domenica 25 ottobre 2009

Il Concerto


Una melodia che viene da lontano e allo stesso tempo ci sembra così vicina e calda.
Una manifestazione di gioia, malinconia, passione e rimpianto. Sensuale ed eterea allo stesso tempo. E' il concerto per pianoforte e orchestra n. 21, andante, di Mozart, suonata dagli artisti del Bolshoi.

Basterebbe questa scelta d'apertura per fare di "Le Concert" un capolavoro.

Allargando il campo dell'inquadratura vediamo che a dirigire non è un direttore d'orchestra ma un semplice inserviente. E' Andrei Filipov, un tempo celebre e stimato artista, declassato brutalmente per aver avuto il coraggio di difendere i musicisti ebrei della sua orchestra contro il regime sovietico.


Aleksei Guskov


Con nella mente le note del concerto per violino e orchestra di Čajkovskij, Filipov ha una grande occasione: venuto a conoscenza dell'intenzione del Teatro Chatelet di Parigi di ingaggiare i musicisti del Bolshoi per un concerto, l'ex direttore decide di rimettere in piedi la vecchia orchestra e di presentarsi a Parigi al posto del vero Bolshoi.

Da qui sotterfugi, scambi di ruolo, passaporti falsi, bugie, rimedi dell'ultimo minuto: i 50 elementi che riesce a riunire sono un'accozzaglia di personaggi coloriti e simpatici, travolgenti con le loro storie vissute e l'assoluta mancanza di disciplina unita magicamente a un talento fuori dal comune.

L'arte e l'ispirazione, il talento e la tecnica: la musica si nutre di tutti questi elementi, ma al di là dei virtuosismi a contare davvero è la sua capacità di arrivare al cuore, di risvegliare sentimenti primitivi ed astratti allo stesso tempo.


Mélanie Laurent


Il regista di Train de vie, Radu Mihaileanu, ci porta per mano in un viaggio attraverso la musica e quello che rappresenta per gli uomini: la musica è vita, è l'essenza stessa dell'essere umano.


Nella scena finale tutto è perfetto: la musica si unisce alla vita, la quotidianità dei personaggi e il loro passato alle note antiche e preziose di Čajkovskij, la solennità all'umorismo e il dolore alle lacrime di gioia, per una sequenza che entra di diritto nella storia del cinema.

Un film appassionato, sentito, magico: un capolavoro dei nostri tempi, in grado di unire l'immortalità e la solennità della musica classica all'estrosità del mezzo cinematografico.

Imperdibile.


La citazione: "Non andiamo a fare un concerto. Faremo IL concerto!"

Voto: ♥♥♥♥

Uscita italiana: 5 febbraio 2010

10 commenti:

  1. "investi sul paris saint-germain! compra messi! mettilo in attacco!"

    me lo rivedrei anche domani, per il momento mi consolo con un po' di mozart e tchaikovsky ;)

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  2. ho cercato a milano le prossime uscite ma non trovo niente..sai quando esce in italia? grazie...

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  3. non è ancora prevista la data italiana, ma comunque uscirà al 100%

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  4. Film facile e ruffiano, costruito per piacere a tutti. Certo, è anche divertente ed emozionante, ma scorre via troppo liscio, senza provocare increspature. E nella scelta del concerto di Tchaikovsky (perfetto per "catturare" anche gli spettatori non amanti della musica classica), è anche poco coraggioso.

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  5. Che ti devo dire, sarò una che si lascia imbambolare facilmente, fatto sta che l'ho trovato travolgente, emozionante, divertente, ben girato, ben recitato...

    E non mi sembrano elementi da sottovalutare.
    E' la stessa cosa che con Avatar: i suoi detrattori dicono che è ruffiano, la è storia semplice, è tutto già visto. Ma vogliamo parlare di quanto è emozionante?

    Secondo me il cinema, e ancora di più un film che ha come protagonista la musica, deve prima di tutto emozionare. Intellettualizzare troppo una cosa istintiva e diretta come la musica mi sembra un ossimoro.

    E poi è vero, il concerto per violino di Tchaikovsky è noto e abbastanza orecchiabile, ma anche lui: quanto è bello?!

    E poi all'inizio c'è anche il Concerto opera 21 andante di Mozart: una delle opere più belle della storia dell'umanità!

    Insomma a me è piaciuto e non vedo l'ora di rivederlo!

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  6. Ma infatti il film fa il suo lavoro e ci riesce pure bene.

    Però non è questo il tipo di cinema che amo (e infatti non ho amato nemmeno "Avatar, che per di più - a differenza del "Concerto" - non mi ha nemmeno emozionato). Le emozioni sono importanti, è vero, ma è molto facile suscitarle: ci riesce anche una fiction televisiva. E' proprio stimolare intellettualmente che invece è difficile, ed è quello che io cerco in un film. Ma forse è solo questione di gusti e di sensibilità.

    Quello sulla musica è un altro discorso, ma nemmeno poi tanto diverso. Il concerto di tchaikovsky, come quello di Mozart, è bellissimo e non ci piove. Ma sono brani che piacciono immediatamente a tutti, anche a chi non ascolta musica classica, proprio perché "facili". Intendiamoci: è un loro pregio, non un difetto. Ma che differenza con il più coraggioso "Shine", dove era stata rappresentato il concerto n. 3 di Rachmaninov (Mihaileanu avrebbe scelto il più "popolare" n.2, non ho dubbi!).

    Ciao!

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  7. Ecco non sono d'accordo.
    Secondo me se in un film non c'è un'idea solida e comunque uno stile deciso, l'emozione non è molto potente.

    A me le fition televisive non fanno emozionare per niente.
    Essendo facili e in genere girate male e recitate ancora peggio con me hanno solo l'effetto a) di farmi dormire b) di irritarmi.

    Invece usare temi importanti come le persecuzioni razziali, la diversità, la ricchezza della multiculturalità, i rapporti genitori-figli, la bellezza della musica in un film abbastanza lineare e dall'impatto emotivo diretto è una ricchezza e un pregio.

    Picasso diceva che ci aveva messo tutta la sua vita per tornare a disegnare come da bambino.

    Secondo me la semplicità è il massimo punto di arrivo di una forma d'arte.

    Intendiamoci per semplicità intendo come quando vediamo un ballerino classico che esegue i suoi passi in modo fluido e dando una sensazione di estrema facilità e naturalezza ma che in realtà nasconte 8 ore di allenamento al giorno da almeno 20 anni.

    E poi come si fa a dire qualcosa contro Mozart o Tchaikovsky?!

    E allora anche Chopin, Beethoven, Liszt e Brahms sono troppo scontati perchè famosi?

    Musorgskij invece va bene perchè è meno noto?

    Cmq si anche Shine grandissimo film!

    :)

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  8. Sul valore della semplicità sono perfettamente d'accordo, a meno di non confonderla con la banalità.

    Per esempio, io adoro il cinema giapponese, perché trovo l'essenzialità di Ozu o di Kitano qualcosa di magnificamente bello, quasi struggente.

    Ma una cosa è la riduzione a essenziale di qualcosa di complesso, che rimane visibile in profondità (che poi è quello che fanno anche Mozart e Picasso); un'altra è partire da subito con qualcosa di semplice (che è quello che fanno le canzonette, le fiction e, a mio parere, anche "Avatar", al di là di ogni considerazione sulla qualità tecnica).

    Io, sinceramente, ne "Il concerto" ho visto una commedia divertente e furbetta che per emozionare fa continuamente ricorso a clichè già masticati (i "perdenti" in cerca di riscatto, le macchiette, il rapporto genitori-figli) e scelte facili (Tchaikovsky).

    Ci riesce, è vero, ma da un film vorrei che mi faccia "lavorare" emotivamente e/o intellettualmente, e non che mi offra tutto già pronto per essere consumato. E' una mia esigenza, non pretendo che venga condivisa, e capisco benissimo perché invece il film piaccia a molti. :-)

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