martedì 14 agosto 2012

‘The Hollow Crown’: Shakespeare si fa in quattro in tv

La BBC ha prodotto e trasmesso con successo nel mese di luglio una mini serie basata sulla quadrilogia storica di Shakespeare detta “enrieide” in cui la lingua del Bardo viene fedelmente celebrata da molti dei migliori attori del panorama inglese 


Nell’anno d’oro per la Gran Bretagna – nel 2012 la Regina Elisabetta ha festeggiato i 50 anni del suo regno e in questi giorni Londra è al centro del mondo grazie ai Giochi Olimpici – la BBC ha deciso di celebrare il proprio paese producendo “The Hollow Crown”, mini-serie in quattro episodi tratta dalla quadrilogia del Bardo dedicata alla Guerra delle due rose. La scelta inusuale della rete è stata quella di mantenere pressoché inalterato il testo originale, offrendo al pubblico una trasposizione fedele dei versi in inglese arcaico. 

Una scelta coraggiosa: ogni puntata dura infatti più di due ore e sono due ore intense, dense, da seguire con attenzione, perché il testo originale è tanto bello quanto complesso, e, per una volta l’adattamento non consente scelte di “alleggerimento” come spesso accade alle trasposizioni. 

Una scelta azzardata che però ha dato i suoi frutti: per recitare al meglio i versi di Shakespeare sono stati ingaggiati molti dei migliori attori presenti nel panorama inglese contemporaneo, quasi tutti con alle spalle anni di teatro. 

Tra i tanti nomi in gioco spicca quello del premio Oscar Jeremy Irons, affiancato da attori di prima grandezza come John Hurt, Julie Walters, Richard Griffiths e Simon Russell Beale e da stelle emergenti come Ben Whishaw e Tom Hiddleston

Lingua originale, attori di immensa bravura, costumi ricchi e grande impiego di mezzi: la BBC non ha badato a spese, confezionando un prodotto ricercato, che riflette sui temi sempre attuali analizzati dalla penna di Shakespeare. La deposizione di Richard II (Ben Whishaw), ultimo dei Plantageneti, da parte di Henry IV (Jeremy Irons) è infatti vista in chiave quasi cristologica, come se in quel momento, in cui un re “per diritto divino” è sostituito da un uomo che si conquista da sé il potere, fosse stato compiuto un peccato originale che ha poi portato ad una continua lotta per l’acquisizione del trono e soprattutto di quella corona, simbolo del potere, ambita e temuta da ogni uomo. 

La conquista del potere, il fascino che questo suscita e il cambiamento che porta in chi lo ottiene, diventano temi attuali anche ai giorni nostri, soprattutto nel passaggio di consegne tra Henry IV e suo figlio, Henry V (Tom Hiddleston), quando un principe scapestrato e intento a divertirsi deve necessariamente prendere coscienza di sé e del suo ruolo. 

A dare voce al popolo, e quindi a chi potere non ne ha, è il personaggio di Falstaff (Simon Russell Beale), ubriacone e bugiardo di professione, amico e compagno di bravate del principe Hal, futuro re Henry V, che è il fulcro umano e satirico dei drammi. 

Impossibile dare una palma di attore più bravo in questa rosa di fenomeni della recitazione, certo è che, anche per maggiore minutaggio a disposizione, ad emergere è l’Henry V di Tom Hiddleston, giovane attore inglese proveniente dal teatro e divenuto famoso a livello mondiale grazie al personaggio di Loki visto in “Thor” e in “The Avengers”.

“The Hollow Crown” si rivela dunque un’opera complessa, difficile, ma non per questo meno affascinante: a dimostrazione che “il gioco dei troni” era solenne ed appassionante anche più di quattrocento anni fa.


Pubblicato su TvZap.

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