C'è un motivo se Jennifer Lawrence ha ottenuto tutta questa attenzione, più o meno giustificata, in così giovane età: Hollywood non fa mai le cose a caso e l'aver creato a tavolino una fresca nuova icona da adorare senza farsi domande è la sottile strategia per compensare un altro fenomeno che sembra ormai inarrestabile. Da qualche anno a questa parte il cinema sembra essersi aggomitolato su se stesso: i volti che danno forma ai nostri sogni si sono fatti più duri e grigi, hanno rughe, spesso sono imbottiti di silicone e sono inossidabilmente sempre lì da quasi 50 anni. Hollywood è invecchiata e con lei i suoi eroi, che però non sembrano voler lasciare il passo alle nuove, e forse meno interessanti, leve: ne è la dimostrazione il fatto che Sylvester Stallone e Arnold Schwarzenegger siano ancora gli idoli indiscussi dell'action, nonostante gli acciacchi, che Robert De Niro sia ancora il toro più scatenato del ring in ogni film in cui compare, e che una vecchia volpe come Robert Downey Jr. nei panni di Iron Man abbia più fan dei ben più giovani colleghi vendicatori. Perfino i più grandi sex symbol del cinema, Brad Pitt, Tom Cruise e Johnny Depp, hanno tutti superato i 50 anni. La povera Jennifer è dunque la nipotina di tutti questi colossi, chiamata a cercare di dare nuova linfa al carisma di Hollywood, che per ora è costretto a vedersela con pillole per la pressione e denti finti.
In questo revival dei bei tempi che furono si inserisce dunque Last Vegas, risposta geriatrica alla trilogia di Una notte da leoni, con quattro leoni veri della Hollywood dei tempi d'oro a fare da mattatori: Robert De Niro, Michael Douglas, Morgan Freeman e Kevin Kline - 6 premi Oscar in 4! - nei panni rispettivamente di Paddy, Billy, Archie e Sam, amici storici che, dopo essersi persi di vista per diversi anni, si ritrovano all'addio al celibato di Billy, playboy incallito del gruppo, che a 70 anni ha deciso di sposare la fidanzata appena trentenne. Imbolsiti e annoiati, i favolosi quattro cercano di ingannare il tempo che passa sullo sfondo della surreale e patinata Las Vegas, simbolo di finzione e perdizione, metafora dell'illusione dell'eterna giovinezza. A portare ancora più scompiglio nel gruppo, che scopre presto di avere diversi scheletri nell'armadio, arriva Diana (Mary Steenburgen, ovvero la mitica Clara di Ritorno al futuro che porta il conteggio Oscar del film a quota 7), fascinosa cantante di sala.
Gag sulla terza età, ammiccamenti alla cultura "ggiovane" grazie alla presenza di figure come il cantante 50Cent e a drink come la vodka Redbull, nostalgia per i bei tempi andati (De Niro ancora una volta fa la parodia di se stesso dando pugni in stile Jake LaMotta), riflessioni semiserie sulla vecchiaia: Last Vegas offre il pacchetto completo di tutto ciò che ci si può aspettare da un progetto del genere e John Turteltaub, regista-mestierante che ha regalato ai posteri pellicole non proprio memorabili come Scontro tra Titani, dietro la macchina da presa si impegna il minimo sindacale. A fare la differenza sono, ovviamente, i quattro carismatici protagonisti che dimostrano di avere ancora diversi assi nella manica, non fosse altro che per i ruoli leggendari e le tonnellate di esperienza che li circondano. Vedere questi quattro signori che gigioneggiano e si divertono ancora sul set vale tutto il film, poco importa se le battute sono spesso prevedibili: questi vecchi leoni saranno sì invecchiati, ma non hanno perso lo smalto.
In questo revival dei bei tempi che furono si inserisce dunque Last Vegas, risposta geriatrica alla trilogia di Una notte da leoni, con quattro leoni veri della Hollywood dei tempi d'oro a fare da mattatori: Robert De Niro, Michael Douglas, Morgan Freeman e Kevin Kline - 6 premi Oscar in 4! - nei panni rispettivamente di Paddy, Billy, Archie e Sam, amici storici che, dopo essersi persi di vista per diversi anni, si ritrovano all'addio al celibato di Billy, playboy incallito del gruppo, che a 70 anni ha deciso di sposare la fidanzata appena trentenne. Imbolsiti e annoiati, i favolosi quattro cercano di ingannare il tempo che passa sullo sfondo della surreale e patinata Las Vegas, simbolo di finzione e perdizione, metafora dell'illusione dell'eterna giovinezza. A portare ancora più scompiglio nel gruppo, che scopre presto di avere diversi scheletri nell'armadio, arriva Diana (Mary Steenburgen, ovvero la mitica Clara di Ritorno al futuro che porta il conteggio Oscar del film a quota 7), fascinosa cantante di sala.
Gag sulla terza età, ammiccamenti alla cultura "ggiovane" grazie alla presenza di figure come il cantante 50Cent e a drink come la vodka Redbull, nostalgia per i bei tempi andati (De Niro ancora una volta fa la parodia di se stesso dando pugni in stile Jake LaMotta), riflessioni semiserie sulla vecchiaia: Last Vegas offre il pacchetto completo di tutto ciò che ci si può aspettare da un progetto del genere e John Turteltaub, regista-mestierante che ha regalato ai posteri pellicole non proprio memorabili come Scontro tra Titani, dietro la macchina da presa si impegna il minimo sindacale. A fare la differenza sono, ovviamente, i quattro carismatici protagonisti che dimostrano di avere ancora diversi assi nella manica, non fosse altro che per i ruoli leggendari e le tonnellate di esperienza che li circondano. Vedere questi quattro signori che gigioneggiano e si divertono ancora sul set vale tutto il film, poco importa se le battute sono spesso prevedibili: questi vecchi leoni saranno sì invecchiati, ma non hanno perso lo smalto.
Kevin Kline, Morgan Freeman, Robert De Niro e Michael Douglas
La citazione: "Questi vodka Redbull sono strani: mi sento sbronzo e elettrizzato allo stesso tempo!"
Hearting/Cuorometro: ♥♥1/2
Uscita italiana: 23 gennaio 2013
Titolo originale: Last Vegas
Regia: John Turteltaub
Anno: 2013
Cast: Robert De Niro, Michael Douglas, Morgan Freeman, Kevin Kline, Mary Steenburgen, Jerry Ferrara, Romany Malco, Roger Bart, Michael Ealy, Joana Gleason
Colore: colore
Durata: 105 minuti
Genere: commedia
Sceneggiatura: Dan Fogelman
Fotografia: David Hennings
Montaggio: David Rennie
Musica: Mark Mothersbaugh
Paese di produzione: USA
Casa di produzione: CBS Films
Distribuzione italiana: Universal Pictures
Non ho visto il film ma trovo assolutamente condivisibile la tua analisi. Aggiungerei anche un'altra considerazione: nei paesi evoluti la popolazione invecchia, ed è chiaro che l'industria del cinema (e quindi Hollywood in prima persona) abbia riscoperto una fetta di pubblico che aveva sempre sottovalutato. Oggi gli anziani vanno al cinema quasi in egual numero rispetto ai ragazzi, e le logiche commerciali non potevano non tenerne conto.
RispondiEliminaVerissimo.
EliminaE' anche vero però che le nuove generazioni di attori e sceneggiatori non sono generalmente all'altezza della Hollywood d'oro anni '70 e '80 e allora gli studios ripiegano su volti e situazioni già consolidate. Un peccato!