mercoledì 28 aprile 2010

Simon Konianski

L'avevo perso all'ultimo Festival del Cinema di Roma (mannaggia a me!) ed ora finalmente ho avuto la possibilità di riacciuffarlo.
Incredibile ma vero, la pellicola di Micha Wald è la sintesi perfetta di due film della passata stagione: A serious man ed Il mio amico Eric.
E non è un caso.
Simon Konianski è un ebreo che è stato appena lasciato dalla compagna goy, come la chiama il padre, ed ha anche perso il lavoro. Non solo. E' anche mezzo acciaccato e porta un collare ortopedico, perché, in segreto, fa da cavia per nuovi medicinali per guadagnare qualcosa.
Senza compagna e senza soldi, il povero Simon è costretto a chiedere l'aiuto del padre e si trasferisce a casa sua. Ma il vecchio genitore, che odia i goy, pensa che tutti i non ebrei siano nazisti e che è stato in un campo di concentramento, è tutt'altro che felice di riavere il figlio a casa. Per fortuna c'è il figlio di Simon a portare un po' di pace tra i due.

Popeck

Micha Wald proprio come in A serious man - ma senza l'esasperata, geniale e allucinata verve dei fratelli Cohen - prende in giro la sua stessa gente, scherzando su temi scottanti come le persecuzioni, i campi di concentramento, il conflitto israelo-palestinese e mettendo alla berlina debolezze e stereotipi degli ebrei: il nonno che per risparmiare sul thé mette le bustine ad asciugare sul termosifone per poi riutilizzarle, il rabbino che sembra il massimo della saggezza ma che poi dà consigli al limite della stregoneria, la continua chiacchera e le conversazioni animate. E come in Il mio amico Eric di Loach il protagonista parlando con il fantasma (non vi preoccupate, non vi dico di chi!) può ripercorrere la sua vita, quella della sua famiglia, riflettere e arrivare ad una catarsi finale che sublima nella frenetica ed irresistibile danza di tutti i personaggi.
Un po' commedia, un po' tragedia, un po' road movie, ironico, cinico, spietato e allo stesso tempo pieno di speranza. Fantastici gli attori, soprattutto il mitico nonno interpretato da Popeck (un genio!), e azzeccatissime le "vignette" surreali, che completano questo film particolare e casalingo allo stesso tempo che fa ridere e commuove insieme. Gagliardissima la colonna sonora.
Da non perdere davvero.

Jonathan Zaccai

Anche perché rientra in un percorso cinematografico che ultimamente gli autori ebrei, ed europei in generale, stanno facendo non solo al cinema (basti pensare in letteratura ad autori come Roth e Grossman o McEwan): c'è un desiderio di rivedere la propria storia e le proprie radici culturali sotto un'altra luce, soprattutto con l'utilizzo di toni ironici, mantenendo le proprie origini ma allo stesso tempo cercando di aprirsi al nuovo mondo, ai nuovi ritmi della società.
Un percorso necessario per la vecchia Europa e non solo.

La citazione: "Non hai alta scelta: comincia a pisciare nel lavandino!"

Voto: ♥♥♥1/2


2 commenti:

  1. bellissimo, c'ha pure un che di wes anderson! lo zio col parrucchino è un diavolo

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  2. E' vero! Anche Wes!!!
    ^^

    Lo zio un mito vero!
    Ma il nonno è il mio preferito.
    :D

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