sabato 17 aprile 2010

From Paris with love


Nonostante in questo film ci sia Jonathan Rhys Meyers (lo odio, la sua faccia viscida e ambigua mi repelle fisicamente, sarà perché per me resterà sempre il malefico arrampicatore sociale di Match Point, sì lo so, sono problemi miei), che pensavo non potesse risultare più fastidioso di così e invece - come i proverbi ci insegnano, al peggio non c'è mai fine - riformulo: nonostante in questo film ci sia Jonathan Rhys Meyers con dei baffetti sottili, che lo rendono ancora più viscido del solito, c'è a controbilanciarlo un fantastico John Travolta più tamarro che mai.
Dimenticate il suo ciuffo da Denny Zuko e il capello lungo di Vincent Vega: qui è pelato, con un vistoso orecchino di brillanti, catene, anelli di ogni tipo, giacca di pelle e armi che spuntano perfino dalle lattine di bibite energetiche. Il suo Charlie Wax è un concentrato di coattaggine pura, magnifica, che ci regala delle vere e proprie perle come il turpiloquio all'aeroporto, la -ormai già cult - scena al ristorante cinese e varie espressioni e gesti così volgari da risultare irresistibili.
Lui fa il 90% della pellicola.
Purtroppo nel restante 10% dobbiamo sorbirci Jonathan - lumaca viscida - Rhys Meyers, che interpreta James Reese, l'assistente dell'ambasciatore americano in Francia, alle prese con un complotto internazionale che ha come bersaglio la delegazione americana in visita in Francia, a cui si alternano le sue vicende personali con la bella e misteriosa fidanzata Caroline (la bellissima Kasia Smutniak della TIM, che ha letteralmente svoltato: è passata da Tarricone a John Travolta. Che classe!).

John Travolta

Ok la vicenda è classica, anche prevedibile, Rhys Meyers è insopportabile, però Travolta conciato così è uno spettacolo.
A scrivere c'è Luc Besson e per questo il film non è il solito filmetto d'azione che ha il tempo che trova: cioè, lo è, però ha qualche trovata di classe.
Incredibile ma vero, c'è il tempo per illustri citazioni cinematografiche: le scale simili a quelle di La donna che visse due volte di Hitchcock e la lotta nel deposito di manichini come in Il bacio dell'assassino, film d'esordio di Stanley Kubrick.
E non solo. Come in Pulp Fiction John Travolta faceva dire al suo Vincent Vega che a Parigi il Big Mac si chiama "le Big Mac", qui come Charlie Wax parla allo stesso modo del Royal Cheese. Zuccherini per cinefili incalliti.
Sarà volgare, sarà già visto, però ogni tanto al cinema fa piacere anche farsi qualche risata viscerale, di quelle fatte insieme agli amici con in mano pop corn e Coca Cola.

La citazione: "Immaginavo che a Parigi la merda fosse più carina!"

Voto: ♥♥

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