Un'altra storia di omosessualità al Festival del cinema di Roma che mai come quest'anno ha affrontato l'argomento: dopo Viola di mare e Plan B anche in Broderskab - Brotherhood del giovane regista danese Nicolo Donato, qui alla sua prima prova al cinema dopo vari lavori per la tv, si parla di una coppia gay. Un tema non facile: oltre all'omosessualità qui c'è anche il neo-nazismo.
Il regista, in conferenza stampa insieme agli attori protagonisti, ha chiarito subito però che: "Quando abbiamo cominciato a girare questo film volevamo realizzare una storia d'amore. La violenza, il nazismo non sono così importanti: la cosa fondamentale è l'amore tra queste due persone". Resta il fatto però che il violento gruppo nazista ha un ruolo importante: "Ho voluto inserire una storia d'amore nel contesto nazista per far vedere che l'amore è un sentimento forte, non puoi dirgli di no, e per dimostrarlo ho voluto inserirlo in un ambiente dove l'amore non è accettato per testimoniare che alla fine l'amore è più forte e inevitabile".
Anche Thure Lindhardt, che nel film è Lars, ha sottolineato che: "E' interessante vedere come questi due elementi così inconciliabili tra loro interagiscano nella storia". Per un altro personaggio del film invece, Patrick, interpretato da Morten Holst, il gruppo nazista ha una valenza diversa: "Patrick entra nel gruppo perchè così può ottenere il rispetto della sua famiglia" ha chiarito Donato, che ha aggiunto: "Se la tua infanzia non è stata buona non hai in seguito rispetto per te stesso. Così a un certo punto hai bisogno di sentirti parte di un gruppo. I ragazzi si incontrano inoltre nel gruppo e Lars scopre questi sentimenti in se stesso. Loro scoprono di essere gay all'interno del gruppo e anche se è un gruppo di nazisti in un certo senso li aiuta a capire chi sono veramente".
Anche gli attori hanno detto la loro su alcuni aspetti del film, Thure Lindhardt ha infatti raccontato un aneddoto: "Girare la scena del bagno nell'acqua gelata è stato traumatico: l'acqua era veramente gelida! Gli uomini sicuramente capiranno il mio dramma..." mentre Morten Holst ha aggiunto: "Siamo entrati così tanto nella storia che spesso abbiamo girato e basta senza ripetere le scene. Anche per questo siamo riusciti a girare in sole sei settimane". E proprio il personaggio di Patrick ha fatto pensare a Iago e su questo aspetto l'attore ha detto: "Non ne abbiamo parlato nella preparazione del film ma in effetti i due personaggi hanno alcune caratteristiche in comune. Sono molto contento che vi abbia dato questa impressione".
Una storia dura e affascinante che speriamo possa trovare una distribuzione anche in Italia.
Pubblicato su MPnews.
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