato negli anni...e non mi perdo nemmeno un film!

    Cià Cià

    RispondiElimina

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...