Matt King (George Clooney), un avvocato cinquantenne proprietario terriero in quel paradiso delle Hawaii, subisce un improvviso duro colpo: la moglie, a causa di un incidente con la barca, va in coma. Solo con le due figlie di 10 e 16 anni, non sa come affrontare la situazione e come badare alle due pargole in piena crisi adolescenziale.
Come se non bastasse, Matt deve seguire anche ad un affare da milioni di dollari e viene a conoscenza che la moglie non è proprio un angelo: lo ha tradito con un agente immobiliare del posto.
C'era tanta attesa per The Descendants (ancora una volta i titolisti italiani hanno dato il loro meglio), nuovo film di Alexander Payne - autore di alcune delle pellicole americane più interessanti degli ultimi anni come Election, A proposito di Schmidt e soprattutto Sideways, film lontani dal glamour hollywoodiano, che hanno sempre parlato dell'America con uno spirito ironico e intelligente - candidato ad una pioggia di premi Oscar.
Attesa che, forse per le troppe aspettative, risulta parzialmente delusa: la storia è una delle più classiche mai raccontate, si parla infatti di come le persone reagiscono in maniera differente e personale al dolore. Payne gioca la carta dell'ironia, non sfociando in facili patetismi e scene madri strappalacrime, e questo gioca decisamente a suo favore, ma il tutto sembra estremamente calcolato e compiaciuto: le battute che ironizzano sulla morte e sulla tragica situazione lasciano sempre l'amaro in bocca.
Inutile l'ambientazione hawaiana: il paesaggio non è importante ai fini del racconto, infatti non viene praticamente mai mostrato, forse si voleva semplicemente dire che anche in un posto meraviglioso le persone possono essere infelici. Ma non ci convince.
Inoltre il dolore per la perdita di una persona cara viene messo in secondo piano dalla rabbia per un tradimento e per la delusione della scoperta che la persona che ci faceva da modello non è così perfetta come credevamo. Perfino l'affare del protagonista sembra più importante.
Forse il regista vuole dirci che anche se capitano cose terribili bisogna sempre e comunque andare avanti? Forse. Però non ci convince nemmeno su questo.
Sopravvalutata anche l'interpretazione di Clooney: è vero, l'attore dà una buona prova, ma non eccezionale, semplicemente non gigioneggia come al solito e non interpreta il classico personaggio marpione a cui ci ha abituati.
In sostanza, Paradiso amaro è un film che si lascia vedere e scorre via tranquillo (tranne forse per le orribili musiche), anche troppo tranquillo: finiti gli Oscar non se ne ricorderà nessuno.
Shailene Woodley, George Clooney, Amara Miller e Nick Krause
La citazione: "I miei amici credono che, solo perché vivo alle Hawaii, io viva in paradiso, passando il tempo a bere mai tai e a fare surf: sono 15 anni che non salgo su una tavola da surf e il paradiso è andato a farsi fottere".
Hearting/Cuorometro: ♥♥♥
Titolo originale: The Descendants
Regia: Alexander Payne
Anno: 2011
Cast: George Clooney, Shailene Woodley, Amara Miller, Nick Krause, Beau Bridges, Matthew Lillard, Judy Greer, Patricia Hastie
a me è piaciuto un sacco! me lo ricorderò anche dopo gli oscar :) il vecchio che mena al ragazzino è un mito totale!
RispondiEliminaIo l'ho trovato veramente insincero e furbetto. Il personaggio del ragazzino ne è l'emblema: il ragazzo che sembra superficiale e scemo ma che in realtà ha perso il padre da poco.
RispondiEliminaE' come se il film volesse dire "ho i toni della commedia ma in realtà parlo di cose serie".
Così facendo non mi fa ridere e non mi commuove, mi sembra solo una paraculata per vincere premi.
Solo pochissimi autori come Clint Eastwood possono affrontare cose atroci parlando di altro.
E Clooney mi sembra davvero sopravvalutato: meglio 1000 volte Brad Pitt in Moneyball.
Per non parlare dei grandissimi esclusi Fassbender e Gosling!