Cosa accomuna un operaio di cantiere e un raffinato pianista?
Apparentemente nulla, ma nel caso di Robert Eroica Dupea (uno straordinario Jack Nicholson) si tratta della stessa persona.
Robert, mandati al diavolo perbenismi e ipocrisie dell’alta borghesia a cui appartiene per nascita, chiuso a chiave il pianoforte, di cui è un virtuoso insoddisfatto, si getta nella mischia della vita vera, quella sudata e faticosa dei ceti popolari.
Si trova un lavoro come operaio in un cantiere di estrazione di petrolio nel profondo sud americano, frequenta ufficialmente Rayette (Karen Black), una ragazza rozza e un po’ lenta di comprendonio ma tanto innamorata, e, in segreto, tutte le altre donne che gli capitano a tiro, mentre tra una bevuta e una partita di bowling cerca di dare sfogo a tutto il suo “mal de vivre”.
Ad interrompere il suo processo di “deborghesizzazione” sarà la sorella Partita (il padre doveva essere proprio fissato con la musica visto che anche l’altro fratello si chiama Carl Fidelio) che lo pregherà di tornare a casa per dare l’ultimo saluto al padre malato.
Robert tornerà, ma ancora una volta i modi da salotto falsi e affettati e l’assenza di passioni vere dell’ambiente familiare lo disgusteranno più del sudiciume dei cantieri, tanto da spingerlo ad abbandonare nuovamente tutto e tutti.
Il film, scritto da Carol Eastman e diretto da Bob Rafelson (regista anche di "Il Postino suona sempre due volte), rientra nel filone dei film degli anni ’70 figli della contestazione del ’68: giovani arrabbiati e scontenti cercano di scoprire una loro verità gettando al vento i falsi valori della generazione precedente, preferendo di gran lunga la genuinità della vita “on the road” alla comodità di quella borghese.
Un grande Jack Nicholson, che con questa interpretazione è diventato una star internazionale, e buona regia di Rafelson che a volte dona delle immagini veramente mozzafiato.
Memorabile e cult la scena in cui Robert, in mezzo al traffico, suona un pianoforte caricato su un camion: è talmente preso dalla musica da non accorgersi che sta andando nella direzione sbagliata.
Belli anche i dialoghi di alcuni personaggi minori come la sarta fissata con la pulizia.
L’unico difetto del film è che, essendo del 1970 e appartenendo a un contesto culturale ormai lontano, risulta un po’ datato per il pubblico giovane di oggi.
Comunque un’ ottima pellicola, assolutamente da recuperare se siete appassionati di cinema e di Jack Nicholson.
Apparentemente nulla, ma nel caso di Robert Eroica Dupea (uno straordinario Jack Nicholson) si tratta della stessa persona.
Robert, mandati al diavolo perbenismi e ipocrisie dell’alta borghesia a cui appartiene per nascita, chiuso a chiave il pianoforte, di cui è un virtuoso insoddisfatto, si getta nella mischia della vita vera, quella sudata e faticosa dei ceti popolari.
Si trova un lavoro come operaio in un cantiere di estrazione di petrolio nel profondo sud americano, frequenta ufficialmente Rayette (Karen Black), una ragazza rozza e un po’ lenta di comprendonio ma tanto innamorata, e, in segreto, tutte le altre donne che gli capitano a tiro, mentre tra una bevuta e una partita di bowling cerca di dare sfogo a tutto il suo “mal de vivre”.
Ad interrompere il suo processo di “deborghesizzazione” sarà la sorella Partita (il padre doveva essere proprio fissato con la musica visto che anche l’altro fratello si chiama Carl Fidelio) che lo pregherà di tornare a casa per dare l’ultimo saluto al padre malato.
Robert tornerà, ma ancora una volta i modi da salotto falsi e affettati e l’assenza di passioni vere dell’ambiente familiare lo disgusteranno più del sudiciume dei cantieri, tanto da spingerlo ad abbandonare nuovamente tutto e tutti.
Il film, scritto da Carol Eastman e diretto da Bob Rafelson (regista anche di "Il Postino suona sempre due volte), rientra nel filone dei film degli anni ’70 figli della contestazione del ’68: giovani arrabbiati e scontenti cercano di scoprire una loro verità gettando al vento i falsi valori della generazione precedente, preferendo di gran lunga la genuinità della vita “on the road” alla comodità di quella borghese.
Un grande Jack Nicholson, che con questa interpretazione è diventato una star internazionale, e buona regia di Rafelson che a volte dona delle immagini veramente mozzafiato.
Memorabile e cult la scena in cui Robert, in mezzo al traffico, suona un pianoforte caricato su un camion: è talmente preso dalla musica da non accorgersi che sta andando nella direzione sbagliata.
Belli anche i dialoghi di alcuni personaggi minori come la sarta fissata con la pulizia.
L’unico difetto del film è che, essendo del 1970 e appartenendo a un contesto culturale ormai lontano, risulta un po’ datato per il pubblico giovane di oggi.
Comunque un’ ottima pellicola, assolutamente da recuperare se siete appassionati di cinema e di Jack Nicholson.
In programmazione su Sky: Raisat Cinema Martedì 5 febbraio ore 21:00 e Mercoledì 6 febbraio alle 13:30
Di quel periodo è interessante anche un altro film con Jack Nicholson, "L'ultima corvè", l'hai visto? ...anche se il migliore resta "Qualcuno volò sul nido del cuculo"!
RispondiEliminaNo l'ultima corvè devo dire che mi manca.
RispondiEliminaInvece qualcuno volò sul nido del cuculo è uno dei miei film preferiti.
Sarà perchè adoro Nicholson, è un mito, e poi perchè qualche anno fa ero fissata che dovevo fare psichiatria.
Adesso per fortuna ho cambiato idea!
:-D