mercoledì 4 marzo 2009

Quell’estate felice

Un professore si innamora, non ricambiato, di Maria Venera, ragazza siciliana che non vuole conformarsi alla mentalità della società italiana degli anni ‘50


Sicilia, anni ’50: il professore Angelo Amato (Dario Costa) si innamora di Maria Venera (Olivia Magnani), la ragazza più misteriosa e affascinante del paese. Rimasta orfana, la ragazza vive con il vecchio e ricco zio, si innamora di suo cugino e rimane incinta. Per evitare uno scandalo, Maria progetta di fuggire con un ballerino, ma suo zio, con l’aiuto di Angelo, la riporta sui suoi passi.

Olivia Magnani e Dario Costa

Il regista siciliano Beppe Cino, dopo “Miracolo a Palermo!”, torna nella sua amata Sicilia costruendo un film basato sul racconto “Argo il Cieco” di Gesualdo Bufalino.
Un omaggio alla Sicilia in cui i volti racchiudono tutto un mondo, lo spirito, l’essenza di un popolo misterioso, pieno di contraddizioni e allo stesso tempo di fascino.
Il regista rappresenta i siciliani partendo dagli stereotipi incarnati nell’inconscio collettivo di tutti noi, per poi dare una sferzata di modernità con il personaggio di Maria Venera. Rendendo ancora più forte il personaggio di Bufalino, il regista ha dato vita a una donna che cerca di ribellarsi all’immobilità della società in cui vive, che vuole la sua indipendenza, la sua libertà e sogna un futuro lontano dai torridi paesaggi siciliani.
A dispetto del titolo (che in origine era semplicemente “Maria Venera”) in questa pellicola c’è tutt’altro che felicità: il sentimento che prevale è la nostalgia, il rimpianto per occasioni perdute, per momenti che non torneranno mai più. Subentra allora la dolcezza dei ricordi, simboleggiati dalla sala cinematografica in cui il professore, ormai vecchio, vede proiettata la sua storia e i fantasmi del passato tornano così a fargli visita.
Come nel film di Woody Allen “La rosa purpurea del Cairo”, il protagonista stabilisce un forte legame emotivo con le immagini che vede sullo schermo e il regista vorrebbe che si sentisse così anche il pubblico, rivedendosi in questo gioco di film nel film.

Olivia Magnani

Beppe Cino ce la mette tutta per omaggiare la sua Sicilia e il cinema, allestendo con cura certosina una vicenda dal sapore antico e retrò, mostrando particolare attenzione soprattutto per i volti dei suoi personaggi, ma pecca nel voler mettere forse troppa carne al fuoco e alcuni passaggi finiscono per appesantire l’incedere della pellicola che risulta a tratti difficile da seguire.
Inoltre la protagonista Anna Magnani (vista anche nel film di Sorrentino “Le conseguenze dell’amore”) non è certo all’altezza dell’illustrissima nonna e ha ancora molto da imparare.
Molto più efficaci gli attori di contorno, tutti artisti dello Stabile di Catania, ma che da soli non possono ravvivare una pellicola che sparge un’aura di polvere intorno a sé.

Voto:♥♥

Pubblicato su Meltin'Pot.

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