Quando la tua migliore amica è una carta di credito
Dal celebre romanzo di Sophie Kinsella, prende vita il personaggio che ha conquistato le trend-setter di mezzo mondo: Becky Bloomwood è pronta a stupirvi con la sua schiettezza, il suo sorriso e le sue tante, tantissime mises.
Come in ogni favola che si rispetti, in I love shopping c’è una dolce e bella fanciulla che passa tutto il suo tempo a sognare. Ma al contrario delle principesse delle fiabe, Becky Bloomwood (Isla Fisher), non sogna l’amore eterno: quello a cui lei pensa in ogni momento sono le scarpe di Prada, i cappotti di Louis Vuitton, i saldi da Bloomingdale’s e le sciarpe di cashmere.
Per amici ha centinaia di vestiti e la sua fata madrina è la carta di credito: una bacchetta magica in grado di darle la felicità. Sì perché Becky ha un grande segreto: è una drogata di shopping.
Il piacere che le dà tenere in mano gli acquisti appena fatti non è paragonabile a nessun altro. Per questo a causa di decine e decine di “acquisti compulsivi” si ritrova con un debito di sedicimila dollari. Per fortuna però, come per magia, arriva la soluzione: viene assunta dalla rivista economica “Far fortuna risparmiando”, che guarda caso ha anche un caporedattore bello, ricco e idealista.
Il piacere che le dà tenere in mano gli acquisti appena fatti non è paragonabile a nessun altro. Per questo a causa di decine e decine di “acquisti compulsivi” si ritrova con un debito di sedicimila dollari. Per fortuna però, come per magia, arriva la soluzione: viene assunta dalla rivista economica “Far fortuna risparmiando”, che guarda caso ha anche un caporedattore bello, ricco e idealista.
Il celebre personaggio della saga creata da Sophie Kinsella prende vita sullo schermo, con qualche variazione, per la gioia di tutte le malate di shopping del pianeta.
Usando una formula ormai ben consolidata che strizza l’occhio al telefilm di culto Sex & The city e al recente Il diavolo veste Prada, il film diretto da P.J. Hogan è una summa dei più scontati clichè dei film pensati per il pubblico femminile.
La protagonista però si distingue dal tipico personaggio da film rosa: è bugiarda, folle e totalmente fuori controllo.
I presupposti per una commedia brillante c’erano dunque tutti: la storia d’amore, i bei vestiti, la protagonista simpatica. Se non fosse che le soluzioni di sceneggiatura a tratti siano più semplificate di quelle dei cartoni animati, i vestiti così eccessivi da risultare brutti e pacchiani e la protagonista a lungo andare diventi fastidiosa come il rumore delle unghie su una lavagna.
E’ pur vero che in tempo di crisi economica mondiale la gente ha voglia di sognare, ma sbatterle in faccia la vicenda di una squilibrata che non fa altro che spendere sembra alquanto eccessivo.
Il successo di Sex & city stava nell’intelligenza del copione, nelle battute fulminanti, negli importanti temi trattati: lì i vestiti erano gli accessori delle protagoniste e non il contrario.
Isla Fisher per quanto si impegni non riesce a sostenere da sola il peso dell’intera pellicola, sembrando a volte niente di più che una stampella ricoperta di accessori: d’altra parte non tutte sono Meryl Streep, che ha dato lustro a Il diavolo veste Prada.
In questo modo quella che tutto sommato poteva essere una buona commedia con un minimo di riflessione sull’importanza dell’acquisto, sul consumismo sfrenato del mondo occidentale e sulla dipendenza psicologica da oggetti che colpisce sempre più persone si risolve in una serie di gag più o meno riuscite incollate insieme alle bene e meglio.
Sicuramente sarà un successo, ma l’eccitazione durerà poco: esattamente come quando si è appena usciti da un negozio con un pacchetto in mano e già si pensa all’acquisto successivo.
Un consumismo figlio di un capitalismo che non si dove va... e nanche perché....
RispondiEliminaMe lo imamgino già questo film senza averlo ancora visto: un buon sonnifero per la mia insonnia ;)
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