giovedì 23 gennaio 2014

The Wolf of Wall Street


Che il loro campo da gioco sia un ring, un palco, uno studio televisivo, una sala di casinò, la strada o il mondo dell'alta finanza, gli antieroi protagonisti dei film di Martin Scorsese hanno in comune sempre le stesse caratteristiche: la pulsione irrefrenabile a farsi largo, a lottare, a bruciare la vita a suon di colpi, droghe e sesso, ad accumulare per poi dissipare, a salire fino allo zenit per poi cadere rovinosamente. Tutti senza rimpianti, molti senza possibilità di redenzione, i personaggi di questi film sono veri e propri animali, guidati dall'istinto prettamente umano incline alla violenza e alla sopraffazione. 

In The Wolf of Wall Street il protagonista Jordan Belfort, personaggio realmente esistito, è uno squalo, anzi, un lupo, della finanza che si muove in una giungla fatta di soldi, sesso e droga, un luogo di perdizione, eccesso e consumi sfrenati che risponde al nome di Wall Street, centro economico del mondo, culla delle tendenze economiche globali, trampolino di lancio perfetto per un giovane ambizioso e senza scrupoli che vede il mondo come la sua ostrica. Il lupo di Scorsese è un uomo che, grazie al suo ingegno e all'abilità di manipolare gli altri, conquista in breve tempo soldi e potere e non sembra minimamente intenzionato a scendere dalla giostra frenetica che ha costruito, che, anzi, fa girare a velocità sempre più forte: nessuna somma è mai abbastanza, nessuna donna può soddisfare i suoi istinti, ogni nuova forma di droga è sempre bene accetta.

Con Leonardo DiCaprio, mai così coraggioso e scatenato, a fare da demiurgo di un viaggio attraverso gli abissi dell'avidità e dell'horror vacui, Scorsese mette in scena la straordinaria parabola di un uomo che si crede intoccabile agli occhi della legge, della morale e di Dio, un uomo che pensa eternamente al presente e vive la vita come se fosse un trip continuo alla ricerca sfrenata del piacere e dello stordimento, negando continuamente ogni forma di sobrietà e noia. In 179, intensissimi, minuti Scorsese racconta un'epoca, quella della finanza americana anni '80 e '90, in cui i più primitivi istinti umani hanno trovato il loro massimo sfogo camuffandosi in attività socialmente e civilmente accettate: mascherati da uomini d'affari, i broker di The Wolf of Wall Street fanno del loro ufficio una vera e propria tana in cui tutto è lecito, in cui la realtà ha altri colori, odori e umori rispetto alla grigia normalità dell'uomo comune. Una vera e propria Sodoma e Gomorra, uno stile di vita talmente estremo da cui non poteva che nascere la crisi mondiale odierna.

Ma The Wolf of Wall Street non è solo un film che parla di un'altra epoca per analizzare con maggior lucidità il presente, è soprattutto uno splendido e barocco affresco dell'eterno e insopprimibile istinto umano ad affermarsi, fino all'autodistruzione (oltre a essere la summa del cinema di Scorsese, racchiudendo in sé le suggestioni di Quei Bravi Ragazzi e Casinò): Leonardo DiCaprio, all'inizio fresco e ingenuo giovane di belle speranze, si tramuta ben presto in vizioso corrotto e gonfio, bulimico di esperienze e di piacere, tanto da ridursi a una vera e propria larva strisciante in quella che è una delle scene più incredibili di un film che trabocca di invenzioni assolutamente geniali (il mantra "fugazy", il bicchiere lanciato dietro la schiena e la scena di Braccio di Ferro solo per citarne alcune). Istrionico e senza nessun freno inibitorio, DiCaprio si lancia in quella che è forse la più grande prova attoriale della sua carriera, in cui incarna il lato oscuro del sogno americano, in contrapposizione allo splendore giovanile e puro del Jack Dawson di Titanic: attore ormai capace di qualunque cosa, il divo americano recita senza risparmiarsi sia con il corpo che con la voce, urlando a più non posso dentro microfoni e direttamente in faccia allo spettatore, direttore di una sinfonia folle e anarchica che travolge il pubblico con una potenza e una forza che lasciano di stucco. I 179 folli minuti di The Wolf of Wall Street sono una vera e propria esperienza, un trip con alti e bassi, proprio come quelli del suo drogato protagonista, che arriva direttamente in vena.

Ad accompagnare DiCaprio in questo viaggio bacchico ci sono altri incredibili animali da palcoscenico: Jonah Hill, attore comico in grado di passare con disinvoltura a toni drammatici, incarna la parte più sfrenata e grottesca della pellicola, dando una prova attoriale straordinaria, così come Matthew McConaughey che, in poco più di dieci minuti di pellicola, regala un ruolo straordinario, quello di Mark Hanna, mentore di Belfort, vero e proprio Satana in persona che segue la sete di successo come un mantra. Splendida Margot Robbie, sirena insidiosa che fa perdere la testa al protagonista. Il lavoro di questo straordinario cast (tra cui spunta come guest star d'eccezione anche il regista Spike Jonze) merita una visione in lingua originale.

Tanta hybris non può rimanere impunita: a ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria e la caduta di Jordan sarà clamorosa tanto quanto la sua ascesa. Scorsese non fa però sconti e nessuno dei personaggi sembra capace e intenzionato a redimersi: Patrick Denham (Kyle Chandler), l'agente FBI che incastra Jordan, alla fine dei conti si rivela un uomo dalla vita grigia e triste, al contrario del folle e allucinato Jordan, che, nonostante la caduta, è immediatamente intenzionato a ricominciare ancora una volta da capo, come ci mostra lo splendido e inquietante finale. Nel bene e nel male, tanta fame di vita è impossibile da controllare e frenare: Scorsese lo sa, e ce ne dà un assaggio grazie alla sua incredibile arte cinematografica, instancabile, insaziabile e folgorante. 


Leonardo DiCaprio


La citazione: "Non voglio morire sobrio!"

Hearting/Cuorometro: ♥♥♥♥♥

Uscita italiana: 23 gennaio 2014


Titolo originale: The Wolf of Wall Street 
Regia: Martin Scorsese
Anno: 2013
Cast: Leonardo DiCaprio, Jonah Hill, Margot Robbie, Kyle Chandler, Matthew McConaughey, John Favreau, Cristin Milioti, Jon Bernthal, Rob Reiner, Ethan Suplee, Shea Wingham, Spike Jonze, Jean Dujardin, Joanna Lumley
Colore: colore
Durata: 179 minuti
Genere: commedia
Sceneggiatura: Terence Winter
Fotografia: Rodrigo Pietro
Montaggio: Thelma Shoonmaker
Musica: Howard Shore
Paese di produzione: USA
Produttore: Martin Scorsese, Leonardo DiCaprio
Distribuzione italiana: 01 Distribution

5 commenti:

  1. Roba fortissima, dunque.
    Non vedo l'ora di vederlo!

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    Risposte
    1. Ma proprio potentissima!!! Lo rivedrei da capo subito! Consigliatissimo in lingua originale! :)

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  2. Film maestoso! In toto. E sì, va visto rigorosamente in lingua originale. Battendosi il pugno sul petto...

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  3. Io le critiche lette in giro proprio non le capisco...
    Un film di un'energia straordinaria, capace di farti ridere di quanto di più grottesco possa esserci senza banalizzare quel grottesco (la scena in cui si discute l'ingaggio dei nani ad esempio).
    Tre ore di godimento, punto.

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