martedì 28 agosto 2012

Il Cavaliere Oscuro - Il ritorno


"Servono eventi drammatici per scuotere la gente dall' apatia, ma io non posso farlo come Bruce Wayne: come uomo di carne e ossa mi possono ignorare o schiacciare, ma come simbolo... Come simbolo potrei essere incorruttibile. Potrei essere immortale".

Così diceva il Bruce Wayne di Batman Begins, in quel primo passo di un percorso cominciato nell'ormai lontano 2005, anno in cui un regista inglese di talento ha cambiato per sempre la storia del cinema tratto da fumetti. Christopher Nolan allora era una bella promessa, un giovane cineasta con all'attivo un film a basso budget dall'intuizione geniale, Memento, ed un remake con poco brio, Insomnia, in cui però mostrava una grande capacità nel creare atmosfere tese e dense.
Sembrava un azzardo quindi lasciare nelle mani di questo regista semi sconosciuto il rilancio di un personaggio amatissimo dal pubblico, per di più già trattato egregiamente dalla mano estrosa di Tim Burton.
La mossa è stata però vincente, e forse il caso è stato guidato, visto che nel film d'esordio di Nolan, Following, ad un certo punto si apre una porta su cui è affisso proprio il simbolo dell'uomo pipistrello. Nolan era l'uomo giusto al momento giusto.

Abbandonato il kitsch dei film di Joel Schumacher e prese le distanze dallo stile fumettoso di Burton, Nolan ha riportato il personaggio alle origini, riscrivendo il mito di Batman e creando un'atmosfera cupa, solenne ed epica che è diventata il tratto distintivo della trilogia. In Batman Begins abbiamo visto la nascita della leggenda, in cui l'uomo Bruce Wayne diventa il mito Batman: un percorso introspettivo, duro, affascinante, in cui abbiamo imparato a trarre forza dalle nostre stesse paure.

E' con il capitolo successivo però che il Batman di Nolan ha alzato definitivamente l'asticella della grandiosità: con Il Cavaliere Oscuro, il regista inglese è riuscito a toccare vette fino ad allora mai raggiunte da un cinefumetto - forse solo dal primo Spider Man di Sam Raimi -, facendo del suo film non una semplice opera d'intrattenimento tratta da albi disegnati, ma un'opera complessa, matura, quasi filosofica, ambiziosa, che tramite l'uomo pipistrello parla di altro, di come bisogna cercare di fare la cosa giusta anche in momenti difficili, di lottare anche quando si ha tutti contro e di cercare di dare fiducia alle persone nonostante il caos regni sovrano. Un film immenso, un'unione più unica che rara di spettacolo, grande budget, autorialità, sceneggiatura dall'ampio respiro e grande recitazione, tra cui spicca quella ormai immortale del Joker interpretato da Heath Ledger.

Come dare dunque un seguito ad un'opera così grandiosa?
Non dev'essere stato facile.
Ed infatti il terzo atto del Batman nolaniano è un film difficile, denso, stratificato, grande e lunghissimo, un'opera che merita attenzione e magari anche più di una visione per essere compresa appieno.
Dal 2005 sono cambiate parecchie cose e il Nolan che girò con poche migliaia di dollari Memento ha lasciato il posto all'autore dal tocco magico, al regista capace di sbancare i botteghini di tutto il mondo con film magnifici come The Prestige e Inception. E tutto questo si vede.

Il Cavaliere Oscuro - Il ritorno è una summa dell'opera nolaniana: il film si riallaccia infatti ad entrambi i precedenti capitoli, ma con punti di vista differenti. Ritroviamo Bruce Wayne (Christian Bale, qui ad una delle sue prove più convincenti) otto anni dopo la morte di Harvey Dent, ormai chiuso in se stesso ed auto-esclusosi dal mondo, tormentato dalla morte di Rachael e dall'aver infangato il nome di Batman per il bene della comunità. Spinto dagli eventi e dall'insorgere di una nuova minaccia, impersonificata dal criminale Bane (Tom hardy), Wayne deve trovare in se stesso la forza di Batman. In una parabola speculare a quella del primo capitolo, vediamo quindi l'uomo che cerca di rifarsi simbolo, quel simbolo che ispira coraggio e sprona la gente ad agire.
Un percorso non facile e che infatti è il cuore del film: in questo terzo atto non si affronta la necessità di farsi simbolo di Batman Begins né la messa in atto del simbolo di Il Cavaliere Oscuro, ma la consapevolezza di quanto sia importante nutrire, alimentare e mantenere vivo un ideale. Sia esso lo spirito di giustizia incarnato da un uomo mascherato, che l'onestà di un poliziotto, o la capacità di sopravvivere di una ladra. In Il Cavaliere Oscuro - Il ritorno c'è una delle rappresentazioni più eloquenti di cosa voglia dire "fare" per far sì che gli altri facciano, di quanto sia importante agire spinti da un valore in cui si crede.

Tutto questo è affrontato in quasi due ore e tre quarti di film che volano forti come una sinfonia: anche le parti con meno ritmo e che sembrano non proprio logiche sono giustificate a fronte della potenza emotiva dell'opera nel suo complesso.
Quelli che potrebbero sembrare difetti lo sono solo marginalmente, per esempio il Bane di Hardy ha meno carisma del Joker di Ledger, forse soprattutto per il terribile doppiaggio italiano di Filippo Timi, ma nell'economia della storia è giusto che sia così: qui il cattivo non è il protagonista, non è l'altra faccia di Batman, ma una contingenza che serve a definire l'uomo dietro il simbolo. In questo senso risulta dunque perfetta la Selina di Anne Hathaway, la donna che completa Batman e porta alla luce aspetti non ancora sondati di Bruce Wayne, non una femme fatale antagonista, ma una risoluta e moderna compagna di viaggio.

Da Inception arriva infine lo stile narrativo: tanti personaggi, storie parallele, azioni concatenate. Purtroppo dal precedente film Nolan non recupera il finale ambiguo, che sarebbe stato il coronamento perfetto per un lavoro mastodontico. Sarebbe stato bello chiedersi che cosa vede realmente Alfred (Michael Caine) alla fine.
Ma in fondo è giusto che sia così: alla solidità del primo capitolo è seguita l'epica del secondo che ha trovato la solennità nella prorompente emotività del terzo. 
Una dramma in tre atti splendidamente orchestrato dal prestigiatore Christopher Nolan.


Christian Bale e Anne Hathaway


La citazione: 
"Selina: Non devi più niente a queste persone: hai dato già tutto!
Batman: Non tutto. Non ancora".

Hearting/Cuorometro: ♥♥♥♥

Uscita italiana: 29 agosto 2012

Titolo originale: The Dark Knight Rises
Regia: Christopher Nolan
Anno: 2012
Cast: Christian Bale, Tom Hardy, Anne Hathaway, Michael Caine, Gary Oldman, Joseph Gordon-Lewitt, Marion Cotillard, Morgan Freeman

11 commenti:

  1. Attendo domani per tuffarmici. Staremo a vedere.

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  2. Io gli ho dato un cuoricino in meno... proprio perchè, pur ricalcando la struttura di 'Inception', qui la conclusione è effettivamente banalotta. Sarebbe stato meglio non farla vedere! Nolan è bravo, intelligente e geniale. E sa di esserlo. Però a volte esagera, e i suoi film sembrano più 'giochi di ruolo' che cinema vero e proprio, nel senso che tutto quello che si vede sullo schermo sembra funzionale solo a 'chiudere' bene il cerchio della trama. Molto spesso le sue pellicole latitano sul piano emozionale... questo terzo Batman 'scalda i cuori' solo nel finale, quando i nodi vengono al pettine e ogni personaggio viene messo di fronte al proprio destino.
    Film certamente di eccelso livello tecnico, ma non straodinariamente coinvolgente.

    Per quanto riguarda gli attori, Bale bravissimo nel tratteggiare un supereroe umanissimo e indebolito dalle ingiustzie della vita (e stavolta, per fortuna, non 'offuscato' da Ledger). Ottimo anche il resto del cast, salvo a mio parere la scialba Anne Hathaway... a me pare proprio insignificante come Catwoman (ho letto da qualche parte che ha soffiato il ruolo a Keira Knightley, secondo me è stato un grosso errore...)

    D'accordissimo invece sul tremendo doppiaggio italiano: in lingua originale è davvero un altro film.
    Ma questa non è una novità...

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    1. Spesso gli viene imputato il fatto di essere "freddo": per me invece non è assolutamente così.
      E' vero, mette in scena trame complicate, gli piace giocare col mezzo cinematografico: non credo sia un difetto. In un film del genere comunque qualche forzatura o qualche omissione ci possono stare, voglio dire, è Batman! :)

      Per Bane credo proprio che dovrò rivedermelo in originale, il doppiaggio di Timi è qualcosa di indecente.

      Per Anne Hathaway anche io ero scettica all'inizio, perché non la trovo molto sensuale (e in questo senso Keira Knightley sarebbe stata forse una scelta ancora peggiore!), ma per la funzione che ha qui Catwoman è perfetta: non è la semplice femme fatale stereotipata, è una donna che ha i suoi segreti e sopravvive, è complementare a Batman. Non a caso è ossessionata dal "cancellare il passato" per ricominciare da capo: un po' come se Nolan avesse voluto prendere le distanze dalla Catwoman classica. In questo senso ha riscritto il personaggio egregiamente.

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  3. Se devo essere sincera il finale, come del resto i vari colpi di scena, è uno degli elementi che più mi ha colpito di questo film. Quanto Fox scopre che l'autopilota era stato impostato, giuro, avevo le lacrime agli occhi.
    Gli attori sono stati tutti bravissimi e molto convincenti e a differenza di molti fan della saga ho apprezzato molto la performance di Tom Hardy nel ruolo di Bane; certo la maschera gli avrà tolto il carisma e avrà reso difficile la comprensione di alcune battute ma se pensi che quello è lo stesso attore ad aver interpretato Eames il falsario in Inception, sono stupita dall'enorme lavoro psicologico, ma anche fisico compiuto da Hardy.

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    1. Esatto: per me il film avrebbe dovuto chiudersi sullo sguardo di Alfred.
      Tanto ormai si era capito che Batman era vivo, proprio grazie alla storia dell'autopilota.
      Per me sarebbe stato perfetto se si fosse concluso così, lasciandoci immaginare nuove avventure per Bruce Wayne.
      Invece Nolan ha voluto regalare al suo personaggio un momento di felicità dopo tanta cupezza: per l'economia del film è un di più, ma per il pubblico in effetti è una scena emozionante. Alla fine è giusto così, il film perfetto era il secondo, questa è una celebrazione a cuore aperto del personaggio e della saga.

      Per Bane come ho già detto devo vedere la sua performance in originale, perché il doppiaggio di Timi ha fatto un macello.

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  4. la voce in inglese di Bane ara davvero fantastica, e di difetti in lui non ne trovo...poi se vogliamo fare paragoni, joker è diverso da tutti gli altri perché lui non è un cattivo, è il cattivo, animato non da uno scopo particolare (cosa che di per sè limita e delimita un personaggio), ma solo dal perseguimento del male, male senza alcun senso, con la chimera di raggiungere il male assoluto, infinito (emblematica la frase di alfred nel precedente capitolo in cui dice "certe persone vogliono solo vedere bruciare il mondo")...
    detto questo sui cattivi, sembra che gli errori di sceneggiatura siano forse dovuti a dei tagli effettuai per via della lunghezza eccessiva della pellicola (se così fosse non vedo l'ora di gustarmi una ipotetica versione integrale in dvd)....

    Riguardo al finale non sono d'accordo, per me quello è il finale più giusto, questo non è un film nomrale, è un film su un simbolo, che rappresenta anche un ideale, e come dici tu stessa bisogna "alimentare e mantenere vivo un ideale", anche al di fuori del film, batman non deve morire (e poi si capisce quanto grande sia la passione di nolan per batman anche per via di following, non poteva ucciderlo)....

    Poi, si può argomentare che nella logica del film un altro potrebbe vestire i panni di batman per tenere vivo il simbolo, ma per noi batman è bale, per noi (me) lui non deve morire...

    Ma forse ciò è dovuto al modo alla mia totale assenza di oggettività quando si parla di batman...

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    1. Come ho già detto devo recuperarlo in originale! Voi che l'avete visto in inglese siete tutti d'accordo nel dire che la performance è ottima: vi credo!
      Solo che in effetti è un personaggio meno coinvolgente e carismatico, per colpa forse della maschera che ha sul volto, ma è giusto che sia così: come dici giustamente tu il Joker aveva tutto un altro significato, qui Bane alla fine è uno strumento.

      Per il finale ripeto: per me sarebbe dovuto finire sullo sguardo di Alfred, tanto con la storia dell'autopilota si era capito.
      Il film sarebbe stato perfetto.
      Invece Nolan ha voluto regalare al suo personaggio un momento di felicità dopo tanto dolore: una mossa che i fan non possono non amare.
      Ed è giusto così: il secondo film era il capolavoro, il film perfetto, questo è quello più emotivo, sbilanciato, grandioso. E per questo ha un fascino immenso pur non essendo perfetto.

      Cavolo quanto voglio farmi la maratona dei tre film!
      Non vedo l'ora che esca il cofanetto in blu-ray! :)

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  5. Appena libero mi tuffo al cinema!

    Certo che sulla carta Bane è l'unico cattivo che poteva aver ragione di essere in un film di Nolan, se andiamo a vedere tutti i vari villain della serie a fumetti sarebbe stato difficile trasporre gli altri in una versione "seria".

    Spero davvero che il doppiaggio non sia così terribile, alla peggio si recupererà in originale :)

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    1. Il doppiaggio di Timi è veramente osceno, se puoi ti consiglio la visione in originale!
      Cmq film da vedere assolutamente al cinema almeno una volta! :)

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  6. ciao Valentina, ti consiglio di leggere l'analisi di Zizek su il cavaliere oscuro (si trova nell'ultimo numero della rivista Internazionale). Ciao!

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