50 anni sono un traguardo importante, che per un uomo qualunque potrebbero rappresentare un peso, ma che per Bond, James Bond sono sintomo di una vitalità costante. Skyfall, 23simo film della serie sull'agente britannico 007, è infatti un punto di svolta cruciale per questa saga longeva e amatissima da diverse generazioni di fan.
Sono ormai passati sei anni da Casinò Royale, film in cui è stato introdotto un nuovo volto per l'agente segreto più famoso di sempre e che ne ha determinato una mutazione sostanziale: non più una figura elegante come Sean Connery o Pierce Brosnan, ma il volto ruvido, i modi quasi rudi e la fisicità più moderna di Daniel Craig, Bond molto più fisico ed istintivo dei suoi predecessori. Con Craig non è cambiato solamente l'aspetto di Bond, si è dato il via anche ad un'evoluzione e a una delineazione del personaggio mai affrontati prima: il Bond di Craig si è innamorato, ha sofferto, è stato tradito, ha fatto passi falsi con il non eccelso Quantum of Solace e nel nuovo film della saga risorge per poter rimanere se stesso ed evolversi allo stesso tempo.
Sam Mendes, regista di film di stampo quasi teatrale, in cui a farla da padroni sono i dialoghi, è infatti l'autore che per la prima volta ha letteralmente dissezionato il personaggio di 007, lo ha fatto cadere e risorgere per prepararlo al futuro. In questa nuova pellicola vediamo infatti Bond colpito quasi a morte dai suoi stessi compagni, costretto a farsi da parte e, per la prima volta, a non indossare l'impeccabile completo da 007. Questo Bond trasandato, distrutto, ferito, non rasato e minato nelle sue sicurezze, è un personaggio per la prima volta umano, delineato a tutto tondo, pronto a scrivere una nuova pagina di storia del cinema.
Difficile non cogliere alcune analogie con il Batman di Christopher Nolan, che ormai sembra aver delineato un solco difficile da superare per il momento, in cui gli eroi si rivelano persone come tutte le altre, piene di dubbi e insicurezze. Non è un caso quindi che il cattivo di turno, uno straordinario Javier Bardem ancora una volta caratterizzato da una pettinatura estrema, ricordi molto il Joker nolaniano, nemesi di Bond che ne rappresenta la faccia oscura della medaglia.
E proprio nelle ombre sta il fascino di questa nuova pellicola: per la prima volta vediamo un Bond spaesato, che non si riconosce più in un mondo in cui la tecnologia sembra aver superato le capacità umane, un mondo in cui il male viene da nemici inaspettati. Per poter tornare ad essere se stesso Bond deve dunque affrontare il suo passato, sconfiggere i suoi demoni e accettare il fatto che i tempi sono cambiati.
Il film dosa dunque azione moderna a dialoghi vecchio stile, omaggia in continuazione la saga e la rinnova: ecco quindi che accanto alla storica Aston Martin, la vera Bond-girl si rivela a sorpresa M, una Judi Dench impeccabile, il nuovo Q ha il volto giovane e furbo di Ben Winshaw e la scena di seduzione più intrigante non proviene da una donna.
Mendes, che ci regala diverse sequenze mozzafiato, su tutte quella ambientata in un grattacielo di Shanghai in cui i giochi di luci, ombre e riflessi, anche grazie alla straordinaria fotografia di Roger Deakins, sintetizzano in un'unica scena l'anima di questo nuovo Bond: pieno di stile ed eleganza e allo stesso tempo moderno, ma senza il bisogno di effetti speciali a tutti i costi e di montaggi frenetici per stupire.
Viene proprio da dire "agitato, non mescolato".
Sono ormai passati sei anni da Casinò Royale, film in cui è stato introdotto un nuovo volto per l'agente segreto più famoso di sempre e che ne ha determinato una mutazione sostanziale: non più una figura elegante come Sean Connery o Pierce Brosnan, ma il volto ruvido, i modi quasi rudi e la fisicità più moderna di Daniel Craig, Bond molto più fisico ed istintivo dei suoi predecessori. Con Craig non è cambiato solamente l'aspetto di Bond, si è dato il via anche ad un'evoluzione e a una delineazione del personaggio mai affrontati prima: il Bond di Craig si è innamorato, ha sofferto, è stato tradito, ha fatto passi falsi con il non eccelso Quantum of Solace e nel nuovo film della saga risorge per poter rimanere se stesso ed evolversi allo stesso tempo.
Sam Mendes, regista di film di stampo quasi teatrale, in cui a farla da padroni sono i dialoghi, è infatti l'autore che per la prima volta ha letteralmente dissezionato il personaggio di 007, lo ha fatto cadere e risorgere per prepararlo al futuro. In questa nuova pellicola vediamo infatti Bond colpito quasi a morte dai suoi stessi compagni, costretto a farsi da parte e, per la prima volta, a non indossare l'impeccabile completo da 007. Questo Bond trasandato, distrutto, ferito, non rasato e minato nelle sue sicurezze, è un personaggio per la prima volta umano, delineato a tutto tondo, pronto a scrivere una nuova pagina di storia del cinema.
Difficile non cogliere alcune analogie con il Batman di Christopher Nolan, che ormai sembra aver delineato un solco difficile da superare per il momento, in cui gli eroi si rivelano persone come tutte le altre, piene di dubbi e insicurezze. Non è un caso quindi che il cattivo di turno, uno straordinario Javier Bardem ancora una volta caratterizzato da una pettinatura estrema, ricordi molto il Joker nolaniano, nemesi di Bond che ne rappresenta la faccia oscura della medaglia.
E proprio nelle ombre sta il fascino di questa nuova pellicola: per la prima volta vediamo un Bond spaesato, che non si riconosce più in un mondo in cui la tecnologia sembra aver superato le capacità umane, un mondo in cui il male viene da nemici inaspettati. Per poter tornare ad essere se stesso Bond deve dunque affrontare il suo passato, sconfiggere i suoi demoni e accettare il fatto che i tempi sono cambiati.
Il film dosa dunque azione moderna a dialoghi vecchio stile, omaggia in continuazione la saga e la rinnova: ecco quindi che accanto alla storica Aston Martin, la vera Bond-girl si rivela a sorpresa M, una Judi Dench impeccabile, il nuovo Q ha il volto giovane e furbo di Ben Winshaw e la scena di seduzione più intrigante non proviene da una donna.
Mendes, che ci regala diverse sequenze mozzafiato, su tutte quella ambientata in un grattacielo di Shanghai in cui i giochi di luci, ombre e riflessi, anche grazie alla straordinaria fotografia di Roger Deakins, sintetizzano in un'unica scena l'anima di questo nuovo Bond: pieno di stile ed eleganza e allo stesso tempo moderno, ma senza il bisogno di effetti speciali a tutti i costi e di montaggi frenetici per stupire.
Viene proprio da dire "agitato, non mescolato".
Daniel Craig
La citazione: "Vecchia volpe, nuovi trucchi".
Hearting/Cuorometro: ♥♥♥♥
Uscita italiana: 31 ottobre 2012
Titolo originale: Skyfall
Regia: Sam Mendes
Anno: 2012
Cast: Daniel Craig, Judi Dench, Naomie Harris, Bérénice Marlohe, Javier Bardem, Ralph Fiennes, Ben Whishaw, Albert Finney
Colore: colore
Durata: 145 minuti
Distribuzione: Warner Bros. Pictures