venerdì 5 dicembre 2008

Stella

L'insostenibile leggerezza del crescere


In un caffè alla periferia di Parigi frequentato dalla classe operaia vive con i suoi sgangherati genitori Stella (Léora Barbara), una ragazzina di undici anni dall’aria trasognata e dolce.
Al caffè c’è una varia fauna: operai alcolizzati, pittori di strada, prostitute, giocatori d’azzardo e piccoli criminali. Un mondo sotterraneo e malinconico in cui la bambina è cresciuta e in cui non ha imparato le basi fondamentali della cultura e del vivere civile.
Per questo quando, per un puro caso, Stella viene ammessa in una scuola media frequentata da figli di gente benestante ed istruita la sua identità va in crisi.
I professori parlano di cose incomprensibili, i compagni la prendono in giro, tutto sembra noioso e senza senso.
Poi il piccolo miracolo: la più brava della classe diventa sua amica e pian piano la inizia alla letteratura, le fa scoprire Balzac e capire che la scuola in fondo non è così male.
Grazie ai suoi amici letterari Stella si rende conto che l’opportunità di frequentare una buona scuola per lei è irripetibile e fondamentale: se non si impegna finirà i suoi giorni nel caffè di famiglia tra una partita a flipper e un avventore ubriaco.


Melissa Rodriguez e Lèora Barbara


Il film di Silvie Verheyde, acclamato al Festival di Venezia e amatissimo da Nanni Moretti che ha voluto fortemente distribuirlo in Italia, è un affresco delicato e sognante di quel momento particolare che è la fase di passaggio dall’infanzia all’adolescenza, punto cruciale nella vita di una persona in cui comincia la vera e più importante formazione dell’individuo.
I cambiamenti del corpo, i primi amori, i rapporti con gli altri che diventano improvvisamente più difficili e una scuola che sembra più una prigione che un’occasione importante per il futuro sono tutte tappe che Stella deve affrontare.


Lèora Barbara e Guillaume Depardieu


La pellicola, fortemente autobiografica, si regge tutta sull’interpretazione fresca e convincente della piccola Léonora Barbara: gli occhi un po’ tristi e il sorriso ironico, l’aria svelta e delicata è lei il motore e la magia della pellicola, una piccola stella che con garbo ci porta per mano nella Parigi del 1977, tra violenza e desiderio di riscatto, amore per le storie e le persone e voglia di crescere senza fretta. Da segnalare anche Guillaume Depardieu, scomparso da poco, qui alla sua ultima interpretazione nel ruolo di un principe azzurro non convenzionale e a suo modo romantico.
Tranne qualche momento di stanca, il film scorre piacevolmente e fa riflettere su un tema attuale come quello della scuola oggi più che mai mortificata e deprezzata invece che finanziata ed esaltata come punto d’incontro con la cultura e l’educazione e base di partenza per la ricerca di un proprio posto nel mondo.

La citazione:
"- I tuoi non dicono niente?
- Se ne fregano. E i tuoi?
- I miei se ne strafregano!"

Voto: ♥♥♥

Pubblicato su Cineforme.

2 commenti:

  1. il punto è centrato in pieno..la scuola che sembra una prigione invece di un'opportunità... forse l'ho già detto...ma forse fa anche comodo far credere al popolino (di cui io faccio parte e sono piena espressione) che sia così...

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  2. l'ho visto stasera, mi è piaciuto molto... poi va pure detto che prima del film (al nuovo sacher) mi sono mangiato un pezzo di sacher al bar del cinema e ho pure trovato parcheggio di fronte all'entrata (a trastevere, impresa utopica)!!! tutte cose che darebbero una predisposizione positiva nei confronti di qualsiasi film!

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